about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

Libro decimosesto

1.1E così questi combattean la nave.
1.2Presentossi davanti al fiero Achille
1.3Patròclo intanto un caldo rio versando
1.4di lagrime, siccome onda di cupo
1.5fonte che in brune polle si devolve
1.6da rupe alpestre. Riguardollo, e n'ebbe
1.7pietà il guerriero piè–veloce, e disse:
1.8Perché piangi, Patròclo? Bamboletta
1.9sembri che dietro alla madre correndo
1.10torla in braccio la prega, e la rattiene
1.11attaccata alla gonna, ed i suoi passi
1.12impedendo piangente la riguarda
1.13finch'ella al petto la raccolga. Or donde
1.14questo imbelle tuo pianto? Ai Mirmidóni
1.15o a me medesmo d'una ria novella
1.16sei forse annunziator? Forse di Ftia
1.17la ti giunse segreta? E pur la fama
1.18vivo ne dice ancor Menèzio, e vivo
1.19tra i Mirmidón l'Eàcide Pelèo,
1.20d'ambo i quali d'assai grave a noi fôra
1.21certo la morte. O per gli Achei tu forse
1.22le tue lagrime versi, e li compiagni
1.23là tra le fiamme delle navi ancisi,
1.24e dell'onta puniti che mi fêro?
1.25Parla, m'apri il tuo duol, meco il dividi.
2.1E tu dal cor rompendo alto un sospiro
2.2così, Patròclo, rispondesti: O Achille,
2.3o degli Achei fortissimo Pelìde,
2.4non ti sdegnar del mio pianto. Lo chiede
2.5degli Achei l'empio fato. Oimè! che quanti
2.6eran dianzi i miglior, tutti alle navi
2.7giaccion feriti, quale di saetta,
2.8qual di fendente. Di saetta il forte
2.9Tidìde Dïomede, e di fendente
2.10l'inclito Ulisse e Agamennón; trafitta
2.11ei pur di freccia Eurìpilo ha la coscia.
2.12Intorno a lor di farmaci molt'opra
2.13fan le mediche mani, e le ferite
2.14ristorando ne vanno. E tu resisti
2.15inesorato ancora? O Achille! oh mai
2.16non mi s'appigli al cor, pari alla tua,
2.17l'ira, o funesto valoroso! E s'oggi
2.18sottrar nieghi gli Achivi a morte indegna,
2.19chi fia che poscia da te speri aita?
2.20Crudel! né padre a te Pelèo, né madre
2.21Tètide fu: te il negro mare o il fianco
2.22partorì delle rupi, e tu rinserri
2.23cuor di rupe nel sen. Se doloroso
2.24ti turba un qualche oracolo la mente;
2.25se di Giove alcun cenno a te la madre
2.26veneranda recò, me tosto almeno
2.27invìa nel campo; e al mio comando i forti
2.28Mirmidoni concedi, ond'io, se puossi,
2.29qualche raggio di speme ai travagliati
2.30compagni apporti. E questo ancor mi assenti,
2.31ch'io, delle tue coperto armi le spalle,
2.32m'appresenti al nemico, onde ingannato
2.33dalla sembianza, in me comparso ei creda
2.34lo stesso Achille, e fugga, e l'abbattuto
2.35Acheo respiri. Nella pugna è spesso
2.36una via di salute un sol respiro;
2.37e noi di forze intègri agevolmente
2.38ricaccerem la stanca oste alle mura
2.39dalle navi respinta e dalle tende.
3.1Così l'eroe pregò. Folle! ché morte
3.2perorava a sé stesso e reo destino.
4.1E a lui gemendo di corruccio Achille:
4.2Che dicesti, o Patròclo? In questo petto
4.3terror d'udite profezie non passa,
4.4né di Giove alcun cenno a me la diva
4.5madre recò. Ma il cor mi rode acerba
4.6doglia in pensando che rapirmi il mio
4.7un mio pari s'ardisce, e del concesso
4.8premio spogliarmi prepotente. È questo,
4.9questo il tormento, il dispetto, la rabbia
4.10onde l'alma è angosciata. Una donzella
4.11di valor ricompensa, a me prescelta
4.12da tutto il campo, e da me pria coll'asta
4.13conquistata per mezzo alla ruina
4.14di munita città, questa alle mie
4.15mani ha ritolta l'orgoglioso Atride,
4.16come a vil vagabondo. Ma le andate
4.17cose sien poste nell'obblìo; ché l'ira
4.18viver non debbe eterna. Io certo avea
4.19fatto un severo nel mio cor decreto
4.20di non porla, se prima non giugnesse
4.21alle mie navi de' pugnanti il grido
4.22e la pugna. Ma tu le mie ti vesti
4.23armi temute, e alla battaglia guida
4.24i bellicosi Tessali; ché fosco
4.25di Teucri e fiero un nugolo vegg'io
4.26circondar già le navi, e al lido stringersi
4.27in poco spazio i Greci, e su lor tutta
4.28Troia versarsi, audace fatta e balda
4.29perché vicino balenar non vede
4.30dell'elmo mio la fronte. Oh fosse meco
4.31stato re giusto Agamennón! Ben io
4.32t'affermo che costoro avrìan fuggendo
4.33de' lor corpi ricolme allor le fosse.
4.34Or ecco che n'han chiuso essi d'assedio:
4.35perocché nella man di Dïomede,
4.36a tener lunge dagli Achei la morte,
4.37l'asta più non infuria, né d'Atride
4.38la voce ascolto io più dall'abborrita
4.39bocca scoppiante; ma sol quella intorno
4.40dell'omicida Ettorre mi rimbomba
4.41animante i Troiani. E questi alzando
4.42liete grida guerriere il campo tutto
4.43tengon già vincitori. E nondimeno
4.44va, ti scaglia animoso, e dalle navi
4.45quella peste allontana, né patire
4.46che le si strugga il fuoco, e ne sia tolta
4.47del desïato ritornar la via.
4.48Ma, quale in mente la ti pongo, avverti
4.49de' miei detti alla somma, e m'obbedisci,
4.50se vuoi che gloria me ne torni, e grande
4.51dai Greci onore, e che la bella schiava
4.52con doni eletti alfin mi sia renduta.
4.53Cacciati i Teucri, fa ritorno: e s'anco
4.54l'altitonante di Giunon marito
4.55ti prometta vittoria, incauta brama
4.56di pugnar senza me con quei gagliardi
4.57non ti seduca, né voler ch'io colga
4.58di ciò vergogna e disonor: né spinto
4.59dall'ardor della pugna alle fatali
4.60dardanie mura avvicinar le schiere
4.61della strage de' Teucri insuperbito;
4.62onde non scenda dall'Olimpo un qualche
4.63Immortale a tuo danno. Essi son cari,
4.64non obblïarlo, al saettante Apollo.
4.65Posti in salvo i navili, immantinente
4.66dunque dà volta, e lascia ambo a vicenda
4.67struggersi i campi. Oh Giove padre! oh Pallade!
4.68e tu di Delo arciero Iddio, deh fate
4.69che nessun possa né Troian né Greco
4.70schivar morte, nessuno; onde del sacro
4.71iliaco muro la caduta sia
4.72di noi due soli preservati il vanto.
5.1Mentre seguìan tra lor queste parole
5.2Aiace omai cedea l'arena oppresso
5.3da gran selva di strali. Rintuzzava
5.4le sue forze il voler di Giove e il nembo
5.5delle teucre saette. Il rilucente
5.6elmo percosso un suon mettea che orrendo
5.7gl'intronava le tempie, ed incessante
5.8sopra i chiavelli il martellar cadea.
5.9Langue spossata la sinistra spalla
5.10dall'assiduo maneggio affaticata
5.11del versatile scudo. E tuttavolta
5.12né la calca premente, né de' colpi
5.13la tempesta il potea mover di loco.
5.14Scuotegli i fianchi più affannato e spesso
5.15l'anelito: il sudor discorre a rivi
5.16per le membra, né puote a niuna guisa
5.17pigliar respiro il valoroso. Intanto
5.18d'ogni parte l'orror cresce e il periglio.
6.1Muse dell'alto Olimpo abitatrici,
6.2or voi ne dite per che modo il primo
6.3fuoco alle navi degli Achei s'apprese.
7.1Di frassino una grave asta scotea
7.2Aiace. A questa avvicinato Ettorre
7.3tal trasse un colpo della grande spada
7.4che netta la tagliò là dove al tronco
7.5si commette la punta. Invan vibrava
7.6il Telamònio eroe l'asta privata
7.7della sua cima, che lontan cadendo
7.8risonò sul terren. Raccapricciossi
7.9il magnanimo, e vide ivi d'un nume
7.10manifesta la man; vide che avverso
7.11l'Altitonante del pugnar le vie
7.12tutte gli avea precise, e decretata
7.13de' Teucri all'armi la vittoria. Ei dunque
7.14lunge dai dardi si ritrasse; e ratto
7.15i Troi gittaro nella nave il foco,
7.16che tosto le si apprese, e d'ogni lato
7.17l'inestinguibil fiamma si diffuse.
8.1Si batté l'anca per dolore Achille,
8.2vista la vampa divorante; e, Sorgi,
8.3mio Pàtroclo, gridò: sorgi. Alle navi
8.4l'impeto io veggo della fiamma ostile.
8.5Deh che il nemico non le prenda, e tutti
8.6ne precluda gli scampi: su via, tosto
8.7armati; ché i miei forti io ti raduno
9.1Disse: e Patròclo si vestìa dell'armi
9.2folgoranti. Alle gambe primamente
9.3i bei schinieri si ravvolse adorni
9.4d'argentee fibbie. La corazza al petto
9.5poscia si mise del veloce Achille
9.6screzïata di stelle. Indi la spada
9.7di bei chiovi d'argento aspra e lucente
9.8dall'omero sospese. Indi lo scudo
9.9saldo e grande imbracciò: la valorosa
9.10fronte nell'elmo imprigionò, su cui
9.11d'equine chiome orrendamente ondeggia
9.12una cresta. Alfin prese, atte al suo pugno,
9.13valide lance; ed unica d'Achille
9.14l'asta non prese, immensa, grave e salda
9.15cui nullo palleggiar Greco potea,
9.16tranne il braccio achillèo: massiccia antenna
9.17sulle cime del Pèlio un dì recisa
9.18dal buon Chirone, ed a Pelèo donata,
9.19perché fosse in sua man strage d'eroi.
10.1Comanda ei quindi che i cavalli al cocchio
10.2subito aggioghi Automedon, guerriero
10.3cui dopo Achille rompitor di squadre
10.4sovra ogni altro ei pregiava: ed in battaglia
10.5nel sostener gl'impetuosi assalti
10.6del nemico, ad Achille era il più fido.
10.7Rotti adunque gl'indugi, Automedonte
10.8i veloci corsieri al giogo addusse
10.9Balio e Xanto che un vento eran nel corso,
10.10e partoriti a Zefiro gli avea
10.11l'Arpia Podarge un dì ch'ella pascendo
10.12iva nel prato lungo la corrente
10.13dell'Oceàn. Dall'una banda ei poscia
10.14Pèdaso aggiunse, corridor gentile,
10.15cui seco Achille un dì dalla disfatta
10.16città d'Eezïon s'avea condotto;
10.17e quantunque mortale iva del paro
10.18co' destrieri immortali. Intanto Achille
10.19su e giù scorrendo per le tende, tutti
10.20di tutto punto i Mirmidóni armava.
11.1Quai crudivori lupi il cor ripieni
11.2di molta gagliardìa, prostrato avendo
11.3sul monte un cervo di gran corpo e corna,
11.4sel trangugiano a brani, e sozze a tutti
11.5rosseggiano di sangue le mascelle:
11.6quindi calano in branco ad una bruna
11.7fonte a lambir colle minute lingue
11.8il nereggiante umor, carne ruttando
11.9mista col sangue: il cor ne' petti audaci
11.10s'allegra, e il ventre ne va gonfio e teso:
11.11tali dintorno al bellicoso amico
11.12del gran Pelìde intrepidi si affollano
11.13i mirmidonii capitani; e in mezzo
11.14a lor s'aggira il marzïale Achille
11.15i cavalli animando e i battaglieri.
12.1Cinquanta eran le prore che veloci
12.2avea condotte a Troia il caro a Giove
12.3tessalo prence, e carca iva ciascuna
12.4di cinquanta guerrieri. A cinque duci
12.5n'avea dato il comando, ed ei la somma
12.6potestà ne tenea. Guida la prima
12.7squadra Menèstio, scintillante il petto
12.8di variato usbergo. Era costui
12.9prole di Sperchio, fiume che da Giove
12.10l'origine vantava; e di Pelèo
12.11la bella figlia Polidora a Sperchio
12.12partorito l'avea, donna mortale
12.13commista con un Dio. Ma lui la fama
12.14nel popolo dicea prole di Boro,
12.15di Perierèo figliuol, che tolta in moglie
12.16l'avea solenne e di gran dote ornata.
13.1Guidava la seconda il marzio Eudoro
13.2generato di furto, a cui fu madre
13.3la figlia di Filante Polimela,
13.4danzatrice leggiadra. Innamorossi
13.5in lei Mercurio un dì che alle cantate
13.6danze la vide della Dea che gode
13.7del romor delle cacce e d'aureo strale;
13.8la vide, e della casa alle superne
13.9stanze salito giacquesi furtivo
13.10il pacifico Iddio colla fanciulla,
13.11e lei fe' madre d'un illustre figlio,
13.12d'Eudoro, egregio nella pugna al pari
13.13che rapido nel corso. E poiché tratto
13.14fuor l'ebbe dal materno alvo Ilitìa
13.15curatrice de' parti, e l'almo ei vide
13.16raggio del Sol, la genitrice al prode
13.17Attòride Echeclèo passò consorte,
13.18di largo dono nuzïal dotata.
13.19Nudrì poscia il fanciullo ed allevollo
13.20l'avo Filante con paterna cura,
13.21e di figlio diletto in loco il tenne.
14.1Capitan della terza era il valente
14.2Memalide Pisandro, il più perito
14.3de' Mirmidóni nel vibrar dell'asta
14.4dopo il compagno del Pelìde Achille.
15.1La quarta il veglio cavalier Fenice,
15.2e conducea la quinta Alcimedonte,
15.3di Laerce buon figlio. Or poiché tutti
15.4gli ebbe schierati co' lor duci Achille,
15.5gravi ed alte parlò queste parole:
16.1Mirmidóni, di voi nullo mi ponga
16.2le minacce in obblìo, che, mentre immoti
16.3su le navi la mia ira vi tenne,
16.4fêste a' Troiani, me accusando tutti,
16.5e dicendo: Implacabile Pelìde,
16.6certo di bile ti nudrìo la madre:
16.7crudel, che tieni a lor dispetto inerti
16.8nelle navi i tuoi prodi. A Ftia deh almeno
16.9redir ne lascia su le nostre prore,
16.10da che nel cor ti cadde una tant'ira.
16.11Questi biasmi in accolta a me sovente
16.12mormoraste, o guerrieri. Or ecco è giunto
16.13del gran conflitto che bramaste il giorno.
16.14All'armi adunque; e chi cuor forte in petto
16.15si chiude, a danno de' Troiani il mostri.
17.1Sì dicendo, desto d'ogni guerriero
17.2e la forza e l'ardir. Strinser più densa
17.3tosto le schiere l'ordinanza, uditi
17.4del lor sire gli accenti. E in quella guisa
17.5che industre architettor l'una su l'altra
17.6le pietre ammassa, e insieme le commette
17.7acconciamente a costruir d'eccelso
17.8palagio la muraglia all'urto invitta
17.9del furente aquilon: non altramente
17.10addensati venìan gli elmi e gli scudi.
17.11Scudo a scudo, elmo a elmo, e uomo ad uomo
17.12s'appoggia; e al moto delle teste vedi
17.13l'un coll'altro toccarsi i rilucenti
17.14cimieri e l'onda delle chiome equine:
17.15sì de' guerrier serrate eran le file.
17.16Iva il paro d'eroi dinanzi a tutti
17.17Pàtroclo e Automedonte, ambo d'un core
17.18e d'una brama di dar dentro ei primi.
18.1Con altra cura intanto alla sua tenda
18.2avvïossi il Pelìde, ed un forziere
18.3aprì di vago lavorìo, cui Teti
18.4gli avea riposto nella nave e colmo
18.5di tuniche e di clamidi del vento
18.6riparatrici, e di vellosi strati.
18.7Quivi una tazza in serbo egli tenea
18.8di pregiato artificio, a cui null'altro
18.9labbro mai non attinse il rubicondo
18.10umor del tralcio, e fuor che a Giove, ei stesso
18.11non libava con questa ad altro iddio.
18.12Fuor la trasse dell'arca, e con lo zolfo
18.13la purgò primamente: indi alla schietta
18.14corrente la lavò. Lavossi ei pure
18.15le mani, e il vino rosseggiante attinse.
18.16Ritto poscia nel mezzo al suo recinto
18.17libando, e gli occhi sollevando al cielo,
18.18a Giove, che il vedea, fe' questo prego:
19.1Dio che lungi fra' tuoni hai posto il trono,
19.2Giove pelasgo, regnator dell'alta
19.3agghiacciata Dodona, ove gli austeri
19.4Selli che han l'are a te sacrate in cura,
19.5d'ogni lavacro schivi al fianco letto
19.6fan del nudo terreno, i voti miei
19.7già tu benigno un'altra volta udisti,
19.8e dalle piaghe degli Achei vendetta
19.9dell'onor mio prendesti. Or tu pur questa
19.10fïata, o padre, le mie preci adempi.
19.11Io qui fermo mi resto appo le navi;
19.12ma in mia vece alla pugna ecco spedisco
19.13con molti prodi il mio diletto amico.
19.14Deh vittoria gl'invìa, tonante Iddio,
19.15l'ardir gli afforza in petto, onde s'avvegga
19.16Ettore se pugnar sappia pur solo
19.17il mio compagno, o allor soltanto invitta
19.18la sua destra infierir, quando al tremendo
19.19lavor di Marte lo conduce Achille.
19.20Ma dalle navi achee lungi rimosso
19.21l'ostil furore, a me deh tosto il torna
19.22con tutte l'armi e co' suoi forti illeso.
20.1Sì disse orando, e il sapïente Giove
20.2parte del prego udì, parte ne sperse.
20.3Udì che dalle navi alfin respinta
20.4fosse la pugna, e non udì che salvo
20.5dalla pugna tornasse il caro amico.
21.1Libato a Giove e supplicato, Achille
21.2rientrò, rinserrò nell'arca il sacro
21.3nappo: e di nuovo dalla tenda uscito
21.4ritto all'ingresso si fermò bramoso
21.5di mirar de' Troiani e degli Achei
21.6la terribile mischia. E questi al cenno
21.7dell'ardito Patròclo in ordinati
21.8squadroni, e tutti di gran cor precinti
21.9già piombano su i Teucri, e si dispiccano
21.10come rabide vespe, entro i lor nidi
21.11lungo la strada stimolate all'ira
21.12da procaci fanciulli, a cui diletta
21.13travagliarle incessanti a loro usanza.
21.14Stolti! ché a sé fan danno ed all'ignaro
21.15passeggiero innocente. Le sdegnose
21.16che ne' piccioli petti han grande il core,
21.17sbucano in frotta, e alla difesa volano
21.18de' cari parti. Coll'ardir di queste
21.19si versâr dalle navi i Mirmidóni.
21.20N'era immenso il fracasso, e di Menèzio
21.21confortandoli il figlio alto gridava:
21.22Commilitoni del Pelìde Achille,
21.23siate valenti; della vostra possa
21.24ricordatevi, amici, e combattiamo
21.25per la gloria di lui, forti campioni
21.26del più forte de' Greci. Il suo fallire
21.27vegga il superbo Atride, e dell'oltraggio
21.28fatto al maggiore degli eroi si penta.
22.1Sprone alle forze e al cor di ciascheduno
22.2fur le parole. Si serrâr, scagliârsi
22.3sul nemico ad un punto; e si sentiva
22.4terribilmente rimbombar le navi
22.5al gridar degli Achei. Ma come i Teucri
22.6di Menèzio mirâr l'inclito figlio
22.7esso e l'auriga Automedonte al fianco
22.8folgoranti nell'armi, a tutti il core
22.9tremò: le schiere scompigliârsi, ognuna
22.10nella credenza che il Pelìde avesse
22.11deposta l'ira, e l'amistà ripresa.
22.12Studia ognuno la fuga, ognun procaccia
22.13la sua salvezza. Allor Patròclo il primo
22.14la fulgida vibrò lancia nel mezzo
22.15dove più densa intorno all'alta poppa
22.16del buon Protesilao ferve la calca:
22.17e Pirecmo ferì, che dalle vaste
22.18rive dell'Assio e d'Amidone avea
22.19seco i peonii cavalier condutti.
22.20Gli mise il colpo alla diritta spalla,
22.21e quei riverso e gemebondo cadde
22.22nella polve. Si volse al suo cadere
22.23il peonio drappello in presta fuga,
22.24e tutto si sbandò, morto il suo duce
22.25prestantissimo in guerra. Repulsati
22.26i nemici, l'eroe spense le vampe;
22.27ma il naviglio restò mezz'arso e monco
23.1E qui fuggire e sgominarsi i Teucri,
23.2e gli Achivi inseguirli, e via pe' banchi
23.3delle navi cacciarli in gran tumulto.
23.4Siccome allor che dall'eccelsa vetta
23.5di gran monte le nubi atre disgombra
23.6il balenante Giove, appaion tutte
23.7subitamente le vedette e gli alti
23.8gioghi e le selve, e immenso s'apre il cielo:
23.9così respinta l'ostil fiamma, aprissi
23.10de' Dànai il core e respirò. Ma tregua
23.11non si fece alla zuffa; ancor non tutti
23.12davan le spalle agl'incalzanti Achei
23.13gli ostinati Troiani: e tuttavolta
23.14resistendo, cedean forzati e lenti
23.15gli occupati navigli. Allor diffusa
23.16in maggior spazio la battaglia, ognuno
23.17de' dànai duci un inimico uccise.
24.1Fu Pàtroclo il primier che con acuto
24.2cerro percosse Arëilìco al fianco
24.3nel voltarsi che fea. Lo passa il ferro,
24.4frange l'osso; e boccon cade il meschino.
24.5Trafisse Menelao Toante al petto
24.6scoperto dello scudo, e freddo il fece.
24.7Il figliuol di Filèo, visto a rincontro
24.8venirsi Anficlo d'assaltarlo in atto,
24.9il previen, lo colpisce ove più ingrossa
24.10della gamba la polpa. Infrange i nervi
24.11la ferrea punta, e a lui le luci abbuia.
24.12E voi l'armi d'ostil sangue non vile
24.13Antìloco tingeste e Trasimède
24.14valorosi Nestòridi. Coll'asta
24.15Antìloco passò d'Antìmio il fianco,
24.16e il distese boccon. Màride irato
24.17per l'ucciso fratello innanzi al caro
24.18cadavere si pianta, e contra Antìloco
24.19la picca abbassa. Ma di lui più ratto
24.20Trasimède il prevenne, e non indarno
24.21volò la punta. All'omero lo giunse,
24.22i muscoli segò del braccio estremo,
24.23e netto l'osso ne recise. Ei cadde
24.24fragoroso, e l'avvolse eterna notte.
24.25Da due germani i due germani uccisi
24.26così n'andaro a Dite, ambo valenti
24.27di Sarpedon compagni, ambo famosi
24.28lanciatori, figliuoi d'Amisodaro
24.29che la Chimera, insuperabil mostro
24.30di molte genti esizio, un dì nudriva.
25.1Aiace d'Oïlèo sovra Cleòbolo
25.2correndo impetuoso il piglia vivo
25.3nella calca impacciato, e via sul collo
25.4l'enorme daga calando lo scanna.
25.5Si tepefece per lo sangue il ferro;
25.6e la purpurea morte e il violento
25.7fato le luci gli occupò per sempre.
26.1S'azzuffâr Lico e Penelèo: ma in fallo
26.2trasser ambo le lance. Allor più fieri
26.3dier mano al brando. Del chiomato elmetto
26.4Lico il cono percosse; ma la spada
26.5si franse all'elsa. All'avversario il ferro
26.6assestò Penelèo sotto l'orecchio,
26.7e tutto ve l'immerse. Penzolava
26.8in giù la testa dispiccata, e sola
26.9tenea la pelle. Così cadde e giacque.
27.1Merïon velocissimo correndo
27.2Acamante raggiunge appunto in quella
27.3che il cocchio ei monta, e al destro omero il fere.
27.4Ruinò quel percosso dalla biga,
27.5e morte gli tirò su gli occhi il velo.
28.1Idomenèo la lancia nella bocca
28.2d'Erimanto cacciò. La ferrea cima
28.3apertasi la via sotto il cerèbro
28.4riuscì per la nuca, spezzò l'osso
28.5del gorgozzule, e sgangherògli i denti;
28.6talché di sangue s'empîr gli occhi, e sangue
28.7soffiò dal naso e dalle fauci aperte.
28.8Così concio il coprì l'ombra di morte.
28.9E questi fûro i condottieri achei
28.10che spensero ciascuno un inimico.
29.1Qual su capri ed agnelle i lupi piombano
29.2sterminatori, allor che per inospita
29.3balza neglette dal pastor si sbrancano;
29.4appena le adocchiâr, che ratti avventansi
29.5alle misere imbelli e ne fan strazio:
29.6non altrimenti si vedeva i Dànai
29.7dar sopra i Teucri che del core immemori
29.8con orribile strepito fuggivano.
30.1Nel folto della mischia il grande Aiace
30.2sempre ad Ettòr volgea l'asta e la mira.
30.3Ma quel mastro di guerra ricoperto
30.4il largo petto di taurino scudo
30.5all'acuto stridor delle saette
30.6e al sibilo dell'aste attento bada,
30.7ben s'accorgendo alla contraria parte
30.8già piegar la vittoria: e tuttavolta
30.9teneasi saldo alla salvezza intento
30.10degli amati compagni. Alfin, siccome
30.11per l'etere sereno al cielo ascende
30.12su dal monte una nube allor che Giove
30.13tenebrosa solleva la tempesta:
30.14non altrimenti dalle navi i Teucri
30.15dier volta urlando, e non avea ritegno
30.16il ritrarsi e il fuggir. Lo stesso Ettorre,
30.17via coll'armi dai rapidi destrieri
30.18trasportato in mal punto, la difesa
30.19abbandona de' suoi che la profonda
30.20fossa accalca e impedisce. Ivi sossopra
30.21molti destrier precipitando spezzano
30.22e timoni e tirelle, e conquassati
30.23lascian là dentro co' lor duci i carri.
30.24E Pàtroclo gl'incalza, ed incitando
30.25fieramente i compagni, alla suprema
30.26ruina anela de' Troiani. E questi
30.27d'alte grida e di fuga empion già tutte
30.28sbaragliati le vie. Saliva al cielo
30.29vorticosa di polve una procella:
30.30spaventati i cavalli a tutta briglia
30.31correan dal mare alla cittade; e dove
30.32maggior vede l'eroe turba e scompiglio
30.33minaccioso gridando a quella volta
30.34drizza la biga. Traboccar dai cocchi
30.35vedi sotto le ruote i fuggitivi,
30.36e i voti cocchi sobbalzando volano
30.37risonanti. Varcâr d'un salto il fosso
30.38gl'immortali destrieri oltre anelando,
30.39i destrier che a Pelèo diero gli Dei
30.40preclaro dono. E tuttavia l'eroe
30.41contra Ettòr li flagella, desioso
30.42pur d'arrivarlo e di ferir. Ma lui
30.43traean già lunge i corridor veloci.
31.1Come d'autunno procelloso nembo
31.2tutta inonda la terra, allor che Giove
31.3densissime dal ciel versa le piogge
31.4quando contra i mortali arma il suo sdegno,
31.5i quai, cacciata la giustizia in bando
31.6e la vendetta degli Dei schernita,
31.7violente nel fòro e nequitose
31.8proferiscon sentenze: allor furenti
31.9sboccan ne' campi i fiumi; giù dal monte
31.10precipitando le sonanti piene
31.11squarcian le ripe, e nel purpureo mare
31.12devolvonsi mugghiando, e del cultore
31.13corrompono la speme e la fatica:
31.14così gementi corrono e sbuffanti
31.15i troiani cavalli. Intanto rotte
31.16le prime schiere, di Menèzio il figlio
31.17le ricaccia, le stringe alla marina,
31.18lor tagliando il ritorno al desiato
31.19Ilio; e tra il mare e il Xanto e l'alto muro
31.20incalzava, uccideva e vendicava
31.21molte morti d'eroi. E primamente
31.22ferì d'asta Pronòo che mal di scudo
31.23coprìasi il petto. Lo trafisse; e quegli
31.24giù cadendo, nell'armi risonò.
31.25Poi d'Enòpo il figliuol Tèstore assalse
31.26impetuosamente. Iva costui
31.27sovra elegante cocchio, la persona
31.28curvo ed in atto di raccor le briglie,
31.29che smarrito nel cor s'avea lasciato
31.30dalle mani fuggir. Gli si fe' sopra
31.31l'eroe coll'asta, e tal gli spinse un colpo
31.32su la destra mascella, che la siepe
31.33sprofondògli dei denti. A questo modo
31.34infilzato nell'asta sollevollo
31.35dalla conca del cocchio, e il trasse a terra.
31.36Quale il buon pescator sovra sporgente
31.37scoglio seduto colla lenza, armata
31.38di fulgid'amo, fuor dell'onda estragge
31.39enorme pesce; a cotal guisa il Greco
31.40fuor del cocchio tirò colla lucente
31.41asta il confitto boccheggiante, e poscia
31.42lo scrollò dalla picca, e lungi al suolo
31.43lo gittò sanguinoso e senza vita.
32.1Quindi Erìalo, che contro gli venìa,
32.2giunge d'un sasso a mezzo della fronte,
32.3e in due, chiusa nel forte elmo, la spacca.
32.4Boccon versossi nella sabbia, e morte
32.5lo si recinse e gli rapìo la vita.
32.6Indi Erimante, Anfòtero ed Apalte
32.7e il figliuol di Damàstore Tlepòlemo,
32.8l'Argèade Polimèlo ed Echio e Piro
32.9e con Evippo Ifèo tutti in un mucchio
32.10rovesciò, rassegnò morti alla terra.
33.1Ma Sarpedonte visto de' compagni
33.2per le man di Patròclo un tale e tanto
33.3scempio, i suoi Licii rincorando, e insieme
33.4rampognando, Oh vergogna! o Licii, ei grida,
33.5dove, o Licii, fuggite? Ah per gli Dei
33.6rivolate alla pugna! Io di costui
33.7corro allo scontro, per saper chi sia
33.8questo fiero campion che vi diserta,
33.9che sì nuoce ai Troiani, e già di molti
33.10forti disciolse le ginocchia. — Disse,
33.11e via d'un salto a terra in tutto punto
33.12si lanciò dalla biga. Ed a rincontro
33.13come Pàtroclo il vide, ei pur nell'armi
33.14si spiccò dalla sua. Qual due grifagni
33.15ben unghiati avoltoi forte stridendo
33.16sovra un erto dirupo si rabbuffano,
33.17tal vennero quei due gridando a zuffa.
34.1Li vide, e tocco di pietade il figlio
34.2dell'astuto Saturno, in questi detti
34.3a Giunon si rivolse: Ohimè, diletta
34.4sorella e sposa! Sarpedon, ch'io m'aggio
34.5de' mortali il più caro, è sacro a morte
34.6pel ferro di Patròclo. Irresoluta
34.7fra due pensieri la mia mente ondeggia,
34.8se vivo il debba liberar da questo
34.9lagrimoso conflitto, e a' suoi tornarlo
34.10nell'opulenta Licia; o consentire
34.11che qui lo domi la tessalic'asta.
35.1E a lui grave i divini occhi girando
35.2l'alma Giuno così: Che parli, o Giove?
35.3Che pretendi? Un mortale, un destinato
35.4da gran tempo alla Parca, or della negra
35.5Diva ritorlo alla ragion? Fa pure,
35.6fa pur tuo senno: ma degli altri Eterni
35.7non isperar l'assenso. Anzi ti aggiungo,
35.8e tu poni nel cor le mie parole:
35.9se vivo e salvo alle paterne case
35.10renderai Sarpedon, bada che poscia
35.11del par non voglia più d'un altro iddio
35.12alla pugna sottrarre il proprio figlio;
35.13ché molti sotto alle dardanie mura
35.14stan nell'armi a sudar figli di numi,
35.15a cui porresti una grand'ira in seno.
35.16Ché s'ei t'è caro e lo compiagni, il lascia
35.17nella mischia perir domo dall'asta
35.18del figliuol di Menèzio: ma deserto
35.19dall'alma il corpo, al dolce Sonno imponi
35.20ed alla Morte, che alla licia gente
35.21il portino. I fratelli ivi e gli amici
35.22l'onoreranno di funereo rito
35.23e di tomba e di cippo, alle defunte
35.24anime forti onor supremo e caro.
36.1Disse; e al consiglio di Giunon s'attenne
36.2degli uomini il gran padre e degli Dei,
36.3e sangue piovve per onor del caro
36.4figlio cui lungi dalle patrie arene
36.5ne' frigii campi avrìa Pàtroclo ucciso.
37.1Già l'uno all'altro si fa sotto e sono
37.2alle prese. Patròclo a Trasimèlo,
37.3di Sarpedonte valoroso auriga,
37.4trapassò l'anguinaglia, e lo distese.
37.5Mosse secondo Sarpedonte, e in fallo
37.6la grand'asta vibrò, che trasvolando
37.7la destra spalla a Pèdaso trafisse.
37.8Si riversò sbuffando in su l'arena
37.9il trafitto cavallo, e dal ferino
37.10petto l'alma si sciolse gemebonda.
37.11Visto il compagno corridor disteso
37.12gli altri due costernârsi, e a calci, a salti
37.13diersi; il timone cigolò; confuse
37.14implicârsi le briglie. Ma riparo
37.15l'intrepido vi mise Automedonte,
37.16che rapido insorgendo, e via dal fianco
37.17sguainata la lunga acuta spada
37.18tagliò netto al giacente le tirelle,
37.19e fu l'opra d'un punto. Entrambi allora
37.20rassettârsi i corsieri, e raddrizzârsi
37.21al cenno della briglia obbedïenti.
38.1E qui di nuovo alla crudel tenzone
38.2si spinsero i campioni, e pur di nuovo
38.3errò dell'asta Sarpedonte il tiro,
38.4che via sovresso l'omero sinistro
38.5di Pàtroclo trascorse e non l'offese.
38.6Gli fe' risposta il Tessalo, né vano
38.7il suo telo volò, ché dove è cinto
38.8da' suoi ripari il cor gli aperse il petto.
39.1Qual rovina una quercia o pioppo o pino
39.2cui sul monte tagliò con affilata
39.3bipenne il fabbro a nautico bisogno,
39.4tal Sarpedonte rovinò. Giacea
39.5steso innanzi alla biga, e colle mani
39.6ghermìa la polve del suo sangue rossa,
39.7e fremendo gemea pari a superbo
39.8tauro, onor dell'armento e d'aureo pelo,
39.9che da lïon, che il giunge alla sprovvista,
39.10sbranato cade, e sotto la mascella
39.11del vincitore mugolando spira.
39.12Tale del licio condottier prostrato
39.13dal tessalico ferro in sul morire
39.14era il gemito e l'ira. E Glauco il suo
39.15dolce amico per nome a sé chiamato,
39.16Caro Glauco, gli disse, or t'è mestieri
39.17buon guerriero mostrarti, e oprar le mani
39.18audacemente. Tu dell'aspra pugna
39.19se magnanimo sei, l'incarco assumi:
39.20corri, vola, e de' Licii i capitani
39.21alla difesa del mio corpo accendi.
39.22Difendilo tu stesso, e per l'amico
39.23combatti: infamia ti deriva eterna
39.24se me dell'armi mie spoglia il nemico,
39.25me pel certame delle navi ucciso;
39.26tien saldo adunque e pugna, e di coraggio
39.27tutte infiamma le squadre. — In questo dire
39.28le narici affilò, travolse i lumi,
39.29e la morte il coprì. Col piede il petto
39.30calcògli il vincitor, l'asta ne trasse,
39.31e il polmon la seguìa, sì che dal seno
39.32il ferro a un tempo gli fu svelto e l'alma.
39.33A' suoi sbuffanti corridori intanto
39.34scioltisi e in atto di fuggir, lasciando
39.35del lor signore il cocchio, i Mirmidóni
39.36parârsi innanzi, e gli arrestâr. Ma Glauco,
39.37dell'amico alla voce il cor compunto
39.38di profondo dolor sospira e geme,
39.39ché mal può dargli la richiesta aita.
39.40L'impedisce la piaga al braccio infissa
39.41dallo strale di Teucro allor che Glauco
39.42de' suoi volando alla difesa, assalse
39.43l'alta muraglia degli Achei. Compresso
39.44si tenea colla manca il braccio offeso
39.45l'infelice, ed orando al saettante
39.46nume di Delo, O re divino, ei disse,
39.47o che di Licia, o che di Troia or bêi
39.48tua presenza le rive, odi il mio prego;
39.49ché dovunque tu sia puoi d'un dolente
39.50qual, lasso! mi son io, la voce udire.
39.51Di che grave ferita e di che doglia
39.52trafitto io porti questo braccio il vedi;
39.53né il sangue ancor mi si ristagna, e tale
39.54incessante m'opprime una gravezza
39.55l'omero tutto, che dell'asta al peso
39.56mal reggo, e mal poss'io coll'inimico
39.57avventurarmi alla battaglia. Intanto
39.58di Giove il figlio Sarpedonte giace
39.59fortissimo guerriero, e l'abbandona
39.60ahi! pure il padre. Ma tu, Dio pietoso,
39.61quest'acerba mia piaga or mi risana:
39.62deh! placane il dolor, forza m'aggiungi,
39.63sì che i Licii compagni inanimando,
39.64io gli sproni al conflitto, e a me medesmo
39.65pugnar sia dato per l'estinto amico.
40.1Sì disse orando, ed esaudillo il nume:
40.2della piaga sedò tosto il tormento,
40.3stagnonne il sangue, e gagliardìa gli crebbe.
40.4Sentì del Dio la man, fe' lieto il core
40.5l'esaudito guerrier: de' Licii in prima
40.6a incitar corre d'ogni parte i duci
40.7alla difesa dell'estinto: move
40.8quindi a gran passi fra' Troiani, e chiama
40.9Polidamante e Agènore, ed Enea
40.10anco ed Ettorre, e in rapide parole
40.11lor fattosi davanti, Ettore, ei grida,
40.12tu dimentichi i prodi che per te
40.13dalla patria lontani e dagli amici
40.14spendono l'alma, e tu lor nieghi aita.
40.15Giace de' Licii il condottiero, il giusto
40.16forte lor prence Sarpedon. Gradivo
40.17sotto Patròclo l'atterrò: correte,
40.18v'infiammi, amici, una giust'ira il petto;
40.19non patite, per dio! che i Mirmidoni
40.20lo spoglino dell'armi, e villanìa
40.21facciano al morto vendicando i Dànai
40.22da noi spenti. — Sì disse, e ricoperse
40.23dolor profondo le dardanie fronti;
40.24ché un gran sostegno, benché stranio, egli era
40.25d'Ilio, e molta seguìa gagliarda gente
40.26lui fortissimo in guerra. Difilati
40.27mosser dunque e serrati i teucri duci
40.28contra il nemico, ed Ettore, fremente
40.29del morto Sarpedon, li precorrea.
41.1D'altra parte Patròclo, anima ardita,
41.2sprona l'acheo valor. Gli Aiaci in prima,
41.3già per sé caldi di coraggio, infiamma
41.4con questi detti: Aiaci, ora vi caglia
41.5di far testa a costoro, e vi mostrate
41.6quali un tempo già foste, anzi migliori.
41.7Il campion che primiero la bastita
41.8saltò de' Greci, Sarpedonte è steso.
41.9Oh se fargli pur onta e strascinarlo
41.10e spogliarlo dell'armi ne si désse!
41.11E stramazzargli accanto un qualcheduno
41.12de' suoi compagni a disputarlo accinti!
42.1Disse, e diè nel desìo de' due guerrieri.
42.2Quinci e quindi le schiere inanimate
42.3Troiani e Licii, Mirmidóni e Achei
42.4sovra l'estinto s'azzuffâr mettendo
42.5orrende grida; e con fragore immenso
42.6risonavano l'armi. Un fiero buio
42.7su l'aspra pugna allor Giove diffuse,
42.8onde costasse molta strage il corpo
42.9dell'amato figliuol. Primi i Troiani
42.10respinsero gli Achei, spento Epigèo.
42.11Del magnanimo Agàcle era costui
42.12illustre figlio, e fra gli audaci Tessali
42.13audacissimo. A lui di Budio un giorno
42.14l'alma terra obbedìa. Ma spento avendo
42.15un suo valente consobrino, ei supplice
42.16a Pelèo rifuggissi ed alla diva
42.17consorte: e questi a guerreggiar co' Teucri
42.18d'Ilio ne' campi lo spedîr compagno
42.19dell'omicida Achille. Or qui costui
42.20già l'animose mani al combattuto
42.21cadavere mettea, quando d'un sasso
42.22Ettore il giunse nella fronte, e tutta
42.23in due gliela spezzò dentro l'elmetto.
42.24Cadde prono sul morto l'infelice,
42.25e chiuse i lumi nell'eterna notte.
43.1Addolorato dell'ucciso amico
43.2dritto tra' primi pugnator scagliossi
43.3di Menèzio il buon figlio: e qual veloce
43.4sparvier che gracci paventosi e storni
43.5sparpaglia per lo cielo e li persegue;
43.6tal nel denso de' Licii e de' Troiani
43.7irrompesti, o Patròclo, alla vendetta
43.8del caduto compagno. A Stenelao,
43.9caro figliuol d'Itemenèo, percosse
43.10d'un rude sasso la cervice, e i nervi
43.11ne lacerò. Piegâr, ciò visto, addietro
43.12i combattenti della fronte: ei pure
43.13piegò l'illustre Ettorre; e quanto è il tratto
43.14di stral che in giostra o in omicida pugna
43.15vibra un buon gittator, tanto i Troiani
43.16dier volta addietro dall'Acheo repulsi.
44.1Il primo che converse ardito il viso
44.2fu de' Licii scudati il capitano
44.3Glauco; e a Batìcle, di Calcon diletto
44.4magnanimo figliuol, tolse la vita.
44.5In Grecia egli era possessor di molte
44.6splendide case, e per dovizia il primo
44.7fra i Tessali tenuto. A lui si volse
44.8il Licio all'improvvista, e il giavellotto
44.9gli ficcò nelle coste appunto in quella
44.10che costui l'inseguiva ed era in atto
44.11già d'afferrarlo. Ei cadde, e un fragor cupo
44.12dieder l'armi sovr'esso. Alla caduta
44.13dell'egregio guerriero alto dolore
44.14gli Achei comprese ed alta gioia i Teucri,
44.15che stretti a Glauco s'avanzâr più baldi.
44.16Né si smarrîr gli Achivi, ma di punta
44.17si spinsero allo scontro. E Merïone
44.18Laogono prostese, audace figlio
44.19d'Enètore che in Ida era di Giove
44.20sacerdote, e qual nume il popol tutto
44.21lo riveriva. Merïon lo colse
44.22tra il confin dell'orecchio e della gota,
44.23e tosto l'alma uscì del corpo, e lui
44.24un'orrenda ravvolse ombra di morte.
44.25Incontro all'uccisor la ferrea lancia
44.26Enea diresse, e a lui che sotto l'orbe
44.27del gran pavese procedea securo,
44.28assestarla sperò. Ma quei del colpo
44.29avvistosi, e piegata la persona
44.30l'asta schivò che sibilante e lunga
44.31andò di retro a conficcarsi in terra.
44.32Ne tremolò la coda, e quivi tutta
44.33perdé l'impeto e l'ira che la spinse.
44.34Come fitto nel suolo, e indarno uscito
44.35Enea si vide dalla mano il telo,
44.36Per certo, o Merïon, disse rabbioso,
44.37un assai destro saltator tu sei:
44.38ma questa lancia mia, se t'aggiungea,
44.39t'avrìa ferme le gambe eternamente.
45.1E Merïone di rimando: Enea,
45.2forte sei, ma ti fia duro la possa
45.3prostrar d'ognuno che al tuo scontro vegna,
45.4ché mortal se' tu pure: e s'io con questa
45.5in pieno ti corrò, con tutto il nerbo
45.6delle tue mani e la tua gran baldanza
45.7la palma a me darai, lo spirto a Pluto.
46.1Disse: e Patròclo con rampogna acerba
46.2garrendolo: Perché cianci sì vano
46.3tu che sei valoroso, o Merïone?
46.4Per contumelie, amico, unqua non fia
46.5che l'inimico quell'esangue ceda,
46.6ma col far che più d'un morda il terreno.
46.7Orsù, lingua in consiglio, e braccio in guerra,
46.8tregua alle ciance, e mano al ferro. — E dette
46.9queste cose, s'avanza, e l'altro il segue.
47.1Quale è il romor che fanno i legnaiuoli
47.2in montana foresta, e lunge il suono
47.3va gli orecchi a ferir, tale il rimbombo
47.4per la vasta pianura si solleva
47.5di celate, di scudi e di loriche,
47.6altre di duro cuoio, altre di ferro,
47.7ripercosse dall'aste e dalle spade:
47.8ned occhio il più scernente affigurato
47.9avrìa l'illustre Sarpedon: tant'era
47.10negli strali, nel sangue e nella polve
47.11sepolto tutto dalla fronte al piede.
47.12Senza mai requie al freddo corpo intorno
47.13facean tutti baruffa: e quale è il zonzo
47.14con che soglion le mosche a primavera
47.15assalir susurrando entro il presepe
47.16i vasi pastorali, allor che pieni
47.17sgorgan di latte; di costor tal era
47.18la giravolta intorno a quell'estinto.
48.1Fissi intanto tenea nell'aspra pugna
48.2Giove gli sguardi lampeggianti, e seco
48.3sul fato di Patròclo omai maturo
48.4severamente nell'eterno senno
48.5consultando venìa, se il grande Ettorre
48.6là sul giacente Sarpedon l'uccida,
48.7e dell'armi lo spogli; o se preceda
48.8al suo morire di molt'altri il fato.
48.9E questo parve lo miglior pensiero,
48.10che del Pelìde Achille il bellicoso
48.11scudier ricacci col lor duce i Teucri
48.12alla cittade, e molte vite estingua.
48.13Però d'Ettore al cor tale egli mise
48.14una vil tema, che montato il cocchio
48.15ratto in fuga si volse, ed alla fuga
48.16i Troiani esortò, chiaro scorgendo
48.17inclinarsi di Giove a suo periglio
48.18le fatali bilance. Allor piè fermo
48.19neppur de' Licii lo squadron non tenne,
48.20ma tutti si fuggîr visto il trafitto
48.21re lor giacente sotto monte orrendo
48.22di cadaveri: tante su lui caddero
48.23anime forti quando della pugna
48.24a Giove piacque esasperar gli sdegni.
48.25Così le corruscanti arme gli Achivi
48.26trasser di dosso a Sarpedonte, e altero
48.27alle navi invïolle il vincitore.
49.1Allor l'eterno adunator de' nembi
49.2ad Apollo così: Scendi veloce,
49.3Febo diletto, e da quell'alto ingombro
49.4d'armi sottraggi Sarpedonte, e terso
49.5dall'atro sangue altrove il porta, e il lava
49.6alla corrente, e lui d'ambrosia sparso
49.7d'immortal veste avvolgi: indi alla Morte
49.8ed al Sonno gemelli fa precetto
49.9che all'opime di Licia alme contrade
49.10il portino veloci, ove di tomba
49.11e di colonna, onor de' morti, egli abbia
49.12da' fratelli conforto e dagli amici.
50.1Disse: e al paterno cenno obbedïente
50.2calossi Apollo dall'idèa montagna
50.3sul campo sanguinoso, e in un baleno
50.4di sotto ai dardi Sarpedon levando,
50.5e lontano il recando alla corrente
50.6tutto lavollo, e l'irrigò d'ambrosia,
50.7e di stola immortal lo ricoperse;
50.8quindi al Sonno comanda ed alla Morte
50.9d'indossarlo e portarselo veloci:
50.10e quei subitamente ebber deposto
50.11nella licia contrada il sacro incarco.
51.1In questo mentre di Menèzio il figlio
51.2i cavalli e l'auriga inanimando
51.3ai Licii dava e ai Dàrdani la caccia.
51.4Stolto! ché in danno gli tornò dassezzo.
51.5Se d'Achille obbedìa saggio al comando,
51.6schivato ei certo della Parca avrebbe
51.7il decreto fatal: ma più possente
51.8è di Giove il voler, che de' mortali.
51.9Arbitro della tema ei mette in fuga
51.10i più forti a suo senno, e allor pur anco
51.11ch'egli medesmo a battagliar li sprona,
51.12lor toglie la vittoria; e questo ei fece
51.13d'audacia empiendo di Patròclo il petto.
52.1Or qual prima, qual poi spingesti a Pluto,
52.2quando alla morte ti chiamâr gli Dei,
52.3magnanimo guerrier? Fur primi Adresto,
52.4Autònoo, Echeclo, ed Epistorre e Pèrimo
52.5prole di Mega, e Melanippo; quindi
52.6Elaso e Mulio con Pilarte; e come
52.7stese questi al terren, gli altri non fûro
52.8lenti alla fuga. E per Patròclo allora
52.9(ch'ei dirotto nell'ira innanzi a tutti
52.10furiava coll'asta) avrìan di Troia
52.11consumato gli Achei l'alto conquisto;
52.12ma Febo Apollo lo vietò calato
52.13su l'erta d'una torre, alto disastro
52.14meditando al guerriero, e scampo ai Teucri.
52.15Tre volte il cavalier dell'arduo muro
52.16su gli sproni montò; tre volte il nume
52.17colla destra immortal lo risospinse,
52.18forte picchiando sul lucente scudo.
52.19Ma come più feroce al quarto assalto
52.20l'eroe spiccossi, minacciollo irato
52.21con fiera voce il saettante iddio:
52.22Addietro, illustre baldanzoso, addietro:
52.23alla tua lancia non concede il fato
52.24espugnar la città de' generosi
52.25Teucri, né a quella pur del grande Achille
52.26sì più forte di te. — Questo sol disse:
52.27ed il guerriero retrocesse e l'ira
52.28schivò del nume che da lungi impiaga.
53.1Avea frattanto su le porte Scee
53.2de' suoi fuggenti corridori Ettorre
53.3rattenuta la foga, e in cor dubbiava
53.4se spronarli dovesse entro la mischia
53.5novellamente, e rinfrescar la pugna,
53.6o chiamando a raccolta entro le mura
53.7l'esercito ridurre. A lui nel mezzo
53.8di questo dubbio appresentossi Apollo,
53.9tolte d'Asio le forme. Era d'Ettorre
53.10zio cotest'Asio ad Ecuba germano,
53.11e nondimeno ancor di giovinezza
53.12fresco e di forze, di Dimante figlio,
53.13che del frigio Sangario in su le rive
53.14tenea suo seggio. La costui sembianza
53.15presa, il nume sì disse: Ettor, perché
53.16cessi dall'armi? È d'un tuo pari indegna
53.17questa desidia. Di vigor vincessi
53.18io te quanto tu me! ben io pentirti
53.19farei del tuo riposo. Orsù, converti
53.20contra Patròclo que' destrieri, e trova
53.21d'atterrarlo una via: fa che l'onore
53.22di questa morte Apollo ti conceda.
54.1Disse; e di nuovo il Dio nel travaglioso
54.2conflitto si confuse. In sé riscosso
54.3Ettore al franco Cebrïon fe' cenno
54.4di sferzargli i destrieri alla battaglia:
54.5ed Apollo per mezzo ai combattenti
54.6scorrendo occulto seminava intanto
54.7tra gli Achei lo scompiglio e la paura,
54.8e fea vincenti col lor duce i Teucri.
54.9Sdegnoso Ettorre di ferir sul volgo
54.10de' nemici, spingea solo in Patròclo
54.11i gagliardi cavalli, e ad incontrarlo
54.12diè il Tessalo dal cocchio un salto in terra
54.13coll'asta nella manca, e colla dritta
54.14un macigno afferrò aspro che tutto
54.15empieagli il pugno, e lo scagliò di forza.
54.16Fallì la mira il colpo, ma d'un pelo;
54.17né però vano uscì, ché nella fronte
54.18l'ettòreo auriga Cebrïon percosse,
54.19tutto al governo delle briglie intento,
54.20Cebrïon che nascea del re troiano
54.21valoroso bastardo. Il sasso acuto
54.22l'un ciglio e l'altro sgretolò, né l'osso
54.23sostenerlo poteo. Divelti al piede
54.24gli schizzâr gli occhi nella sabbia, ed esso,
54.25qual suole il notator, fece cadendo
54.26dal carro un tómo, e l'agghiacciò la morte.
54.27E tu, Patròclo, con amari accenti
54.28lo schernisti così: Davvero è snello
54.29questo Troiano: ve' ve' come ei tombola
54.30con leggiadrìa! Se in pelago pescoso
54.31capitasse costui, certo saprebbe
54.32saltando in mar, foss'anche in gran fortuna,
54.33dallo scoglio spiccar conchiglie e ricci
54.34da saziarne molte epe: sì lesto
54.35saltò pur or dal carro a capo in giuso.
54.36Oh gli eccellenti notator che ha Troia!
55.1Sì dicendo, avventossi a Cebrïone
55.2come fiero lïon che disertando
55.3una greggia, piagar si sente il petto,
55.4e dal proprio valor morte riceve.
55.5Ma ratto contra a quel furor si slancia
55.6Ettore dalla biga; e i due superbi
55.7incomincian col ferro a disputarsi
55.8l'esangue Cebrïon. Qual due lïoni
55.9che per gran fame e per gran cor feroci
55.10s'azzuffano d'un monte in su la cima
55.11per la contesa d'una cerva uccisa;
55.12non altrimenti i due mastri di guerra,
55.13l'intrepido Patròclo e il grande Ettorre,
55.14ardono entrambi del crudel desìo
55.15di trucidarsi. Il teucro eroe la testa
55.16del cadavere afferra, e lo ghermisce
55.17il Tessalo d'un piede, e la sua presa
55.18né quei né questi di lasciar fa stima.
55.19Allor Troiani e Achivi una battaglia
55.20appiccâr disperata: e qual gareggiano
55.21d'Euro e di Noto i forti fiati a svellere
55.22nelle selve montane il faggio e il frassino
55.23ed il ruvido cornio; e questi all'aere
55.24dibattendo le lunghe e larghe braccia
55.25con immenso ruggito le confondono,
55.26finché li vedi fracassarsi, e opprimere
55.27fragorosi la valle: a questa immagine
55.28l'un su l'altro scagliandosi combattono
55.29Troiani e Dànai del fuggir dimentichi.
55.30Dintorno a Cebrïon folta conficcasi
55.31una selva d'acute aste e d'aligeri
55.32dardi guizzanti dalle cocche; assidua
55.33d'enormi sassi una tempesta crepita
55.34su gli ammaccati scudi; ed ei nel vortice
55.35della polve giacea grande cadavere
55.36in grande spazio, eternamente, ahi misero!
55.37dei cari in vita equestri studi immemore.
56.1Finché del sole ascesero le rote
56.2verso il mezzo del ciel, d'ambe le parti
56.3uscìano i colpi con egual ruina,
56.4e la gente cadea. Ma quando il giorno
56.5su le vie dechinò dell'occidente,
56.6prevalse il fato degli Achei che alfine
56.7dall'acervo dei teli, e dalla serra
56.8de' Troiani involâr di Cebrïone
56.9la salma, e l'armi gli rapîr di dosso.
56.10Qui fu che pieno di crudel talento
56.11urtò Patròclo i Troi. Tre volte il fiero
56.12con gridi orrendi gli assalì, tre volte
56.13spense nove guerrier; ma come il quarto
56.14impeto fece, e parve un Dio, la Parca
56.15del viver tuo raccolse il filo estremo,
56.16miserando garzon, ché ad incontrarti
56.17venìa tremendo nella mischia Apollo:
56.18né camminar tra l'armi alla sua volta
56.19l'eroe lo vide, ché una folta nebbia
56.20le divine sembianze ricoprìa.
56.21Vennegli a tergo il nume, e colla grave
56.22palma sul dosso tra le late spalle
56.23gli dechinò sì forte una percossa,
56.24che abbacinossi al misero la vista
56.25e girò l'intelletto. Indi dal capo
56.26via saltar gli fe' l'elmo il Dio nemico,
56.27e l'elmo al suolo rotolando fece
56.28sotto il piè de' corsieri un tintinnìo,
56.29e si bruttaro del cimier le creste
56.30di sangue e polve; né di polve in pria
56.31insozzar quel cimiero era concesso
56.32quando l'intatto capo e la leggiadra
56.33fronte copriva del divino Achille.
56.34Ma in quel giorno fatal Giove permise
56.35che d'Ettore passasse in su le chiome
56.36vicino anch'esso al fato estremo. Allora
56.37tutta a Patròclo nella man si franse
56.38la ferrea, lunga, ponderosa e salda
56.39smisurata sua lancia, e sul terreno
56.40dalla manca gli cadde il gran pavese
56.41rotto il guinzaglio. Di sua man l'usbergo
56.42sciolsegli alfine di Latona il figlio,
56.43e l'infelice allor del tutto uscìo
56.44di sentimento; gli tremaro i polsi,
56.45ristette immoto, sbalordito, e in quella
56.46tra l'una spalla e l'altra lo percosse
56.47coll'asta da vicin di Panto il figlio
56.48l'audace Euforbo, un Dàrdano che al corso
56.49e in trattar lancia e maneggiar destrieri
56.50la pari gioventù vincea d'assai.
56.51La prima volta che sublime ei parve
56.52su la biga a imparar dell'armi il duro
56.53mestier, venti guerrieri al paragone
56.54riversò da' lor cocchi; ed or fu il primo
56.55che ti ferì, Patròclo, e non t'uccise.
56.56Anzi dal corpo ricovrando il ferro
56.57si fuggì pauroso, e nella turba
56.58si confuse il fellon, che di Patròclo
56.59benché piagato e già dell'armi ignudo
56.60non sostenne la vista. Da quel colpo
56.61e più dall'urto dell'avverso Dio
56.62abbattuto l'eroe si ritirava
56.63fra' suoi compagni ad ischivar la morte.
56.64Ed Ettore, veduto il suo nemico
56.65retrocedente e già di piaga offeso,
56.66tra le file vicino gli si strinse,
56.67nell'imo casso immerse l'asta e tutta
56.68dall'altra parte riuscïr la fece.
56.69Risonò nel cadere, ed un gran lutto
56.70per l'esercito achivo si diffuse.
57.1Come quando un lïone alla montagna
57.2cinghial di forze smisurate assalta,
57.3e l'uno e l'altro di gran cor fan lite
57.4d'una povera fonte, al cui zampillo
57.5venìano entrambi ad ammorzar la sete;
57.6alfin la belva dai robusti artigli
57.7stende anelo il nemico in su l'arena:
57.8tal di Menèzio al generoso figlio
57.9de' Teucri struggitor tolse la vita
57.10il troian duce, e al moribondo eroe
57.11orgoglioso insultando, Ecco, dicea,
57.12ecco, o Patròclo, la città che dianzi
57.13atterrar ti credesti, ecco le donne
57.14che ti sperasti di condur captive
57.15alla paterna Ftia. Folle! e non sai
57.16che a difesa di queste anco i cavalli
57.17d'Ettòr son pronti a guerreggiar co' piedi?
57.18E che fra' Teucri bellicosi io stesso
57.19non vil guerriero maneggiar so l'asta,
57.20e preservarli da servil catena?
57.21Tu frattanto qui statti orrido pasto
57.22d'avoltoi. Che ti valse, o sventurato,
57.23quel tuo sì forte Achille? Ei molti avvisi
57.24ti diè certo al partire: O cavaliero
57.25caro Patròclo, non mi far ritorno
57.26alle navi se pria dell'omicida
57.27Ettòr sul petto non avrai spezzato
57.28il sanguinoso usbergo… Ei certo il disse,
57.29e a te, stolto che fosti! il persuase.
58.1E a lui così l'eroe languente: Or puoi
58.2menar gran vampo, Ettorre, or che ti diero
58.3di mia morte la palma Apollo e Giove.
58.4Essi, non tu, m'han domo; essi m'han tratto
58.5l'armi di dosso. Se pur venti a fronte
58.6tuoi pari in campo mi venìan, qui tutti
58.7questo braccio gli avrìa prostrati e spenti.
58.8Ma me per rio destin qui Febo uccide
58.9fra gl'Immortali, e tra' mortali Euforbo,
58.10tu terzo mi dispogli. Or io vo' dirti
58.11cosa che in mente collocar ben devi:
58.12breve corso a te pur resta di vita:
58.13già t'incalza la Parca, e tu cadrai
58.14sotto la destra dell'invitto Achille.
59.1Disse e spirò. Disciolta dalle membra
59.2scese l'alma a Pluton la sua piangendo
59.3sorte infelice e la perduta insieme
59.4fortezza e gioventù. Sovra l'estinto
59.5arrestatosi Ettorre, A che mi vai
59.6profetando, dicea, morte funesta?
59.7Chi sa che questo della bella Teti
59.8vantato figlio, questo Achille a Dite
59.9colto dall'asta mia non mi preceda?
60.1Così dicendo, lo calcò d'un piede,
60.2gli svelse il telo dalla piaga, e lungi
60.3lui supino gittò. Poi ratto addosso
60.4all'auriga d'Achille si disserra,
60.5di ferirlo bramoso. Invan; ché altrove
60.6gl'immortali sel portano corsieri.
60.7che in bel dono a Pelèo diero gli Dei.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)