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1.1Trovar potrà qualunque indaga e cerca,
1.2che d'ogni altro animal fu la Natura
1.3pia matre, ma de l'huom cruda noverca.
1.4Suo poco ingegno fosse, o poca cura,
2.1quello animal, ch'esser dovea signore
2.2di tutti gli altri, è pien d'ogni sciagura,
2.3rimaso in preda quel sendo al dolore
2.4del corpo e de la mente, onde languire
2.5convien miser per forza a tutte l'hore,
3.1e finalmente in servitù morire;
3.2ma la morte biasmar però non voglio,
3.3che in terra tanti non potrian capire.
3.4Del viver troppo breve sol mi doglio
3.5ch'altri animai con più ferma radice
4.1d'avanzar l'huomo in ciò prendono orgoglio.
4.2Che giova al mondo il cervo, e la cornice
4.3viver mill'anni e mille et altri molti,
4.4– né tra quei nominar vuo' la Phenice –
4.5e gli huomini a trovar sempre rivolti
5.1nuovi rimedii con l'esperienza,
5.2vengon di vita troppo acerbi tolti?
5.3Quand'un comincia qualche conoscenza
5.4di cosa haver, che a gli altri occulta sia,
5.5convien dal mondo far dura partenza.
6.1Che a gli altri la Natura matre pia
6.2fosse, e matrigna a l'huomo, in tal maniera
6.3fondo l'intention verace mia.
6.4Ogni animal domestico ogni fera
6.5senz'altro aiuto i figli suoi produce,
7.1sia notte o giorno, e sia mattina o sera;
7.2che uscito ogniuno a la diurna luce
7.3tosto prende la mamma, e salta e corre,
7.4poi senza guida al nido si riduce.
7.5Né gli bisogna o panni o fascie torre,
8.1non acqua per lavar, per scaldar foco,
8.2né d'essi alcun sopra la culla porre.
8.3Né ritrovo animal tanto da poco,
8.4cui non armi Natura, onde difesa
8.5faccia contra d'ogni altro in ciascun loco:
9.1l'un corna, l'altro denti, unghie da presa
9.2quel porta e coda venenosa questo,
9.3chi gambe da fuggir ratto a distesa.
9.4Chi spine acute avventa, e manifesto
9.5parmi, che seco porti ogni animale
10.1rimedio a chi l'offende agro e funesto.
10.2Chi nuota in acqua, e chi per l'aria l'ale
10.3veloce spiega e con zanne e con squame
10.4hor si difende hor l'inimico assale.
10.5E la Natura per trargli la fame
11.1larga provide a quel per mille strade,
11.2herbe, frondi, radici, arido strame.
11.3Semi diversi e vermi e frutti e biade
11.4mosche, vespe, locuste, estri e farfalle
11.5sen va pascendo e sempre in libertade.
12.1S'egli si trova o in prato o in monte o in valle
12.2o in bosco o in selva o in spiaggia il cibo coglie,
12.3la state e il verno, che ciò mai non falle.
12.4Ma de la matre l'huom, tra gridi e doglie
12.5convien che al mondo nasca, e disarmato
13.1non pur, ma privo di tutte le spoglie.
13.2E sol può dirsi l'infelice nato
13.3a le fatiche, e convien pur che sudi,
13.4perché il cibo gli sia da viver dato.
13.5Tutti adunque nasciam poveri e nudi,
14.1con le commatri e con le balie intorno,
14.2eccetto il pianto ad ogni cosa rudi,
14.3e con miseria grande e con gran scorno
14.4subito e mani e piedi avvinti stretti,
14.5gran tempo in guisa tal facciam soggiorno.
15.1e totalmente ad ogni cosa inetti,
15.2senza saper se morti siamo o vivi
15.3colmi stiam di miserie e di difetti,
15.4più giorni e mesi et anni al tutto privi
15.5d'ingegno e di discorso e d'intelletto,
16.1fin che a vent'anni almen ciascuno arrivi.
16.2Ma perché l'huom più fosse anco imperfetto
16.3ciascun de la sua vita il corso breve
16.4consuma la metà dormendo in letto.
16.5Se così poco pur l'huom viver deve,
17.1perché Natura il diede al sonno in preda,
17.2non men che morte in fin che dura greve?
17.3Non veggio cosa, onde a la morte ceda
17.4il sonno, fuor che in esser quella eterna:
17.5l'util, che il sonno fa, dunque ogniun veda.
18.1Non è sì cieco alcun che non discerna
18.2palesemente la miseria humana
18.3ne l'estrinseca parte e ne l'interna.
18.4Crudel Natura, ch'io non dico insana,
18.5perché nel crear l'huom fosti matrigna,
19.1sì dal materno affetto tuo lontana?
19.2Se in crear tanto pia fosti e benigna
19.3gli altri senza ragion bruti animali,
19.4perché verso di noi cruda e maligna?
19.5Perché febbri e cattari e tanti mali,
20.1facesti, che molestan giorno e notte
20.2con gran tormento i miseri mortali?
20.3Rene e tumori e pietre e fianchi e gotte,
20.4spasmi, pesti, dolori, apoplessie,
20.5che tante acerbe vite hanno interrotte.
21.1Tante insidie date per tante vie
21.2fur poste a questa travagliata vita,
21.3da non l'esprimer le parole mie.
21.4Ma per far la miseria più compita,
21.5non ti bastando i crudi mali esterni,
22.1ogni pietà da te crudel sbandita,
22.2ne desti in preda a tanti affetti interni,
22.3come odio, sdegno, invidia, ambitione,
22.4che indarno par che la ragion governi.
22.5Superbia, ira, avaritia, son cagione,
23.1vano amor, gelosia, c'hora sì spesso
23.2ceda il dritto a la forza e la ragione.
23.3Un altro error de la Natura espresso
23.4vuo' dir: quest'è che in crear l'huom coperto
23.5dentro al petto e nascosto il cor gli ha messo.
24.1Oh, se veder quel si potesse aperto
24.2a quanti gravi scandali e ruine
24.3si trovaria vero rimedio e certo!
24.4Le fraudi e gli homicidii e le rapine
24.5tutte si schivarian, se il cor palese
25.1scoprisse ogniun, come la faccia e il crine.
25.2Perché non fe' Natura l'huom cortese
25.3amorevol, benigno e mansueto,
25.4col pensier volto a giuste e sante imprese?
25.5Perché nol fe' magnanimo e discreto,
26.1liberal, giusto, affabile e sincero;
26.2che in bocca habbia l'istesso e nel secreto?
26.3Che vinto non saria dal falso il vero,
26.4né tanti inganni e tante fittioni
26.5sarian ne l'huom, ne cor sì duro e fero,
27.1di guerre e di discordie son cagioni,
27.2di tanto sangue human sparto innocente
27.3per tutto il mondo in varie regioni.
27.4E senza legge viveria la gente
27.5in pace e in carità per tutto il mondo,
28.1ciascuno a gara a le buon'opre ardente.
28.2Staria sommerso il vitio nel profondo,
28.3saria quel sì lodato secol d'oro,
28.4o viver dolce o conversar giocondo.
28.5E se privi noi siam d'un tal thesoro
29.1la Natura incolpar si deve sola,
29.2che tanto errò nel far sì bel lavoro.
29.3Ben so che in questa e in quella dotta scola
29.4non pur difesa, ma lodata anchora
29.5ne viene e che il suo nome illustre vola.
30.1E di quei mali, c'ho descritti hor hora,
30.2da lei fissi ne l'huom, la colpa danno
30.3con vana fittion, tutti a Pandora.
30.4Per altra via difenderla non sanno
30.5ma come i temerarii adulatori,
31.1le favole in suo pro trovando vanno.
31.2Già fatti v'ho con man toccar gli errori
31.3de la Natura, anchor che me ne resti
31.4da dir gran parte e forse anco i maggiori.
31.5Quei, che il Dio Momo già fe' manifesti,
32.1s'egli avverà che un dì tempo m'avanzi,
32.2dirovvi e gli altri anchor simili a questi.
32.3Benché sian cose lievi e da romanzi
32.4cercar se la Natura por dovea
32.5dietro la polpa de la gamba, o innanzi;
33.1ben tempo è di fornir, perch'io credea
33.2di scriver poco a ciò d'intorno, quando
33.3presa la penna in man per questo havea.
33.4Ma i tanti falli di costei narrando,
33.5gli anni consumarei non sol, ma i lustri:
34.1vuo' tacer dunque, a voi mi raccomando,
34.2Messer Thomaso et a i Signori illustri.
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