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XCII. PER IL CONGRESSO D'UDINE.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Agita in riva dell'Isonzo il Fato,
1.2Italia, le tue sorti; e taciturna
1.3Su te l'Europa il suo pensier raccoglie.
1.4Stannosi a fronte, e il brando insanguinato
1.5Ferocemente stendono su l'urna
1.6Lamagna e Francia con opposte voglie;
1.7Ch'una a morte ti toglie,
1.8E dárlati crudel l'altra procura.
1.9Tu muta siedi; ad ogni scossa i rai
1.10Tremando abbassi; e nella tua paura
1.11Se ceppi attendi o libertà non sai.
1.12Oh più vil che infelice! oh de' tuoi servi
1.13Serva derisa! Sì dimesso il volto
1.14Non porteresti e i piè dal ferro attriti,
1.15Se dal natío valor prostrati i nervi
1.16Superba ignavia non t'avesse e il molto
1.17Fornicar co' tiranni e co' leviti.
1.18Onorati mariti,
1.19Che a Caton preponesti a Bruto a Scipio!
1.20Leggiadro cambio, accorto senno in vero!
1.21Colei che l'universo ebbe mancipio,
1.22Or salmeggia; e una mitra è il suo cimiero.
1.23Di quei prodi le sante ombre frattanto
1.24Romor fanno e lamenti entro le tombe,
1.25Che avaro piè sacerdotal calpesta;
1.26E al sonito dell'armi, al fiero canto
1.27De' Franchi mirmidòni e delle trombe,
1.28Sussurrando vendetta alzan la testa.
1.29E voi l'avrete, e presta,
1.30Magnanim'ombre. L'itala fortuna
1.31Egra è sì, ma non spenta. Empio sovrasta
1.32Il Fato, e danni e tradimenti aduna:
1.33Ma contra il Fato è Bonaparte; e basta.
1.34Prometeo nuovo ei venne, e nell'altera
1.35Giovinetta virago cisalpina
1.36L'etereo fuoco infuse anzi il suo spirto.
1.37Ed ella già calata ha la visiera;
1.38E il ferro trae, gittando la vagina,
1.39Desíosa di lauro e non di mirto.
1.40Bieco la guata ed irto
1.41Più d'un nemico; ma costei nol cura.
1.42Lasciate di sua morte, o re, la speme:
1.43Disperata virtù la fa secura,
1.44Nè vincer puossi chi morir non teme.
1.45Se vero io parlo, Crémera vel dica,
1.46E di Coclite il ponte, e quel di Serse,
1.47E i trecento con Pluto a cenar spinti.
1.48E noi lombardi petti, e noi nutrica
1.49Il valor che alle donne etrusche e perse
1.50Plorar fe l'ombre de' mariti estinti.
1.51Morti sì; ma non vinti,
1.52Ma liberi cadremo, e armati, e tutti:
1.53Arme arme fremeran le sepolte ossa,
1.54Arme i figli le spose i monti i flutti:
1.55E voi cadrete, o troni, a quella scossa.
1.56Cadrete: ed alzerà natura alfine
1.57Quel dolce grido che nel cor si sente,
1.58Tutti abbracciando con amplesso eguale:
1.59E ragion su le vostre alte ruine
1.60Pianterà colla destra onnipossente
1.61L'immobil suo triangolo immortale.
1.62Ira e fiamma non vale
1.63Incontro a lui di fulmini terreni,
1.64E forza in van lo crolla ed impostura:
1.65Dio fra tuoni tranquillo e fra baleni
1.66Tienvi sopra il suo dito e l'assecura.
1.67Tu, magnanimo eroe, che su l'Isonzo,
1.68Men di te stesso che di noi pensoso,
1.69Dei re combatti il perfido desío;
1.70Tu, che se tuona di Gradivo il bronzo,
1.71Fra le stragi e le morti polveroso
1.72Mostri in fragile salma il cor d'un dio;
1.73All'ostinato e rio
1.74Tedesco or di', che sul Tesin lasciata
1.75Hai la donna dell'Alpi ancor fanciulla,
1.76Ma ch'ella in mezzo alle battaglie è nata
1.77E che novello Alcide è nella culla.
1.78Molti per via le fan villano oltraggio,
1.79Ricchi infingardi, astuti cherci, ed altra
1.80Gente di voglie temerarie e prave.
1.81Ella passa e non guarda; ed in suo saggio
1.82Pensier racchiusa non fa motto; e scaltra
1.83Scuote intanto i suoi mali, e nulla pave.
1.84Così lion, cui grave
1.85Su la giubba il notturno vapor cada,
1.86Se sorride il mattin su l'orizzonte,
1.87Tutta scuote d'un crollo la rugiada,
1.88E terror delle selve alza la fronte.
1.89Canzon, l'italo onor dal sonno è desto:
1.90Però dalla rampogna
1.91Che mosse il tuo parlar, prendi vergogna.
1.92Ma se quei vili che son forti in soglio
1.93T'accusano d'orgoglio,
1.94Rispondi: — Italia sul Tesin v'aspetta
1.95A provarne la spada e la vendetta. —
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