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LIV. PROSOPOPEA DI PERICLE. ALLA SANTITÀ DI PIO VI.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Io de' forti Cecropidi
1.2Nell'inclita famiglia
1.3D'Atene un dì non ultimo
1.4Splendor e maraviglia,
1.5A riveder io Pericle
1.6Ritorno il ciel latino,
1.7Trionfator de' barbari
1.8Del tempo e del destino.
1.9In grembo al suol di Catilo
1.10(Funesta rimembranza!)
1.11Mi seppellì del Vandalo
1.12La rabbia e l'ignoranza.
1.13Ne ricercaro i posteri
1.14Gelosi il loco e l'orme,
1.15E il fato incerto piansero
1.16Di mie perdute forme.
1.17Roma di me sollecita
1.18Se 'n dolse, e a' figli sui
1.19Narrò l'infando eccidio
1.20Ove ravvolto io fui.
1.21Carca d'alto rammarico
1.22Se 'n dolse l'infelice
1.23Del marmo freddo e ruvido
1.24Bell'arte animatrice;
1.25E d'Adriano e Cassio,
1.26Sparsa le belle chiome,
1.27Fra gl'insepolti ruderi
1.28M'andò chimando a nome.
1.29Ma in van; chè occulto e memore
1.30Del già sofferto scorno
1.31Temei novella ingiuria
1.32Ed ebbi orror del giorno.
1.33Ed aspettai benefica
1.34Etade, in cui sicuro
1.35Levar la fronte e l'etere
1.36Fruir tranquillo e puro.
1.37Al mio desir propizia
1.38L'età bramata uscìo;
1.39E tu sul sacro Tevere
1.40La conducesti, o Pio.
1.41Per lei già l'altre caddero
1.42Men luminose e conte,
1.43Perchè di Pio non ebbero
1.44L'augusto nome in fronte.
1.45Per lei di greco artefice
1.46Le belle opre felici
1.47Van del furor de' secoli
1.48E dell'obblío vittrici.
1.49Vedi dal suolo emergere
1.50Ancor parlanti e vive
1.51Di Periandro e Antistene
1.52Le sculte forme argive:
1.53Da rotte glebe incognite
1.54Qua mira uscir Biante,
1.55Ed ostentar l'intrepido
1.56Disprezzator sembiante;
1.57Là sollevarsi d'Eschine
1.58La testa ardita e balda,
1.59Che col rival Demostene
1.60Alla tenzon si scalda.
1.61Forse restar doveami
1.62Fra tanti io sol celato,
1.63E miglior tempo attendere
1.64Dall'ordine del fato?
1.65Io che d'età sì fulgida
1.66Più ch'altri assai son degno?
1.67Io della man di Fidia
1.68Lavoro e dell'ingegno?
1.69Qui la fedele Aspasia,
1.70Consorte a me diletta,
1.71Donna del cor di Pericle,
1.72Al fianco suo m'aspetta:
1.73Fra mille volti argolici
1.74Dimessa ella qui siede
1.75E par che afflitta lagnisi
1.76Che il volto mio non vede.
1.77Ma ben vedrallo: immemore
1.78Non son del prisco ardore:
1.79Amor lo desta, e serbalo
1.80Dopo la tomba Amore.
1.81Dunque a colei ritornano
1.82I fati ad accoppiarmi,
1.83Per cui di Samo e Carnia
1.84Ruppi l'orgoglio e l'armi?
1.85Dunque spiranti e lucide
1.86Mi scorgerò dintorno
1.87Di tanti eroi le immagini
1.88Che furo ellèni un giorno?
1.89Tardi nepoti e secoli
1.90Che dopo Pio verrete,
1.91Quando lo sguardo attonito
1.92Indietro volgerete,
1.93Oh come fia che ignobile
1.94Allor vi sembri e mesta
1.95La bella età di Pericle
1.96Al paragon di questa!
1.97Eppur d'Atene i portici
1.98I templi e l'ardue mura
1.99Non mai più belli apparvero
1.100Che quando io l'ebbi in cura.
1.101Per me nitenti e morbide
1.102Sotto la man de' fabri
1.103Volto e vigor prendevano
1.104I massi informi e scabri:
1.105Ubbidiente e docile
1.106Il bronzo ricevea
1.107I capei crespi e tremoli
1.108Di qualche ninfa o dea.
1.109Al cenno mio le parie
1.110Montagne i fianchi apriro,
1.111E dalle rotte viscere
1.112Le gran colonne usciro.
1.113Si lamentaro i tessali
1.114Alpestri gioghi anch'essi,
1.115Impoveriti e vedovi
1.116Di pini e di cipressi.
1.117Il fragor dell'incudini,
1.118De' carri il cigolìo,
1.119De' marmi offesi il gemere
1.120Per tutto allor s'udìo.
1.121Il cielo arrise: Industria
1.122Corse le vie d'Atene,
1.123E n'ebbe Sparta invidia
1.124Dalle propinque arene.
1.125Ma che giovò? Dimentichi
1.126Della mia patria i numi,
1.127Di Roma alfin prescelsero
1.128Gli altari ed i costumi.
1.129Grecia fu vinta; e videsi
1.130Di Grecia la ruina
1.131Render superba e splendida
1.132La povertà latina.
1.133Pianser deserte e squallide
1.134Allor le spiagge achive,
1.135E le bell'arti corsero
1.136Del Tebro su le rive.
1.137Qui poser franche e libere
1.138Il fuggitivo piede,
1.139E accolte si compiacquero
1.140Della cangiata sede:
1.141Ed or fastose obbliano
1.142L'onta del goto orrore,
1.143Or che il gran Pio le vendica
1.144Del vilipeso onore.
1.145Vivi, o signor. Tardissimo
1.146Al mondo il ciel ti furi,
1.147E con l'amor de' popoli
1.148Il viver tuo misuri.
1.149Spirto profan, dell'Erebo
1.150All'ombre avvezzo io sono:
1.151Ma i voti miei non temono
1.152La luce del tuo trono.
1.153Anche del greco Elisio
1.154Nel disprezzato regno
1.155V'è qualche illustre spirito,
1.156Che d'adorarti è degno.
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