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CXX. IL CESPUGLIO DELLE QUATTRO ROSE, PER LE NOZZZE DI D. ROSA TRIVULZIO CON D. GIUSEPPE POLDI POZZOLI.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Dimmi, Amore. In questo eletto
1.2Giardin sacro alla pudica
1.3Dea del senno e tua nemica,
1.4Temerario fanciulletto,
1.5A che vieni? O fuggi; o l'ali
1.6Tu vi perdi, ed arco e strali.
1.7Al tiranno iddio de' cuori
1.8Ogni passo qui si chiude:
1.9Qui Minerva alla Virtude,
1.10A lei sola edùca i fiori.
1.11Fuggi, incauto; o preso al varco
1.12Perderai gli strali e l'arco. —
1.13Ride Amore; e, — In error vai,
1.14Mi risponde. Amico io sono
1.15A Minerva; e ti perdono
1.16Se m'oltraggi, e ancor non sai
1.17Che a Virtude io serbo fede
1.18Più che il volgo non si crede.
1.19E per lei qui appunto or vengo
1.20A spiccar dal cespo un raro
1.21Fior gentile, un fior che caro
1.22A lei crebbe, e di me degno. —
1.23Così parla: e con baldanza
1.24Nella chiostra il passo avanza.
1.25E di quattro intatte rose
1.26Ad un cespo s'avvicina:
1.27Tre che aperte in su la spina,
1.28Ma guardate e mezzo ascose,
1.29Riempìan quel chiuso rezzo
1.30D'un divino e dolce olezzo:
1.31E la quarta il bel tesoro
1.32Di sue foglie amorosette
1.33All'aperto ancor non mette.
1.34Ma la prima in suo decoro
1.35Dir parea: — Nessun m'adocchi;
1.36Ch'io son d'altri, e non mi tocchi. —
1.37Allor dissi: — Ingiusto cielo!
1.38Perchè tarda il suo desire?
1.39Perchè farla, oh dio, languire? —
1.40E sì vaga in su lo stelo
1.41Risplendea, che m'era avviso
1.42Fosse nata in paradiso.
1.43Uno sguardo che dicea
1.44— Non temer — le porse Amore;
1.45E baciolla. In bel rossore
1.46A quel bacio io la vedea
1.47Infiammarsi, e poi modesta
1.48Inchinar la rosea testa.
1.49Lieto intanto il dio gentile
1.50Con un dardo aperse il folto
1.51Delle spine, ond'era involto
1.52Del cespuglio il verde aprile,
1.53E la man tra fronda e fronda
1.54Ratto stese alla seconda.
1.55Quella rosa che in Citera
1.56Fu del sangue colorita
1.57Di Ciprigna il piè ferita,
1.58Sì vezzosa, ah no! non era.
1.59Questa, il giuro; e sia con pace
1.60Della diva; è più vivace.
1.61Dolce l'aura l'accarezza,
1.62Schietto il sol di rai l'indora,
1.63Fresca piove a lei l'Aurora
1.64Le sue perle: e una vaghezza,
1.65Uno spirto intorno gira,
1.66Che ti grida al cor — sospira. —
1.67Tale e tanta in sua beltate
1.68Dallo stelo ancor crescente
1.69La divise quel potente
1.70Re dell'alme innamorate:
1.71L'agitò; le luci affisse
1.72Nel bel fiore; e così disse:
1.73— Desío d'alma generosa,
1.74Di Minerva dolce cura,
1.75Dolce riso di natura,
1.76Cara al ciel Trivulzia Rosa;
1.77Il tesor che in te si chiude
1.78Io consacro alla Virtude.
1.79E Virtù che sola al mondo
1.80Fa l'uom chiaro e lo sublima,
1.81La Virtù che sola è cima
1.82Di grandezza, e il resto è fondo,
1.83Farà lieta in suo giardino
1.84La tua vita, o fior divino.
1.85Or tu, vate; se felice
1.86Mai ti feci e mio cantore;
1.87Scrivi il fatto che d'Amore
1.88Qui vedesti; e all'alma Bice
1.89Di' che saggio ognor sarò,
1.90Di' che al cespo tornerò;
1.91E corrò.... — Ma, posto il dito
1.92Su le labbra, il dir sostenne;
1.93E disparve. Allor mi venne
1.94Nella mente appien chiarito,
1.95Che a Virtude Amor tien fede
1.96Più che il volgo non si crede.
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