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II

Giovanni Ciai (????–????)
Poesie

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1.1Ginocchion, con man giunte e gli occhi molli
1.2di lagrime e col cor contrito a Dio,
1.3chieggio perdon de' miei peccati folli
2.1in fatti, in detti, in ogni pensier rio,
2.2che dal ben operar m'avessin tolto
2.3e fattomi in ben van porre 'l disio;
3.1onde mi dolgo e priego essere accolto,
3.2de' miei peccati, padre e confessore,
3.3e di tutte mie colpe essere assolto.
4.1Vergogne e pentimenti d'ogn'errore
4.2mi fan far pianti amari e gran sospiri,
4.3per aver contrafatto al mio Fattore;
5.1al qual venga piatà, ché mi rimiri
5.2l'affetto della mia contrizione,
5.3sì che nella sua grazia 'l mi ritiri,
6.1nella qual sia la mia confessione;
6.2e siegli accetta ancor la penitenza,
6.3ch'attendo far con molta divozione.
7.1Nel primo luogo fo la mia doglienza
7.2di troppa cura posta ' amor mondano,
7.3e nel divino usata negligenza.
8.1I' confesso che 'l nom di Dio invano
8.2per molte spesse fiate ho ricordato,
8.3e bestemiatol già come villano
9.1che gli son suto e sì com'uomo 'ngrato
9.2degl'infiniti in me suo benifici,
9.3onde meriterei d'esser dannato
10.1in inferno co' miseri infelici,
10.2e nel più basso loco esser giù messo,
10.3calcato degli etterni alti supplici.
11.1Adunque con gran tremito confesso
11.2che con debito modo al mondo amato
11.3non ho 'l prossimo mio come me stesso.
12.1I' mi conosco ancora avere errato
12.2nel dì della domenica, perch'io
12.3non l'ho, qual si convien, santificato.
13.1Poco onor ho renduto al padre mio
13.2e poco la mia madre ho onorata,
13.3e d'ubbidirgli postomi in oblio.
14.1E ho la moglie altrui disiderata,
14.2e sì disiderate l'altrui cose
14.3che qualcuna tal volta n'ho furata.
15.1Ricordomi, per molte ingiurïose
15.2parole e villanie sofferte a torto,
15.3d'essermi con parole furïose
16.1rivolto al mio nimico, onde gli ho porto
16.2sì velenoso strale e la saetta
16.3che 'l nome di sua fama al mondo ho morto.
17.1Indi la sua persona a me dispetta
17.2ho già nel mio disir ferita e morta,
17.3cercando di fornir la mia vendetta.
18.1Ma perché nulla legge mel comporta,
18.2mi son ritratto e volti i colpi invano,
18.3e l'offendibil arm'è a terra torta.
19.1E se mai la mia lingua o la mia mano
19.2falsa testimonianz'ha contro altrui,
19.3per me o per amico o prossimano,
20.1Dio mel perdoni, e piaccia anche a colui
20.2che fu l'ofeso rendermi perdono,
20.3ché mi dolgo che sì malvagio fui.
21.1Io mi pento di cor, ché scorso sono
21.2nel peccato carnal; però con una
21.3disciplina mie fianchi spesso sprono,
22.1onde, versando, 'l sangue si rauna
22.2dintorno a mie ginocchia poste 'n terra,
22.3e con molte mie lagrime s'aduna.
23.1Da me, che son vil vermo, si diserra
23.2contra Dio e contra 'l prossimo superbia,
23.3la qual meritamente mi sotterra.
24.1E la gola de' cibi mi proverbia,
24.2sì che se n'empie e beve 'l vin con furia,
24.3come dell'acqua fa ferita cerbia.
25.1Le mie sceleratezze di lussuria
25.2mi gravan sì che con picchiarmi il petto
25.3mi dolgo che n'ho fatto a Dio la 'ngiuria.
26.1La 'nvidia, vizio sanz'alcun diletto,
26.2mi vien dintorno e spesso mi percuote,
26.3mostrandomi il ben d'altri a mio dispetto.
27.1Accidia, di ben far nimica, puote
27.2talvolta trarmi a sé per mia pigrizia,
27.3ché mai tempo perduto mi riscuote.
28.1Nel cor mi s'è piantata l'avarizia,
28.2che di sveglierla l'alma non si vanta,
28.3se Dio non mi ritrae di tal nequizia.
29.1Ira mi rompe, spezza e spesso schianta
29.2delle mie man per rabbia alte percosse,
29.3che la mia faccia n'ho più volte infranta,
30.1maladicendo me, mentre che scosse
30.2son le mie guance; e poi così nel fine
30.3mi fa far fiche, contro a Dio commosse.
31.1Agl'infernali interiti e ruine
31.2con l'anima e col corpo omai sarei
31.3degno d'andar tra l'alme più meschine,
32.1sì son suti malvagi, iniqui e rei
32.2tutti mie portamenti e disonesti,
32.3di che mi dolgo e pento e dico omei,
33.1versando a' piedi tuoi mie pianti mesti,
33.2che fan fede del mio contrito core
33.3e de' disiri in me conversi onesti.
34.1Adunque, caro padre e confessore,
34.2dammi qualcun de' buon consigli tuoi
34.3e l'assoluzïon d'ogni mio errore
35.1e quanta penitenzia dar mi puoi.
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