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XXX. AD AMORE.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Lasciami in pace, Amor. Per lo sentiero
1.2Del ciel tutto non anco
1.3Due volte rinnovò la luna il corno,
1.4Da che dopo il servir d'un lustro intero
1.5Lo spirto infermo e stanco
1.6Fece alla prima libertà ritorno.
1.7De' miei sospiri ancor tepide intorno
1.8Van l'aure, e i piè profondamente impresso
1.9Serbano il solco della tua catena.
1.10Di mia sofferta pena
1.11Fanno ancor fede il rio l'antro il cipresso,
1.12Ove il nome sì spesso
1.13Di lei segnava, che sul fiume u' giacque
1.14L'arso Fetonte a morte mi spingea,
1.15Se del Tevere all'acque
1.16A sottrarmi dall'empia io non correa.
1.17Ahi che la calma del mio cor fu breve!
1.18Si dileguò dal petto,
1.19Come lampo di luce disiata
1.20Che la selva trascorre incerto e lieve,
1.21E il pellegrin soletto
1.22Si duol del raggio passeggiero, e guata.
1.23Perfido Amor, tu all'alma affaticata
1.24Nuovi stenti prepari e nuovi affanni;
1.25E mentre Bacco dai domati Eoi
1.26A seppellir tra noi
1.27Torna del verno fuggitivo i danni,
1.28Tu fai vento coi vanni
1.29Alle fiamme sopite; e una donzella
1.30Di sembianze m'additi alme e celesti,
1.31Che dall'Arno la bella
1.32Sponda latina a innamorar traesti.
1.33Su la neve del collo intatta e viva
1.34Sparsa ell'avea la bruna
1.35Sua chioma, e il capo avvolto in crespi veli.
1.36Dalle vesti il bel seno un poco usciva,
1.37Come candor di luna
1.38Che dalle nubi tremula trapeli.
1.39Dal più puro dei cieli
1.40Io la credea discesa, chè mortale
1.41Già non sembrava; e ponea l'occhio attento
1.42Agli omeri d'argento
1.43A risguardar se vi spuntavan l'ale.
1.44Sua bocca liberale
1.45Di sorrisi era sì gentili e bei,
1.46Di sì soavi angeliche parole,
1.47Che avría per l'aria i rei
1.48Nembi dispersi e in ciel fermato il sole.
1.49Un freddo un foco allor mi corse al core,
1.50Che il piede instupidito
1.51Mi tremò sotto, e il volto scolorossi.
1.52Tentai tre volte palesar l'ardore,
1.53E tre volte smarrito
1.54L'accento ch'era per uscir fermossi.
1.55Ma da secreta intelligenza mossi
1.56Parlaron gli occhi, e con sguardo languente
1.57Emendando il tacer del labbro avaro
1.58L'interno disvelaro
1.59Alla nemica mia stato dolente.
1.60Ella il vide; e repente
1.61Partì, quasi sdegnando la crudele
1.62D'un mortale i sospiri; e certo è degna
1.63Più che Leda e Semèle
1.64Che Giove istesso amante ne divegna.
1.65Partissi; e al corto arnese al portamento
1.66Alle forme imitando
1.67Del primo ciel la cacciatrice diva
1.68Che lascia in dietro men veloce il vento
1.69Cervi e damme stancando
1.70Del volubil Eurota in su la riva,
1.71Fra la baccante gioventù festiva
1.72Della bella progenie di Quirino
1.73Sovra cocchio dorato ella comparve
1.74Girò le luci, e parve
1.75Un paradiso aprir quando vicino
1.76Trasse il volto divino.
1.77Arser l'aure d'intorno, e d'amor tocchi
1.78Volaro a lei da cento palchi i cuori,
1.79Chè scritto era in quegli occhi
1.80— Io son cosa celeste; ognun m'adori. —
1.81Stuol frattanto d'illustri lusinghiere
1.82Alme figlie di Tebro
1.83Per la contrada sopraggiunge e passa,
1.84Tutte legan di bende forastiere
1.85Il crin prolisso e crebro.
1.86E qual greca ti sembra e qual circassa.
1.87La bionda capigliera in giù si lassa
1.88Negligente cader su i bianchi petti,
1.89Bianchi qual fresca neve che in solinga
1.90Rupe il vento sospinga
1.91Quando il gelo imprigiona i ruscelletti.
1.92Volano i zefiretti
1.93A lambir quelle chiome e que' bei volti,
1.94E innamorati li vorrian rapire:
1.95Ma non hanno gli stolti
1.96Del robusto aquilon l'ali e l'ardire.
1.97Pur vista sì leggiadra ed improvvisa
1.98Non d'intero diletto
1.99Potea far dono all'anima meschina;
1.100Ch'essa tutta d'amor vinta e conquisa
1.101In traccia d'altro oggetto
1.102Correa già dal suo corpo pellegrina.
1.103Indarno grida la ragion reina,
1.104E la richiama da sentier sì torto;
1.105Chè la voce alla misera non giunge
1.106Corsa già troppo lunge.
1.107Indarno questa cetra al fianco io porto,
1.108Dolce un tempo conforto
1.109Nei travagli d'amor; chè la possanza
1.110Langue del suono, onde nel cor mi venne
1.111Dolce un tempo speranza
1.112D'alzarmi all'etra su gagliarde penne.
1.113N'è tua la colpa, Amor. Tu in me lentato
1.114Hai l'apollineo spirto,
1.115E la forza ch'io bebbi ai fonti ascrei.
1.116Forse, o crudo, al tuo carro incatenato,
1.117L'allor cangiando in mirto,
1.118Solo i tuoi canterò dardi e trofei?
1.119Non fia: l'aura che vien dalli tarpei
1.120Maestosi dirupi un suon robusto
1.121Mi chiede e degno di romana orecchia,
1.122Or che torna la vecchia
1.123Felice età del fortunato Augusto,
1.124Mercè di lui che al giusto
1.125Forte braccio del provvido Fernando
1.126Commise il fren della difficil Roma,
1.127Perchè nato al comando
1.128E sa porle le mani entro la chioma.
1.129Ve' come per lui tutta ella s'allegra;
1.130E al venerato impero
1.131Piega la fronte al mondo sì temuta;
1.132E nella gloria d'ubbidir rintegra
1.133Il dolce onor primiero
1.134Della vantata libertà perduta.
1.135Ve' come esclama e padre lo saluta
1.136Dovunque passa: ed egli le sorride,
1.137Qual sorride il gran Giove in lieto volto
1.138De' numi al popol folto
1.139Che beato d'intorno a lui s'asside.
1.140L'atro allor non gli stride
1.141Fulmine in pugno, ma gli giace al piede
1.142Dimenticato e freddo; onde secura
1.143La terra esulta, e vede
1.144Di fior vestirsi il colle e la pianura.
1.145Canzon, dal tuo cammin lungi tu vai.
1.146Del magnanimo eroe cui Roma applaude
1.147Dir tutta non potrai
1.148La meritata laude,
1.149Se Amor che l'estro intorbida e confonde
1.150Non mi sgombra la cetra in cui s'asconde.
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