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Rime

PoeTree.it

1.1Tre donne intorno al cor mi son venute,
1.2e seggonsi di fore:
1.3ché dentro siede Amore
1.4lo quale è in segnoria de la mia vita.
1.5Tanto son belle e di tanta vertute
1.6che 'l possente segnore,
1.7dico quel ch'è nel core,
1.8a pena del parlar di lor s'aita.
1.9Ciascuna par dolente e sbigottita,
1.10come persona discacciata e stanca,
1.11cui tutta gente manca
1.12e cui vertute né beltà non vale.
1.13Tempo fu già nel quale,
1.14secondo il lor parlar, furon dilette;
1.15or sono a tutti in ira ed in non cale.
1.16Queste così solette
1.17venute son come a casa d'amico:
1.18ché sanno ben che dentro è quel ch'io dico.
2.1Dolesi l'una con parole molto,
2.2e 'n su la man si posa
2.3come succisa rosa:
2.4il nudo braccio, di dolor colonna,
2.5sente l'oraggio che cade dal volto;
2.6l'altra man tiene ascosa
2.7la faccia lagrimosa:
2.8discinta e scalza, e sol di sé par donna.
2.9Come Amor prima per la rotta gonna
2.10la vide in parte che il tacere è bello,
2.11egli, pietoso e fello,
2.12di lei e del dolor fece dimanda.
2.13«Oh di pochi vivanda»,
2.14rispose in voce con sospiri mista,
2.15«nostra natura qui a te ci manda:
2.16io, che son la più trista,
2.17son suora a la tua madre, e son Drittura;
2.18povera, vedi, a panni ed a cintura».
3.1Poi che fatta si fu palese e conta,
3.2doglia e vergogna prese
3.3lo mio segnore, e chiese
3.4chi fosser l'altre due ch'eran con lei.
3.5E questa, ch'era sì di pianger pronta,
3.6tosto che lui intese
3.7più nel dolor s'accese,
3.8dicendo: «A te non duol de gli occhi miei?»
3.9Poi cominciò: «Sì come saper dei,
3.10di fonte nasce il Nilo picciol fiume
3.11quivi dove 'l gran lume
3.12toglie a la terra del vinco la fronda:
3.13sovra la vergin onda
3.14generai io costei che m'è da lato
3.15e che s'asciuga con la treccia bionda.
3.16Questo mio bel portato,
3.17mirando sé ne la chiara fontana,
3.18generò questa che m'è più lontana».
4.1Fenno i sospiri Amor un poco tardo;
4.2e poi con gli occhi molli,
4.3che prima furon folli,
4.4salutò le germane sconsolate.
4.5E poi che prese l'uno e l'altro dardo,
4.6disse: «Drizzate i colli:
4.7ecco l'armi ch'io volli;
4.8per non usar, vedete, son turbate.
4.9Larghezza e Temperanza e l'altre nate
4.10del nostro sangue mendicando vanno.
4.11Però, se questo è danno,
4.12piangano gli occhi e dolgasi la bocca
4.13de li uomini a cui tocca
4.14che sono a' raggi di cotal ciel giunti;
4.15non noi, che semo de l'etterna rocca:
4.16ché, se noi siamo or punti,
4.17noi pur saremo, e pur tornerà gente
4.18che questo dardo farà star lucente».
5.1E io, che ascolto nel parlar divino
5.2consolarsi e dolersi
5.3così alti dispersi,
5.4l'essilio che m'è dato, onor mi tegno:
5.5ché, se giudizio o forza di destino
5.6vuol pur che il mondo versi
5.7i bianchi fiori in persi,
5.8cader co' buoni è pur di lode degno.
5.9E se non che de gli occhi miei 'l bel segno
5.10per lontananza m'è tolto dal viso,
5.11che m'àve in foco miso,
5.12lieve mi conterei ciò che m'è grave.
5.13Ma questo foco m'àve
5.14già consumato sì l'ossa e la polpa
5.15che Morte al petto m'ha posto la chiave.
5.16Onde, s'io ebbi colpa,
5.17più lune ha volto il sol poi che fu spenta,
5.18se colpa muore perché l'uom si penta.
6.1Canzone, a' panni tuoi non ponga uom mano,
6.2per veder quel che bella donna chiude:
6.3bastin le parti nude;
6.4lo dolce pome a tutta gente niega,
6.5per cui ciascun man piega.
6.6Ma s'elli avvien che tu alcun mai truovi
6.7amico di virtù, ed e' ti priega,
6.8fatti di color' novi
6.9poi li ti mostra; e 'l fior, ch'è bel di fori,
6.10fa disiar ne li amorosi cori.
7.1Canzone, uccella con le bianche penne;
7.2canzone, caccia con li neri veltri,
7.3che fuggir mi convenne,
7.4ma far mi poterian di pace dono.
7.5Però nol fan che non san quel che sono:
7.6camera di perdon savio uom non serra,
7.7ché 'l perdonare è bel vincer di guerra.
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