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XVII. NUOVO AMORE.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Era ormai già scorso un anno,
1.2Che il mio cor riposo avea
1.3Dai tormenti del tiranno
1.4Garzoncel di Citeréa.
1.5Libertà di pace amica
1.6In gentil faccia serena
1.7Sciolta e rotta avea l'antica
1.8Amorosa mia catena:
1.9E adunando a sè gli sparsi
1.10Multiformi erranti affetti,
1.11Tutti alfine ritirarsi
1.12Nel mio sen gli avea costretti;
1.13Tranne alcun che per follía
1.14Dietro al viso e alle pupille
1.15Qualche volta sen fuggía
1.16Della candida Amarille.
1.17Quindi io l'arte dei sospiri
1.18Tutta omai smarrita avea,
1.19E d'amore ai bei deliri
1.20Ritornar più non sapea.
1.21La mia cetra, in Pindo avezza
1.22Delle ninfe più vezzose
1.23A cantar la gentilezza
1.24E mill'altre belle cose,
1.25Pendea a un tronco derelitta
1.26D'armonía, d'onor già priva;
1.27E l'Inerzia zitta zitta
1.28Dentro ascosa vi dormiva.
1.29Ma il figliuol dell'aurea Venere,
1.30Ch'ognor strugge alla sua face
1.31De'poeti l'alme tenere
1.32Nè giammai le lascia in pace,
1.33Dalla benda c'ha sul ciglio
1.34Fuori un giorno il guardo mise;
1.35E in cert'aria di periglio
1.36Biecamente in me l'affise.
1.37Non men dentro che di fuore
1.38Mi squadrò coll'occhio acuto;
1.39Vide starsi in ozio il core
1.40Già di ghiaccio divenuto;
1.41Un per uno i miei nascosi
1.42Vari affetti esaminò;
1.43Duri tutti e rugginosi,
1.44Tutti inerti li trovò.
1.45Arse il nume allor di sdegno
1.46Più di quel ch'io possa dirti:
1.47Arse l'aria; e d'ira in segno
1.48S'agitaro i sacri mirti.
1.49Poi, qual uom che via cercando
1.50Di compir le sue vendette
1.51Per le strade va girando
1.52Più secrete e men sospette;
1.53Là 've d'acque onusto e grosso
1.54Il Lamon col corno incalza
1.55Il bel ponte che sul dosso
1.56Le due torri al cielo innalza,
1.57Entro un chiostro di ciarliere
1.58Solitarie monachelle,
1.59Ch'ognor stan su l'uscio a bere
1.60Del bel mondo le novelle,
1.61Cheto cheto Amor celosse
1.62Meditando un tradimento.
1.63Nè stupir che ardito ei fosse
1.64D'appiattarsi colà drento.
1.65Anche in mezzo a sacre mura
1.66Ei di freccia a trar si pone,
1.67Nè si piglia più paura
1.68Di salteri e di corone.
1.69Veli e bende spesso assetta
1.70Alle vergini romite,
1.71Chè non son moda e toletta
1.72Or dai chiostri più sbandite.
1.73Sta lontan dalle vegliarde
1.74Che lo guardano in cagnesco;
1.75Ma nel fianco investe ed arde
1.76Quelle poi c'han volto fresco.
1.77Ad ognuna egli provvede
1.78Qualche amabile profano:
1.79Mette lor, se l'uopo il chiede,
1.80Penna e carta nella mano.
1.81Di piacer con lor favella,
1.82Di diletti e vanità,
1.83Invocando invan la bella
1.84Già perduta libertà.
1.85Fra li salmi e le novene
1.86Temerario il naso ficca,
1.87Ed a tutte su le schiene
1.88La tristezza e il tedio appicca.
1.89Va con esse al letto, e dorme
1.90Dolci sonni lusinghieri:
1.91Poi scompiglia in varie forme
1.92I pudichi lor pensieri,
1.93Che languenti e smorti in faccia
1.94Fuggon via, quai calabroni
1.95Che il villan col foco scaccia
1.96Dagli antichi covaccioni.
1.97Alla cella al refettorio
1.98Al giardino all'orto al coro
1.99Alla porta al parlatorio,
1.100Da per tutto, è Amor con loro.
1.101Colà dunque quell'astuto
1.102Traditor si mise al varco
1.103Dietro all'uscio, e ben acuto
1.104Adattò lo stral su l'arco.
1.105Al medesmo loco intanto,
1.106E quel furbo lo sapea,
1.107Una ninfa prima alquanto
1.108Di lui tratto il piede avea;
1.109Una ninfa, a cui fra l'altre
1.110Del Lamon donzelle amabili
1.111Largì il ciel bellezza e scaltre
1.112Grazie oneste incomparabili.
1.113Ella, assisa sul secondo
1.114Limitar del monastero
1.115Su di cui fatale al mondo
1.116Stride il cardine severo,
1.117D'una tenera e gentile
1.118Sua sirocchia in compagnia
1.119Varie cose in dolce stile
1.120Ragionando con lei gìa.
1.121Mia fortuna o mio peccato
1.122Colà incauto ancor me trasse.
1.123Chi avría detto che in aguato
1.124Ivi il tristo s'occultasse?
1.125Come gli occhi a primo aspetto
1.126In quel volto s'incontraro,
1.127Che quant'era più negletto
1.128Apparía più vago e caro;
1.129Fe' volare Amor le penne
1.130Della freccia; e sì spedita
1.131Fu, che quasi al sen mi venne
1.132Pria del colpo la ferita.
1.133— Poi, vedrem, gridò, se questa
1.134Saprà farti un po' più molle,
1.135E di piaga alta e molesta
1.136Trapassarti le midolle. —
1.137Sì dicendo, dai begli occhi
1.138Di colei che a me s'offria
1.139Fa che un ratto un guardo scocchi
1.140Che del sen prenda la via,
1.141E comincia dolcemente
1.142A cercarmi in petto il core,
1.143Che spogliossi di repente
1.144D'ogni vecchio suo rigore.
1.145Così al soffio d'austro amico
1.146Soglion spesso i duri monti
1.147Liberar dal gelo antico
1.148Le canute alpine fronti.
1.149Al tremor che in sen mi scosse
1.150Nervi e fibre tutte quante,
1.151Come s'urto e assalto fosse
1.152D'aspro foco elettrizzante;
1.153Dall'elastiche cellette
1.154Del cerèbro a mille a mille
1.155Scoppiâr fuori insiem ristrette
1.156Le poetiche faville.
1.157E la cetra, o fosse il vento
1.158Od un nume, ch'io nol so,
1.159Dal suo tronco in quel momento
1.160Due o tre volte s'agitò.
1.161Quando il murmure l'ascosa
1.162Pigra Inerzia allor n'udì,
1.163Dal pertugio frettolosa
1.164Scappò fuori e via fuggì.
1.165Poichè alfin dal peso indegno
1.166Sentì il grembo disgombrarsi;
1.167Cominciò l'arguto legno
1.168Tosto all'aria a dondolarsi,
1.169E con certo mormorío
1.170Sibilando piano piano
1.171Parea dir che avea desío
1.172Di venirmi nella mano.
1.173Diedi a pena a lui di piglio
1.174E il toccai, che allegri e snelli
1.175Dal lor tacito coviglio
1.176Sbucâr Fauni e Satirelli.
1.177In udir le laudi intorno
1.178Risuonar di questa bella
1.179Dai pastor nomata un giorno
1.180La vezzosa Toscanella,
1.181Plauser tutti; e vergognose
1.182L'altre ninfe si celarono,
1.183Che men vaghe e graziose
1.184Al confronto si mirarono.
1.185Io non posso a parte a parte,
1.186Come al merto si conviene,
1.187Di costei spiegarti in carte
1.188I bei pregi, o mia Climene.
1.189Lungo folto nereggiante
1.190Fiocca il crine, che la moda,
1.191Secondando il bel sembiante,
1.192In più buccole rannoda.
1.193Giusta aperta e ben distesa
1.194È la fronte signorile,
1.195Che al di fuor mostra e palesa
1.196La bell'alma e il cor gentile.
1.197Gli occhi neri, da cui piovere
1.198Vedi un dolce ardente foco,
1.199Son pietosi e lenti a movere,
1.200E fan strage in ogni loco.
1.201Ivi i dardi arroventare
1.202Pria di batterli all'incude
1.203Suol Cupido, e puoi piagare
1.204La Lamonia gioventude.
1.205Ivi ei parla ed eloquenti
1.206Rende i guardi più furtivi;
1.207Ivi ordisce i tradimenti,
1.208E castiga i cuor più schivi.
1.209Un color che alquanto è bruno
1.210Su le guance le si mesce;
1.211Che non porta oltraggio alcuno
1.212Al suo bello, anzi l'accresce:
1.213Tal fra i duri mietitori
1.214È la Dea d'Eleusi ancora,
1.215Tal dell'arme in fra gli orrori
1.216Di Gradivo è pur la suora.
1.217Dolce dolce in giù declina
1.218Il gentil collo tornito,
1.219E sul petto indi confina;
1.220Che in via giusta compartito,
1.221Mollemente, a trar del fiato,
1.222Qual liev'onda or sale or scende,
1.223Come quando il mar calmato
1.224Placid'aura increspa e fende.
1.225Nodo e vena non eccede
1.226Su la liscia sottil mano,
1.227Che li baci aspetta e chiede
1.228Mille miglia da lontano.
1.229Disinvolta agile e franca
1.230Tutta è poscia nella vita,
1.231Sì che par che dentro all'anca
1.232Abbia zolfo e calamita.
1.233Ma tai pregi e che son mai,
1.234Se alla bocca io li pareggio,
1.235Ove Amore ed i più gai
1.236Suoi fratelli han posto il seggio?
1.237Cede a lei la fronte il ciglio
1.238E la guancia e ogni altra cosa,
1.239Come il fior giacinto e il giglio
1.240Di beltà cede alla rosa.
1.241Questo labbro delicato,
1.242Questo labbro così bello,
1.243Non pensar che travagliato
1.244Sia degli altri in sul modello.
1.245La natura industre e saggia
1.246D'una stampa al mondo il diede
1.247Che tra noi su questa spiaggia
1.248Rado in uso andar si vede.
1.249Essa, il dì che finalmente
1.250Di formarlo destinò,
1.251Per far l'opra più eccellente,
1.252In soccorso Amor chiamò.
1.253Nel materno almo boschetto
1.254Corse allor di Pafo e Gnido
1.255A raccogliere un vasetto
1.256D'aurei favi il buon Cupido:
1.257E, deposte l'armi usate,
1.258Colle mani sue divine
1.259Lo stillò su queste amate
1.260Vaghe labbra porporine.
1.261Quindi è poi che tutto mele
1.262Escon fuori i gravi accenti,
1.263Che far molle il cor crudele
1.264Potrían d'orsi e di serpenti.
1.265Quindi è poi che di là sfuggono
1.266Tante amabili graziette,
1.267Tanti vezzi che ti struggono,
1.268Tante dolci parolette.
1.269Io che in petto ho un cuor nascosto
1.270Più solubil della neve
1.271Che su l'alpi il sol d'agosto
1.272Co' suoi raggi investe e beve,
1.273Puoi pensarti, o mia Climene,
1.274S'or mi trovo a mal ridotto,
1.275Se del foco ho nelle vene,
1.276Se d'amor son arso e cotto.
1.277Nè prestar poss'io conforto
1.278All'ardor che mi distrugge;
1.279Chè la cruda mi vuol morto,
1.280E davanti ognor mi fugge.
1.281Ferma, o ninfa mia vezzosa,
1.282Per pietà deh ferma il piè!
1.283E cotanto frettolosa
1.284Non fuggir lungi da me.
1.285O pur fuggi agli occhi miei
1.286In quel modo che ritrose
1.287Il soffiar de' venticei
1.288Talor fuggono le rose;
1.289Che piegandosi da un lato
1.290L'urto sembrano schivarne,
1.291Ma di poi col capo alzato
1.292Vanno i baci ad incontrarne.
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