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1.1Io vi mostrai di sopra che a le donne
1.2fu concesso d'haver per legge in Roma
1.3di porpora e d'argento e d'or le gonne,
1.4che di più ricche gemme una gran soma
2.1portasser, pur che nol vietasse il peso,
2.2ornandosene e collo e seno e chioma;
2.3perché col mezo lor visto difeso
2.4il Campidoglio, e satisfatto al voto,
2.5da i padri fu questo partito preso.
3.1Da l'una parte essendo aperto e noto
3.2quant'obligo a le donne havea il Senato,
3.3da l'altra havendo alhor l'erario voto,
3.4per debito e mercé fu ciò lor dato
3.5e fu con leggi stabilito in guisa
4.1che a quelle esser non può giamai levato.
4.2Solo una volta poi trovo recisa
4.3tal legge, alhor che il perfido Aphricano
4.4rivolte a Roma in pianto havea le risa,
4.5tinto per tutto havendo il monte e il piano
5.1a Canne, a Trebbia, al Trasimeno lago,
5.2con sì gran strage del sangue romano,
5.3e che di Capua il popol mal presago
5.4del sì grave lor danno, e di Tarento,
5.5troppo di novità mostrossi vago.
6.1Oppio gli ornati (al gran periglio intento)
6.2restrinse, e dier tutte il consenso loro
6.3le donne, visto il general spavento.
6.4La nuova legge sol mez'oncia d'oro
6.5né vesta di color vario permette,
7.1non che più ricco o più sottil lavoro,
7.2né dentro a Roma usar cocchi o carrette
7.3posson le donne, e men d'intorno un miglio;
7.4ma poco in uso poi tal legge stette,
7.5perché, cessato essendo il gran periglio,
8.1di ritornarle in libertà propose
8.2Valerio, e fu lodato il suo consiglio,
8.3mal grado di Caton, che se gli oppose
8.4con dir facondo, ma il tribuno ardito
8.5di parte in parte al console rispose.
9.1Sopra di ciò non fu poi stabilito
9.2con leggi altro giamai, né con decreti,
9.3con Senato consulto, o plebiscito;
9.4né trovo editto di pretor che'l vieti,
9.5né mai questo avvertir Numa o Quirino,
10.1che fur sì vigilanti e sì discreti,
10.2né gli altri quattro Re, che a buon camino
10.3sempre andaro, né quel che fu constretto
10.4Roma lasciar per colpa, o per destino.
10.5Ho ben di Crasso e di Pompeo già letto
11.1ch'essendo ambe duo consoli tentaro
11.2che il lusso fosse a gli huomini ristretto.
11.3Ma le donne in silentio alhor passaro,
11.4sì perché dal Senato per mercede
11.5sole tal privilegio riportaro,
12.1sì perché (a dir la verità) si vede
12.2ch'altro che ornarsi e che abbellirsi a noi,
12.3ma per natura a lor ben si richiede.
12.4Benché nulla di ciò si fece poi,
12.5mercé d'Hortensio, che impedia l'impresa
13.1per occultar forse i difetti suoi.
13.2Cesare poi, c'havea la mente intesa
13.3al bene, a la quiete universale,
13.4con l'emulo già vinta ogni contesa,
13.5fe' molte leggi, ma di cosa tale
14.1non toccò punto, ben si estese sopra
14.2i cibi, al mondo sol cagion di male.
14.3Sì necessaria in questo essendo l'opra,
14.4la fe' lasciando ch'ogni donna il crine
14.5d'oro e di perle a suo piacer si copra.
15.1Può star ch'ove son rose anchor sian spine,
15.2ma sempre in ogni nostro oprar si deve
15.3guardar qual sia l'intentione e il fine.
15.4Rende il soverchio cibo il viver breve,
15.5fa tante infirmità, sì gravi danni,
16.1oltra che offesa anchor Dio ne riceve;
16.2giunge a Cupido forza, e tronca i vanni
16.3ai bei discorsi, a tal che senza rosa
16.4qui sol spine, sol doglie e solo affanni.
16.5Cesare de gli ornati alcuna cosa
17.1non toccò dunque, e meno il figlio Augusto
17.2in quella universal pace famosa.
17.3Le pompe non sentì già con buon gusto
17.4Tiberio, ma privar de le acquistate
17.5ragion le donne non gli parve giusto.
18.1Impossibili anchor fur giudicate
18.2sì fatte leggi da poter servarse,
18.3però fur nel possesso lor lasciate.
18.4Ma quel sì crudo infernal mostro, ch'arse
18.5Roma in gran parte, e cui rabbiosa sete
19.1spinse, onde il sangue di sua matre sparse,
19.2non già per apportar posa o quiete,
19.3ma sol per far de l'altrui ben rapina,
19.4e che incappasse ogniun ne la sua rete,
19.5in quella gran città, capo e regina
20.1del mondo, fe' con leggi men c'honeste
20.2ch'ogni donna o romana o pellegrina
20.3di qual si voglia grado portar veste
20.4non potesse di bisso o d'ostro tinte,
20.5né che d'argento o d'or fosser conteste.
21.1Ma le sue leggi, d'ogni'ntorno cinte
21.2d'hami e di lacci, e d'human sangue scritte,
21.3seco restaro in breve tempo estinte.
21.4Poscia i duo primi Flavii, che per dritte
21.5strade sempre sen giro, e che prudenti
22.1le cose ristoraro egre et afflitte,
22.2sendo al publico ben dì e notte intenti,
22.3mai non si preser de le pompe cura,
22.4tanto accorti nel resto, e diligenti;
22.5e men Nerva e Traian, sì per natura
23.1e per elettion pien di bontade,
23.2che da la sua l'altrui sol si misura.
23.3Né trovo c'Hadrian di libertade
23.4mai le donne privasse, e colui meno,
23.5che il bel nome acquistò per gran pietade.
24.1Ma che direm di quel sì dotto e pieno
24.2d'alte virtù, ch'ogni più chiaro imbruna,
24.3né lingua humana può lodarlo a pieno
24.4che mai non fe' contra gli ornati alcuna
24.5legge, ma confirmò tacitamente
25.1l'uso, per cosa al publico opportuna
25.2essendo in guerra stato arditamente
25.3sì lungo tempo, che restò canuto,
25.4contra i Germani ardita e fera gente.
25.5Per non crescer gravezza, o più tributo
26.1a le provincie del romano Impero
26.2già sendo il suo thesoro a fin venuto,
26.3l'ornato imperiale hebbe in pensiero
26.4di vender tutto, et essequillo tosto,
26.5che impedir nol poteo morto già Vero.
27.1Panni e broccati e drappi di gran costo
27.2d'argento, e d'or divisi, over congiunti,
27.3fatti e in Phrigia e in Egitto e più discosto,
27.4con fregi e con ricami e con trapunti
27.5a viti, a groppi, a foglie, a vasi, a fiori,
28.1con bei compassi, e con leggiadri punti,
28.2coltre distinte a varii e bei lavori,
28.3di porpora e d'argento e d'or tessute
28.4con rami, e con augei di più colori
28.5vaghe veste, e di prezzo, che venute
29.1di Persia, e di Damasco e d'Ethiopia,
29.2gran tempo in gran custodia fur tenute,
29.3di cui Marco trovò sì larga copia
29.4che satisfecer senza altrui gravezza
29.5del noto erario a la palese inopia.
30.1Ma chi l'inestimabile ricchezza
30.2diria di tante, e ben formate perle
30.3cosa che sì da voi donne s'apprezza,
30.4di tal peso, e candor, c'hoggi a vederle
30.5sol, vi potreste riputar felici?
31.1Che poi dunque saria potendo haverle?
31.2Queste con sommo studio da pendici
31.3varie, in gran tempo fur quivi raccolte
31.4d'Indi, Scithi, Erithrei, Thraci e Phenici.
31.5Chi potrebb'anco annoverar le molte
32.1anzi infinite gemme da diverse
32.2parti del mondo poste ivi in più volte?
32.3Ciò che uniro Astiage e Creso e Xerse
32.4con gli altri antichi Regi, e monarchie
32.5Mede, Assirie, Egittie e Lide e Perse,
33.1Roma tutto acquistò ma non son mie
33.2parti a narrar de i pretiosi ornati
33.3le bellezze, i lavor, le leggiadrie.
33.4Basta ch'essendo per l'adietro stati
33.5d'Augusti, poi si convertiro in uso
34.1di donne, e d'altri cittadin privati.
34.2Fin qui parmi a bastanza haver conchiuso
34.3che torto fassi a questo illustre sesso
34.4hor vuo' mostrar, che giustamente accuso
34.5la legge, a noi cagion di danno espresso.
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