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1.1S'io mai tornassi a dir per aventura
1.2che sempre stando a cose gravi intento
1.3Platone essercitò la mercatura,
1.4Signor Casal, per Dio, siate contento
2.1di non rider così come rideste
2.2dui anni son, se ben me lo ramento,
2.3perché voi martedì, quando diceste
2.4che variava il sol dal corso usato,
2.5né rider, né ghignar pur mi vedeste.
3.1Nondimen quel ch'io dissi ho ritrovato
3.2scritto in più lochi, ma quel che voi dite
3.3esser non può, non che giamai sia stato.
3.4E la ragion ch'allegar voglio udite,
3.5anchor ch'espressa con rozze parole,
4.1che ben giudice havrà la nostra lite.
4.2Ritrovo appresso de i gentili il sole
4.3l'ordine suo non haver mai fallito
4.4fuor che tre volte in sì gran tempo sole.
4.5L'una alhor fu, che il buon Giove invaghito
5.1d'Alcumena, e disposto di volere
5.2satiar per un tratto il suo appetito,
5.3al sol fe' comandar ch'entro a piacere
5.4posasse per tre dì, né mai dovesse
5.5dar luce uscendo a le celesti sphere,
6.1ma che la notte in sua vece scorresse
6.2con l'ali brune, acciò che l'orizonte
6.3per tutto oscuro in tanto rimanesse.
6.4L'altra poi, quando mal resse Phetonte
6.5il carro, onde percosso in Po cadeo,
7.1più d'un fiume havend'arso e più d'un monte.
7.2Di Thieste la terza e fu d'Atreo
7.3nel tempo, alhor che indietro immantinente
7.4tornò per non veder caso sì reo.
7.5Ma queste di poeti e simil gente,
8.1son fittioni, anchor che allegoria
8.2sotto vi può trovar chi vi pon mente,
8.3né questa volta l'intention mia
8.4fia di mostrar che tante fittioni
8.5modi son da insegnar philosophia.
9.1Sol cerco di provar con più ragioni
9.2che il sol non rompe l'ordine suo mai,
9.3sempre usando egualmente e freno e sproni.
9.4Ma pur due volte il sol coi chiari rai
9.5ruppe l'ordine suo: la prima forse
10.1per dare a i Cannanei gli ultimi guai,
10.2alhor che preghi a Dio sì giusti porse
10.3il successor di quel cui del mar l'acque
10.4fecero strada, e il suo popol soccorse;
10.5l'altra poi quando a morte Ezechia giacque,
11.1che d'accrescergli vita al Re superno,
11.2perché giusto il vedea, tre lustri piacque.
11.3Ma tanto e tal mistero io non discerno:
11.4basta che fur miracoli, e di questo
11.5la cagion sai Tu sol, gran Padre eterno.
12.1Da queste volte in fuori è manifesto
12.2ch'ei servò sempre il termine prefisso
12.3senza mai gir più tardi o gir più presto.
12.4E quando il vero Iddio fu crucifisso
12.5per far capaci noi de l'alto regno
13.1e liberarne dal profondo abisso,
13.2se ben per non mirar quel fatto indegno
13.3la faccia si coprì d'oscuro velo,
13.4non per questo passò d'un giota il segno.
13.5Non è moto del sole, anzi del cielo,
14.1quel che da l'Indo al mar d'Hesperia il porta,
14.2sia lungo o corto il dì, sia caldo o gielo;
14.3ma il suo proprio camino è per via torta,
14.4piena di varie genti e d'animali,
14.5cui fa l'Aurora sua per tutto scorta.
15.1Troppo lungo saria dir quanti e quali
15.2sian questi, che a veder sol fan terrore
15.3con venenose code e corna e strali.
15.4Tra quei sen va sicuro a tutte l'hore,
15.5ma giunto al Cancro e poscia al Capricorno,
16.1ritorna per non far passando errore.
16.2Per questo hor lungo habbiamo, hor corto il giorno
16.3come anchor gli altri, eccetto quei che fanno
16.4là sotto a l'Equator sempre soggiorno.
16.5E queste cose sì com'hora stanno
17.1stêro anchor sempre, onde secondo il corso
17.2del sole accommodar gli antichi l'anno.
17.3E se d'alhora in qua par che sia scorso,
17.4da l'anno, e non dal sol, nasce il difetto,
17.5ch'error non può nel sole esser'occorso.
18.1Se fosse a l'anno di servir constretto
18.2il sol, come al contrario in tutto avviene,
18.3sarebbe troppo il sol vile e imperfetto,
18.4ma non si può conciar l'anno sì bene,
18.5né terminar può in hore, né in minuti,
19.1onde per forza variar conviene.
19.2Quella giunta d'un dì par che l'aiuti,
19.3come l'aiuta, ogni quart'anno in vero,
19.4ma non però mai son del par venuti.
19.5Dunque il sol mai non varia, o Cavaliero,
20.1benché talhor paia il contrario a noi,
20.2perch'ei non esce mai del suo sentiero.
20.3Ma se vi par sì variar da poi
20.4che acconcio è l'anno, se com'era in prima
20.5si ritrovasse, or che direste voi?
21.1Altro instromento che scalpello e lima
21.2fa di bisogno per giustar le rote
21.3ch'egual sia l'anno al sol per ogni clima.
21.4Ma tal soggetto esprimere non puote
21.5così a minuto la mia lingua, e tanto
22.1più ch'io non ho ben le materie note.
22.2Però molte ragioni hora da canto
22.3lasciando, sol dirò che quando Numa
22.4vestito in Roma fu di regal manto
22.5veduto havreste alhor venir la bruma
23.1hor di sestile, hor di novembre, e il maggio
23.2dormirsi hor nudo e hor carco di piuma.
23.3Onde per far che l'anno egual col raggio
23.4gisse del sol, quel Re giunse duo mesi
23.5ai diece, né però ben tolse il saggio.
24.1Trovo poi che in diversi altri paesi
24.2vario termine a l'anno era prescritto,
24.3com'eran varii e le misure e i pesi.
24.4Tre mesi era in Arcadia, era in Egitto
24.5quattro, e sei poscia a gli Acarnani appresso,
25.1e di tredeci anchor si trova scritto.
25.2Or sì ch'avreste in questi lochi espresso
25.3del tempo il variar con gli occhi visto,
25.4cosa che a pena si comprende adesso.
25.5Del che poi che si fu Cesare avvisto,
26.1si dispose di mettervi la mano,
26.2alhor che fatto hebbe del mondo acquisto.
26.3E volendo far questo, il gran romano
26.4non tirò indietro il sol, non spinse innanzi,
26.5c'havria gettata la fatica in vano,
27.1non lo fe' gir più presto o più tardo, anzi
27.2l'anno corresse, onde l'error nascea,
27.3cagion c'hor l'un nel corso hor l'altro avanzi.
27.4Ma perché in una volta non potea
27.5sì ben formarlo che quadrasse a punto,
28.1per emendar l'error ch'antivedea
28.2constituì ch'ogni quattr'anni aggiunto
28.3vi fosse un dì; né par ch'anco si senta
28.4che possan terminare ambo in un punto,
28.5ma di tanto maggior l'anno diventa
29.1che il sol d'un giorno col suo corso avanza
29.2ogni cento venti anni o cento trenta.
29.3Che non sia vario il sol dunque ho speranza
29.4che mi crediate, visto che da lui
29.5sempre osservata fu l'antica usanza.
30.1Ben son tre cose che fan spesso altrui
30.2prender' error, col girsi imaginando
30.3che il sol vacilli, e vacillamo nui.
30.4Cesare alhor provide a l'una, quando
30.5il bissesto ordinò, perché in quattr'anni
31.1sei hore un giorno intero van formando.
31.2L'altra avvien per che par che si condanni
31.3l'opinion che sian quest'hore tante,
31.4benché di poco l'inventor s'inganni.
31.5Pur quel poco indugiar fa che più avante
32.1gir devria l'anno, ma non da quel ch'era
32.2rimane il sol men fermo e men constante.
32.3Queste son due, la terza in tal maniera
32.4va lenta, che in mill'anni a gran fatica
32.5si può comprender ne l'ottava sphera.
33.1L'intercalar quei mesi, che l'antica
33.2gente facea, poi che il costume è tolto,
33.3non fa bisogno ch'altramente io dica.
33.4Quel variar, secondo anchor che molto
33.5danno non faccia, pur l'anno si vede
34.1troppo ristretto, e vorria gir più sciolto.
34.2Ciò di far Leon Decimo già diede
34.3speranza alhor, che in sì fiorita corte
34.4ritrovò sempre la virtù mercede,
34.5ma dissegno sì bel ruppe la morte.
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