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1.1Donna real, fra pompe e gemme et ostri
1.2e trionfali spoglie e sacre palme
1.3nata, dove ha l' onor d' Italia albergo,
1.4mentre il tuo nome in sì purgati inchiostri
1.5s' onora e fra sì chiare e nobili alme,
1.6anch' io mi volgo a contemplarti et ergo;
1.7deh, ne le rime, ch' io polisco e tergo
1.8pur quali un tempio, volontaria scendi,
1.9né sia da te co 'l mio pregar negletto,
1.10perché sotto umil tetto
1.11s' adora Dio che assomigliare intendi,
1.12né sprezza il puro affetto
1.13di chi sospende a lui mortal facella,
1.14bench' il sol gli risplenda et ogni stella.
1.15Forse come talor candide e pure
1.16il sol rende le nubi e chiuso intorno
1.17con gli adombrati lampi indi traluce,
1.18così vedrassi il tuo bel nome adorno
1.19splender per entro le mie rime oscure
1.20e 'l mio fosco illustrar con viva luce;
1.21e forse tanto ancor per sé riluce
1.22che, dove in parte non l' asconda e tempre
1.23l' infinita virtù de' vaghi raggi
1.24ne' suoi lieti viaggi,
1.25occhio non fia che non s' abbagli e stempre
1.26a così dolci oltraggi;
1.27e perché il proprio lume altrui no 'l celi
1.28ben dee soffrir ch' io sì l' adombri e veli.
1.29Né spiacerti ancor dee che solo in parte
1.30la tua beltà ne' miei colori espressa
1.31sia da lo stil ch' a l' opra ardito move,
1.32perché se qual appare a chi l' appressa
1.33così fosse ritratta in pure carte,
1.34chi mirare oseria forme sì nove
1.35senza volger per tema i lumi altrove?
1.36O chi mirando folgorar gli sguardi
1.37de gli occhi ardenti e lampeggiare il riso,
1.38e 'l bel celeste viso
1.39quinci e quindi aventar fiammelle e dardi,
1.40non rimarria conquiso,
1.41bench' egli prima a sì dubbioso varco
1.42non temesse d' Amor la face e l' arco?
1.43E certo il primo dì che 'l bel sereno
1.44de la tua fronte a gli occhi miei s' offerse
1.45e vidi armato spaziarvi Amore,
1.46se non che reverenza allor converse
1.47e maraviglia in fredda selce il seno,
1.48ivi perìa con doppia morte il core;
1.49ma parte de gli strali e de l' ardore
1.50sentii pur anco entro al gelato marmo,
1.51e s' alcun mai per troppo ardire ignudo
1.52vien di quel forte scudo
1.53di cui dinanzi a te mi copro et armo,
1.54il colpo dolce e crudo
1.55sentir potria ne la turbata fronte
1.56e qui giacersi ove morì Fetonte.
1.57Ché s' in parte giamai discerne e vede
1.58i secreti del ciel terrena mente
1.59che rapta da furor trascorra e voli,
1.60la Providenza eterna omai consente
1.61ch' interno duol con sì pietose prede
1.62le sue bellezze al tuo bel corpo involi;
1.63ché se l' ardor de' tuoi sereni soli
1.64non era scemo, e 'ntepidito il foco
1.65che ne le guance sovra 'l giel si sparse,
1.66incenerite et arse
1.67morian le genti e non v' avea più loco
1.68di riverenza armarse,
1.69perché sciolta saria qual bianca falda
1.70di fredda neve dove il sol riscalda.
1.71E mentre prega il ciel ch' al primo stato
1.72più bello ti ritorni e c' omai spieghi
1.73la tua beltà ch' in parte ascosa or tiene,
1.74come incauto non sa che in tanti preghi
1.75non chiede altro che morte? E 'l duro fato
1.76di Semele infelice or mi soviene,
1.77che 'l gran Giove mirar senza terrene
1.78forme ignudo bramò mentite e false,
1.79qual di fulmini cinto in sen l' accoglie
1.80la sua celeste moglie;
1.81ma sì gran luce sostener non valse:
1.82anzi, le belle spoglie
1.83cenere fersi, et a sì folle amante
1.84allor nulla giovò Giove tonante.
1.85Ma che? Forse sperare ancor ne lice
1.86che se ben dono ond' arda e si consumi
1.87tenta impetrar con mille preghi il mondo,
1.88potrà pur anco al sol di chiari lumi
1.89rinovellarsi in guisa di Fenice
1.90e rinascer più vago e più giocondo;
1.91e quanto ha del terreno e de l' immondo
1.92tutto spogliando, più leggiadre forme
1.93poscia vestirsi, e par che ciò si spere
1.94da le tue luci altere,
1.95ch' esser dee l' opra a la cagion conforme;
1.96né si potria temere
1.97che senza vita n' abbandoni e lasce,
1.98ché vitale è 'l morir se da lei nasce.
1.99Canzon, deh, sarà mai quel lieto giorno
1.100che 'n que' begli occhi le sue fiamme prime
1.101raccese io veggia, e ch' arda il mondo in loro?
1.102Ch' ivi, qual foco l' oro,
1.103anch' io purgherei l' alma, e le mie rime
1.104foran d' Augel canoro,
1.105che forse vili or son per donna egregia
1.106se non quanto ella pur LE ONORA e pregia.
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