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1.1Sano e ricco acquistar meglio potrete
1.2honore, e conservar quel, che acquistato
1.3v'hanno i vostr'avi, come far dovete.
1.4Ma temerario forse reputato
2.1sarò, volendo a voi dar legge in questo,
2.2c'havete a grande honor sempre aspirato.
2.3Ma non sia detto a voi, sia detto al resto
2.4de i gioveni, e di quei, cui non appare
2.5pensier dietro a l'honor svegliato e presto,
3.1e la natura in ciò voglio imitare,
3.2mentre la pioggia in un sol punto manda
3.3sopra gli aridi campi e sopra il mare,
3.4oltra che spesso il buon sentier dimanda
3.5colui che a Roma è già di gir disposto,
4.1se in molti rami avvien che quel si spanda.
4.2E se il parlar d'honor l'ultimo ho posto,
4.3però sia il primo oggetto e il più soprano
4.4de l'huom, sprezzando ogni altro ben più tosto.
4.5Ma perché ogniun mentr'egli è ricco e sano
5.1quel sentier, che ne guida a l'honor vero,
5.2più facil troverà sempre e più piano,
5.3però di quei due beni hebbi in pensiero
5.4di parlar prima, e in ordine l'honore
5.5ultimo far, ma in dignità primiero.
6.1Prima conviensi con perfetto core
6.2adorar quel ver'huomo e vero Iddio,
6.3unico e trino, universal fattore.
6.4Ma né tempo, né loco havendo, ond'io
6.5a pien l'esprima, né misterii tanti
7.1capir potendo l'intelletto mio,
7.2a tutto quel c'han decretato i santi
7.3concilii vi rimetto, ogni empia e vana
7.4opinion scacciandovi davanti.
7.5Che l'huom d'honor la mente haver lontana
8.1dai dubbii deve, unito con la Chiesa
8.2vera e santa e Catolica Romana.
8.3E la mente a servar sempr' habbia intesa
8.4i suoi precetti, e fugga occasione
8.5di fare al sommo Iddio mortale offesa.
9.1Sian tali i suoi compagni, e le persone
9.2di casa, ove non stian bestemmiatori
9.3che giamai contra Dio non s'ha ragione.
9.4Non siano in lui gli effetti esteriori
9.5differenti da quel che il cor rinchiude,
10.1ma tal sia dentro qual si mostra fuori.
10.2Sian tutte l'opre sue semplici e nude,
10.3tanto più quando in danno altrui ritorna,
10.4che ignuda e schietta ogni hor va la virtude.
10.5Ma si abbellisce ben spesso e si adorna
11.1il vitio, per sedur qualche meschino,
11.2e si copre talhor Sathan le corna.
11.3Dir voglio in mio linguaggio che Chietino
11.4giamai non sia colui, c'honor desia,
11.5né torto il collo mai porti né chino.
12.1Ma piacevol più tosto, arguto e sia
12.2accorto e cauto, pur che dentro resti
12.3vera bontà, con mente retta e pia.
12.4Lotti, giostri, cavalchi, addobbi e vesti
12.5secondo il grado, e per tratenimento
13.1faccia l'amor, ma con pensieri honesti;
13.2giochi, non però sempre al gioco intento,
13.3che distinto e compagni e tempo e loco,
13.4con gran fatica anchor me ne contento.
13.5Né conceder però voglio ogni gioco,
14.1che quei d'azarro, e dove il resto vada,
14.2bandisco, eccetto la primiera un poco.
14.3Sia liberal, magnanimo, e la strada
14.4segua del mezo, acciò che traviando
14.5quinci o quindi, nel vitio mai non cada.
15.1Sia benigno e modesto e grato e quando
15.2mette il povero in opra lo contenti,
15.3sì per sottile alhor non la guardando.
15.4E come soglion far sì fatte genti
15.5s'alcun garrendo al torto ben s'appiglia
16.1gli ceda, come ogni hor fanno i prudenti.
16.2Discreto sia verso la sua famiglia,
16.3tratti la moglie ben, che per consorte
16.4non per serva di camera si piglia.
16.5Ma le brache però quella non porte,
17.1come si dice, o troppo alzi la cresta,
17.2stian pari ambo ad un giogo ad una sorte.
17.3Cosa più fissa non s'imprima in testa,
17.4che l'educar, s'haver si trova figli,
17.5ch'altra importante al par non è di questa.
18.1In ogni cosa a la ragion s'appigli,
18.2e dove l'interesse proprio viene
18.3rimosso il suo, prenda gli altrui consigli.
18.4Ne la città, né altrove, non sta bene
18.5coi vicini garrir, sempre ai villani
19.1da vantaggio il dever far si conviene.
19.2Da sé rimova e star faccia lontani
19.3quei malvagi, ch'io v'ho disopra detto,
19.4sirene, sphingi, harpie con volti humani,
19.5prendendo sol di conversar diletto
20.1con virtuosi d'ogni qualitade
20.2e in casa sua quei sempre habbian ricetto.
20.3E de i bisogni lor prenda pietade,
20.4che la virtù sen va nuda e smarrita,
20.5dei principi mercé di questa etade.
21.1A questi doni, a questi porga aita,
21.2che il guiderdone havrà d'opra sì bona,
21.3se non in questa, almen ne l'altra vita.
21.4Ben collocato è ciò che a lor si dona,
21.5seco a mensa gli tenga, ogni hor stia seco
22.1quel cui desio d'honor stimula e sprona.
22.2L'idioma thoscan, latino, e greco
22.3sappia, che il legger varii libri e molti
22.4potrebbe in linceo transformare un cieco.
22.5Ma se far non può tanto, almen si volti
23.1a prender quei duo primi, e in somma almeno
23.2d'intorno al thosco il mio consiglio ascolti.
23.3Sia moderato, mansueto, e il freno
23.4ponga a tutte le voglie dishoneste,
23.5di carità verso i mendici pieno.
24.1Poi quando è il tempo suo vada a le feste,
24.2vada in maschera e balli e canti e suoni,
24.3ma con misura e con maniere honeste.
24.4Per far servigio altrui mai non perdoni
24.5a spesa, né a fatica, e mai desire
25.1di guadagno non sia che a ciò lo sproni.
25.2Parli, e ben d'ogni cosa, ma l'udire
25.3più che il parlar gli piaccia, e sopra il tutto,
25.4fuor che per burla il ver debbia ogni hor dire.
25.5Dei grandi ami il comercio, e se construtto
26.1non ha suo danno, e doni a quei talhora
26.2non più che olive et uva, o simil frutto.
26.3Spesso de la sua patria uscendo fuora
26.4conversi in varie corti, e in spetie in Roma,
26.5dove ogniun la virtù prezzando honora.
27.1E d'alcun poverin, che in van la soma
27.2servendo porta, pietà prenda poi
27.3che fren sì duro a lungo andar nol doma.
27.4Se i Cardinali ogniun reputa heroi,
27.5e il Papa in terra Dio, come si vede,
28.1far doppiamente lo debbiamo noi.
28.2Che il giogo lor soave e il peso lieve
28.3proviam; ma per narrar l'alto lor merto
28.4non è questo il suo loco e il tempo è breve.
28.5Sia l'huom di honor di molte cose esperto,
29.1ma se il camin, che a l'arti liberali
29.2tutte ne guida, esser gli par tropp'erto,
29.3almen l'herbe e le pietre e gli animali
29.4conosca, e i fatti altrui, gli altrui costumi,
29.5e quante genti siano al mondo e quali.
30.1Mari, monti, città, paludi e fiumi,
30.2in somma ogni lodato studio approvo,
30.3pur che l'otio nol rada e nol consumi.
30.4Se fosse in prima o la gallina o l'ovo
30.5lasci, e tai cose, e in lor vece lo prego
31.1che legga il vecchio testamento e il novo.
31.2Il far conviti e feste non gli nego,
31.3né theatri, né scene, anzi l'essorto,
31.4sì più facil di prima hora mi piego.
31.5Sparvieri, astorri, e cani anco havrei torto
32.1vietar, che il corpo fan forte e gagliardo,
32.2dando ristoro a l'animo e conforto.
32.3Non sia troppo veloce, o troppo tardo
32.4ne le attioni sue, ne le sue imprese,
32.5né sia troppo animoso, né codardo.
33.1Gentil si mostri, affabile e cortese
33.2coi piccioli e coi grandi riverente;
33.3né giamai faccia a chi si voglia offese.
33.4Consideri, antiveggia e sia prudente,
33.5nei fatti altrui più circonspetto a punto,
34.1che nei proprii si mostri e diligente.
34.2Ma perché al fin del mio parlar son giunto,
34.3benché molto da dir mi sia rimaso,
34.4però sforzato son di far qui punto,
34.5che il mar chiuder non posso in picciol vaso.
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