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CXXIII. FRAMMENTO D'UNA VISIONE.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Ad ingannar le cure, a far men rea
1.2Del mio stato la sorte, che diviso
1.3Dalla luce m'ha sì ch'io mi tenea
1.4Già disperato d'ogni suo sorriso,
1.5Mentre cheto il pensier si raccogliea
1.6Sul gran padre Alighieri; un improvviso
1.7Spirto la fronte mi fer, che attente
1.8Fe tutte a sè le posse della mente.
1.9Parve da prima una soave auretta,
1.10Che di maggio fra' lauri aranci e mirti
1.11Ai più bei fiori alla più molle erbetta
1.12Va depredando i ben olenti spirti,
1.13Viva così che ne diffonde e getta
1.14L'odor anco fra dumi orridi ed irti,
1.15Lieve così che bacia in sue carole
1.16Senza agitarlo il capo alle viole.
1.17Lo spiro di quell'aura a me venìa
1.18Sì delicato per le vie del core,
1.19Che su le sue ferite io già sentía
1.20Placato addormentarsi ogni dolore.
1.21E nel gaudio che l'alma mi rapìa
1.22Tutto a' miei sensi un riso era d'amore;
1.23Quando in sùbita notte ed in profondo
1.24Silenzio immerso, si fe buio al mondo.
1.25E un fracasso d'un suon pien di spavento
1.26Incontanente di quel buio usciva;
1.27Non altrimenti fatto che d'un vento
1.28Impetuoso per la fiamma estiva,
1.29Che fier la selva senza alcun rattento,
1.30E ovunque fiero e polveroso arriva,
1.31Tutto schianta ed abbatte; e nulla arresta
1.32La tremenda ira della sua tempesta.
1.33E nondimen di mezzo alla rapina
1.34Di quel turbo nascea tale un diletto,
1.35Tale (portento a dirsi!) una divina
1.36Correa dolcezza ad inondarmi il petto,
1.37Che in me stesso dicea: — Qual pellegrina
1.38Virtù s'è questa di stupendo effetto,
1.39Che mi atterrisce a un tempo e mi rincora,
1.40E più cresce d'orror più m'innamora?
1.41Ciò dissi appena...
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