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1.1Come se nuviletta s'antepone
1.2con tardo vento a lo splendor del sole,
1.3a poco a poco el suo lume ripone,
1.4divenne nel finir di tal parole
1.5qual om che lauda un perso amato bene
1.6se poi chi 'scolta a pietà inducer vuole.
1.7Et io: Madonna, alor, dimmi unde viene
1.8che par si' trasmutata in un momento
1.9di sommo gaudio in dolorose pene.
1.10Egli è pur ver ch'ogni mortal contento
1.11è com'un fresco fior nel freddo verno,
1.12che in quel ora che nasce in quel è spento.
1.13Non puol–rispose lei–dolore interno
1.14troppo durar, che 'n fronte non si mostri,
1.15com'or per sperïenzia in me discerno.
1.16Inteso hai ben ne' lunghi parlar nostri
1.17de la mia figlia el successo famoso
1.18dal dì che venne da' superni chiostri.
1.19Or udirai, se non ti fie noioso
1.20e 'l mio pianto el permetta, unde deriva
1.21in me l'impalidir e 'l duol nascoso.
1.22Mentre che sua persona excelsa e diva
1.23m'era propinqua, io mi tenea beata,
1.24fra l'altre al mondo singulare e viva.
1.25La sua dolce presenzia èmmi sì grata,
1.26che equal diletto a quel non ho sentito
1.27dal dì che 'n sì bel loco fui creata.
1.28Stavasi meco in questo ameno lito
1.29fra suo' congionti e cari mei patrizii,
1.30tenendo el suo voler col mio unito,
1.31alzando le virtù, calcando e' vizii
1.32era sì grata che ciascun laudava
1.33suo' virtüosi e celebri exercizii.
1.34E tanto el viver suo si divulgava
1.35fra nobili e signori in ogni parte,
1.36che veder sua efigie ognun bramava.
1.37Io non potrei appien tutto narrarte
1.38el mio contento e sue opre lezadre
1.39in ben mille volumi e mille carte.
1.40Ora non so se stelle invide e ladre
1.41o pur sua volontà, non già mie offese,
1.42l'hanno rapita a l'una e l'altra madre.
1.43Ché poco più è passato d'un mese,
1.44quando per farmi pien d'ogni mestizia
1.45fece degno di sé altro paese,
1.46menando seco el fior d'ogni delizia,
1.47colei che 'l nome tien de la romana
1.48ch' al mondo exemplo fu di pudicizia.
1.49Di singular virtù viva fontana,
1.50d'ogni bellezza una apollinea face,
1.51lezadra in opre e ne l'aspetto umana,
1.52prudente, acorta, ingegno perspicace,
1.53tal che Madama posa in suo bel seno
1.54e ciò che piace a l'una all'altra piace.
1.55Se in sito più vago e più ameno
1.56ne fusse andata per maggior suo destro,
1.57sarebbe sua ragione al mio duol freno.
1.58Ma luogo indegno, vil, rozzo e alpestro,
1.59dove omini non son ma gente incolta,
1.60abundante di inopia e di sinestro
1.61hammi la gloria mia rapita e tolta,
1.62che quando attentamente in me ripenso
1.63bramo l'or mille volte esser sepolta.
1.64Quest'è cagion del mio duol grave e intenso,
1.65questo m'ha fatto scolorir la faccia,
1.66questo ha indebilito ogni mio senso,
1.67questo ne le mie vene el sangue aiaccia,
1.68questo m'ha fatta palida e smarrita,
1.69ché l'un contrario sempre el altro caccia.
1.70Poi che li piacque far da noi partita
1.71ho pianto sempre e piangerò ognora,
1.72per fin che la vedrò con noi unita.
1.73Pensa se ho ragion pianger ancora,
1.74ché quel che già tant'anni ho desiato
1.75in un momento me ne veggo fuora.
1.76Né solamente a me gran doglia è stato,
1.77ma a più genti assai danno e martire
1.78e el ciel, la terra e 'l mar se n'è turbato,
1.79perché, giugnendo el dì del suo partire,
1.80l'aria scurossi e 'l sol nascose el lume
1.81e 'l cielo incominciò forte a fremire
1.82con densa pioggia e nebuloso fume,
1.83grandin, balen, saette in furia e sdegno,
1.84che fatta era ogni strada uno amplo fiume,
1.85livido el mar e di tempesta pregno,
1.86Eol, sbarrate l'orride macerie,
1.87aveva ai venti restituto el regno.
1.88El ratto evento e subita intemperie,
1.89che fino adesso ancor non scema o resta,
1.90sarebbe a recitar prolissa serie.
1.91Tal che in la mia solenne e prima festa,
1.92dove concorrer suol di ciascun clima,
1.93essendo a tutto el mondo manifesta,
1.94chi per far mercanzia, chi spera e stima
1.95aver de' suoi error venia e ristoro
1.96(e questa al mio parer è cagion prima),
1.97chi per vedere el mio ricco tesoro,
1.98e' superbi palazzi e ' sacri tempi,
1.99ornato l'un e l'altro a gemme e oro,
1.100chi e' mei patrizii a tutto el mondo exempi,
1.101la justizia, el governo e santa legge,
1.102cose non viste a' nostri o altri tempi,
1.103chi per intender ben come si regge
1.104el regno mio e come ben s'accorda
1.105la mia nobilità con l'altro gregge;
1.106unde per la stagion piovosa e lorda
1.107ogni om, quantunche vecchio e al mondo scorto,
1.108manco gente venir non si ricorda.
1.109Non potea legno alcun venir nel porto,
1.110stavan di mala voglia e' vïandanti
1.111per non trovare el camin buono e scorto,
1.112doliensi gli artegiani e mercatanti
1.113che la sua merce apien non si dispensa
1.114come soleva far negli anni avanti.
1.115Se avevan doglia le mie donne pensa,
1.116che per la pioggia e fastidioso fango
1.117non potien visitar la bella Ascensa.
1.118Non ti maravegliar s'adunque piango!
1.119Doppio è el dolor, che mi par sì molesto,
1.120ch'aflitta quasi ormai vinta rimango.
1.121Cagion è el suo partir di tutto questo,
1.122come inteso aver puoi nel parlar mio,
1.123al qual intendo ormai dar fine presto.
1.124Or ho in tutto pieno el tuo disio,
1.125però ti vo' pregar pria ch'oltre passi
1.126che in qualche parte sia satisfatta io.
1.127Se mai per adventur tu arrivassi
1.128in quella parte ov'abita costei,
1.129ferma per mio amore alquanto e' passi
1.130e narra a uno a uno e' dolor mei,
1.131pregandola umilmente che ritorni,
1.132come vuol equità, justizia e dei.
1.133E di' s'avvien ch'a·cciò troppo soggiorni
1.134non mi ritrovarà qual prima fui,
1.135ma fie cagion di mei ultimi giorni.
1.136Qual ripien di dolor del danno altrui,
1.137che s'apparecchia pensando in se stesso
1.138di condolersi et offerirsi a·llui,
1.139stav'io, e più da maraviglia oppresso,
1.140e con un grave e cordïal suspiro
1.141era già la parola ai labri presso,
1.142quando in un tratto el sonno e lei fuggiro.
1.143Del quarto et ultimo capitolo del sogno questo è el fine
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