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CVII. LICENZA CANTATA NEL TEATRO DE' FILODRAMMATICI DI MILANO LA SERA DEL 29 OTTOBRE 1805, QUANDO FU RECITATA L'ANTIGONE E CORONATO IL BUSTO DI VITTORIO ALFIERI ALLA PRESENZA DI EUGENIO VICERÈ D'ITALIA.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Nol pretendo, o signor; queste non sono
1.2Della gallica Atene
1.3Le celebrate scene, ove perfetta
1.4La grand'arte di Roscio il vero imita
1.5Sì che del vero istesso
1.6Più bella appar l'imitatrice, e dando
1.7Voce al gesto e colore
1.8Pinge vivi gli affetti e parla al core.
1.9Nè perciò basso udrai levarsi il grido
1.10Dell'italo coturno. È nostro il vanto,
1.11Se a trar degli occhi il pianto
1.12Dopo l'artico nembo
1.13Melpomene tornò. Dai nostri lidi
1.14Mosse l'aura felice,
1.15Che le divine sofoclèe faville
1.16Su la Senna destò. Vinte, il confesso,
1.17Fur dalle franche nell'illustre arringo
1.18L'itale Muse, e giacque
1.19De' maestri l'onor. Ma surse al fine
1.20Chi le nostre sconfitte
1.21Spirto altero redense, e i primi allori
1.22Contrastò su la fronte ai vincitori.
1.23O del grande Astigiano ombra sdegnosa,
1.24Esci e vieni su questo
1.25Palco a te sacro a contemplar contenta
1.26I tuoi trionfi. Il valoroso figlio
1.27Del maggior de' mortali udir qui brama
1.28Gli alti tuoi carmi; e tu gli spiega, e pungi
1.29Per la prole d'Edippo
1.30Di pietade il suo sen. Benchè fra l'ire
1.31Di Gradivo nudrita, alma sì bella
1.32Ha una lagrima anch'ella
1.33Per gl'infelici: e la virtù più cara
1.34Di guerriero scettrato e generoso,
1.35O fra l'armi o nel solio, è un cor pietoso.
1.36La pietà di Giove è figlia;
1.37E col pianto al dio sdegnato
1.38Spegne il fulmine infocato,
1.39E gli queta i tuoni al piè.
1.40Al gran Giove il re somiglia;
1.41Ed amici accanto al trono
1.42Il rigore ed il perdono
1.43Padre il fanno al par che re.
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