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1.1Imperadrice somma, alta regina,
1.2vergine, donna, madre, figlia e sposa,
1.3chiara Dïana, stella mattutina;
1.4tu se' la verga della santa rosa
1.5che la radice di Iesse portasti
1.6nel puro vaso nove mesi ascosa.
1.7Per mezo del bel frutto concordasti
1.8l'omo con Dio, el servo col signore
1.9e la justizia antiqua mitigasti.
1.10Per te si sale al nostro primo Amore,
1.11in quella eterna patria ove si gusta
1.12eternalmente ogni dolce sapore.
1.13Oh, se la mia domanda fusse giusta,
1.14i' chiedarei a Dio per sommo dono
1.15poter mirar la tuo faccia venusta.
1.16Ivi trovarrei grazia, ivi perdono,
1.17ivi misericordia, ivi pietade,
1.18ogni atto virtüoso, onesto e buono.
1.19In te abunda tanta caritade,
1.20che 'l miser peccator non ha refugio
1.21se non all'ombra della tua pietade.
1.22O advocata mia non fare indugio,
1.23soccorre a l'alma trista tapinella:
1.24ch'ogni socorso umano è subterfugio.
1.25Cara speranzia mia, tu se' pur quella
1.26per cu' i' spero ancor tornare al segno
1.27del camin dritto a lume di tuo stella.
1.28Alza la mente mia, alza l'ingegno;
1.29tu sola eletta fusti al grande offizio
1.30del nostro pellican che pende al legno
1.31e Colui, che già mai non ebbe inizio
1.32e 'l ciel caper non può, velato apparse
1.33nel purissimo tuo celato ospizio.
1.34El descendar del Verbo ad incarnarse
1.35in te di spirto santo prese effetto
1.36e tutte l'altre vie parvero scarse.
1.37Vita e dolcezza mia, sommo diletto,
1.38o mio conforto, o chiara margarita
1.39a cui mi do per servo e per suggetto,
1.40i' ti suplico, prego e chiamo aita
1.41per quello annunzio che fe' l'angel santo,
1.42quando di tanto don fusti rempita.
1.43Allor fusti di grazia piena tanto
1.44quanto l'umanità può sopportare
1.45dal cielo infusa inel pudico manto.
1.46Per lo festino e nobil tuo andare,
1.47piena del nobilissimo gioiello,
1.48la madre del Batista a visitare.
1.49Per l'amirando parto, onesto e bello
1.50del divin Sol, che penetrò di fuore
1.51lassando integro el virginal suggello.
1.52Per li pastor che venner con stupore
1.53te al presepio e 'l tuo figlio mirando,
1.54che conservavi tutto nel tuo core.
1.55Per l'alegrezza che avesti quando
1.56li Magi teco el tuo figliuol trovaro,
1.57per vero Idio et omo lui adorando.
1.58Per quella ancora, quando el vechio caro
1.59e giusto Simeon in brazzo el prese
1.60dicendo ti seria coltello amaro.
1.61Per l'indiscreta fuga che discese
1.62da l'impio Erode fuggendo in Egitto:
1.63ché simil crudeltà mai più s'intese.
1.64Pel ritornar ancor, sì come è scritto,
1.65finita che fu poi la vita rea
1.66d'Erode re che morì tanto afflitto,
1.67col tuo dolce figliuolo in Galilea
1.68temendo d'Archelao, el qual regnava
1.69doppo el suo padre in terra di Giudea.
1.70Pel sommo gaudio che 'l tuo cor portava
1.71quando di dodici anni el dolce Cristo
1.72trovasti infra' dottor che disputava.
1.73Pel gran miracol che da te fu visto:
1.74innelle nozze l'acqua trasmutarse
1.75in dolce vin senza alcuna arte o misto.
1.76Pel gran dolor che nel tuo core apparse
1.77quando sentisti el proditor di Giuda
1.78dal suo maestro car già lontanarse.
1.79Per la saetta dispiatata e cruda
1.80ch'al cor ti giunse quando el tuo gioello,
1.81lassando te di consolazion nuda,
1.82andò in Ierusalem col suo fratello
1.83Joanni e gli altri a·ffar l'utima cena
1.84innella Pasqua el figurato agnello.
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