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1.1Se chiede alcun, mentre con rozzo metro
1.2scegliendo vo le illustri e gloriose
1.3donne, perc'ho l'hebree lasciate indietro,
1.4rispondo come un saggio anchor rispose,
2.1che star non denno insieme, e che diverse
2.2le sacre son da le profane cose.
2.3Onde a l'hebree le rime hora converse,
2.4quelle e molt'altre da colui nomate,
2.5che per dar vita a noi morte sofferse,
3.1saran (già non ardisco a dir lodate,
3.2ch'accrescer non può lor mia lingua lode)
3.3ma con semplicità da me narrate.
3.4Rider veggio la prima, che mentr'ode
3.5la sua fecondità, si maraviglia,
4.1l'altra parve che al figlio usasse frode
4.2ma troppo, e si presume e si assottiglia
4.3chi pensa sovra il Ciel scorger l'immenso
4.4lume, per affissar gli occhi e le ciglia.
4.5Di Dio l'eterna providentia penso
5.1che la inspirasse a ciò, ma sì lontano
5.2giugner non puote il debil nostro senso.
5.3L'altra è colei, per cui sett'anni in vano
5.4servì di questa il figlio, ond'altri sette
5.5servir per lei convenne al rio Labano.
6.1L'altra poscia, che vien, par che si affrette
6.2per liberar d'un sol con l'empia testa
6.3tutte le genti dal gran Padre elette.
6.4Sotto i monili, e sotto l'aurea vesta
6.5celava, e sotto varii altri ornamenti
7.1un cor devoto, una pia mente honesta.
7.2Veggio un'altra salvar co' suoi prudenti
7.3consigli tutto il gran Giudaico seme,
7.4e rimaner gli empi aversarii spenti.
7.5Oh quante volte, oh quante, ne le estreme
8.1necessità trova il rimedio vero
8.2colui che solo in Dio pone ogni speme!
8.3Già decreto e conchiuso havea Assuero,
8.4che per tutto gli hebrei fossero morti
8.5ne le provincie del suo grande impero.
9.1Ma il sommo eterno Padre, havendo scorti
9.2dei giusti i preghi, fe' sopra l'autore
9.3cader la pena di sì espressi torti.
9.4L'altra è colei, che salvo dal furore
9.5del gran Davidde il suo marito rese,
10.1coi preghi, con l'industria e col valore.
10.2Talché de l'amor suo quel tanto accese,
10.3che in breve di Naballe il fato accorso,
10.4sopra il throno regal felice ascese.
10.5Vien poi colei, che die' sempre soccorso
11.1col buon consiglio interno a la ragione,
11.2e il senso raffrenò con duro morso.
11.3Tal che spinta da retta intentione
11.4per la virtù lasciò l'aula sua propia
11.5venendo in sì lontana regione.
12.1Lasciò l'ampio suo regno, e tanta copia
12.2d'oro e di gemme, in gran periglio, e giunte
12.3a Salomon da l'ultima Ethiopia.
12.4Ma che direm di quella in cui congiunse
12.5Dio tutte le virtù, tutti gli honori,
13.1né desir vano il cor giamai le punse?
13.2Tal che emendar volendo i nostri errori
13.3l'eterno Padre, e dal perpetuo essiglio
13.4trarci a goder con lui vero thesori.
13.5Rinchiuse nel suo ventre il proprio figlio,
14.1quella virginità lasciando intera,
14.2così spuntò del rio Sathan l'artiglio.
14.3Onde quel Re, cui di capir non spera
14.4la terra tutta, in lei si vide chiuso:
14.5o somma providentia, o bontà vera!
15.1Ma se tronco il costei lodar, mi escuso,
15.2che son tropp'alti e gran misteri questi,
15.3e d'ignorantia sol me stesso accuso.
15.4E pur tu Re del Ciel già manifesti
15.5di sì gran tempo innanzi i bei secreti
16.1per tante e varie donne al mondo festi.
16.2Sol per mostrar, Signor, che tu non vieti
16.3l'esser previsto anchor da questo sesso,
16.4le Sibille inspirasti oltra i propheti.
16.5Seguon poi tante virginelle appresso,
17.1a cui da Christo il lume de la fede
17.2fu con tal forza dentro a l'alma impresso,
17.3che la Chiesa catolica si vede
17.4fondata e ferma sopra il sangue loro,
17.5e per lor tiensi e terrà sempre in piede.
18.1Talché a le donne il triomphale alloro
18.2di fede e d'honestà dar si conviene,
18.3per cui si allegra il sommo eterno choro.
18.4Ma se di quante in mente mi sovviene
18.5dir potessi, direi quante anchor sono
19.1stelle in ciel, fronde in selva e in mare arene.
19.2Però di lor più oltra io non ragiono,
19.3che il pensier per la copia si confonde,
19.4e del mio non poter cheggio perdono.
19.5Ma poi che al gran desio non corrisponde
20.1la lena in ciò trovarne a questa etade
20.2mille potrei d'alte virtù profonde.
20.3Di tante donne adorne d'honestade
20.4sovviemmi, e di prudentia e di dottrina,
20.5e cui par non fu mai d'alta beltade.
21.1Quante ne son per tutto ove camina
21.2sì rapido e superbo il Re de' fiumi,
21.3per dar largo tributo a la marina.
21.4Quante col lampeggiar dei chiari lumi
21.5d'oscuro illustre homai fan questo Rheno,
22.1d'alte maniere adorne e di costumi.
22.2Ma si ritrova il mio pensier non meno
22.3che pria confuso, se di queste anchora
22.4penso narrar le vere lodi a pieno.
22.5Perché di tante mi sovviene ogni hora
23.1vera gloria d'Italia, alto restauro,
23.2onde ogni gente barbara l'honora.
23.3Veggio il Tebro inchinarsi hoggi al Metauro
23.4per una palma a lui già nata in riva,
23.5nobil via più che il sempre verde lauro.
24.1E tal da i suoi bei rami odor deriva,
24.2che al secol nostro gloria ne risulta
24.3già tanto in alto ogni hor crescendo arriva.
24.4E s'ella fosse come il lauro culto,
24.5per vaghi fiori e per soavi frutti
25.1non fora in qual si voglia clima occulta.
25.2Ma perché anchor non vo con gli occhi asciutti
25.3per una, che lasciò dianzi morendo
25.4l'Europa tutta in dolorosi lutti,
25.5e perché il danno universal comprendo
26.1e ch'è in proverbio: “dove il dente dole
26.2la lingua va”, cantar lei sola intendo.
26.3Costei là nacque, ov'ha men forza il sole
26.4che ne l'Hesperia assai non lunge a Thide,
26.5dove il suo nome anchor s'adora e cole.
27.1E fu verso d'ogniun tanto gentile,
27.2che donna non parea di sì gran regno,
27.3poi nei bisogni intrepida e virile.
27.4Fu di gravi costumi e d'alto ingegno
27.5adorna in guisa e di maniere sante,
28.1che non la vinse mai colera o sdegno.
28.2Fu liberal, magnanima e constante,
28.3discreta, accorta, pia, casta e prudente
28.4di cor benigna e di regal sembiante
28.5da la Chiesa ogni scropul diligente
29.1rose con dolce, e con temprata lima,
29.2d'ogni colpa e fallir sempre innocente.
29.3E quando ascese de la rota in cima
29.4né lieta di soverchio apparve in volto
29.5come ne mostra in quel stato di prima.
30.1A la quiete universal rivolto
30.2sempr'hebbe il core e sempre pose cura,
30.3che ad altri l'haver mai non fosse tolto.
30.4Fu nel servar la fè candida e pura,
30.5e la bilancia havendo, e in man la spada
31.1partiva il tutto con egual misura.
31.2Talché il suo nome per ogni contrada
31.3spiegò veloce gli honorati vanni,
31.4né dubbio si ha che mai per tempo cada.
31.5Galli, Iberi, Germani, oltra i Britanni
32.1sudditi suoi, con gli altri d'ogni'ntorno
32.2senton privi di lei gravosi affanni,
32.3poi che per farne il Paradiso adorno
32.4Dio ruppe di sua mano il fragil velo,
32.5e noi lasciando con perpetuo scorno
33.1l'alma portò visibilmente al Cielo.
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