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1.1Chi di moleste ingiuriose voci
1.2m' arma la lingua come armato ho 'l petto
1.3di sdegno, e chi concetti aspri m' inspira?
1.4Tu che sì fero il cor m' accendi e coci,
1.5tu sia la musa, o mio possente affetto,
1.6o di virtù ministra, o nobile ira.
1.7E qual vento che gira
1.8l' arene e l' onde rapide e veloci,
1.9ne porti ogni mio detto,
1.10talché fin di là su n' intenda il suono
1.11l' iniqua luna incontra cui ragiono.
1.12Già dispiegava l' ale umide ombrose
1.13la figlia de la terra algente e scura
1.14co 'l dolce sonno e co' silenzi amici,
1.15et involvea de le più liete cose
1.16ne le tenebre folte ogni figura,
1.17e ricopria le piagge e le pendici
1.18e gli aspetti infelici,
1.19e le nemiche stelle erano ascose;
1.20né mai l' alma Natura
1.21vide l' ombra più fosca e più secreta
1.22né l' aura più sentì placida e queta.
1.23Allor moss' io d' Amor, tacito mossi
1.24i passi per la cieca orrida notte
1.25ver' quella parte ov' ha il cor gioia e pace;
1.26ma gl' atri veli suoi da sé rimossi
1.27folgorò Cintia, e ne le oscure grotte
1.28l' ombra scacciò con risplendente face.
1.29Così al pensier fallace,
1.30quando a la riva più vicin trovossi,
1.31fur le vie tronche e rotte;
1.32così secco nel suo fiorir la speme
1.33e dura man dal cor ne svelse il seme.
1.34>Or che dirò di te, luna rubella
1.35d' ogni pietà e del piacer ch' infonde
1.36Amor ne' più felici e lieti amanti?
1.37Ahi, come adopri mal luce sì bella
1.38che non è tua ma in te deriva altronde,
1.39benché di lei così ti glorii e vanti.
1.40Tu come gli altri erranti
1.41la alleghi, e come ogni men chiara stella;
1.42e ne fai vaghe corna over corona,
1.43e male adopri ciò ch' a te si dona.<
1.44Forse ciò fai perch' i lascivi amori
1.45pudica aborri e di servar t' ingegni
1.46in altri il fior di castità pregiato:
1.47deh, non sovienti che tra l' erbe e i fiori
1.48scendesti in terra da' superni Regni
1.49a dimorar col pastorello amato?
1.50Né fu da te negato
1.51al Signor degli armenti e de' pastori
1.52d' amor l' ultimo pegno
1.53vinta da pregio vil di bianca lana,
1.54se la fama non è fallace e vana.
1.55E spesso ad Orion, ch' ingombro e carco
1.56di preda e di sudor da fera caccia
1.57stanco del lungo errar facea ritorno,
1.58asciugasti la vaga umida faccia,
1.59e di tua propria man lentasti l' arco
1.60e facesti con lui dolce soggiorno.
1.61Ma 'l vergognoso scorno
1.62Apollo non sofferse e 'l grave incarco;
1.63anzi seguì la traccia
1.64del folle amante, e fe' del suo disdegno
1.65ministra la tua mano e 'l curvo legno.
1.66Ben ti dee rimembrar che poi scorgesti
1.67il sanguinoso corpo in riva al Mare
1.68che del tuo stral piagata avea la fronte,
1.69talché dolente sovra lui spargesti,
1.70lavando il sangue con le stille amare,
1.71da l' egre luci un doloroso fonte
1.72dicendo: “Ah man, voi pronte
1.73a l' altrui morte, vita a me toglieste,
1.74ché non si può chiamare
1.75vita la mia: già fortunata vissi,
1.76poi da me l' alma al tuo partir fuggissi”.
1.77Ma forse, o Dea, te 'n vai del pregio altera
1.78di castità perch' in ferino volto
1.79trasmutasti Atteon spargendo l' acque:
1.80or dimmi, lui rendesti errante fera
1.81perché nuda ti vide o perché stolto
1.82a le tue voglie ardenti ei non compiacque?
1.83Vera è, se ben si tacque,
1.84la tua vergogna e la sua pena è vera,
1.85perché da te disciolto
1.86se 'n giva mentre tu d' ardor ripiena
1.87facevi de le braccia a lui catena.
1.88Ma tu mi fuggi et a gli accesi rai
1.89tenebre intorno aspergi, or de' tuoi falli
1.90vere novelle udendo in questa riva.
1.91Chiuditi pur, né ti mostrar più mai,
1.92perché non merti in ciel notturni balli
1.93guidar con l' altre stelle, iniqua Diva;
1.94così dolente e priva
1.95de la luce del sol rimanghi omai,
1.96e reggere i cavalli
1.97celesti il fato a te vieti in eterno,
1.98concedendone altrui l' alto governo.
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