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1.1Signor Camillo, è forza ch'io mi sfoghi,
1.2non mi terriano i ceppi o le catene,
1.3non mille pire accese o mille roghi.
1.4Io mi ritrovo in guisa haver le vene
2.1gonfie di sdegno e il petto d'humor pieno,
2.2ch'evacuarlo a forza mi conviene.
2.3Sapete che l'humor spesso in veneno
2.4si cangia, e spesso inarborar si suole
2.5destrier, se a quel non si rallenta il freno.
3.1Ma ne l'aprir la bocca, le parole
3.2dove andaran no so, ben so ch'ogni hora
3.3la lingua tocca dove il dente dole.
3.4Non pur Bologna tutta e dentro e fuora
3.5l'oltraggio fatto a lei sa manifesto,
4.1ma tutta Roma e forse Italia anchora.
4.2Grave a me questa ingiuria, e saria questo
4.3torto, c'hora sostien la città nostra,
4.4in persona d'ogniun duro e molesto.
4.5Ma che ciò sia ne la persona vostra
5.1caduto, ogni hor pensando al grave torto,
5.2più palese l'ingiuria mi si mostra.
5.3Per ciò tal peso insopportabil porto
5.4su gli homeri, e tal doglia ogni hor mi move
5.5a sospirar, ch'io son senza conforto.
6.1S'alcun detto m'havesse: “a trentanove
6.2di voi tosto sarà gran torto fatto,
6.3misto con onte inusitate e nuove”,
6.4tra me pensando havrei conchiuso, ch'atto
6.5fosse ogniun stato a ciò, voi solo eccetto,
7.1che fuor vi havrei del vaticinio tratto,
7.2sapendo non regnar nel vostro petto
7.3se non desio, che a l'honor tutto è volto,
7.4con pensier grave in ogni parte e retto.
7.5E che non puote in voi poco, né molto
8.1odio, sdegno, avaritia, e che ogni hor fuori
8.2qual dentro habbiate il cor mostrate in volto.
8.3Quel, che deriva dai superiori,
8.4non biasmo, anzi a lodar disposto sono,
8.5che mai commetter quei non ponno errori.
9.1L'animo regna in lor sincero e buono,
9.2giusto e perfetto il cor, pura la mente,
9.3d'essi punto però non vi ragiono.
9.4Di quei vuo' dirvi alquanto solamente,
9.5che di livor, d'invidia e d'odio pieni
10.1nacquero al mondo per crucciar la gente.
10.2Non ceppi mai costor, non gioghi, o freni
10.3dal nuocer ritrarrìan, poi che tempeste
10.4fanno a lor stessi de gli altrui sereni.
10.5Ma non saprei già nominarvi queste
11.1genti maligne et invìde, che tanto
11.2sono al riposo altrui sempre moleste.
11.3E come il mal lor bene appaia, quanto
11.4fan peggio in urtar sempre hor questo, hor quello,
11.5tra i lor compagni se ne dan più vanto.
12.1Lambiccando mi vo spesso il cervello,
12.2per ritovar, né posso, la cagione,
12.3che in questo stato mio né buon, né bello,
12.4ma degno affatto di compassione,
12.5da cure e da travagli circondato,
13.1m'habbiano invidia queste tai persone.
13.2Mattina e sera haver mi trovo a lato
13.3nove figliuole, a squadre horrende, a schiere
13.4da far che resti Alcide spaventato.
13.5Non vi par che ciò basti, onde vedere
14.1chiaro si possa, ch'io la notte e il giorno
14.2rimango oppresso in tante aspre maniere?
14.3Di voi non è gran cosa, che d'intorno
14.4illustrissimo splende il fratel vostro
14.5di porpora e di bisso e d'ostro adorno,
15.1anchor che in lui porpora e bisso et ostro
15.2sian la minor chiarezza, ond'egli rende
15.3illustre al par d'ogni altro il secol nostro.
15.4Tanta e sì chiara in lui virtù risplende,
15.5che gli ostri adombra, e gli honorati vanni
16.1spiega sì, che il suo nome al cielo ascende.
16.2Questo io più stimo che i purpurei panni,
16.3più che la stola o candida, o vermiglia,
16.4che se ne van col trapassar de gli anni.
16.5Messer Camillo adunque, maraviglia
17.1non è, che invidia a voi portata sia,
17.2splendendo intorno mille e mille miglia.
17.3Ma che al basso mio stato, e che a la mia
17.4debil condition quest'empia setta
17.5pur guardi altera in me la fantasia,
18.1però disposto son farne vendetta
18.2tosto ch'io possa; che a ciascuno offeso
18.3sol piace il vendicarsi e sol diletta.
18.4Tutta la notte e tutto il giorno inteso
18.5a questo son, che il cor mi punge e preme,
19.1per scaricarmi di sì grave peso.
19.2Questo rispetto con molti altri insieme
19.3mi tien la mente a vendicarmi volta,
19.4e tosto haverne occasione ho speme.
19.5La vendetta sarà come altra volta
20.1vi dissi a caso in ragionar per strada,
20.2seguendo il corso fra gran turba e folta.
20.3Mai non voglio adoprar coltel, né spada,
20.4né qual fier serpe con furore immenso,
20.5cui troppo sempre il sangue sparso aggrada.
21.1Questo desir sì di vendetta intenso
21.2sarà com'huomo in me, non come fera,
21.3seguendo la ragion, scacciando il senso.
21.4Per diffinir che cosa sia la vera
21.5vendetta, altro non è, che far pentire
22.1chi pria t'offese, con qualche maniera;
22.2quel c'hebbe una guanciata, di ferire
22.3cerca l'autor, percuote altri la faccia
22.4di chi mentillo, onde più crescon l'ire.
22.5Per modo alcun non lodo, che si faccia
23.1come pantere, orsi, o leoni fanno,
23.2o tigre alhor che agnel timido straccia.
23.3Per gratia special gli huomini, c'hanno
23.4la ragione da Dio, nel far vendette
23.5le belve e i mostri adunque imiteranno?
24.1De l'huom le spade e gli archi e le saette
24.2Messer Camillo siano i benefici,
24.3con quei di vendicarsi ogni un s'affrette.
24.4Con quei color, che pria v'eran nemici,
24.5visto il proceder nostro sì cortese
25.1verso di lor, ne diveranno amici,
25.2e pronti sempre havran le menti accese
25.3di satisfarci, divenuti humani,
25.4e già pentiti de le fatte offese.
25.5E questo a tutti gli huomini, o Marani
26.1può dirsi, o Turchi, o Saraceni, o Persi,
26.2da la religion vera lontani.
26.3Ma più si puote a noi, perché in diversi
26.4modi cel mostra Christo Salvatore
26.5perdonando ai Giudei crudi e perversi,
27.1che a Lui pur dianzi colmi di furore
27.2forato il capo con pungenti spine,
27.3e mani e piedi havean traffitti e core.
27.4E quelle membra sue, parte divine,
27.5e parte humane, con obbrobrio e scorno
28.1percosse gli empii e coronato il crine,
28.2nondimen colmo d'alto affetto interno,
28.3volgendo gli occhi al Ciel, con gran pietade
28.4pregò per loro il sommo Padre eterno.
28.5Per queste adunque, e non per altre strade,
29.1seguir debbiam Giesù verace Dio,
29.2ch'altro non vuol da noi che caritade.
29.3Quest'è l'opinion precisa, ch'io
29.4tenni sempre d'intorno al vendicarse,
29.5e spero anco esser voi del parer mio.
30.1Per le calunnie rie contra me sparse
30.2pur dianzi fur (sì crebbero pian piano)
30.3Roma e Bologna nel capirle scarse.
30.4Dir folle, e grido falso e romor vano
30.5perch'io con tutti quei de la mia scola
31.1men vo da tal sospittion lontano.
31.2Se un popol tutto una cervice sola
31.3havesse, alhor potea con ardimento
31.4dirgli: “o fratel tu menti per la gola”,
31.5ma visto haverne mille volte cento,
32.1e visto anchor, che tai calunnie false
32.2per l'aria un pezzo se le porta il vento,
32.3e che sommerse al fin ne l'onde salse,
32.4in far che alcuna più si emerga e scopra
32.5mendace lingua mai tanto non valse;
33.1e visto chiaramente anchor, per opra
33.2tua giusto Iddio, ch'ogni hor mi porgi aita,
33.3la verità restar sempre disopra,
33.4anchor che dentro al cor doglia infinita
33.5m'affligga, onde maggior, né tanta parmi
34.1d'haver giamai provato a la mia vita
34.2ho conchiuso però di vendicarmi
34.3coi benefici, e mai contra d'alcuno
34.4non voglio usar (sia chi si voglia) altr'armi.
34.5S'io mai saprò tardi, o per tempo, ch'uno,
35.1o più, sian primi stati a gir spargendo
35.2tai ciancie e tante in fra il vulgo importuno;
35.3se ben facil, mi fosse, io non intendo
35.4di farne mai vendetta, almen nel modo,
35.5che spesso in altri e con ragion riprendo.
36.1Tra me d'haver questo pensier mi godo,
36.2e quel Dio, che me l'ha nel petto infuso,
36.3devotamente ogni hor ringratio e lodo.
36.4Signor Camillo adunque io v'ho conchiuso,
36.5che gli huomini chiamati rationali
37.1fuggir devrian quest'empio antico abuso,
37.2né come draghi, o brutti altri animali
37.3vendetta far di ricevuta ingiuria,
37.4cosa che apporta sol ruine e mali,
37.5degna non d'huom, ma d'implacabil Furia.
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