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1.1Ciò ch'io dico Alessandro ascolta intento,
1.2e con le orecchie ben non pur l'ascolta,
1.3ma fa che via non se lo porti il vento,
1.4e ben che io tel dicessi un'altra volta
2.1brevemente, e secreto a bocca alhora,
2.2c'havevi già da me licentia tolta,
2.3pur vuo' l'istesso replicarti anchora
2.4palesemente a pieno in queste carte,
2.5perché tu l'habbia innanzi a gli occhi ogni hora.
3.1Né sendo intention la mia di farte
3.2orator, né poeta, accorto pesa
3.3le cose solo, e non l'ingegno e l'arte,
3.4di voi miei figli solo havendo intesa
3.5a l'util misto con l'honor la mente,
4.1che ogni arte da me sia vilipesa.
4.2Fissando gli occhi a ciò principalmente,
4.3ch'ogniun di voi sia ne la via di Christo
4.4devoto e pio, nel resto poi prudente,
4.5benché d'Alberto, tuo fratel, già visto
5.1l'essempio havendo, che ne la sua scola
5.2molto sei stato, ma con poco acquisto,
5.3supplir potrei con questa sol parola:
5.4imita tuo fratel, norma ti sia
5.5per tutto sempre la sua vita sola.
6.1Pur vuo' di parte in parte, hoggi la via
6.2mostrarti, d'arrivar con passo certo
6.3dove ogni saggio d'arrivar desia.
6.4E benché io nulla sia nel girvi esperto,
6.5però posso a te far le strade note,
7.1e il camin dritto dimostrarti aperto.
7.2Io sono a la sembianza d'una cote
7.3che di rendere ha forza il ferro acuto,
7.4se ben quella giamai tagliar non puote.
7.5Dunque Alessandro ascolta, e con l'aiuto
8.1del Sommo Padre attendi homai, perch'io
8.2comincio a dirti quel, ch'io son tenuto.
8.3Ama Quel, che ver' huomo, e vero Iddio
8.4da pietà spinto in terra venir volse,
8.5per liberarci dal peccato rio,
9.1e che sopra di sé tutte si tolse
9.2le nostre colpe, e che di nodi avvinto
9.3noi dai legami de la legge sciolse;
9.4e che d'humana e fragil carne cinto,
9.5ferì l'empio Sathan col legno forte
10.1de la sua croce, ond'ei rimase vinto;
10.2e che ci aperse le celesti porte,
10.3e che ucciso dai suoi con tanto scorno
10.4diede a noi vita, e ne scampò da morte,
10.5e che vittorioso il terzo giorno
11.1risuscitò fuor del sepolcro altero,
11.2di palme e di trophei sublimi adorno,
11.3ma pria domò Pluton superbo e fero,
11.4quei Patriarchi da l'oscuro Inferno
11.5trasse a goder l'eterno lume vero;
12.1e che d'ogni fedel dato il governo
12.2a Pietro, e a gli altri successori suoi,
12.3con gloria salse al Sommo Padre eterno;
12.4quindi o pena, o mercede a tutti noi
12.5vivi, e morti conforme al male e al bene
13.1darà nel giorno del giudicio poi.
13.2Ma di esprimere a me non si conviene
13.3tanti misterii sacri, alti e sublimi,
13.4né tengo anchor di poter farlo spene.
13.5Questo precetto adunque habbi tra i primi
14.1anzi primier fra tutti, onde maggiore
14.2d'ogni altra cosa questa cosa stimi:
14.3d'amar Christo Giesù con tutto il core,
14.4e fisso e fermo stia dentro al tuo petto
14.5di non offender Quel sempre timore.
15.1Qui tenda ogni tuo fatto, ogni tuo detto,
15.2pronto ringratia Quel mattina e sera,
15.3così a l'entrar come a l'uscir del letto.
15.4Perché Sua Maestà mai con maniera
15.5nuova non cessa di mandar giù nuove
16.1gratie dal Cielo a chi ben sempre spera.
16.2Fa che per tutto in quelle parti, dove
16.3sarai, la Messa ascolti ogni mattina,
16.4né te pria d'essa il cibo unqua ritrove.
16.5Di Giesù sempre al nome il capo china,
17.1perché ogni lingua questo nome santo
17.2confessa e pronto ogni ginocchio inchina.
17.3Ma fermar qui mi voglio, perché quanto
17.4si parla più de la religione,
17.5più sempre da parlar sovviene in tanto.
18.1In somma habbi ogni dì devotione
18.2di dire officio, o salmi, o paternostri,
18.3con qualche altra devota oratione.
18.4Fa che di fuori mai non ti dimostri
18.5miglior di quanto sei dentro, il che molti
19.1farisei far si veggiono a i dì nostri.
19.2Non vuo' che incauti sian gli huomini, o stolti,
19.3ma siano accorti e saggi; pur che i cori
19.4scoprano a tutti, come fanno i volti.
19.5Quanto più si maneggiano, migliori
20.1sian ritrovati ogni hor, né serpe ascosa
20.2portino mai tra vaghe herbette e fiori.
20.3Dopo Iddio poscia la seconda cosa
20.4fino a la morte il tuo Signor con fede
20.5servendo, in questo ogni pensier riposa.
21.1Non speme d'acquistarne al fin mercede
21.2ti muova, ma desio di far quel tutto,
21.3che del buon Cortigian l'honor richiede.
21.4E poi che in Roma a star ti sei ridutto,
21.5vegghia la notte e il giorno a le portiere
22.1del tuo Signor, se far brami alcun frutto.
22.2Quel, che non tocca a te, di non vedere
22.3fa vista e dove tu non sei chiamato,
22.4fuggi d'entrar con tutte le maniere.
22.5Verso d'ogniun convien mostrarsi grato,
23.1gentil, benigno, affabile e cortese,
23.2se anchor tu vuoi da gli altri esser'amato.
23.3Né mai bisogna dir: nel mio paese
23.4ho conosciuto il tal negletto, e vile,
23.5e che di padre rustico discese;
24.1più servir diè colui, ch'è più gentile,
24.2e chi deriva da più nobil seme,
24.3più deve a tutti dimostrarsi humile.
24.4Con chi prezza virtù, con chi Dio teme
24.5quel tempo tutto, che ti fia concesso
25.1dispensa, se di te vuoi darmi speme.
25.2Per fare utile a gli altri fa che spesso
25.3non pur, ma sempre a te ne segua danno,
25.4e per far' agio altrui sconcia te stesso.
25.5Che non dichi bugie, che ad altri inganno
26.1non facci, vuo' tacer, perché tai cose
26.2solo i dishonorati huomini fanno.
26.3Conversa con persone virtuose,
26.4ma poi nel pratticar diverse genti
26.5lascia le spine e sol cogli le rose;
27.1di quei, che riputati son prudenti
27.2dal mondo, per giudicio universale,
27.3tien del continuo gli occhi a l'opre intenti.
27.4Quei, che son poi sviati e volti al male,
27.5serbati amici, e di lontano attendi
28.1se in qualche bona parte alcun pur vale.
28.2Poiché la mente mia chiara comprendi,
28.3stringi tutto il mio dir con la tua mano,
28.4e questo poco sol di sugo prendi:
28.5ama Christo Giesù quanto l'humano
29.1affetto puote, e con fe' poi diversa
29.2tuo patron servi, che nol servi in vano;
29.3sta ben con tutti e sol coi buon conversa.
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