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1.1Amor, tu vedi, e non hai duolo o sdegno,
1.2chinar Madonna il collo al giogo altrui:
1.3anzi ogni tua ragion da te si cede.
1.4Lasso, se 'l bel tesoro, ond' io già fui
1.5sì vago, altri s' ha tolto, or qual può degno
1.6premio il merto adeguar de la mia fede?
1.7Qual più sperar ne lice ampia mercede
1.8da la tua ingiusta man, se 'n un sol punto
1.9hai le ricchezze tue diffuse e sparte?
1.10Anzi, pur chiuse in parte
1.11ov' un sol gode ogni tuo ben congiunto.
1.12Ben folle è chi non parte
1.13omai lunge da te, ché tu non puoi
1.14pascer, se non di furto, i servi tuoi.
1.15Ecco, io già dal tuo Regno il piè rivolgo,
1.16Regno crudo e 'nfelice; ecco, io già lasso
1.17qui le ceneri sparte e 'l foco spento;
1.18ma tu mi segui e mi raggiungi, ahi lasso,
1.19mentre del mal sofferto in van mi dolgo,
1.20ch' ogni corso al tuo volo è pigro e lento;
1.21già via più calde in sen le fiamme sento
1.22e via più gravi al piè lacci e ritegni;
1.23e com' a servo fuggitivo e 'ngrato
1.24qui sotto il manco lato
1.25d' ardenti note il cor m' imprimi, e 'l segni
1.26del nome a forza amato;
1.27e perch' arroge al duol ch' è in me sì forte
1.28formi al pensier ciò che più noia apporte.
1.29Ch' io scorgo in riva al Po Letizia e Pace
1.30scherzar con Imeneo dov' alto suono
1.31chiama la turba a' suoi diletti intesa;
1.32liete danze veggio io, che per me sono
1.33funebri pompe, et una istessa face
1.34ne l' altrui nozze e nel mio rogo accesa,
1.35e quasi Aurora in Oriente ascesa
1.36donna apparir, che vergognosa in atto
1.37i rai de' suoi begli occhi a sé raccoglia,
1.38e ch' altri un bacio toglia,
1.39pegno gentil del suo bel viso intatto;
1.40e i primi fior ne coglia,
1.41que' che già cinti d' amorose spine
1.42crebber vermigli in fra le molli brine.
1.43Tu ch' a que' fiori, Amor, d' intorno voli
1.44qual ape industre, e 'n lor ti pasci e cibi,
1.45e ne sei così vago e così parco,
1.46deh, come puoi soffri ch' altri delibi
1.47umor sì dolce e 'l caro mel t' involi?
1.48Non hai tu da ferir saette ed arco?
1.49Ben fosti pronto in saettarmi al varco,
1.50all' or che per vaghezza incauto venni
1.51là 've spirar tra le purpuree rose
1.52sentii l' aure amorose;
1.53e ben piaghe da te gravi io sostenni,
1.54ch' aperte e sanguinose
1.55ancor dimostro a chi le stagni e chiuda,
1.56ma trovo chi l' inaspra ognor più cruda.
1.57Lasso, il pensier ciò che dispiace e duole
1.58a l' alma inferma di ritrar fa prova,
1.59e più s' interna ne l' acerbe pene;
1.60ecco, la bella donna in cui sol trova
1.61sostegno il core, or come vite suole
1.62che per sé stessa caggia, altrui s' attiene;
1.63quale edera negletta or la mia spene
1.64giacer vedrassi, s' egli pur non lice
1.65ch' a lei s' appoggi, ch' ad altrui s' abbraccia;
1.66ma tu ne le cui braccia
1.67cresce vite sì bella, arbor felice,
1.68poggia pur, né ti spiaccia
1.69ch' augel canoro intorno a' vostri rami
1.70l' ombra sol goda, e più non speri o brami.
1.71Né la mia donna, perché scaldi il petto
1.72di novo Amore, il nodo antico sprezzi,
1.73che di vedermi al cor già non le 'ncrebbe,
1.74od essa che l' avinse, essa lo spezzi,
1.75ché sciorlo omai, così è intricato e stretto,
1.76né la man stessa che l' ordio potrebbe;
1.77e se pur anco occultamente crebbe
1.78il suo bel nome ne' miei versi accolto,
1.79quasi in fertil terreno arbor gentile,
1.80or segua in ciò suo stile:
1.81non prenda a sdegno esser cantato e colto
1.82da la mia penna umile,
1.83ché d' Apollo ogni dono in me fia sparso
1.84se pur de le sue grazie Amor fu scarso.
1.85Canzon, sì l' alma è ne' tormenti avezza
1.86che, se ciò l' è concesso, ella confida
1.87paga restar ne le miserie estreme;
1.88ma se di questa speme
1.89avien che 'l debil filo alcun recida,
1.90deh, tronchi un colpo insieme,
1.91ch' io il bramo e 'l chiedo, al viver mio lo stame
1.92e l' amoroso mio duro legame.
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