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1.1Non vi potrei narrar quanto m'aggrada
1.2nobil Malvezzi di veder che sète
1.3volto a sì bella e sì lodevol strada
1.4che in parti ignote al vil vulgo e secrete
2.1ne guida, dove il tempo si dispensa
2.2con piacer' utilmente e con quiete.
2.3Quivi a nuocere altrui mai non si pensa,
2.4né d'ogni lieve ingiuria a far vendette,
2.5ma tutti han l'alma a quel diletto intensa.
3.1Gioco dannoso mai quivi non stette,
3.2e meno invidia e meno ambitione,
3.3ne v'han forza d'amor strali o saette.
3.4O voi, cui sì lontan da la ragione
3.5tira il cieco furor, s'avvien che il fianco
4.1ombra d'ingiuria a vendicar vi sprone;
4.2e voi, cui lega il cor fanciul non manco
4.3cieco di quello, onde n'havete il volto
4.4hor tristo, hor lieto, hor colorito, hor bianco,
4.5volgete il passo a questa via, che volto
5.1non sì tosto l'havrete, che a l'un fia
5.2libero il fianco e il core a l'altro sciolto.
5.3E se la falsa invidia, o se la ria
5.4ambitione il cor vi punge e rode,
5.5deh, prendete il camin per questa via,
6.1che in parte arrivarete, ove non s'ode
6.2cosa, che apporti noia e con diletto
6.3de la quiete ogniun si appaga e gode.
6.4Felice voi Malvezzi mio, ch'eletto
6.5sì nobil cibo havete, onde il pensiero
7.1si pasce e il cor si nutre e l'intelletto.
7.2Mirabil cosa è pur, c'huom sì leggiero
7.3possa coperto di corporeo velo
7.4penetrar questo e quell'altro hemispero
7.5e misurar di parte in parte il cielo
8.1e saper de le stelle erranti e fisse
8.2il vario corso, e di chi nacque in Delo,
8.3e come a Phebo il sommo Iddio prescrisse
8.4termine il Cancro e il gran Capro celeste,
8.5né volse mai che fuor di questi uscisse.
9.1Mirabil cosa anchor, che in quelle, e in queste
9.2parti scorrer si possan del mar l'onde,
9.3senza timor di scogli o di tempeste.
9.4E veder come in fra la terra infonde
9.5per loco angusto il gran Padre Oceano
10.1di strani mostri l'acque sue feconde,
10.2e come il Caspio, o vogliam dir l'Hircano
10.3tanti popoli inonda, e tante genti
10.4senza l'aiuto suo, da lui lontano.
10.5Mirabil cosa anchor, poter gli ardenti
11.1raggi schivar d'Apollo e nevi e brine,
11.2e fiumi e polve e ghiaccio e pioggie e venti.
11.3E le parti lontane e le vicine
11.4la state a l'ombra, e il verno appresso il foco
11.5gir cercando, e del mondo ogni confine.
12.1E stando in riso fra gli amici e in gioco
12.2d'Agenore mirare a l'alma figlia
12.3ogni più bello e più secreto loco.
12.4E veder come altera a meraviglia
12.5nel braccio destro il Latio, e i Cimbri porta
13.1ne l'altro, e il Tago tien sopra le ciglia,
13.2e come l'Istro per via lunga e torta
13.3giù dal ventre le scorre in fino al piede,
13.4che il Rhen più dritta via prende e più corta.
13.5E come Greci e Sarmati possede,
14.1Galli, Thraci, Macedoni e Germani;
14.2e Roma capo de l'impero e sede.
14.3E come tanti monti e colli e piani,
14.4isole e fiumi e selve e laghi serra,
14.5con tanti lochi in verso il polo strani,
15.1e come il mar, che a Gade entra fra terra,
15.2verso meriggie la divide, e parte
15.3da quella che a noi fe' sì lunga guerra.
15.4Passiam dunque a mirar quest'altra parte
15.5di freddo scema, onde già il nome prese,
16.1poco descritta da le antiche carte.
16.2Maggior del primo assai questo paese
16.3tutto è rivolto in verso il mezo giorno,
16.4onde le genti ha più nel viso accese.
16.5Questa (non senza de gli antichi scorno)
17.1gli Hiberi e i Lusitani al tempo nostro
17.2già mille volte han circondata intorno,
17.3tal che a Greci, o Latini un'error vostro,
17.4temprata essendo la torrida zona,
17.5per prova al mondo han chiaramente mostro.
18.1La terra, di cui Bocco hebbe corona,
18.2costei rinchiude, e Numidia e Cirene,
18.3e il tempio, di cui tanto ogniun ragiona,
18.4e c'hebbe il nome già da quelle arene,
18.5Libia, Egitto, Ethiopia, e chi non piega
19.1l'ombra né qua, né la, vuo' dir Siene.
19.2Che il Nilo questa, (Tolomeo sol niega),
19.3da la moglie di Giapeto divida,
19.4ma il mar Sanguigno e sue ragioni allega.
19.5Quest'altra adunque il Lido e il Partho annida,
20.1l'Hircan, l'Armeno, il Phrigio, il Siro e il Perso,
20.2c'hoggi sì ardito l'Ottomanno sfida.
20.3Un suo maggior già tutto l'universo
20.4di soggiogar pensò, ma troppo spiacque
20.5tal fasto a Dio che lo fe' gir disperso.
21.1E sol fuggendo in un vil schiffo giacque
21.2quel, che pur dianzi con tutto il Levante
21.3i monti navigò, cavalcò l'acque.
21.4O potentia del Ciel, tu pur con tante
21.5maniere mostri ogni hor varie e diverse
22.1quanto sia il mondo e fragile e inconstante.
22.2Del temerario ardir ch'altro al fin Xerse
22.3trasse, che per la morte de i mariti
22.4far tutte a brun vestir le donne Perse.
22.5Ma ritorniam là, donde siamo usciti,
23.1perché fuor del sentier vagando tanto
23.2potriaci alcun tener forse smarriti.
23.3Di gran fecondità tien questa il vanto
23.4perché in più lochi rende in guisa il seme,
23.5che menzogna parrebbe il dirvi quanto.
24.1E spande altera le sue sponde estreme
24.2con ampio giro, talché agguaglia sola
24.3l'altre due parti ambe congiunte insieme.
24.4L'Egeo parte costei da la figliola
24.5d'Agenore, e quel mar, cui la germana
25.1nomò di Phrisso, come il grido vola.
25.2E chi da l'Austro ogni hor più si allontana
25.3la Propontide intoppa, e quindi poi
25.4l'Euxino e la Meotide e la Tana.
25.5L'India, ch'essa contien, fe' nota a noi
26.1di Philippo il gran figlio, alhor ch'ei scorse
26.2vittorioso in fino a i liti Eoi.
26.3Se ciò, ch'è quivi, e ciò ch'è sotto a l'Orse,
26.4dove Dario fuggì, Ciro cadeo,
26.5contassi, vi sarei di tedio forse.
27.1Over lungo quel mar, che infame e reo
27.2hebbe già il nome e c'hor sì bello il serba,
27.3o contra Hesperia in ripa al mare Egeo.
27.4Dove in Epheso fu già la superba
27.5mole, e quella Caria alta regina
28.1fece per gran pietà, per doglia acerba.
28.2La terza in Rhodo a questa era vicina,
28.3donde a l'isola sacra a Citherea
28.4giunge chi verso il mar d'Isso camina.
28.5Questa coi Siri già si congiungea,
29.1sì come anchor congiunta era con nui
29.2Sicania, e come coi Beoti Eubea.
29.3O sol di cortesia ricetto, in cui
29.4Giove sì bel pensier novello infuse,
29.5questo, e ciò che riman, vedrete vui.
30.1Né vi saran mai passi o strade chiuse,
30.2ma tutte aperte e quelle piane e note,
30.3che a gli antichi già furo erte e confuse.
30.4E gir da l'Austro in un punto a Boote
30.5potrete, e da l'Hesperia a l'Oriente,
31.1che in un punto pur dir lingua nol puote.
31.2Nuovo ciel, nuova terra e nuova gente,
31.3nuovi animai, nuov'herbe e nuovi frutti
31.4potrete anchor veder come presente.
31.5Cose che in fino ad hor son state a tutti
32.1gli altri ascose, ma i termini d'Alcide
32.2voi potrete passar coi piedi asciutti.
32.3Quel, ch'ei, né Bacco, né Alessandro vide,
32.4per voi potrassi ogni hor chiaro vedere
32.5la notte e il dì senza che altrui vi guide,
33.1standovi o in sala o in camera a sedere.
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