about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

LVI. AL PRINCIPE DON SIGISMONDO CHIGI.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Dunque fu di natura ordine e fato,
1.2Che di là donde il bene ne deriva
1.3Del mal pur anco scaturir dovesse
1.4La torbida sorgente? O saggio, o solo
1.5A me rimasto negli avversi casi
1.6Consolator; che non torcesti mai
1.7Dalle pene d'altrui lungi lo sguardo,
1.8E scarso di parole e largo d'opre
1.9Co' benefizi al mio dolor soccorri;
1.10Gismondo; e qual di gioie e di martìri
1.11Portentosa mistura è il cuor dell'uomo!
1.12Questa parte di me che sente e vede,
1.13Questo di vita fuggitivo spirto
1.14Che mi scalda le membra e le penètra,
1.15Con quale ardor con qual diletto un tempo
1.16Scorrea pe' campi di natura, e tutte
1.17A me dintorno rabbellìa le cose!
1.18Or s'è cangiato in mio tiranno, in crudo
1.19Carnefice, che il frale onde son cinto
1.20Romper minaccia, e le corporee forze
1.21Qual tarlo roditor logora e strugge.
1.22Giorni beati che in solingo asilo
1.23Senza nube passai, chi vi disperse?
1.24Ratti qual lampo, che la buia notte
1.25Segna talor di momentaneo solco
1.26E su gli occhi le tenebre raddoppia
1.27Al pellegrin che si sgomenta e guata,
1.28Qual mio fallo v'estinse; e tanto amara
1.29Or mi rende di voi la rimembranza,
1.30Che pria sì dolce mi scendea sul core?
1.31Allorchè il sole, io lo rammento spesso,
1.32D'oriente sul balzo compariva
1.33A risvegliar dal suo silenzio il mondo,
1.34E agli oggetti rendea più vivi e freschi
1.35I color che rapiti avea la sera;
1.36Dall'umile mio letto anch'io sorgendo,
1.37A salutarlo m'affrettava; e fiso
1.38Tenea l'occhio a mirar come nascoso
1.39Di là dal colle ancora ei fea da lunge
1.40Degli alti gioghi biondeggiar le cime;
1.41Poi come lenta in giù scorrea la luce
1.42Il dosso imporporando e i fianchi alpestri,
1.43E dilatata a me venìa d'incontro
1.44Che a' piedi l'attendea della montagna.
1.45Dall'umido suo sen la terra allora
1.46Su le penne dell'aure mattutine
1.47Grata innalzava di profumi un nembo:
1.48E, altero di se stesso e sorridente
1.49Su i benefizi suoi, l'aureo pianeta
1.50Nel vapor che odoroso ergeasi in alto
1.51Gìa rinfrescando le divine chiome;
1.52E fra il concento degli augelli e il plauso
1.53Delle create cose egli sublime
1.54Per l'azzurro del ciel spingea le rote.
1.55Allor sul fresco margine d'un rivo
1.56M'adagiava tranquillo, in su l'erbetta
1.57Che lunga e folta mi sorgea dintorno
1.58E tutto quasi mi copriva: ed ora
1.59Supino mi giacea, fosche mirando
1.60Pender le selve dall'opposta balza,
1.61E fumar le colline, e tutta in faccia
1.62Di sparsi armenti biancheggiar la rupe;
1.63Or rivolto col fianco al ruscelletto,
1.64Io mi fermava a riguardar le nubi
1.65Che tremolando si vedean riflesse
1.66Nel puro trapassar specchio dell'onda:
1.67Poi del gentil spettacolo già sazio,
1.68Tra i cespi, che mi fean corona e letto,
1.69Si fissava il mio sguardo; e attento e cheto
1.70Il picciol mondo a contemplar poneami
1.71Che tra gli steli brulica dell'erbe,
1.72E il vago e vario degl'insetti ammanto
1.73E l'indole diversa e la natura.
1.74Altri a torma e fuggenti in lunga fila
1.75Vengono e van per via carchi di preda:
1.76Altri sta solitario; altri l'amico
1.77In suo cammino arresta, e con lui sembra
1.78Gran cose conferir: questi d'un fiore
1.79L'ambrosia sugge e la rugiada; e quello
1.80Al suo rival ne disputa l'impero;
1.81E venir tosto a lite, ed azzuffarsi,
1.82E avviticchiati insieme ambo repente
1.83Giù dalla foglia sdrucciolar li vedi:
1.84Nè valor manca in quegli angusti petti,
1.85Previdenza, consiglio, odio ed amore.
1.86Quindi alcuni tra lor miti e pietosi
1.87Prestansi aíta ne' bisogni; assai
1.88Migliori in ciò dell'uom, che al suo fratello
1.89Fin nella stessa povertà fa guerra:
1.90Ed altri poscia, da vorace istinto
1.91Alla strage chiamati ed agl'inganni,
1.92Della morte d'altrui vivono; e sempre
1.93Del più gagliardo, come avvien tra noi,
1.94O del più scaltro la ragion prevale.
1.95Questi gli oggetti e questi erano un tempo
1.96Gli eloquenti maestri che di pura
1.97Filosofia m'empìan la mente e il petto;
1.98Mentre soave mi sentía sul volto
1.99Spirar del nume onnipossente il soffio;
1.100Quel soffio che le viscere serpendo
1.101Dell'ampia terra, e ventilando il chiuso
1.102Elementar foco di vita, e tutta
1.103La materia agitando e le seguaci
1.104Forme che inerti le giaceano in grembo,
1.105L'une contro l'altre in bel conflitto
1.106Arma le forze di natura, e tragge
1.107Da tanta guerra l'armonía del mondo.
1.108Scorreami quindi per le calde vene
1.109Un torrente di gioia: e discendea
1.110Questo vasto universo entro mia mente,
1.111Or come grave sasso che nel mezzo
1.112Piomba d'un lago, e l'agita e sconvolge
1.113E lo fa tutto ribollir dal fondo;
1.114Or come immago di leggiadra amante,
1.115Che di grato tumulto i sensi ingombra
1.116E serena sul cor brilla e riposa.
1.117Ma più quell'io non son. Cangiaro i tempi,
1.118Cangîar le cose. Della gioia estremo
1.119Regnò sull'alma il sentimento: estremi
1.120Or vi regnano ancora i miei martìri.
1.121E come stenderò su le ferite
1.122L'ardita mano, e toglieronne il velo?
1.123Una fulgida chioma al vento sparsa,
1.124Un dolce sguardo ed un più dolce accento,
1.125Un sorriso, un sospir dunque potero
1.126Non preveduto suscitarmi in seno
1.127Tanto incendio d'affetti e tanta guerra?
1.128E non son questi i fior, queste le valli,
1.129Che già parver sì belle agli occhi miei?
1.130Chi di fosco le tinse? e chi sul ciglio
1.131Mi calò questa benda? Oimè! l'orrore
1.132Che sgorga di mia mente e il cor m'allaga,
1.133Di natura si sparse anche sul volto
1.134E l'abbuiò. Me misero! non veggo
1.135Che lugubri deserti; altro non odo
1.136Che urlar torrenti e mugolar tempeste:
1.137Dovunque il passo e la pupilla muovo,
1.138Escono d'ogni parte ombre e paure;
1.139E muta stammi e scolorita innanzi,
1.140Qual deforme cadavere, la terra.
1.141Tutto è spento per me: sol vive eterno
1.142Il mio dolor: nè mi riman conforto
1.143Che alzar le luci al cielo e sciormi in pianto.
1.144Ah! che mai vagheggiarti io non dovea,
1.145Fatal beltade. Senza te venuto
1.146Questo non fora orribil cangiamento.
1.147Girar tranquilli sul mio capo avrei
1.148Visto i pianeti, e più tranquilla ancora
1.149La mia polve tornar donde fu tolta.
1.150Ma in que' vergini labbri in que' begli occhi
1.151Aver quest'occhi inebriati, e dolce
1.152Sentirmi ancor nell'anima rapita
1.153Scorrere il suono delle tue parole;
1.154Amar te sola, e riamato amante
1.155Non essere felice; e veder quindi
1.156Contra me, contra te, contra le voci
1.157Di natura e del ciel sorger crudeli
1.158Gli uomini i pregiudizi e la fortuna;
1.159Perder la speme di donarti un giorno
1.160Nome più sacro che d'amante, e caro
1.161Peso vederti dal mio collo pendere,
1.162E d'un bacio pregarmi e d'un sorriso
1.163Con angelico vezzo; abbandonarti
1.164Obbliarti, e per sempre.... Ah lungi, lungi,
1.165Feroce idea! tu mi spaventi, e cangi
1.166Tutta in furor la tenerezza mia.
1.167Allor requie non trovo. Io m'alzo; e corro
1.168Forsennato pe' campi; e di lamenti
1.169Le caverne riempio, che dintorno
1.170Risponder sento con pietade. Allora
1.171Per dirupi m'è dolce inerpicarmi,
1.172E a traverso di folte irte boscaglie
1.173Aprir la via col petto, e del mio sangue
1.174Lasciarmi dietro rosseggianti i dumi.
1.175La rabbia che per entro mi divora,
1.176Di fuor trabocca. Infiammansi le membra;
1.177L'anelito s'addoppia; e piove a rivi
1.178Il sudor dalla fronte rabbuffata.
1.179Più scabrezza al sentier, più forza al piede,
1.180Più ristoro al mio cor: finchè smarrito,
1.181Di balza in balza valicando, all'orlo
1.182D'un abisso mi spingo: a riguardarlo
1.183Si rizzano le chiome, e il piè s'arretra.
1.184A poco a poco quel terror poi cede;
1.185E un pensiero sottentra, ed un desío;
1.186Disperato desío. Ritto su i piedi
1.187Stommi, ed allargo le tremanti braccia,
1.188Inclinandomi verso la vorago.
1.189L'occhio guarda laggiuso, e il cor respira;
1.190E immaginando nel piacer mi perdo
1.191Di gittarmi là dentro, onde a' miei mali
1.192Por termine, e nei vortici travolto
1.193Romoreggiar del profondo torrente.
1.194Codardo! ancora non osai dall'alto
1.195Staccar l'incerto piede, e coraggioso
1.196In giù col capo rovesciarmi. Ancora
1.197Al suo fin non è giunta la mia polve;
1.198E un altro istante mi condanna il fato
1.199Di questo sole a contemplar l'aspetto.
1.200Oh! perchè non poss'io la mia deporre
1.201D'uom tutta dignitade; e andar confuso
1.202Col turbine che passa; e su le penne
1.203Correr del vento a lacerar le nubi,
1.204O sui campi a destar dell'ampio mare
1.205Gli addormentati nembi e le procelle!
1.206Prigioniero mortal! dunque non fia
1.207Questo diletto un dì, questo destino
1.208Parte di nostra eredità? Qualunque
1.209Mi serbi il ciel condizion di spirto,
1.210perchè, Gismondo, prolungar cotanto
1.211Questo lampo di luce? Un sol potea,
1.212Un sol oggetto lusingarmi: il cielo
1.213Al mio desire invidiollo, e l'odio
1.214Mi lasciò della vita e di me stesso.
1.215Tu di Sofia cultor felice, e speglio
1.216Di candor d'amistade e cortesía,
1.217Tu per me vivi; e su l'acerbo caso
1.218Una stilla talor spargi di pianto,
1.219O generoso degli afflitti amico.
1.220Allorchè d'un bel giorno in su la sera
1.221L'erta del monte ascenderai soletto,
1.222Di me ti risovvenga; e su quel sasso,
1.223Che lagrimando del mio nome incisi,
1.224Su quel sasso fedel siedi e sospira.
1.225Volgi il guardo di là verso la valle;
1.226E ti ferma a veder come da lunge
1.227Su la mia tomba invía l'ultimo raggio
1.228Il sol pietoso, e dolcemente il vento
1.229Fa l'erba tremolar che la ricopre.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)