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1.1Tutti ancora dormìan per l'alta notte
1.2i guerrieri e gli Dei; ma il dolce sonno
1.3già le pupille abbandonato avea
1.4di Giove che pensoso in suo segreto
1.5divisando venìa come d'Achille,
1.6con molta strage delle vite argive,
1.7illustrar la vendetta. Alla divina
1.8mente alfin parve lo miglior consiglio
1.9inviar all'Atride Agamennóne
1.10il malefico Sogno. A sé lo chiama,
1.11e con presto parlar, Scendi, gli dice,
1.12scendi, Sogno fallace, alle veloci
1.13prore de' Greci, e nella tenda entrato
1.14d'Agamennón, quant'io t'impongo, esponi
1.15esatto ambasciator. Digli che tutte
1.16in armi ei ponga degli Achei le squadre,
1.17che dell'iliaco muro oggi è decreta
1.18su nel ciel la caduta; che discordi
1.19degli eterni d'Olimpo abitatori
1.20più non sono le menti; che di Giuno
1.21cessero tutti al supplicar; che in somma
1.22l'estremo giorno de' Troiani è giunto.
2.1Disse; ed il Sogno, il divin cenno udito,
2.2avviossi e calossi in un baleno
2.3su l'argoliche navi. Entra d'Atride
2.4nel queto padiglione, e immerso il trova
2.5nella dolcezza di nettareo sonno.
2.6Di Nèstore Nelìde il volto assume,
2.7di Nèstore, cui sovra ogni altro duce
2.8Agamennóne riveriva, e in queste
2.9forme sul capo del gran re sospesa,
2.10così la diva vision gli disse:
3.1Tu dormi, o figlio del guerriero Atrèo?
3.2Tutta dormir la notte ad uom sconviensi
3.3di supremo consiglio, a cui son tante
3.4genti commesse e tante cure. Attento
3.5dunque m'ascolta. A te vengh'io celeste
3.6nunzio di Giove, che lontano ancora
3.7su te veglia pietoso. Egli precetto
3.8ti fa di porre tutti quanti in arme
3.9prontamente gli Achei. Tempo è venuto
3.10che l'ampia Troia in tua man cada: i numi
3.11scesero tutti, intercedente Giuno,
3.12in un solo volere, e alla troiana
3.13gente sovrasta l'infortunio estremo
3.14preparato da Giove. Or tu ben figgi
3.15questo avviso nell'alma, e fa che seco
3.16non lo si porti, col partirsi, il sonno.
4.1Sparve, ciò detto; e delle udite cose,
4.2di che contrario uscir dovea l'effetto,
4.3pensoso lo lasciò. Prender di Troia
4.4quel dì stesso le mura egli sperossi,
4.5né di Giove sapea, stolto! i disegni,
4.6né qual aspro pugnar, né quanta il Dio
4.7di lagrime cagione e di sospiri
4.8ai Troiani e agli Achivi apparecchiava.
4.9Si riscuote dal sonno, e la divina
4.10voce d'intorno gli susurra ancora.
4.11Sorge, e del letto su la sponda assiso,
4.12una molle s'avvolge alla persona
4.13tunica intatta, immacolata; gittasi
4.14il regal manto indosso; il piè costringe
4.15ne' bei calzari; il brando aspro e lucente
4.16d'argentee borchie all'omero sospende,
4.17l'inviolato avito scettro impugna,
4.18ed alle navi degli Achei cammina.
5.1Già sul balzo d'Olimpo alta ascendea
5.2di Titon la consorte, annunziatrice
5.3dell'alma luce a Giove e agli altri Eterni;
5.4quando con chiara voce i banditori
5.5per comando d'Atride a parlamento
5.6convocaro gli Achei, che frettolosi
5.7accorsero e frequenti. Ma raccolse
5.8de' magnanimi duci Agamennóne
5.9prima il senato alla nestorea nave,
5.10e raccolti che fûro, in questi accenti
5.11il suo prudente consultar propose:
6.1M'udite, amici. Nella queta notte
6.2una divina visïon m'apparve,
6.3che te, Nèstore padre, alla statura,
6.4agli atti, al volto somigliava in tutto.
6.5Sul mio capo librossi, e così disse:
7.1Figlio d'Atrèo, tu dormi? A sommo duce
7.2cui di tanti guerrieri e tante cure
7.3commesso è il pondo, non s'addice il sonno.
7.4M'odi adunque: mandato a te son io
7.5da Giove che dal ciel di te pensiero
7.6prende e pietade. Ei tutte ti comanda
7.7armar le truppe de' chiomati Achei,
7.8ché di Troia il conquisto oggi è maturo;
7.9poiché di Giuno il supplicar compose
7.10la discordia de' numi, e grave ai Teucri
7.11danno sovrasta per voler di Giove.
7.12Tu di Giove il comando in cor riponi.
7.13Sparve, ciò detto, e quel mio dolce sonno
7.14m'abbandonò. La guisa or noi di porre
7.15gli Achivi in arme esaminiam. Ma pria
7.16giovi con finto favellar tentarne,
7.17fin dove lice, i sentimenti. Io dunque
7.18comanderò che su le navi ognuno
7.19si disponga alla fuga, e sparsi ad arte
7.20voi l'impedite con opposti accenti.
8.1Così detto s'assise. In piè rizzossi
8.2dell'arenosa Pilo il regnatore
8.3Nèstore, e saggio ragionando disse:
9.1O amici, o degli Achei principi e duci,
9.2s'altro qualunque Argivo un cotal sogno
9.3detto n'avesse, un menzogner l'avremmo,
9.4e spregeremmo: ma lo vide il sommo
9.5capo del campo. A risvegliar si corra
9.6dunque l'acheo valore. — E sì dicendo
9.7usciva il vecchio dal consiglio, e tutti
9.8surti in piè lo seguìan gli altri scettrati
9.9del re supremo ossequiosi. Intanto
9.10il popolo accorrea. Quale dai fori
9.11di cava pietra numeroso sbuca
9.12lo sciame delle pecchie, e succedendo
9.13sempre alle prime le seconde, volano
9.14sui fior di aprile a gara, e vi fan grappolo
9.15altre di qua affollate, altre di là;
9.16così fuor delle navi e delle tende
9.17correan per l'ampio lido a parlamento
9.18affollate le turbe, e le spronava
9.19l'ignea Fama, di Giove ambasciatrice.
9.20Si congregaro alfin. Tumultuoso
9.21brulicava il consesso, ed al sedersi
9.22di tante genti il suol gemea di sotto.
9.23Ben nove araldi d'acchetar fean prova
9.24quell'immenso frastuono, alto gridando:
9.25Date fine ai clamori, udite i regi,
9.26udite, Achivi, del gran Dio gli alunni.
9.27Sostârsi alfine; ne' suoi seggi ognuno
9.28si compose, e cessò l'alto fragore.
9.29Allor rizzossi Agamennón stringendo
9.30lo scettro, esimia di Vulcan fatica.
9.31Diè pria Vulcano quello scettro a Giove,
9.32e Giove all'uccisor d'Argo Mercurio;
9.33questi a Pelope auriga, esso ad Atrèo;
9.34Atrèo morendo al possessor di pingui
9.35greggi Tieste, e da Tieste alfine
9.36nella destra passò d'Agamennóne,
9.37che poi sovr'Argo lo distese, e sopra
9.38isole molte. A questo il grande Atride
9.39appoggiato, sì disse: Amici eroi,
9.40Dànai, di Marte bellicosi figli,
9.41in una dura e perigliosa impresa
9.42Giove m'avvolse, Iddio crudel, che prima
9.43mi promise e giurò delle superbe
9.44iliache mura la conquista, e in Argo
9.45glorïoso il ritorno. Or mi delude
9.46indegnamente, e dopo tante in guerra
9.47vite perdute, di tornar m'impone
9.48inonorato alle paterne rive.
9.49Del prepotente Iddio questo è il talento,
9.50di lui che nell'immensa sua possanza
9.51già di molte città l'eccelse rocche
9.52distrusse, e molte struggeranne ancora.
9.53Ma qual onta per noi appo i futuri
9.54che contra minor oste un tale e tanto
9.55esercito di forti una sì lunga
9.56guerra guerreggi; e non la cómpia ancora?
9.57Certo se tutti convocati insieme
9.58salda pace a giurar Teucri ed Achivi,
9.59e di questi e di quei levato il conto,
9.60ad ogni dieci Achivi un Teucro solo
9.61mescer dovesse di lïeo la spuma,
9.62molte decurie si vedrìan chiedenti
9.63col labbro asciutto il mescitor: cotanto
9.64maggior de' teucri cittadini estimo
9.65il numero de' nostri. Ma li molti
9.66da diverse città raccolti e scesi
9.67in lor sussidio bellicosi amici
9.68duro intoppo mi fanno, e a mio dispetto
9.69mi vietano espugnar d'Ilio le mura.
9.70Già del gran Giove il nono anno si volge
9.71da che giungemmo, e già marciti i fianchi
9.72son delle navi, e logore le sarte;
9.73e le nostre consorti e i cari figli
9.74desiando ne stanno e richiamando
9.75nelle vedove case. E noi l'impresa
9.76che a queste sponde ne condusse, ancora
9.77consumar non sapemmo. Al vento adunque,
9.78diamo al vento le vele, io vel consiglio,
9.79alla dolce fuggiam terra natìa
9.80di concorde voler, ché disperata
9.81delle mura troiane e la conquista.
10.1Mosse quel dire delle turbe i petti,
10.2e fremea l'adunanza, a quella guisa
10.3che dell'icario mare i vasti flutti
10.4si confondono allor che Noto ed Euro
10.5della nube di Giove il fianco aprendo
10.6a sollevar li vanno impetuosi.
10.7E come quando di Favonio il soffio
10.8denso campo di biade urta, e passando
10.9il capo inchina delle bionde spiche;
10.10tal si commosse il parlamento, e tutti
10.11alle navi correan precipitosi
10.12con fremito guerrier. Sotto i lor piedi
10.13s'alza la polve, e al ciel si volve oscura.
10.14I navigli allestir, lanciarli in mare,
10.15espurgarne le fosse, ed i puntelli
10.16sottrarre alle carene era di tutti
10.17la faccenda e la gara. Arde ogni petto
10.18del sacro amore delle patrie mura,
10.19e tutto di clamori il cielo eccheggia.
10.20E degli Achei quel dì sarìa seguìto,
10.21contro il voler de' fati, il dipartire,
10.22se con questo parlar non si volgea
10.23Giuno a Minerva: O dell'Egìoco Padre
10.24invincibile figlia, così dunque,
10.25il mar coprendo di fuggenti vele,
10.26al patrio lido rediran gli Achivi?
10.27ed a Prìamo l'onore, ai Teucri il vanto
10.28lasceran tutto dell'argiva Elèna
10.29dopo tante per lei, lungi dal caro
10.30nido natìo, qui spente anime greche?
10.31Deh scendi al campo acheo, scendi, ed adopra
10.32lusinghiero parlar, molci i soldati,
10.33frena la fuga, né patir che un solo
10.34de' remiganti pini in mar sia tratto.
11.1Obbedïente la cerulea Diva
11.2dalle cime d'Olimpo dispiccossi
11.3velocissima, e tosto fu sul lido.
11.4Ivi Ulisse trovò, senno di Giove,
11.5occupato non già del suo naviglio,
11.6ma del dolor che il preme, e immoto in piedi.
11.7Gli si fece davanti la divina
11.8Glaucopide dicendo: O di Laerte
11.9generoso figliuol, prudente Ulisse,
11.10così dunque n'andrete? E al patrio suolo
11.11navigherete, e lascerete a Prìamo
11.12di vostra fuga il vanto, ed ai Troiani
11.13d'Argo la donna, e invendicato il sangue
11.14di tanti, che per lei qui lo versaro,
11.15bellicosi compagni? A che ti stai?
11.16T'appresenta agli Achei, rompi gl'indugi,
11.17dolci adopra parole e li trattieni,
11.18né consentir che antenna in mar si spinga.
12.1Così disse la Dea. Ne riconobbe
12.2l'eroe la voce, e via gittato il manto,
12.3che dopo lui raccolse il banditore
12.4Eurìbate itacense, a correr diessi;
12.5e incontrato l'Atride Agamennóne,
12.6ratto ne prende il regal scettro, e vola
12.7con questo in pugno tra le navi achee;
12.8e quanti ei trova o duci o re, li ferma
12.9con parlar lusinghiero; e, Che fai, dice,
12.10valoroso campione? A te de' vili
12.11disconvien la paura. Or via, ti resta,
12.12pregoti, e gli altri fa restar. La mente
12.13ben palese non t'è d'Agamennóne;
12.14egli tenta gli Achei, pronto a punirli.
12.15Non tutti han chiaro ciò che dianzi in chiuso
12.16consesso ei disse. Deh badiam, che irato
12.17non ne percuota d'improvvisa offesa.
12.18Di re supremo acerba è l'ira, e Giove,
12.19che al trono l'educò, l'onora ed ama.
13.1S'uom poi vedea del vulgo, e lo cogliea
13.2vociferante, collo scettro il dosso
13.3batteagli, e, Taci, gli garrìa severo,
13.4taci tu tristo, e i più prestanti ascolta
13.5tu codardo, tu imbelle, e nei consigli
13.6nullo e nell'armi. La vogliam noi forse
13.7far qui tutti da re? Pazzo fu sempre
13.8de' molti il regno. Un sol comandi, e quegli
13.9cui scettro e leggi affida il Dio, quei solo
13.10ne sia di tutti correttor supremo.
14.1Così l'impero adoperando Ulisse
14.2frena le turbe, e queste a parlamento
14.3dalle navi di nuovo e dalle tende
14.4con fragore accorrean, pari a marina
14.5onda che mugge e sferza il lido, ed alto
14.6ne rimbomba l'Egeo. Queto s'asside
14.7ciascheduno al suo posto: il sol Tersite
14.8di gracchiar non si resta, e fa tumulto
14.9parlator petulante. Avea costui
14.10di scurrili indigeste dicerìe
14.11pieno il cerèbro, e fuor di tempo, e senza
14.12o ritegno o pudor le vomitava
14.13contro i re tutti; e quanto a destar riso
14.14infra gli Achivi gli venìa sul labbro,
14.15tanto il protervo beffator dicea.
14.16Non venne a Troia di costui più brutto
14.17ceffo; era guercio e zoppo, e di contratta
14.18gran gobba al petto; aguzzo il capo, e sparso
14.19di raro pelo. Capital nemico
14.20del Pelìde e d'Ulisse, ei li solea
14.21morder rabbioso: e schiamazzando allora
14.22colla stridula voce lacerava
14.23anche il duce supremo Agamennóne,
14.24sì che tutti di sdegno e di corruccio
14.25fremean; ma il tristo ognor più forti alzava
14.26le rampogne e gridava: E di che dunque
14.27ti lagni, Atride? che ti manca? Hai pieni
14.28di bronzo i padiglioni e di donzelle,
14.29delle vinte città spoglie prescelte
14.30e da noi date a te primiero. O forse
14.31pur d'auro hai fame, e qualche Teucro aspetti
14.32che d'Ilio uscito lo ti rechi al piede,
14.33prezzo del figlio da me preso in guerra,
14.34da me medesmo, o da qualch'altro Acheo?
14.35O cerchi schiava giovinetta a cui
14.36mescolarti in amore alla spartita?
14.37Eh via, che a sommo imperador non lice
14.38scandalo farsi de' minori. Oh vili,
14.39oh infami, oh Achive, non Achei! Facciamo
14.40vela una volta; e qui costui si lasci
14.41qui lui solo a smaltir la sua ricchezza,
14.42onde a prova conosca se l'aita
14.43gli è buona o no delle nostr'armi. E dianzi
14.44nol vedemmo pur noi questo superbo
14.45ad Achille, a un guerrier che sì l'avanza
14.46di fortezza, far onta? E dell'offeso
14.47non si tien egli la rapita schiava?
14.48Ma se d'Achille il cor di generosa
14.49bile avvampasse, e un indolente vile
14.50non si fosse egli pur, questo sarìa
14.51stato l'estremo de' tuoi torti, Atride.
15.1Così contra il supremo Agamennóne
15.2impazzava Tersite. Gli fu sopra
15.3repente il figlio di Laerte, e torvo
15.4guatandolo gridò: Fine alle tue
15.5faconde ingiurie, ciarlator Tersite.
15.6E tu sendo il peggior di quanti a Troia
15.7con gli Atridi passâr, tu audace e solo
15.8non dar di cozzo ai re, né rimenarli
15.9su quella lingua con villane aringhe,
15.10né del ritorno t'impacciar, ché il fine
15.11di queste cose al nostro sguardo è oscuro,
15.12né sappiam se felice o sventurato
15.13questo ritorno riuscir ne debba.
15.14Ma di tue contumelie al sommo Atride
15.15so ben io lo perché: donato il vedi
15.16di molti doni dagli achivi eroi,
15.17per ciò ti sbracci a maledirlo. Or io
15.18cosa dirotti che vedrai compiuta.
15.19Se com'oggi insanir più ti ritrovo,
15.20caschimi il capo dalle spalle, e detto
15.21di Telemaco il padre io più non sia,
15.22mai più, se non t'afferro, e delle vesti
15.23tutto nudo, da questo almo consesso
15.24non ti caccio malconcio e piangoloso.
16.1Sì dicendo, le terga gli percuote
16.2con lo scettro e le spalle. Si contorce
16.3e lagrima dirotto il manigoldo
16.4dell'aureo scettro al tempestar, che tutta
16.5gli fa la schiena rubiconda; ond'egli
16.6di dolor macerato e di paura
16.7s'assise, e obbliquo riguardando intorno
16.8col dosso della man si terse il pianto.
16.9Rallegrò quella vista i mesti Achivi,
16.10e surse in mezzo alla tristezza il riso;
16.11e fu chi vôlto al suo vicin dicea:
17.1Molte in vero d'Ulisse opre vedemmo
17.2eccellenti e di guerra e di consiglio,
17.3ma questa volta fra gli Achei, per dio!
17.4fe' la più bella delle belle imprese,
17.5frenando l'abbaiar di questo cane
17.6dileggiator. Che sì, che all'arrogante
17.7passò la frega di dar morso ai regi!
18.1Mentre questo dicean, levossi in piedi
18.2e collo scettro di parlar fe' cenno
18.3l'espugnatore di cittadi Ulisse.
18.4In sembianza d'araldo accanto a lui
18.5la fiera Diva dalle luci azzurre
18.6silenzio a tutti impose, onde gli estremi
18.7del par che i primi udirne le parole
18.8potessero, ed in cor pesarne il senno.
18.9Allora il saggio diè principio: Atride,
18.10questi Achivi di te vonno far oggi
18.11il più infamato de' mortali. Han posto
18.12le promesse in obblìo fatte al partirsi
18.13d'Argo alla volta d'Ilïon, giurando
18.14di non tornarsi che Ilïon caduto.
18.15Guardali: a guisa di fanciulli, a guisa
18.16di vedovelle sospirar li senti,
18.17e a vicenda plorar per lo desìo
18.18di riveder le patrie mura. E in vero
18.19tal qui si pate traversìa, che scusa
18.20il desiderio de' paterni tetti.
18.21Se a navigante da vernal procella
18.22impedito e sbattuto in mar che freme,
18.23pur di un mese è crudel la lontananza
18.24dalla consorte, che pensar di noi
18.25che già vedemmo del nono anno il giro
18.26su questo lido? Compatir m'è forza
18.27dunque agli Achivi, se a mal cor qui stanno.
18.28Ma dopo tanta dimoranza è turpe
18.29vôti di gloria ritornar. Deh voi,
18.30deh ancor per poco tollerate, amici,
18.31tanto indugiate almen, che si conosca
18.32se vero o falso profetò Calcante.
18.33In cuor riposte ne teniam noi tutti
18.34le divine parole, e voi ne foste
18.35testimoni, voi, sì, quanti la Parca
18.36non aveste crudel. Parmi ancor ieri
18.37quando le navi achee di lutto a Troia
18.38apportatrici in Aulide raccolte,
18.39noi ci stavamo in cerchio ad una fonte
18.40sagrificando sui devoti altari
18.41vittime elette ai Sempiterni, all'ombra
18.42d'un platano al cui piè nascea di pure
18.43linfe il zampillo. Un gran prodigio apparve
18.44subitamente. Un drago di sanguigne
18.45macchie spruzzato le cerulee terga,
18.46orribile a vedersi, e dallo stesso
18.47re d'Olimpo spedito, ecco repente
18.48sbucar dall'imo altare, e tortuoso
18.49al platano avvinghiarsi. Avean lor nido
18.50in cima a quello i nati tenerelli
18.51di passera feconda, latitanti
18.52sotto le foglie: otto eran elli, e nona
18.53la madre. Colassù l'angue salito
18.54gl'implumi divorò, miseramente
18.55pigolanti. Plorava i dolci figli
18.56la madre intanto, e svolazzava intorno
18.57pietosamente; finché ratto il serpe
18.58vibrandosi afferrò la meschinella
18.59all'estremo dell'ala, e lei che l'aure
18.60empiea di stridi, nella strozza ascose.
18.61Divorata co' figli anco la madre,
18.62del vorator fe' il Dio che lo mandava
18.63nuovo prodigio; e lo converse in sasso.
18.64Stupidi e muti ne lasciò del fatto
18.65la meraviglia, e a noi, che dell'orrendo
18.66portento fra gli altari intervenuto
18.67incerti ci stavamo e paventosi,
18.68Calcante profetò: Chiomati Achivi,
18.69perché muti così? Giove ne manda
18.70nel veduto prodigio un tardo segno
18.71di tardo evento, ma d'eterno onore.
18.72Nove augelli ingoiò l'angue divino,
18.73nov'anni a Troia ingoierà la guerra,
18.74e la città nel decimo cadrà.
18.75Così disse il profeta, ed ecco omai
18.76tutto adempirsi il vaticinio. Or dunque
18.77perseverate, generosi Achei,
18.78restatevi di Troia al giorno estremo.
19.1Levossi a questo dire un alto grido,
19.2a cui le navi con orribil eco
19.3rispondean, grido lodator del saggio
19.4parlamento d'Ulisse. Ed incalzando
19.5quei detti il vecchio cavalier Nestorre,
19.6Oh vergogna, dicea; sul vostro labbro
19.7parole intesi di fanciulli a cui
19.8nulla cal della guerra. Ove n'andranno
19.9i giuramenti, le promesse e i tanti
19.10consigli de' più saggi e i tanti affanni,
19.11le libagioni degli Dei, la fede
19.12delle congiunte destre? Dissipati
19.13n'andran col fumo dell'altare? Achei,
19.14noi contendiamo di parole indarno,
19.15e in vane induge il tempo si consuma,
19.16che dar si debbe a salutar riparo.
19.17Tien fermo, Atride, il tuo coraggio, e fermo
19.18su gli Achei nelle pugne alza lo scettro:
19.19ed in proposte, che d'effetto vote
19.20cadran mai sempre, marcir lascia i pochi
19.21che in disparte consultano se in Argo
19.22redir si debba, pria che falsa o vera
19.23si conosca di Giove la promessa.
19.24Io ti fo certo che il saturnio figlio,
19.25il giorno che di Troia alla ruïna
19.26sciolser gli Achivi le veloci antenne,
19.27non dubbio cenno di favor ne fece
19.28balenando a diritta. Alcun non sia
19.29dunque che parli del tornarsi in Argo,
19.30se prima in braccio di troiana sposa
19.31non vendica d'Elèna il ratto e i pianti.
19.32Se taluno pur v'ha che voglia a forza
19.33di qua partirsi, di toccar si provi
19.34il suo naviglio, e troverà primiero
19.35la meritata morte. Tu frattanto
19.36pria ti consiglia con te stesso, o sire,
19.37indi cogli altri, né sprezzar l'avviso
19.38ch'io ti porgo. Dividi i tuoi guerrieri
19.39per curie e per tribù, sì che a vicenda
19.40si porga aita una tribù con l'altra,
19.41l'una con l'altra curia. A questa guisa,
19.42obbedendo gli Achei, ti fia palese
19.43de' capitani a un tempo e de' soldati
19.44qual siasi il prode e quale il vil; ché ognuno
19.45con emula virtù pel suo fratello
19.46combatterà. Conoscerai pur anco
19.47se nume avverso, o codardìa de' tuoi,
19.48o poca d'armi maestrìa ti tolga
19.49delle dardanie mura la conquista.
20.1Saggio vegliardo, gli rispose Atride,
20.2in tutti della guerra i parlamenti
20.3nanzi a tutti tu vai. Piacesse a Giove,
20.4a Minerva piacesse e al santo Apollo,
20.5ch'altri dieci io m'avessi infra gli Achei
20.6a te pari in consiglio; ed atterrata
20.7cadrìa ben tosto la città troiana.
20.8Ma me l'Egìoco Giove in alti affanni
20.9sommerse, e incauto mi sospinse in vane
20.10gare e contese. Di parole avemmo
20.11gran lite Achille ed io d'una fanciulla,
20.12ed io fui primo all'ira. Ma se fia
20.13che in amistà si torni, un sol momento
20.14non tarderà di Troia il danno estremo.
20.15Or via, di cibo a ristorar le forze
20.16itene tutti per la pugna. Ognuno
20.17l'asta raffili, ognun lo scudo assetti,
20.18di copioso alimento ognun governi
20.19i corridor veloci, e diligente
20.20visiti il cocchio, e mediti il conflitto;
20.21onde questo sia giorno di battaglia
20.22tutto e di sangue, e senza posa alcuna,
20.23finché la notte non estingua l'ire
20.24de' combattenti. Di guerrier sudore
20.25bagnerassi la soga dello scudo
20.26sui caldi petti, verrà manco il pugno
20.27sovra il calce dell'asta, e destrier molti
20.28trarranno il cocchio con infranta lena.
20.29Qualunque io poscia scorgerò che lungi
20.30dalla pugna si resti appo le navi
20.31neghittoso, non fia chi salvo il mandi
20.32dalla fame de' cani e degli augelli.
21.1Così disse, e al finir di sue parole
21.2mandar gli Achivi un altissimo grido
21.3somigliante al muggir d'onda spezzata
21.4all'alto lido ove il soffiar la caccia
21.5di furioso Noto incontro ai fianchi
21.6di prominente scoglio, flagellato
21.7da tutti i venti e da perpetue spume.
21.8Si levâr frettolosi, si dispersero
21.9per le navi, destâr per tutto il lido
21.10globi di fumo, ed imbandîr le mense.
21.11Chi a questo dio sacrifica, chi a quello,
21.12al suo ciascun si raccomanda, e il prega
21.13di camparlo da morte nella pugna.
21.14Ma il re de' prodi Agamennóne un pingue
21.15toro quinquenne al più possente nume
21.16sacrifica, e convita i più prestanti:
21.17Nèstore primamente e Idomenèo,
21.18quindi entrambi gli Aiaci, e di Tidèo
21.19l'inclito figlio, e sesto il divo Ulisse.
21.20Spontaneo venne Menelao, cui noto
21.21era il travaglio del fratello. E questi
21.22fêr di sé stessi una corona intorno
21.23alla vittima, e preso il salso farro
21.24nel mezzo Agamennóne orando disse:
22.1Glorïoso de' nembi adunatore
22.2massimo Giove abitator dell'etra,
22.3pria che il sole tramonti e l'aria imbruni,
22.4fa che fumanti al suol di Prìamo io getti
22.5gli alti palagi, e d'ostil fiamma avvampi
22.6le regie porte; fa che la mia lancia
22.7squarci l'usbergo dell'ettoreo petto,
22.8e che d'intorno a lui molti suoi fidi
22.9boccon distesi mordano la polve.
23.1Disse; ed il nume l'olocausto accolse,
23.2ma non il voto, e a lui più lutto ancora
23.3preparando venìa. Finito il prego
23.4e sparso il farro, ed incurvato all'ara
23.5della vittima il collo, la scannaro,
23.6la discuoiaro, ne squartâr le cosce,
23.7le rivestîr di doppio zirbo, e sopra
23.8poservi i crudi brani. Indi la fiamma
23.9d'aride schegge alimentando, a quella
23.10cocean gli entragni nello spiedo infissi.
23.11Adusti i fianchi, e fatto delle sacre
23.12viscere il saggio, lo restante in pezzi
23.13negli schidon confissero, ed acconcia-
23.14mente arrostito ne levaro il tutto.
23.15Finita l'opra, apparecchîar le mense,
23.16e a suo talento vivandò ciascuno.
23.17Di cibo sazi e di bevanda, prese
23.18a così dire il cavalier Nestorre:
24.1Re delle genti glorïoso Atride
24.2Agamennón, si tolga ogni dimora
24.3all'impresa che in pugno il Dio ne pone.
24.4Degli araldi la voce alla rassegna
24.5chiami sul lido i loricati Achei,
24.6e noi scorriamo le raccolte squadre,
24.7e di Marte destiam l'ira e il desìo.
25.1Assentì pronto il sire, ed al suo cenno
25.2l'acuto grido degli araldi diede
25.3della pugna agli Achivi il fiero invito.
25.4Corsero quelli frettolosi; e i regi
25.5di Giove alunni, che seguìan l'Atride,
25.6li ponean ratti in ordinanza. Errava
25.7Minerva in mezzo, e le splendea sul petto
25.8incorrotta, immortal la prezïosa
25.9egida da cui cento eran sospese
25.10frange conteste di finissim'oro,
25.11e valea cento tauri ogni gherone.
25.12In quest'arme la Diva folgorando
25.13concitava gli Achivi, ed accendea
25.14l'ardir ne' petti, e li facea gagliardi
25.15a pugnar fieramente e senza posa.
25.16Allor la guerra si fe' dolce al core
25.17più che il volger le vele al patrio nido.
26.1Siccome quando la vorace vampa
26.2sulla montagna una gran selva incende,
26.3sorge splendor che lungi si propaga;
26.4così al marciar delle falangi achive
26.5mandan l'armi un chiaror che tutto intorno
26.6di tremuli baleni il cielo infiamma.
26.7E qual d'oche o di gru volanti eserciti
26.8ovver di cigni che snodati il tenue
26.9collo van d'Asio ne' bei verdi a pascere
26.10lungo il Caistro, e vagolando esultano
26.11su le larghe ale, e nel calar s'incalzano
26.12con tale un rombo che ne suona il prato;
26.13così le genti achee da navi e tende
26.14si diffondono in frotte alla pianura
26.15del divino Scamandro, e il suol rimbomba
26.16sotto il piè de' guerrieri e de' cavalli
26.17terribilmente. Nelle verdi lande
26.18del fiume s'arrestâr gremiti e spessi
26.19come le foglie e i fior di primavera.
26.20Conti lo sciame dell'impronte mosche
26.21che ronzano in april nella capanna,
26.22quando di latte sgorgano le secchie,
26.23chi contar degli Achei desìa le torme
26.24anelanti de' Teucri alla rovina.
26.25Ma quale è de' caprai la maestrìa
26.26nel divider le greggie, allor che il pasco
26.27le confonde e le mesce, a questa guisa
26.28in ordinate squadre i capitani
26.29schieravano gli Achivi alla battaglia.
26.30Agamennón qual tauro era nel mezzo,
26.31che nobile e sovrana alza la fronte
26.32sovra tutto l'armento e lo conduce:
26.33e tal fra tanti eroi Giove gl'infonde
26.34e garbo e maestà, che Marte al cinto,
26.35Nettunno al petto, e il Folgorante istesso
26.36negli sguardi somiglia e nella testa.
27.1Muse dell'alto Olimpo abitatrici,
27.2or voi ne dite (ché voi tutte, o Dive,
27.3riguardate le cose e le sapete:
27.4a noi nessuna è conta, e ne susurra
27.5di fuggitiva fama un'aura appena),
27.6dite voi degli Achivi i condottieri.
27.7Della turba infinita io né parole
27.8farò né nome, ché bastanti a questo
27.9non dieci lingue mi sarìan né dieci
27.10bocche, né voce pur di ferreo petto.
27.11Di tutta l'oste ad Ilio navigata
27.12divisar la memoria altri non puote
27.13che l'alme figlie dell'Egìoco Giove.
27.14Sol dunque i duci, e sol le navi io canto.
28.1Erano de' Beozi i capitani
28.2Arcesilao, Leìto e Penelèo
28.3e Protenore e Clonio, e traean seco
28.4d'Iria i coloni e d'Aulide petrosa,
28.5con quei di Scheno e Scolo, e quei dell'erta
28.6Eteono e di Tespia e quei che manda
28.7la spaziosa Micalesso e Grea;
28.8e quei che d'Arma la contrada edùca,
28.9ed Ilesio ed Erìtre ed Eleone
28.10e Peteone ed Ila ed Ocalèa.
28.11Seguono i prodi della ben costrutta
28.12Medeone e di Cope, e gli abitanti
28.13d'Eutresi e Tisbe di colombe altrice.
28.14Di Coronèa vien dopo e dell'erbosa
28.15Alïarto e di Glissa e di Platèa
28.16e d'Ipotebe dalle salde mura
28.17una gran torma: ed altri abbandonaro
28.18le sacrate a Nettunno inclite selve
28.19d'Onchesto, e d'Arne i pampinosi colli;
28.20altri il pian di Midèa; altri di Nisa
28.21gli almi boschetti, e gli ultimi confini
28.22d'Antèdone. Di questi eran cinquanta
28.23le navi, e ognuna cento prodi e venti,
28.24fior di beozia gioventù, portava.
29.1Dell'Orcomèno Minïèo gli eletti,
29.2misti a quei d'Aspledóne, hanno a lor duci
29.3Ascàlafo e Ialmeno, ambo di Marte
29.4egregia prole. Ne' secreti alberghi
29.5d'Attore Azìde partorilli Astìoche
29.6vereconda fanciulla, alle superne
29.7stanze salita, e al forte iddio commista
29.8in amplesso furtivo. Eran di questi
29.9trenta le navi che schierârsi al lido.
30.1Regge la squadra de' Focensi il cenno
30.2di Schedio e d'Epistròfo, incliti figli
30.3del generoso Naubolìde Ifìto.
30.4Invìa questi guerrier la discoscesa
30.5balza di Pito, e Ciparisso e Crissa,
30.6gentil paese, e Daulide e Panope.
30.7D'Anemoria e di Jampoli van seco
30.8gli abitatori, e quei che del Cefiso
30.9beon l'onde sacre, e quei che di Lilèa
30.10domano i gioghi alle cefisie fonti.
30.11Son quaranta le prore al mar fidate
30.12da questi prodi, e tutte in ordinanza
30.13de' Beozi disposte al manco lato.
31.1Di Locride guidava i valorosi
31.2Aiace d'Oïlèo, veloce al corso.
31.3Di tutta la persona egli è minore
31.4del Telamonio, né minor di poco;
31.5ma picciolo quantunque e non coperto
31.6che di lineo torace, ei tutti avanza
31.7e Greci e Achivi nel vibrar dell'asta.
31.8Di Cino, di Calliaro e d'Opunte
31.9lo seguono i deletti, e quei di Bessa,
31.10e quei che i colti dell'amena Augèe
31.11e di Scarfe lasciâr, misti di Tarfa
31.12ai duri agresti, e quei di Tronio a cui
31.13il Boagrio torrente i campi allaga.
31.14Venti e venti il seguìan preste carene
31.15della locrese gioventù venuta
31.16di là dai fini della sacra Eubèa.
32.1Ma gl'incoli d'Eubèa gli arditi Abanti,
32.2Eretrïensi, Calcidensi, e quelli
32.3dell'aprica vitifera Istïea,
32.4e di Cerinto in una i marinari,
32.5e i montanari dell'alpestre Dio,
32.6e quei di Stira e di Caristo han duce
32.7il bellicoso Elefenòr, figliuolo
32.8di Calcodonte, e sir de' prodi Abanti.
32.9Snellissimi di piè portan costoro
32.10fiocchi di chiome su la nuca, egregi
32.11combattitori, a maraviglia sperti
32.12nell'abbassar la lancia, e sul nemico
32.13petto smagliati fracassar gli usberghi.
32.14E quaranta di questi eran le vele.
33.1Della splendida Atene ecco gli eroi,
33.2popolo del magnanimo Erettèo
33.3cui l'alma terra partorì. Nudrillo
33.4ed in Atene il collocò Minerva
33.5alla sant'ombra de' suoi pingui altari,
33.6ove l'attica gente a statuito
33.7giro di soli con agnelli e tauri
33.8placa la Diva. Guidator di questi
33.9era il Petìde Menestèo. Non vede
33.10pari il mondo a costui nella scienza
33.11di squadronar cavalli e fanti. Il solo
33.12Nestor l'eguaglia, perché d'anni il vince.
33.13Cinquanta navi ha seco. Unîrsi a queste
33.14sei altre e sei di Salamina uscite,
33.15al Telamonio Aiace obbedïenti.
34.1Seguìa l'eletta de' guerrier, cui d'Argo
34.2mandava la pianura e la superba
34.3d'ardue mura Tirinto e le di cupo
34.4golfo custodi Ermïone ed Asìne.
34.5Con essi di Trezene e della lieta
34.6di pampini Epidauro e d'Eïone
34.7venìa la squadra; e dopo questa un fiero
34.8di giovani drappello che d'Egina
34.9lasciò gli scogli e di Masete. A questi
34.10tre sono i duci, il marzio Dïomede,
34.11Stènelo dell'altero Capanèo
34.12diletta prole, e il somigliante a nume
34.13Eurïalo figliuol di Mecistèo
34.14Talaionìde. Ma del corpo tutto
34.15condottiero supremo è Dïomede.
34.16E sono ottanta di costor le antenne.
35.1Ma ben cento son quelle a cui comanda
35.2il regnatore Agamennóne Atride.
35.3Sua seguace è la gente che gl'invìa
35.4la regale Micene e l'opulenta
35.5Corinto, e quella della ben costrutta
35.6Cleone e quella che d'Ornee discende,
35.7e dell'amena Aretirèa. Né scarsa
35.8fu de' suoi Sicïon, seggio primiero
35.9d'Adrasto. Anco Iperesia, anco l'eccelsa
35.10Gonoessa e Pellene ed Egio e tutte
35.11le marittime prode, e tutta intorno
35.12d'Elice la campagna impoverîrsi
35.13d'abitatori. E questa truppa è fiore
35.14di gagliardi, e la più di quante allora
35.15schierârsi in campo. D'arme rilucenti
35.16iva il duce vestito, ed esultava
35.17in suo segreto del vedersi il primo
35.18fra tanti eroi; e veramente egli era
35.19il maggior di que' regi, e conducea
35.20il maggior nerbo delle forze achive.
36.1Il concavo di balze incoronato
36.2Lacedemonio suol Sparta e Brisèe,
36.3e Fari e Messa di colombe altrice,
36.4e Augìe la lieta e l'amiclèa contrada,
36.5Etilo ed Elo al mar giacente e Laa,
36.6queste tutte spedîr sovra sessanta
36.7prore i lor figli; e Menelao li guida
36.8aitante guerrier. Disgiunta ei tiene
36.9dalla fraterna la sua schiera, e forte
36.10del suo proprio valor la sprona all'armi,
36.11di vendicar su i Teucri impazïente
36.12l'onta e i sospir della rapita Elèna.
37.1Di novanta navigli capitano
37.2veniva il veglio cavalier Nestorre.
37.3Di Pilo ei guida e dell'aprica Arene
37.4gli abitanti e di Trio, guado d'Alfèo,
37.5e della ben fondata Epi, con quelli
37.6a cui Ciparissente e Anfigenìa
37.7sono stanza, e Ptelèo ed Elo e Dorio,
37.8Dorio famosa per l'acerbo scontro
37.9che col tracio Tamiri ebber le Muse
37.10il giorno che d'Ecalia e dagli alberghi
37.11dell'ecaliese Eurito ei fea ritorno.
37.12Millantava costui che vinte avrìa
37.13al paragon del canto anco le Muse,
37.14le Muse figlie dell'Egìoco Giove.
37.15Adirate le dive al burbanzoso
37.16tolser la luce e il dolce canto e l'arte
37.17delle corde dilette animatrice.
38.1Seguìa l'arcade schiera dalle falde
38.2del Cillene discesa e dai contorni
38.3del tumulo d'Epito, esperta gente
38.4nel ferir da vicino. Uscìa con essa
38.5di campestri garzoni una caterva,
38.6che del Fenèo li paschi e il pecoroso
38.7Orcomeno lasciâr. V'eran di Ripe
38.8e di Strazia i coloni e di Tegèa,
38.9e quei d'Enispe tempestosa, e quelli
38.10cui dell'amena Mantinèa nutrisce
38.11l'opima gleba e la stinfalia valle
38.12e la parrasia selva. Avean costoro
38.13spiegate al vento di cinquanta e dieci
38.14navi le vele, che a varcar le negre
38.15onde lor diè lo stesso rege Atride
38.16Agamennóne; perocché di studi
38.17marinareschi all'Arcade non cale.
38.18D'intrepidi nell'arme e sperti petti
38.19iva carca ciascuna, e le reggea
38.20d'Ancèo figliuolo il rege Agapenorre.
39.1La squadra che consegue, e si divide
39.2quadripartita, ha quattro duci, e ognuno
39.3a dieci navi accenna. Le montaro
39.4molti Epèi valorosi, e gli abitanti
39.5di Buprasio e del sacro elèo paese,
39.6e di tutto il terren che tra il confine
39.7di Mirsino ed Irmino si racchiude,
39.8e tra l'Olenia rupe e l'erto Alìsio.
39.9Di Cteato figliuol l'illustre Anfìmaco
39.10guida il primo squadron, Talpio il secondo,
39.11egregio seme dell'Eurito Attòride;
39.12Dïore il terzo, generosa prole
39.13d'Amarincèo. Del quarto è correttore
39.14il simigliante a nume Polisseno,
39.15germe dell'Augeïade Agastene.
40.1Ai forti di Dulichio e delle sacre
40.2Echinadi isolette, che rimpetto
40.3alle contrade elèe rompon l'opposto
40.4pelago, a questi è condottier Megète,
40.5di sembiante guerrier pari a Gradivo.
40.6Il generò Filèo diletto a Giove,
40.7buon cavalier che dai paterni un giorno
40.8odii sospinto alla dulichia terra
40.9migrò fuggendo, e v'ebbe impero. Il figlio
40.10quaranta prore ad Ilïon guidava.
41.1Dei prodi Cefaleni, abitatori
41.2d'Itaca alpestre e di Nerito ombroso,
41.3di Crocilèa, di Samo e di Zacinto
41.4e dell'aspra Egelìpe e dell'opposto
41.5continente, di tutti è duce Ulisse
41.6vero senno di Giove; e lo seguièno
41.7dodici navi di vermiglio pinte.
42.1Ne spinge in mar quaranta il capitano
42.2degli Etòli Toante, a cui fu padre
42.3Andrèmone; e traea seco le torme
42.4di Pleurone, d'Oleno e di Pilene,
42.5quelle dell'aspra Calidone e quelle
42.6di Calcide. E raccolta era in Toante
42.7degli Etòli la somma signorìa
42.8da che la Parca i figli ebbe percosso
42.9del magnanimo Enèo, posto col biondo
42.10Meleagro infelice ei pur sotterra.
43.1Il gran mastro di lancia Idomenèo
43.2guida i Cretesi che di Gnosso usciro,
43.3di Litto, di Mileto e della forte
43.4Gortina e della candida Licasto
43.5e di Festo e di Rizio, inclite tutte
43.6popolose contrade, ed altri molti
43.7dell'alma Creta abitator, di Creta
43.8che di cento città porta ghirlanda.
43.9Di questi tutti Idomenèo divide
43.10col marzio Merïon la glorïosa
43.11capitananza; e ottanta navi han seco.
44.1Nove da Rodi ne varâr gli alteri
44.2Rodiani per l'isola partiti
44.3in triplice tribù: Lindo, Jaliso,
44.4e il biancheggiante di terren Camiro.
44.5L'Eràclide Tlepòlemo è lor duce,
44.6grande e robusto battaglier che al forte
44.7Ercole un giorno Astiochèa produsse,
44.8cui d'Efira e dal fiume Selleente
44.9seco addusse l'eroe, poiché distrutto
44.10v'ebbe molte cittadi e molta insieme
44.11gioventù generosa. Entro i paterni
44.12fidi alberghi Tlepòlemo cresciuto
44.13di subitaneo colpo a morte mise
44.14Licinnio, al padre avuncolo diletto,
44.15e canuto guerrier. Ratto costrusse
44.16alquante navi l'uccisore, e accolti
44.17molti compagni, si fuggì per l'onde,
44.18l'ira vitando e il minacciar degli altri
44.19figli e nipoti dell'erculeo seme.
44.20Dopo error molti e stenti i fuggitivi
44.21toccâr di Rodi il lido, e qui divisi
44.22tutti in tre parti posero la stanza:
44.23e il gran re de' mortali e degli Dei
44.24li dilesse, e su lor piovve la piena
44.25d'infinita mirabile ricchezza.
45.1Nirèo tre navi conducea da Sima,
45.2Nirèo d'Aglaia figlio e di Caropo,
45.3Nirèo di quanti navigaro a Troia
45.4il più vago, il più bel, dopo il Pelìde
45.5beltà perfetta. Ma un imbelle egli era;
45.6e turba lo seguìa di pochi oscuri.
46.1Quei che tenean Nisiro e Caso e Cràpato
46.2e Coo seggio d'Euripilo, e le prode
46.3dell'isole Calidne, il cenno regge
46.4d'Antifo e di Fidippo, ambo figliuoli
46.5di Tessalo Eraclìde. E trenta navi
46.6aravano a costor l'onda marina.
47.1Ditene adesso, o Dive, i valorosi
47.2d'Alo e d'Alope e del pelasgic'Argo
47.3e di Trachine; né di Ftia né d'Ellade,
47.4di bellissime donne educatrice,
47.5gli eroi tacete, Mirmidón chiamati,
47.6ed Elleni ed Achei. Sopra cinquanta
47.7prore a costoro è capitano Achille.
47.8Ma di guerra in que' cor tace il pensiero,
47.9ch'ei più non hanno chi a pugnar li guidi.
47.10Il divino Pelìde appo le navi
47.11neghittoso si giace, e della tolta
47.12Briseide l'ira si smaltisce in petto,
47.13bella di belle chiome alma fanciulla
47.14che in Lirnesso ei s'avea con molto affanno
47.15conquistata per mezzo alla ruina
47.16di Lirnesso e di Tebe, a morte spinti
47.17del bellicoso Eveno ambo i figliuoli
47.18Epistrofo e Minete. Per costei
47.19languìa nell'ozio il mesto eroe; ma il giorno
47.20del suo destarsi all'armi era vicino.
48.1Quei che Filàce e la fiorita Pìrraso,
48.2terra a Cerere sacra, e la feconda
48.3di molto gregge Itóne e quei che manda
48.4la marittima Antrone e di Ptelèo
48.5l'erboso suol, reggea, mentre che visse,
48.6il marzïal Protesilao. Ma lui
48.7la negra terra allor chiudea nel seno,
48.8e la moglie in Filàce derelitta
48.9le belle gote lacerava, e tutta
48.10vedova del suo re piangea la casa.
48.11Primo ei balzossi dalle navi, e primo
48.12trafitto cadde dal dardanio ferro:
48.13ma senza duce non restò sua schiera,
48.14ché Podarce or la guida, esimio figlio
48.15del Filacide Ificlo, che di pingui
48.16lanose torme avea molta ricchezza.
48.17Del magnanimo ucciso era Podarce
48.18minor germano; ma perché quel grande
48.19non pur d'anni il vincea, ma di prodezza,
48.20l'egregio estinto duce era pur sempre
48.21di sua schiera il desìo. Di questa squadra
48.22son quaranta le navi in ordinanza.
49.1Gli abitator di Fere, appo il bebèo
49.2stagno, e quelli di Bebe e di Glafira
49.3e dell'alta Jaolco avean salpato
49.4con undici navigli. Eumelo è duce,
49.5germe caro d'Admeto, e la divina
49.6infra le donne Alcesti il partorìo,
49.7delle figlie di Pelia la più bella.
50.1Di Metone, Taumacia e Melibèa
50.2e dell'aspra Olizone era venuto
50.3con sette prore un fier drappello, e carca
50.4di cinquanta gagliardi era ciascuna,
50.5sperti di remo e d'arco e di battaglia.
50.6Famoso arciero li reggea da prima
50.7Filottete; ma questi egro d'acuti
50.8spasmi ora giace nella sacra Lenno,
50.9ove da tetra di pestifer angue
50.10piaga offeso gli Achei l'abbandonaro.
50.11Ma dell'afflitto eroe gl'ingrati Argivi
50.12ricorderansi, e in breve. Intanto il fido
50.13suo stuol si strugge del desìo di lui,
50.14ma non va senza duce. Lo governa
50.15Medon cui spurio figlio ad Oïlèo
50.16eversor di città Rena produsse.
51.1Que' poi che Tricca e la scoscesa Itome
51.2ed Ecalia tenean seggio d'Eurito,
51.3han capitani d'Esculapio i figli,
51.4della paterna medic'arte entrambi
51.5sperti assai, Podalirio e Macaone.
51.6Fan trenta navi di costor la schiera.
52.1Ormenio, Asterio e l'iperèe fontane,
52.2e del Titano le candenti cime
52.3i lor prodi mandâr sotto il comando
52.4del chiaro figlio d'Evemone Eurìpilo
52.5da quaranta carene accompagnato.
53.1D'Argissa e di Girton, d'Orte e d'Elona
53.2e della bianca Oloossona i figli
53.3procedono suggetti al fermo e forte
53.4Polipete, figliuol di Piritòo,
53.5del sempiterno Giove inclito seme;
53.6e generollo a Piritòo l'illustre
53.7Ippodamìa quel dì che dei bimembri
53.8irti Centauri ei fe' l'alta vendetta,
53.9e li cacciò dal Pelio, e agli Eticesi
53.10li confinò. Né solo è Polipete,
53.11ma seco è Leontèo, marzio germoglio
53.12del Cenìde magnanimo Corone.
53.13E questa è squadra di quaranta antenne.
54.1Venti da Cifo e due Gunèo ne guida
54.2d'Enieni onerose e di Perebi,
54.3franchi soldati, e di color che intorno
54.4alla fredda Dodona avean la stanza,
54.5e di quelli che solcano gli ameni
54.6campi cui l'onda titaresia irriga,
54.7rivo gentil che nel Penèo devolve
54.8le sue bell'acque, né però le mesce
54.9con gli argenti penèi, ma vi galleggia
54.10come liquida oliva; ché di Stige
54.11(giuramento tremendo) egli è ruscello.
55.1Ultimo vien di Tentredone il figlio
55.2il veloce Protòo, duce ai Magneti
55.3dal bel Penèo mandati e dal frondoso
55.4Pelio. Il seguìan quaranta navi. E questi
55.5fur dell'achiva armata i capitani.
56.1Dimmi or, Musa, chi fosse il più valente
56.2di tanti duci e de' cavalli insieme
56.3che gli Atridi seguîr. Prestanti assai
56.4eran le fereziadi puledre
56.5ch'Eumelo maneggiava, agili e ratte
56.6come penna d'augello, ambe d'un pelo,
56.7d'età pari e di dosso a dritto filo.
56.8Il vibrator del curvo arco d'argento
56.9Febo educolle ne' pïerii prati,
56.10e portavan di Marte la paura
56.11nelle battaglie. Degli eroi primiero
56.12era l'Aiace Telamonio, mentre
56.13perseverò nell'ira il grande Achille,
56.14il più forte di tutti; e innanzi a tutti
56.15ivan di pregio i corridor portanti
56.16l'incomparabil Tessalo. Ma questi
56.17nelle ricurve navi si giacea
56.18inoperoso, e sempre spirante ira
56.19contro l'Atride Agamennóne. Intanto
56.20lunghesso il mare al disco, all'asta, all'arco
56.21i suoi guerrieri si prendean diletto.
56.22Oziosi i cavalli appo i lor cocchi
56.23pasceano l'apio paludoso e il loto,
56.24e i cocchi si giacean coperti e muti
56.25nelle tende dei duci, e i duci istessi,
56.26del bellicoso eroe desiderosi,
56.27givan pel campo vagabondi e inerti.
57.1Movean le schiere intanto in vista eguali
57.2a un mar di foco inondator, che tutta
57.3divorasse la terra; ed alla pesta
57.4de' trascorrenti piedi il suol s'udìa
57.5rimbombar. Come quando il fulminante
57.6irato Giove Inarime flagella
57.7duro letto a Tifèo, siccome è grido;
57.8così de' passi al suon gemea la terra.
58.1Mentre il campo traversano veloci
58.2gli Achei, col piè che i venti adegua, ai Teucri
58.3Iri discese di feral novella
58.4apportatrice, e la spedìa di Giove
58.5un comando. Tenean questi consiglio
58.6giovani e vecchi, congregati tutti
58.7ne' regali vestiboli. Mischiossi
58.8tra lor la Diva, di Polìte assunta
58.9l'apparenza e la voce. Era Polìte
58.10di Prìamo un figlio che, del piè fidando
58.11nella prestezza, stavasi de' Teucri
58.12esploratore al monumento in cima
58.13dell'antico Esïeta, e vi spïava
58.14degli Achivi la mossa. In queste forme
58.15trasse innanzi la Diva, e al re conversa,
58.16Padre, disse, che fai? Sempre a te piace
58.17il molto sermonar come ne' giorni
58.18della pace; né pensi alla ruina
58.19che ne sovrasta. Molte pugne io vidi,
58.20ma tali e tante non vid'io giammai
58.21ordinate falangi. Numerose
58.22al pari delle foglie e dell'arene
58.23procedono nel campo a dar battaglia
58.24sotto Troia. Tu dunque primamente,
58.25Ettore, ascolta un mio consiglio, e il poni
58.26ad effetto. Nel sen di questa grande
58.27città diversi di diverse lingue
58.28abbiam guerrieri di soccorso. Ognuno
58.29de' lor duci si ponga alla lor testa,
58.30e tutti in punto di pugnar li metta.
59.1Conobbe Ettorre della Dea la voce,
59.2e di subito sciolse il parlamento.
59.3Corresi all'armi, si spalancan tutte
59.4le porte, e folti sboccano in tumulto
59.5fanti e cavalli. Alla città rimpetto
59.6solitario nel piano ergesi un colle
59.7a cui s'ascende d'ogni parte. È detto
59.8da' mortali Batièa, dagl'immortali
59.9tomba dell'agilissima Mirinna;
59.10ivi i Teucri schierârsi e i collegati.
60.1Capitan de' Troiani è il grande Ettorre,
60.2d'eccelso elmetto agitator. Lo segue
60.3de' più forti guerrier schiera infinita
60.4coll'aste in pugno di ferir bramose.
61.1Ai Dàrdani comanda il valoroso
61.2figliuol d'Anchise Enea cui la divina
61.3Venere in Ida partorì, commista
61.4diva immortale ad un mortal; ned egli
61.5solo comanda, ma ben anco i due
61.6Antenòridi Archiloco e Acamante
61.7in tutte guise di battaglia esperti.
62.1Quei che dell'Ida alle radici estreme
62.2hanno stanza in Zelèa ricchi Troiani
62.3la profonda beventi acqua d'Asepo,
62.4Pandaro guida, licaonio figlio,
62.5cui fe' dono dell'arco Apollo istesso.
63.1Della città d'Apesio e d'Adrastèa,
63.2di Pitièa la gente e dell'eccelsa
63.3ferèa montagna han duci Adrasto ed Anfio
63.4corazzato di lino, ambo rampolli
63.5di Merope Percosio. Era costui
63.6divinator famoso, ed a' suoi figli
63.7non consentìa l'andata all'omicida
63.8guerra. Ma i figli non l'udîr; ché nero
63.9a morir li traea fato crudele.
64.1Mandâr Percote e Prazio e Sesto e Abido
64.2e la nobile Arisba i lor guerrieri,
64.3ed Asio li conduce, Asio figliuolo
64.4d'Irtaco, e prence che d'Arisba venne
64.5da fervidi portato alti cavalli
64.6alla riviera sellentèa nudriti.
65.1Dalla pingue Larissa i furibondi
65.2lanciatori pelasghi Ippòtoo mena
65.3con Pilèo, bellicosi ambo germogli
65.4del pelasgico Leto Teutamìde.
66.1Acamante e l'eroe duce Piròo
66.2i Traci conducean quanti ne serra
66.3l'estuoso Ellesponto; ed i Cicòni
66.4del giavellotto vibratori, Eufemo
66.5del Ceade Trezeno alto nipote;
66.6poi Pirecme i Peòni a cui sul tergo
66.7suonan gli archi ricurvi, e gli spedisce
66.8la rimota Amidone, e l'Assio, fiume
66.9di larga correntìa, l'Assio di cui
66.10non si spande ne' campi onda più bella.
67.1Dall'èneto paese ov'è la razza
67.2dell'indomite mule, conducea
67.3di Pilemene l'animoso petto
67.4i Paflagoni, di Citoro e Sèsamo
67.5e di splendide case abitatori
67.6lungo le rive del Partenio fiume,
67.7e d'Egiàlo e di Cromna e dell'eccelse
67.8balze eritine. Li seguìa la squadra
67.9degli Alizòni d'Alibe discesi,
67.10d'Alibe ricca dell'argentea vena.
67.11Duci a questi eran Odio ed Epistròfo,
67.12e Cromi ai Misii e l'indovino Eunòmo.
67.13Ma con gli augurii il misero non seppe
67.14schivar la Parca. Sotto l'asta ei cadde
67.15del Pelìde, quel dì che di nemica
67.16strage vermiglio lo Scamandro ei fece.
68.1Forci ed Ascanio deïforme al campo
68.2dall'Ascania traean le frigie torme
68.3di commetter battaglia impazïenti.
69.1Di Pilemene i figli Antifo e Mestle,
69.2alla gigèa palude partoriti,
69.3ai Meonii eran duci, a quelli ancora
69.4che alla falda del Tmolo ebber la vita.
70.1Quindi i Carii di barbara favella
70.2di Mileto abitanti e del frondoso
70.3monte de' Ftiri e del meandrio fiume
70.4e dell'erte di Mìcale pendici.
70.5Anfimaco a costor con Naste impera,
70.6figli di Nomïon, Naste un prudente,
70.7Anfimaco un insano. Iva alla pugna
70.8carco d'oro costui come fanciulla:
70.9stolto! ché l'oro allontanar non seppe
70.10l'atra morte che il giunse allo Scamandro.
70.11Ivi il ferro achilleo lo stese, e l'oro
70.12preda del forte vincitor rimase.
71.1Venìan di Licia alfine, e dai rimoti
71.2gorghi del Xanto i Licii, e li guidava
71.3l'incolpabile Glauco e Sarpedonte.
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