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XLVII. ELEGIA PRIMA.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Or son pur solo; e in queste selve amiche
1.2Non v'è chi ascolti i miei lugubri accenti
1.3Altro che i tronchi delle piante antiche.
1.4Flebile fra le tetre ombre dolenti
1.5Regna il silenzio, e a lagrimar m'invoglia
1.6Rotto dal cupo mormorío de' venti.
1.7Qui dunque posso piangere a mia voglia,
1.8Qui posso lamentarmi e alla fedele
1.9Foresta confidar l'alta mia doglia.
1.10Donde prima degg'io, ninfa crudele,
1.11Il tuo sdegno accusar? donde fia mai
1.12Ch'io cominci le mie giuste querele?
1.13Sai che d'amore io son perduto, e sai
1.14Per chi porta il mio cor queste catene,
1.15Che sì dolci e gradite io mi sperai;
1.16E qual rupe dell'arida Cirene
1.17Tu il suon deridi de' lamenti miei,
1.18Ed esulti al rigor delle mie pene.
1.19Già non voglio per questo, e non potrei
1.20Lasciar d'amarti; ch'anche dispietata
1.21T'amo, come pietosa io t'amerei.
1.22Ma dimmi almeno, in che t'offesi, ingrata:
1.23Dimmi il delitto e la cagion per cui
1.24Questo fasto quest'ira ho meritata.
1.25Fido ogn'istante su le tracce io fui
1.26Del tuo bel piede; e sol per te negletti
1.27Furo i vestigi e le lusinghe altrui:
1.28A te sola donai tutti gli affetti;
1.29E or m'è dolce il penar pel tuo sembiante,
1.30Più che il gioire di mill'altri oggetti.
1.31E perchè dunque dal mio cor costante
1.32Così diverso è il tuo? perchè le parti
1.33Di nemica tu compi ed io d'amante?
1.34Qual natura qual dio potè crearti
1.35Sotto aspetto sì mite alma sì dura,
1.36Che non giunga l'altrui pianto a toccarti?
1.37Ve' ch'io ne verso per quest'ombra oscura
1.38Un rio dagli occhi, e sol dal tuo rigore
1.39Han le lagrime mie fonte e misura.
1.40Per te, per que' bei lumi, onde il mio core
1.41Senza mercede, ahi rimembranza amara!,
1.42Sì forte apprese a sospirar d'amore;
1.43Per quella bocca di parole avara,
1.44Che vestirsi talor d'un dolce accento
1.45Figlio della pietà mai non impara;
1.46Pace, pace una volta al mio tormento.
1.47Stanco di più partir, de' suoi legami
1.48Fugge il mio spirto, e di dilegua al vento.
1.49Già non chieggo, mia vita, che tu m'ami:
1.50Degno io non son di tanto ben; nè speri
1.51Ottenerlo il cor mio, benchè lo brami.
1.52Su le penne d'Amor sciolti e leggieri
1.53Vadan cercando pur, ch'io ti perdono,
1.54Oggetto più felice i tuoi pensieri.
1.55Chieggo meno da te. Misero dono
1.56Fammi d'un guardo sol che mi conforte;
1.57Dimmi sol che non m'odii; e pago io sono.
1.58Di' che non vuoi nè cerchi la mia morte;
1.59Di' che se t'amo non t'offendo, e ch'io
1.60Deggio sperar che cangi la mia sorte.
1.61Tacete, o venticei; tàciti, o rio,
1.62Lascia che del mio ben la voce io senta;
1.63Lascia che parli a me l'idolo mio.
1.64Sì, che pietoso al mio pregar diventa;
1.65Sì, che vinto s'arrende a' miei martìri,
1.66E del primo rigor par che si penta.
1.67Oh soavi speranze! oh bei desiri!
1.68Oh Amor cortese! e in questo orror solingo
1.69Oh ben sparsi finor pianti e sospiri!
1.70Misero! che ragiono? a che lusingo
1.71La mia barbara doglia, e una gioconda
1.72Larva di bene al mio pensier dipingo?
1.73Ahi che non odo che tra fronda e fronda
1.74Il gemere dell'aure sussurranti,
1.75Misto al doglioso strepitar dell'onda!
1.76Amiche aurette, ruscelletti amanti,
1.77V'intendo, oh dio! v'intendo: ah voi non siete
1.78Come questa crudel, sordi a' miei pianti:
1.79Col roco mormorar voi mi volete
1.80Dir che al mondo per me tutto è perduto,
1.81E che vicino il mio finir scorgete.
1.82Vien dunque, o Morte; in me quel ferro acuto
1.83Vibra pietosa: e la mia polve omai
1.84Abbia pace in sepolcro oscuro e muto.
1.85Del cammin della vita io non passai
1.86Pur anco il mezzo: ma finor s'io vissi
1.87Sol fra gli affanni, ho già vissuto assai.
1.88Degli allori di Pindo all'ombra io scrissi
1.89Carmi non vili; ed in lontana arena
1.90Il suon talvolta del mio nome udissi,
1.91Pronta il ciel mi donò mente serena,
1.92E d'ingegno a me fece e d'intelletto
1.93Non infeconda scaturir la vena.
1.94Felice me, se un cor diverso in petto
1.95Dato m'avesse, o gli occhi miei rendea
1.96Ciechi al bel raggio d'un fallace aspetto!
1.97Ah che incauto mirarlo io non dovea!
1.98Ma nella calma d'un amabil viso
1.99Tanta procella chi temer potea?
1.100Quel ritenuto lusinghier sorriso,
1.101Quei lenti sguardi, quel parlar soave,
1.102Quel dolce non so che di paradiso;
1.103Ecco l'armi fatali, ecco la chiave
1.104Che il sen m'aperse e al giogo di costei
1.105Trasse le voglie mie legate e schiave.
1.106Insultatrice degli affetti miei,
1.107Che farai di quel cor freddo e restìo,
1.108Se a chi t'adora sì crudel tu sei?
1.109Amar vuoi forse chi t'aborre? Oh dio!
1.110Al barbaro pensier l'alma rifugge;
1.111E pria d'odiarti di morir desío.
1.112Forse, stolta, seguir vuoi chi ti fugge?
1.113Ah ch'io nol posso! e se lo tenta il piede,
1.114Amor m'arresta e le mie forze strugge.
1.115Perfidissimo nume! alla mia fede,
1.116A tanti affanni, a tanto ardor, tu rendi
1.117Questo premio inuman questa mercede?
1.118Perchè, iniquo, perchè pungi e raccendi
1.119Uno spirto già domo, e in chi rigetta
1.120Il temuto tuo giogo arma non prendi?
1.121Piglia l'arco, o codardo, e la saetta;
1.122Punisci la nemica d'ambidui,
1.123E congiungi alla mia la tua vendetta;
1.124Versa in quella proterva anima i tui
1.125Voraci incendi: e trovi alle sue pene
1.126La pietà che l'ingrata ebbe d'altrui;
1.127Arda senza conforto e senza spene;
1.128E del tuo foco la tremenda possa
1.129Fianchi le strugga e nervi e polsi e vene;
1.130E tutta ancor n'avvampi entro la fossa.
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