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1.1Conte quattro dì son, del mio giardino
1.2lungo la loggia grande passeggiando
1.3mi ragionaste, e vosco era il Bianchino,
1.4con ragioni efficaci ambo cercando
2.1pur di mostrarmi, ch'io devea le liti
2.2lasciar del tutto e dar lor sempre bando,
2.3e che Aldrovandi e Ghisilieri uniti
2.4voleano uscirne affatto e lor dolea
2.5che non ne fosser fin da prima usciti,
3.1e che accettar ciascun d'essi volea
3.2quell'istesso partito, ch'io proposi
3.3cinqu'anni son, c'honesto lor parea.
3.4Udito il parlar vostro io mi disposi
3.5per non trattarsi d'interesse mio
4.1di voler tempo, ond'io così risposi.
4.2Non vi posso risolver prima ch'io
4.3del pupillo non parlo co i parenti,
4.4che n'ho da render conto in prima a Dio.
4.5Poi far voglio il medesmo anco a le genti
5.1del mondo, e voi di tal conclusione
5.2vi mostraste partir da me contenti.
5.3Dunque havendone già quelle persone,
5.4che d'huopo mi parea fatte capaci,
5.5vi mando in scritto la mia intentione.
6.1Sen volan le parole e son fallaci,
6.2né si posson toccar, ma la scrittura
6.3si tocca e parla se tu dormi e taci.
6.4Un musico già fu, che di natura
6.5allegro, spesso de la terra usciva,
7.1pigliandosi piacer de la verdura.
7.2E intento un dì del mar sopra la riva
7.3a Philomena, che tra rami e fronde
7.4sì dolcemente lamentar s'udiva,
7.5pesce in copia scherzar vide per l'onde,
8.1c'havendo fatte il sol tepide l'acque,
8.2da le parti ascendean cave, e profonde.
8.3Tal cosa in guisa al buon musico piacque
8.4che fisso a risguardar parea di pietra,
8.5e gran desio di prenderne gli nacque.
9.1Onde subito in man tolse la cetra,
9.2ch'ogni stormento suo solea sovente
9.3portarsi al fianco a guisa di pharetra.
9.4E si diede a sonar sì dolcemente
9.5che fatto havria tornar verso le fonti
10.1qual più veloce e rapido torrente.
10.2Potea l'aura fermar movendo i monti,
10.3far mansueta ogni selvaggia fera,
10.4gli augei rendendo ad ascoltarlo pronti.
10.5E ciò facea che al semplicetto s'era
11.1ferma credenza impressa in mezo il petto
11.2di prender di quel pesce in tal maniera.
11.3Ma visto al fin non riuscir l'effetto
11.4conforme col pensier, stava in timore
11.5che nascesse da lui tutto il difetto.
12.1Onde hor l'alto, hora il basso, hora il tenore
12.2toccando e congiungendo il suon col canto,
12.3facea concento e harmonia maggiore.
12.4Ma non poteo mai far quel però tanto,
12.5variando hora il grave, hora l'acuto,
13.1che di prenderne un sol si desse vanto.
13.2Da quella speme sua dunque caduto,
13.3vedendo vane riuscir l'imprese,
13.4e chiaro l'error suo già conosciuto.
13.5Una gran rete in mar tosto distese,
14.1poscia pian piano a se tirolla e tutti
14.2quei pesci, colmo di letitia, prese.
14.3I quai sul lito subito ridutti
14.4cominciorno a saltar, sendo lor tolto
14.5il nuoto e stando in su l'arena asciutti.
15.1“Fratelli”, disse il musico a quei volto,
15.2“non è più tempo da saltar, perc'hora
15.3non suono e l'arco è ne la tasca involto;
15.4da ballar, da saltar tempo era alhora,
15.5ch'io facea con la cetra varii suoni,
16.1per trarvi a me del cavo gorgo fuora,
16.2hor vi ho colti a la rete, hor vi ho prigioni”.
16.3Così a voi dico anchora, o Signor Conte,
16.4che la signoria vostra mi perdoni,
16.5quel musico son'io, c'hebbi sì pronte
17.1le voglie di pigliar del pesce e questo
17.2desio mi si scorgea scolpito in fronte.
17.3Tra gli altri a voi l'ho fatto manifesto
17.4già son cinqu'anni mille volte in vano,
17.5temendo assai non esservi molesto.
18.1Quanto fui poco di giudicio sano
18.2credendo o Conte di pigliar del pesce
18.3col torre hor l'arpa e hor la cetra in mano.
18.4Quante volte vi dissi e non m'incresce,
18.5che il Cavalier feria col capo il muro,
19.1perché ogni hor con l'entrata il lusso cresce,
19.2e che al fin gli saria tolto al sicuro
19.3questo possesso, perché a dirvi il vero,
19.4l'osso era troppo da i suoi denti duro,
19.5e che saria sforzato il Cavaliero
20.1metter del proprio per l'appellativo,
20.2smembrando il suo, c'hor non gli basta intero,
20.3e ch'uso a starsi in sì perenne rivo,
20.4stando in secco faria gli heredi suoi
20.5poveri affatto e se stesso anchor vivo.
21.1Questo il mio suon, questo il mio canto e voi
21.2Conte mio senza ch'altri ve lo dica
21.3ben lo sapete, come il sappiam noi.
21.4E tutto un'anno intero tal fatica
21.5durai suonando, ch'io rimasi afflitto,
22.1procedendo con voi sempre a l'antica.
22.2Ma visto questo suon non far profitto
22.3di tor la rete mi risolsi e tosto
22.4la mia petition produssi in scritto.
22.5E sì mi trovo il tutto haver disposto,
23.1che due sentenze a mio favor son date,
23.2né da la terza sono anchor discosto.
23.3Queste belle parole adunque usate
23.4da voi son fuor di tempo e proprio sono
23.5balli di pesci asciutti, hor non ballate
24.1Conte, c'hor più non canto e più non suono.
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