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1.1Quel dì, Messer Thomaso, a quindeci hore
1.2fui salvo a Sabbioneta, il Po passato
1.3havendo al dritto di Casalmaggiore.
1.4E quivi stanco, alquanto riposato,
2.1con gran piacer, tutto quel giorno intero,
2.2dal Medico gentil molto honorato,
2.3l'altro, che proprio il dì fu di San Piero,
2.4con tre cocchi e con bella compagnia
2.5di Bozolo pigliai dritto il sentiero;
3.1dove a disnar con somma cortesia
3.2raccolti a Sabbioneta anchor la sera
3.3si ritornò per la medesma via.
3.4Quindi a Casalmaggior poscia, dov'era
3.5gran copia di Thedeschi, il dì seguente
4.1gir volsi, lungo il Po su la riviera:
4.2e ritrovai quell'esser bella gente,
4.3che a punto alhor faceasi la risegna,
4.4e de i suoi duci al detto ubidiente.
4.5Ciascun, dopo la mostra, la sua insegna
5.1seguendo, un pugno di reali prese,
5.2onde se stesso e la moglier sostegna,
5.3e questo lo stipendio era d'un mese,
5.4ciò visto a Sabbioneta ritornai
5.5per vago sempre e fertile paese.
6.1Poi l'altro giorno ad una villa andai
6.2sul Cremonese, il cui nome è Spineta,
6.3dove assai gentil' huomini trovai:
6.4quivi udita la messa, a Sabbioneta
6.5pur fei ritorno anchora e tutto quanto
7.1quel giorno ivi posai con l'alma queta.
7.2L'altra mattina alla città di Manto
7.3passato l'Oglio giunsi, e il Commesaggio,
7.4de' miei sempre ascoltando hor riso, hor canto.
7.5E con quella allegria che per viaggio
8.1vien sempre meco, mentre quivi stetti
8.2nacque e morì del sol tre volte il raggio.
8.3Se i piaceri di Mantoa, e se i diletti
8.4volessi dir, gettarei l'opra in vano,
8.5ma vi saran dal gentil Sasso detti.
9.1Visitai quivi il Cavaliero Urbano,
9.2gentil come fu sempre, ma conviene
9.3seder per la podagra, o gir pian piano.
9.4A voi si raccomanda, e si mantiene
9.5del resto sano, e qualche degna impresa
10.1sempre dissegna e sempre pensa al bene.
10.2Fui consigliato a far quivi una spesa
10.3regia, di cosa che si trova altrove
10.4di rado, ma nel farla hebbi contesa;
10.5per adornarne le mie stanze nuove
11.1ciò feci, e godo ch'altra simil cosa
11.2dal Mincio al Lilibeo non si ritrove.
11.3Quel dì, che da città sì dilettosa
11.4partimmi, coi parenti del Morello
11.5stetti, con mente più che mai gioiosa;
12.1e partendo la sera, un suo fratello
12.2con la moglie, e coi figli d'Oglio in riva
12.3m'appresentaro un gentil dono e bello.
12.4Per la via poi, che a Sabbioneta arriva,
12.5rivolto, quivi giunsi alhor che il sole
13.1da l'hemisperio nostro si partiva.
13.2E con quella accoglienza, ch'usar suole,
13.3dal Phisico gentil di nuovo accolto,
13.4e dal suo caro figlio, unica prole.
13.5E seco l'altro dì tutto, con molto
14.1piacer mio, stato con gli amici intorno,
14.2e commiato da lor più volte tolto.
14.3L'altra mattina a l'apparir del giorno
14.4partimmi, e tra Bressello e Viadana
14.5passato il fiume, a Reggio fei ritorno.
15.1Quindi a Modena giunto per via piana,
15.2dal nostro Bellenzin, novel Catone,
15.3raccolto a pranso fui con vista humana.
15.4Quivi esser giunto il Cardinal Morone
15.5con poca gente il dì medesmo intesi,
16.1mio singular signor, mio gran patrone.
16.2Io gli basciai la mano, e seco spesi
16.3un'hora intera in tal ragionamento,
16.4che ugual diletto a quel giamai non presi.
16.5La sera istessa poi lieto e contento
17.1da Madonna Cassandra mia sorella,
17.2raccolto fui, del sol già il lume spento.
17.3E riposati, e il polver scosso, in quella
17.4maniera si cenò de l'altra volta,
17.5ciascuno allegro in atto ed in favella.
18.1L'altra mattina poi licentia tolta,
18.2per udir messa, ch'era dì festivo,
18.3venne il cocchier gran pezzo a briglia sciolta.
18.4Giunto a Bologna, il terzo dì, sì privo
18.5restai di gusto, ch'ogni più soave
19.1vino e cibo, prendea del tutto a schivo:
19.2e ciò da sopportar m'era sì grave,
19.3che senza febbre e senza doglia alcuna
19.4pareami adosso haver sempre una trave.
19.5Più medici chiamai, che già più d'una
20.1volta, con studio hor questa, hor quella prova
20.2facendo, indarno riuscì ciascuna.
20.3Poi da me stesso con maniera nuova
20.4trovato ho il gusto, né fagiani, o starne
20.5ciò fero, o s'altro di miglior si trova,
21.1ma cavoli e cipolle et agli e carne
21.2di porco salsa et altre cose vili,
21.3onde chi vuol può ciascun prova farne.
21.4Hor già son ritornato a i più gentili
21.5cibi miei consueti, e mi compiaccio
22.1de gli horti e de le mandre e de i cortili.
22.2Di quel perduto gusto incolpo il ghiaccio
22.3di San Secondo, e tanta neve mista,
22.4cosa che a casa mia punto non faccio.
22.5E che sia il vero, Gianni e Giambattista
23.1hanno havuta la febbre, come anchora,
23.2che gli ha lasciati, lor si scopre in vista.
23.3Messer Thomaso adunque eccomi, c'hora
23.4son ritornato a i termini di prima,
23.5di quel fastidio totalmente fuora.
24.1E vi saluto questa volta in rima,
24.2dal sonno per svegliar la vostra Musa,
24.3benché adoprata hoggi non habbia lima.
24.4Già scritto il mio viaggio v'ho diffusa-
24.5mente dal giorno ch'io partì da voi,
25.1hor lasciando il basciar di man, che s'usa.
25.2Sol vuo' dir questo: che nel cor, da poi
25.3ch'io fui costì, quei duo veri Signori
25.4sempr'hebbi, anzi quei duo pregiati heroi.
25.5E spero anchor di più sublimi honori
26.1vedergli adorni; che Dio largo instilla
26.2dal ciel sopra chi merta alti favori.
26.3E stia con mente pur lieta e tranquilla,
26.4che la prole non sol terza, ma quarta
26.5quell'unica vedrà diva Camilla,
27.1pria che da noi per gire al ciel si parta.
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