CXXVI. PER LONTANANZA DALLA MOGLIE.
Le poesie liriche
PoeTree.it
1.1 | Che più ti resta a far per mio dispetto, |
1.2 | Sorte crudel? Mia donna è lungi; e io privo |
1.3 | De' suoi conforti, in miserando aspetto, |
1.4 | Egro qui giaccio, al sofferir sol vivo. |
1.5 | In chiusa parte ho i rai del giorno a schivo, |
1.6 | Tutto in lei fiso; ed altro al cor diletto, |
1.7 | Altro dolce non ho, che il fuggitivo |
1.8 | Fantasma, in sogno, dell'amato obbietto. |
1.9 | Mentr'io pasco di lui lo spirto oppresso, |
1.10 | Ecco pietosi, come il duol gli accora, |
1.11 | Gittarsi i figli nel paterno amplesso. |
1.12 | — Ah, che ingiusto è il lamento! io grido allora. |
1.13 | Se gioirmi di questi emmi concesso, |
1.14 | Più non mi lagno, e son beato ancora. — |