about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1La grande affettion Signor Camillo
1.2ch'io v'ho portata e porto e vuo' portarvi,
1.3sia procelloso il tempo o sia tranquillo,
1.4mi farà forse troppo audace in darvi
2.1consiglio almen fedele, onde possiate
2.2sano e ricco e stimato conservarvi.
2.3Parmi che tutte quelle doti habbiate,
2.4che beni dette son de la fortuna,
2.5nel più bel fior de la più verde etate.
3.1De le tre prime case è la vostr'una
3.2ne la nostra città, che in eccellenza
3.3cede a poche in Italia, anzi a nessuna.
3.4Poi tra i Fantucci vi trovate senza
3.5pari d'entrata, e dentro havete e fuori
4.1palazzi di regal magnificenza.
4.2Ma le tante ricchezze e i gran favori
4.3che v'ha donati a larghe man la sorte,
4.4mi paion poco, e gli aspettati honori,
4.5rispetto a la gentil vostra consorte,
5.1adorna di valor, di cortesia,
5.2d'alti costumi e di maniere accorte.
5.3Questa sì bella e nobil compagnia
5.4vi può scemar quegli emergenti affanni,
5.5che in contro habbiam qua giù per ogni via,
6.1e in pace e in carità vi può far gli anni
6.2vostri passare, e men gravi parere
6.3se vi occorresser mai giatture o danni.
6.4Per contrario più dolce ogni piacere
6.5vi parrà seco, e le false del mondo
7.1delicie vi farà gustar per vere.
7.2Per conservarvi adunque ogni hor, secondo
7.3che al presente voi sète, e sel si puote,
7.4per farvi più felice e più giocondo,
7.5e s'è possibil per fermar le rote
8.1de la fortuna, c'hor lieta e ridente
8.2n'applaude, hora turbata ne percuote.
8.3Costei non è però tanto potente,
8.4che retto da ragion da buon consiglio
8.5non la raffreni un'huom saggio e prudente.
9.1Per farvi, dico, in contra ogni periglio
9.2munito e forte, con quel vero affetto,
9.3ch'io v'ho non men che se mi foste figlio,
9.4di mostrarvi la via sono constretto,
9.5onde sempre honorato e ricco e sano
10.1vi conserviate, come in prima ho detto.
10.2Ma perché ciò, che l'appetito humano
10.3può desiar, sia quanto voglia ingordo,
10.4senza la sanità s'havrebbe in vano.
10.5Voglio che serva il mio primo ricordo
11.1a conservarvi sano, e farò questo
11.2pur che non siate a i miei consigli sordo.
11.3La complession vostra è manifesto
11.4ch'è bona, se non prende altro camino
11.5perché a voi stesso voi siate funesto.
12.1Benché la sanità sia don divino,
12.2però sta in nostro arbitrio d'aiutarla,
12.3come il contrario, e può nulla il destino.
12.4E di tal cosa in tanti lochi parla,
12.5e così chiaramente la scrittura,
13.1c'hor superfluo sarebbe il disputarla.
13.2Ponete in ricovrar dunque ogni cura
13.3la sanità smarrita, il che vi avviene
13.4per accidente rio, non per natura.
13.5Qualche reliquia anchor dentro a le vene
14.1del mal passato havete, onde governo,
14.2e regola e misura usar conviene.
14.3E quanto io sol per prattica discerno,
14.4gir vi bisogna destro, e con maniera
14.5ben casto e mal satollo questo inverno.
15.1Poi far che l'Odon venghi a primavera,
15.2il qual con una medicina lieve
15.3vi renderà la sanità primiera.
15.4Deh, non vi sia, Signor Camillo, greve
15.5a chi v'ama obedir, mostrarvi grato,
16.1e patiente star tempo sì breve.
16.2Poi quando vi parrà d'esser tornato
16.3nel vostro esser di prima, e in somma quando
16.4del tutto il tristo humor fia dileguato,
16.5vi prego, e se mi lece, io vi comando
17.1che a i medici alhor diate (o sia l'Odone,
17.2o sia il Melara) coi siropi bando.
17.3E reggervi da voi, ma con ragione,
17.4non vi obligando a legge ferma, o stretta;
17.5ma guardar gli anni, il loco e la stagione.
18.1D'ogni cibo mangiar che vi diletta,
18.2due volte il dì più tosto ch'una sola,
18.3pur che la cottion resti perfetta.
18.4Con cani, e con augei chi corre, o vola
18.5talhor cacciar, talhor giocar di spada
19.1ne le camere vostre, e non in scola,
19.2giostrare incontro, over se più v'aggrada
19.3ne l'huom di legno, che natura abhorre
19.4lo stare in otio sonnolento a bada.
19.5Spesso la palla, e spesso il trucco torre;
20.1gir molto a piedi, e fare anchor talhora
20.2a destriero, o chinea la briglia porre.
20.3Per l'ordinario fate, che l'aurora,
20.4quando ogni giorno il sole a noi rimena,
20.5vi trovi desto e de le piume fuora.
21.1Carte né dadi non toccate a pena
21.2fuor che a staffetta; overo a tavogliero
21.3talvolta il dopo pranso o il dopo cena.
21.4Vi cedo il pallamaglio, e sì severo
21.5esser non vuo', che anchor non vi conceda
22.1talhor per riposarvi un giorno intero.
22.2Ma però l'otio a la fatica ceda,
22.3l'otio che il nerbo toglie e debolezza
22.4induce a quei che se gli danno in preda,
22.5riempie la fatica di fortezza
23.1e de la gioventù serba il vigore
23.2come l'otio affrettar fa la vecchiezza.
23.3Quando l'acqua la state ha in sé calore,
23.4pur che non regni vento, e sia sereno
23.5passate che saran ventiquattr'hore,
24.1vi concedo talhor che andiate a Rheno
24.2per lavarvi (dal capo in fuora) tutto;
24.3non più d'un'hora, ma più tosto meno.
24.4Fuggite l'acqua grossa, e prima asciutto
24.5con diligentia, anchor fuggite l'aria,
25.1a casa in cocchio ben chiuso condutto.
25.2Con tal maniera di proceder varia
25.3non siam sì spesso né tanto soggetti
25.4a qualche valetudine contraria.
25.5Troppo non vi spaventi o troppo alletti
26.1Venere, ma l'aspetto in voi rivolto
26.2v'infonda in gioventù temprati affetti.
26.3Poi quando il nerbo la vecchiezza tolto
26.4v'havrà in gran parte, alhor supplite al poco
26.5vostro poter col ragionarne molto.
27.1Se talhor palla, o lotta, o simil gioco
27.2sudor v'induce, caldo non bevete,
27.3ma fuggite ciò far come dal foco,
27.4e fin che asciutto e fresco non havrete
27.5mangiato, ma però posato un pezzo,
28.1tolerate di gratia ogni gran sete.
28.2Da l'uno estremo a l'altro senza il mezzo
28.3non gite mai, che altrui spesso ruina;
28.4e stil cangiate se gli sète avezzo.
28.5D'ogni mutation sì repentina
29.1nostra natura fu sempre nemica,
29.2l'huom mai non vola, ma stassi, o camina.
29.3Da gran riposo a subita fatica,
29.4da gran fatica a subito riposo
29.5gir non si deve per sententia antica.
30.1Se dentro per gran fame esser corroso
30.2l'huom par talhora, in quel caso sarebbe
30.3il soverchio mangiar pernitioso.
30.4E quando è troppo satio non si havrebbe
30.5da porsi tosto al subito digiuno,
31.1ma caminar pian pian sempre si debbe.
31.2V'ho detto che astener da cibo alcuno
31.3non de' l'huom sano, ma però si tempre,
31.4ch'ogni soverchio nuoce; onde ciascuno
31.5sia destro e cauto e moderato sempre.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)