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1.1Per far gli huomini anchor più chiari e certi
1.2c'honor sempre e rispetto han da portarvi
1.3vengo, o donne, a narrar vostri alti merti.
1.4E spero insieme con ragion mostrarvi
2.1ch'essendo voi state in possesso ogni hora
2.2de i vostri ornati, alcun non può privarvi.
2.3O sacra e bella Dea, ch'uscendo fuora
2.4de l'onde salse, festi eterno il mondo
2.5che in breve senza te caduto fora,
3.1fammi, ti prego, in tal guisa facondo
3.2ch'io possa così raro e bel soggetto
3.3esprimer con parlar dolce e giocondo.
3.4Che il sesso feminil sia il più perfetto
3.5per ragion consta, e per autoritade
4.1di tanti dotti e saggi che l'han detto,
4.2oltra che in questa, e in ciascun'altra etade
4.3mostraro, e mostran, tanta esperienza
4.4di valor, di dottrina e d'honestade,
4.5che per se stesse homai le donne, senza
5.1gir mendicando il debil nostro aiuto,
5.2sperar denno in favor questa sentenza.
5.3Questo è pur chiaro da ciascun veduto
5.4che portan di beltà l'intera palma,
5.5non che per fede sia da noi creduto.
6.1E quanto appar questa corporea salma
6.2di fuor più bella, tanto haver si trova
6.3dentro più vaga e più perfetta l'alma.
6.4Per un'altra ragione anchor si prova
6.5che a Dio, somma beltà, più si assomiglia
7.1la donna, onde miglior più al mondo giova;
7.2e quanto ha più begli occhi e belle ciglia,
7.3tanto Iddio serba idea più bella in mente,
7.4donde la forma nel crearla piglia.
7.5Ma ben che poi sia stata ingiustamente
8.1ridotta a poco a poco in servitute
8.2da l'huom più forte, non già più prudente,
8.3non è però che tanta e tal virtute
8.4non regni ne le donne, che cagione
8.5state a molti non sian di gran salute.
9.1Se in esser forte la perfettione
9.2si riponesse, fora il tauro e l'orso
9.3più perfetto di noi, l'apro e il leone.
9.4Bench'io potrei, con lungo e bel discorso,
9.5di molte donne addur veraci esempi
10.1c'han dato in guerra a gli huomini soccorso,
10.2e d'altre che tornaro, (uccisi gli empi
10.3tiranni), in libertà la patria loro,
10.4e ne gli antichi e ne i moderni tempi.
10.5Quante van cinte con ragion d'alloro
11.1sì per vittorie, sì per culti carmi?
11.2Quante a i popoli dier pace e ristoro?
11.3Quante carte non pur, ma quanti marmi
11.4serban scolpite le memorie eterne
11.5di donne valorose in lettre e in armi?
12.1La pia religion con l'altre interne
12.2virtù, de la beltà vero ornamento
12.3fuor che in lor, quasi più non si discerne,
12.4e de la continentia il lume, spento
12.5già ne gli huomini affatto, in lor si serva,
13.1del feminil valor chiaro argomento.
13.2Per una donna al senso fatta serva
13.3mill'huomini trovar ben mi confido,
13.4onde femina far veggiam Minerva.
13.5Maschio a l'incontro poi veggiam Cupido,
14.1cosa ch'alto mistero in sé nasconde,
14.2sia qual si vuol del vulgo ignaro il grido.
14.3Quanti di noi mai si gettar ne l'onde
14.4per conservar de l'honestà l'honore?
14.5S'io vo chiedendo alcun non mi risponde.
15.1Quanti col ferro mai s'apriro il core
15.2per l'istessa cagion? s'io vo cercando
15.3nessun ritrovo, e in van consumo l'hore.
15.4Ma se quante ciò fer donne io dimando,
15.5ne vo cento, anzi mille, anzi infinite
16.1e in ogni loco e in ogni età trovando.
16.2S'io vuo' contar le forti e in guerra ardite,
16.3o quelle che per vario altro sentiero
16.4al colmo de la gloria son salite,
16.5spender tutto mi veggio un anno intero
17.1senza poter di mille una sol parte
17.2spiegar di quel ch'io chiudo entro al pensiero.
17.3Mancan la forza in me, l'ingegno e l'arte,
17.4tante e tali mi occorreno, e diverse,
17.5da non capire in così anguste carte.
18.1Chi l'argive potria, le chie, le perse
18.2contarvi, o dir di Caria la regina
18.3chiara, sì che oscurò di gloria Xerse?
18.4Chi Micca, e Megistona, e la divina
18.5Stratonica, e Pieria, o quella schiera
19.1nobil celta, o milesia, o sagontina?
19.2Chi te Zenobia, o sovra ogni altra altera,
19.3di tutte le virtù sicuro vaso,
19.4per cui la palma il tuo bel sesso spera?
19.5Cinthia in Delo per te, per te in Parnaso
20.1gioisce Apollo, e Marte appresso i Geti
20.2stupido è già del valor tuo rimaso.
20.3Chi te, Vittoria? O fortunati e lieti
20.4giorni mentr'ella visse, e dal cui seme,
20.5felice Ausonia, quanti frutti mieti?
21.1Ma possibil non fia raccorre insieme
21.2le tirrhene e le melie e le spartane,
21.3che a mezo pur di gir manca la speme.
21.4Sol d'alcune dirò dunque romane
21.5ch'esser più mi parran degne d'historia,
22.1star lasciando le greche e l'altre strane.
22.2M'occorre in prima Roma a la memoria,
22.3da cui l'alta cittade il nome prese
22.4ch'ogni gente, ogni Re passò di gloria.
22.5Giunta al Tebro costei le navi accese,
23.1onde constretto Enea fu di fermarse
23.2l'animo havendo a più lontan paese.
23.3Quirin poi nominò da costei, ch'arse
23.4l'armata, il loco, pria cintol di mura,
23.5e in quel raccolte varie genti sparse.
24.1Con le sabine Hersilia poi sicura
24.2tra i padri entrando, e tra i mariti armati,
24.3piegò la mente lor spietata e dura.
24.4Lucretia indi e Virginia, onde scacciati
24.5furo i tiranni, e da loro empia e fella
25.1morte due volte i cittadin salvati.
25.2Con questa il padre vien, Bruto con quella
25.3di sangue tinti, e in man col ferro ignudo
25.4feroci e in vista horribili e in favella.
25.5Seguon Clelia e Valeria, ond'io conchiudo
26.1che fosti, o gentil coppia, per difesa
26.2non men che Horatio e Mutio a Roma scudo.
26.3Vetturia ecco e Volunnia, che l'accesa
26.4mente di Martio intepidiro in guisa
26.5che abbandonò la scelerata impresa.
27.1Negletta havea pur dianzi egli, e derisa
27.2la maestà patritia e i sacerdoti,
27.3e di salute ogni altra via precisa.
27.4D'effetto riusciro in tutto voti
27.5già i dissegni dei padri, onde mostraro
28.1le donne i cori lor pronti e devoti.
28.2Alhor che i Galli a viva forza entraro
28.3sì superbi e sì pien d'ira e d'orgoglio,
28.4che a contrastar non si trovò riparo,
28.5per tutto strida uscian, pianto e cordoglio,
29.1sangue e morti e sospir, sendo già dome
29.2le forze, e posto assedio al Campidoglio.
29.3Per far le corde a gli archi, acciò che il nome
29.4romano senza dar l'ultimo crollo
29.5stesse, le donne si tagliar le chiome.
30.1L'oro e le gemme si levar dal collo
30.2per far l'impresa, e questo un'altra volta
30.3fatto havean per ornarne in Delpho Apollo.
30.4Tal che il Senato alhor, visto la molta
30.5virtù lor degna d'infiniti honori,
31.1la mente havendo al premiarle volta,
31.2oltra l'oro e le gemme, oltra i lavori,
31.3d'esser lodate in morte anco lor diede
31.4come i gran Duci e gli alti Imperatori.
31.5Dal capo di ricami in fino al piede
32.1poteansi ornar, tener cocchi e carrette,
32.2né ciò per gratia fu, ma per mercede.
32.3Se non per gran cagion poscia ristrette
32.4non fur le donne in ciò mai dal Senato,
32.5e poco in uso anchor la legge stette,
33.1com'io dirò, ma pria vuo' prender fiato.
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