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1.1O con le grazie eletta e con gli amori,
1.2fanciulla aventurosa,
1.3a servire colei che Dea somiglia,
1.4poi che 'l mio sguardo in lei mirar non osa
1.5i raggi e gli splendori
1.6e 'l bel seren de gli occhi e de le ciglia,
1.7né l' alta maraviglia
1.8che ne discopre il lampeggiar del riso,
1.9né quanto di celeste ha il petto e 'l volto,
1.10io gli occhi a te rivolto,
1.11e nel tuo leggiadretto e lieto viso
1.12dolcemente m' affiso.
1.13Bruna sei tu ma bella
1.14qual vergine viola, e del tuo vago
1.15sembiante or sì m' appago
1.16che non disdegno signoria d' ancella.
1.17Or mentre io parlo, placida e cortese
1.18sguardi bassi e furtivi
1.19volgi in me, del tuo cor mute parole.
1.20Ah, dove giri i lumi alteri e schivi?
1.21Da qual maestra apprese
1.22hai l' empie usanze e 'n quai barbare scole?
1.23Così mostrarli suole
1.24la tua gran Donna incontra Amor superba,
1.25e fulminar da gli occhi ira et orgoglio,
1.26ma non hai tu lo scoglio
1.27ch' il cor le inaspra e sì gelato il serba,
1.28e non sei tanto acerba.
1.29Non voler, semplicetta,
1.30dunque agguagliar de la sdegnosa fronte
1.31l' ire veloci e pronte,
1.32ma s' ella ne sgomenta or tu n' alletta.
1.33Mesci fra' dolci risi e dolci vezzi
1.34solo acerbetti sdegni
1.35che le dolcezze lor faccian più care,
1.36né quelli atti orgogliosi ella t' insegni
1.37e i superbi disprezzi,
1.38ma da te modi mansueti impare;
1.39e se tu pòi destare,
1.40o ministra d' Amore e messaggiera,
1.41fra tante voglie in lei crude e gelate
1.42scintilla di pietate,
1.43qual gloria avrai ne la sua bella schiera.
1.44Tu voce hai lusinghiera
1.45e parole soavi,
1.46tu i mesti tempi e i lieti e tu de' giochi
1.47sai gli opportuni lochi,
1.48e tieni di quel petto ambe le chiavi.
1.49So ch' ella, affissa a' micidiali specchi
1.50suoi consiglier fedeli,
1.51sovente varia i fregi e gli rinova;
1.52e qual empio guerrier ch' arme crudeli
1.53a battaglia apparecchi
1.54le terge prima che le vesta o mova,
1.55tal ella affina e prova
1.56di sua bellezza le saette e i dardi
1.57s' acute siano e salde: “Al cor non giunge
1.58questo, ma leggier punge;
1.59questo altro — dice — uccide sì, ma tardi;
1.60da questo uom che si guardi
1.61può schermirsi e fuggire;
1.62è inevitabil questo”. Or tu, ch' intanto
1.63l' adorni e 'l crine e 'l manto,
1.64così le parla e così placa l' ire:
1.65“O Donna tanto bella e tanto adorna,
1.66ch' in giovenil sembiante
1.67Amore stesso che t' ornò disfidi,
1.68qual petto è di diaspro e di diamante
1.69che quando a te ritorna
1.70al balenar de gli occhi tuoi s' affidi?
1.71Ogn' un sa come ancidi
1.72soavemente co' begli occhi rei,
1.73ma chi sa come sani un core infermo
1.74che non ha pace o schermo?
1.75Perché di tanto onor privata sei?
1.76Specchi d' amore e miei,
1.77ah, voi non v' accorgete
1.78come rinovellare altrui vi lice
1.79in guisa di Fenice,
1.80e le piaghe saldar ch' aperte avete?
1.81Or che tutti son vinti i più ritrosi
1.82e gli alpestri e selvaggi,
1.83scoprite altro valor, luci serene;
1.84dolci strali vibrate e misti i raggi
1.85de' folgori amorosi
1.86sian con le tempre di gioiosa spene;
1.87sgombri l' amare pene
1.88e ne' cori per tema afflitti e morti
1.89desti il soave spirto aure vitali.
1.90“O fortunati mali”
1.91diranno poscia, “O liete e dolci morti”,
1.92né più gli amanti accorti
1.93temeran di ferita,
1.94ma di morir per sì mirabil piaghe
1.95farà l' alme presaghe
1.96un bel desio di rinovar la vita”.
1.97Così ragiona e con faconda lingua
1.98lusinga insieme e prega,
1.99ch' alfin si volge ogni femineo ingegno.
1.100Ma che rileva a me se ben si piega?
1.101Cresca pure et estingua
1.102gli illustri amanti quel superbo sdegno;
1.103me nel mio stato indegno
1.104sicuro umil fortuna e pago or rende:
1.105vil capanna dal ciel non è percossa,
1.106ma sovra Olimpo et Ossa
1.107tuona il gran Giove e le gran torri accende;
1.108quinci ella essempio prende.
1.109Ma tu, mio caro obietto,
1.110non disdegnar ch' io t' ami e ti vagheggi,
1.111e non por freno o leggi
1.112per alterezza a l' amoroso affetto.
1.113Vanne occulta, Canzone
1.114nata d' Amore e di pietoso zelo,
1.115a quella man che 'l crine annoda e parte
1.116con tal vaghezza et arte;
1.117dì che t' asconde fra 'l suo petto e 'l velo
1.118da gli uomini e dal cielo.
1.119Ah, per dio, non ti mostri,
1.120e se scoprir ti vuol, ti scopra solo
1.121a l' amoroso stuolo,
1.122né leggano i canuti i detti nostri.
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