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1.1Già Monsignor, le scole di Bologna
1.2sono a termine tal che poca spesa
1.3per darle compimento più bisogna.
1.4Voi pur foste inventor di tanta impresa,
2.1molto vi debbiam tutti, che la mente
2.2sempre ad opre honorate havete intesa;
2.3l'utile, che da voi prendiam, si sente
2.4più manifesto ogni hor, ma nel futuro
2.5toccarassi con man più che al presente.
3.1Non farà tempo mai, né morte oscuro
3.2tra la Savena e il Rheno il nome vostro,
3.3sì di consiglio in fresca età maturo;
3.4poi quando in maestà di bisso e d'ostro
3.5il Tebro adorno vi vedrà, soggetto
4.1sarete alhor di più lodato inchiostro.
4.2Gli alti consigli alhor nel vostro petto
4.3chiusi staran, de l'esule et oppressa
4.4religion voi speme e voi ricetto.
4.5Nel vostro cor la virtù salda impressa
5.1sempre vedrassi, e quel felice giorno,
5.2cui tanto di veder desio, si appressa.
5.3Ma dove prima incominciai ritorno,
5.4che la nostra città per voi risplende
5.5di leggi e d'edificii d'ogni'ntorno.
6.1Questo palazzo homai di par contende
6.2col Vaticano, aggiunta quella parte
6.3che dal nostro collega il nome prende;
6.4non so chi avanzi o la materia, o l'arte
6.5del mirabil sacello, hoggi ben degno
7.1d'esser descritto e celebrato in carte.
7.2Ma veggio che fermarsi a questo segno
7.3non può quel generoso animo altero
7.4che tien svegliato in voi sempre l'ingegno.
7.5So che volgete ogni hor dentro al pensiero
8.1cose maggiori assai che Rota o Fonte,
8.2e di vederne tosto effetto spero.
8.3Ciascun legger vi può scolpito in fronte
8.4l'interno cor, ma non trovo parole
8.5bastanti a far l'alte vostr'opre conte.
9.1Da lor medesme più chiare che il sole
9.2però fansi, e più sempre si faranno,
9.3ma solo hoggi parlar vuo' de le Scole,
9.4per voi ridotte in termine d'un'anno
9.5sì gran machina, a tal c'homai sicura-
10.1mente al suo fin senza contrasto vanno.
10.2Ma, Signor, l'ampie loggie e l'alte mura
10.3non son del nostro studio i primi honori,
10.4né questa è vostra anchor principal cura.
10.5Ma che da noi condotti sian lettori
11.1vi veggio sovra ogni altra cosa inteso,
11.2de i più rari d'Europa e dei migliori;
11.3nel numero non già, ma sì nel peso,
11.4sta la perfettione, e troppo sono,
11.5come per prova chiaro habbiam compreso.
12.1Quel, che talhor con voi, Signor, ragiono,
12.2per darvi in scritto in man la penna ho tolta
12.3poi che approvate il parer mio per buono.
12.4E voi sapendo haver la mente volta
12.5a riformar lo studio che stia bene,
13.1torno a dir quel ch'io dissi un'altra volta.
13.2Ciò è, che tor la sponga a noi conviene,
13.3e l'abaco tornar bianco e polito,
13.4qual già vi dissi anchor, se vi sovviene.
13.5S'una sol volta il numero fallito
14.1si trova haver nel far conto il mercante,
14.2prende la sponga, o si sputa sul dito.
14.3E noi c'habbiam già tante volte e tante
14.4fatti errori sì grandi, e questi a voi
14.5stan pur la notte e il dì sempre davante.
15.1Bisogna anchor, che l'abaco da noi
15.2sia scancellato e in bianco ben ridutto,
15.3com'era in prima e rinovato poi.
15.4Quei dottori, che fan leggendo frutto,
15.5e che son de lo studio fondamento,
16.1riposti sian col lor stipendio tutto.
16.2E se non basta, a quei diasi augumento
16.3notabile, che il giusto lo richiede,
16.4non riuscendo un buon dottor fra cento.
16.5Poi s'alcun giovenetto anchor si vede
17.1di gran speranza con l'affaticarsi,
17.2soccorrer si devria d'ampia mercede.
17.3Doppio bene si fa col dimostrarsi
17.4a questi liberal, che l'opra e il merto
17.5si premia, e viene a gli altri essempio a darsi.
18.1Ma poscia tanti, che scorgete aperto
18.2a lo studio non far proffitto alcuno,
18.3sendovi il modo novamente offerto,
18.4fate ogni opra possibile, che ogniuno
18.5dal Pontefice officio habbia o governo,
19.1che ogni huom forse a ciò fia meglio opportuno.
19.2Altra strada, Signor, non ci discerno,
19.3che la gabella al fin possa supplire,
19.4e saria forse il grande abuso eterno.
19.5Ma che volete far? Ch'io il vuo' pur dire
20.1di quei pedanti guffi triviali
20.2che ciascun d'essi ha venticinque lire.
20.3Se voi sapeste ben, Signor mio, quali
20.4molti siano di lor, meco direste
20.5che fosser guffi o simili animali.
21.1E così quei, che sol leggon le feste,
21.2che pro fanno a lo studio, da dottore
21.3non havend'altro a pena che le veste?
21.4Questi almen siano esclusi, e fra poc'hore,
21.5non dico giorni, del rotolo tolti,
22.1e si augumenti più tosto il Rettore.
22.2Essi prudenti son, ma noi siam stolti
22.3nel premiargli, che senza fatica
22.4sen van con grassi e rubicondi volti.
22.5Questa è pur, Signor mio, sententia antica,
23.1ch'ogni fatica il premio aspetta, e questo
23.2del riposar non so che mai si dica.
23.3So ben, che voi non giudicate honesto
23.4il dar mercede al sonnolento, al grasso,
23.5col defraudarne il macilente e il desto.
24.1Con voi concorro anch'io, ma dove lasso
24.2quel che accennato alquanto io v' ho disopra,
24.3convien che indietro io mi ritiri un passo.
24.4Io so che vostra Signoria si adopra,
24.5perché i Rettori ogni anno siano fatti,
25.1conoscendo esser questa una sant'opra.
25.2Ma perché pochi si ritrovan matti,
25.3veggiamo indietro ritirarsi ogni hora
25.4molti, che a tale impresa sarian atti.
25.5Dunque giudico ben crescergli anchora
26.1notabilmente la provisione,
26.2perché il Rettor tutto lo Studio honora;
26.3alhor ben poi si trovarian persone,
26.4che non ricusarian carico tale,
26.5ricche di grado e di conditione.
27.1Questo pedante e quel messer cotale
27.2privar più tosto, in ciò poi convertendo
27.3la lor provision, non saria male.
27.4E così dico, perché in voi comprendo
27.5di riformar lo studio alto desio,
28.1né d'offendere alcun d'un giota intendo.
28.2E chiamo prima in testimonio Dio,
28.3poscia voi Monsignor, che ben sapete
28.4qual sia la mente e il desiderio mio.
28.5Conchiudo adunque, che se voi giungete
29.1al superbo edificio una riforma,
29.2d'Europa il più bel Studio qui farete;
29.3da cui prenderan gli altri essempio e norma;
29.4ma perché in questa e in tutte l'altre cose,
29.5col bene il Reggimento si conforma
30.1Dio nel cor di ciascun benigno pose
30.2giusto, e retto pensier, mente perfetta,
30.3sol volta a degne imprese e gloriose;
30.4ciò tutto al Reggimento si rimetta.
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