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1.1Non so ormai a chi più rivoltarmi,
1.2non so a chi mostrare el mio cordoglio
1.3né in tante pene so, miser, che farmi.
1.4S'al ciel piangendo languido mi doglio,
1.5se 'l mar, la terra e gli elementi invoco,
1.6butto le mie parole in duro scoglio.
1.7Gli omin del mio dolor si curan poco
1.8e s'alcun è che del mio mal gl'incresce
1.9non mi puol soccorrire in tanto fuoco.
1.10Così la mia ferita ognor più cresce,
1.11così manca el remedio al mio gran male
1.12e pian pian l'alma mia fuor del corpo esce.
1.13O Amor falso, ingrato e disleale
1.14quanto propizio già mi ti mostrasti
1.15per far el colpo tuo crudo e mortale.
1.16O con quanta dolcezza mi legasti,
1.17poi, su l'entrar del porto, in un momento
1.18fra turbide procelle mi lassasti.
1.19Miser chi in folle amor fa fondamento,
1.20miser chi crede far fermo edifizio
1.21in cosa che va via qual polve al vento.
1.22Quant'è distante el fin dal mio inizio,
1.23ch'essendo già d'ogni delizia in cima,
1.24or mi ritrovo in scuro precipizio.
1.25Io che cantavo allegri versi in prima,
1.26or di pianti e suspir, tormenti e pene
1.27ornar convienmi ogni mia prosa e rima.
1.28E tu Lilia gentil, sommo mio bene,
1.29come non vuoi che gli occhi sie duo fiumi,
1.30se in forza el ciel lontan da·tte mi tiene?
1.31Non gusto e' tuo sembianti e bei costumi,
1.32non sento più le dolce paroline,
1.33né 'l mover de' celesti e vaghi lumi,
1.34quelle acoglienze angeliche e divine,
1.35e' savi motti e le risposte acorte,
1.36gli atti assai fuor d'ogni mortal confine.
1.37A che s'io penso, i' ne disgrazio morte,
1.38ch'ormai non tronca el fil, sì che in un punto
1.39contenti el ciel, Amor, te, me e sorte.
1.40Ché, se vedessi a qual termin so' giunto,
1.41se m'ami come debbi, io son ben certo
1.42non mi voresti vivo, anzi defunto.
1.43Più giorni son ch'io comprendeva aperto
1.44non esser mia speranza apien sepolta,
1.45né avanti agli occhi el sol tutto cuperto:
1.46ch'avea di voi notizia alcuna volta
1.47con qualche scritto over qualche imbasciata.
1.48Or l'una e l'altra via m'è stata tolta.
1.49O quanto m'era o quanto acetta e grata
1.50una tua letterina e tanto cara,
1.51che facea lieve ogni mia doglia innata.
1.52Or non so già perché sia tanto avara
1.53di quel che molto vale e poco costa
1.54e da la morte me, miser, ripara.
1.55Perché tanta pietà mi tieni ascosta,
1.56perché di tanto don m'hai fatto privo?
1.57Forse ch'al mio morir ti se' disposta?
1.58Overo el tuo aspetto inclito e divo
1.59si sdegna d'un sì basso e vil suggetto?
1.60Ché puoco giova al mare un piccol rivo.
1.61Ma nulla fai, perché sempre nel petto
1.62ti porto scritta e in questa e in l'altra vita
1.63ti sarò fedel servo al tuo dispetto.
1.64Perch'una fé sincera e stabilita
1.65per morte, per disdegno o per fortuna
1.66non fa da integro cor già mai partita.
1.67Diva signora mia tu se' quel una
1.68che sol nel petto mio abberga e posa
1.69e dove ogni pensier sempre s'aduna.
1.70O, s'io potessi apien la fiamma ascosa
1.71mostrar di fuor, col mio dolente verso
1.72ti farei doventar mite e pietosa.
1.73Ma le lacrime assai qual ognor verso
1.74dagli occhi e gli 'nfocati mie' suspiri
1.75tengan la lingua e 'l mie 'ngegno sommerso.
1.76E nel fine, a mie' tanti e gran martiri,
1.77miser, un sol refugio era rimasto,
1.78ch'ancor teneva in piedi e' miei disiri:
1.79ché 'l volto singular, benigno e casto
1.80lieto vedevo e quel suave sguardo,
1.81che fa spesso col sol lite e contrasto,
1.82da le cui fiamme ognor m'abbruscio e ardo.
1.83Non so per che cagion così turbato
1.84oggi el vedessi e nel guardarmi tardo.
1.85Cara signora mia non ho errato;
1.86dunque perché, perché turbata in vista,
1.87perché el chiar sol in scura ombra è voltato?
1.88Ahimè, deh, più non far mia mente trista,
1.89deh, non affligger più l'afflitto core!
1.90Che ne guadagni tu se l'alma attrista?
1.91Non agiugner più pena al mio dolore,
1.92deh, non far più intenso el mio martoro,
1.93madonna, s'io ti son buon servidore.
1.94Non ti domando robba, argento o oro,
1.95ma solo un lieto sguardo del bel volto,
1.96qual per cosa celeste al mondo adoro.
1.97Dunque poich'hai, crudel, rapito e tolto
1.98di me el miglior, non mi tollere ancora
1.99quel ch'a me giova, a te non nuoce molto.
1.100Orsù, ch'io tacia ormai venuta è l'ora,
1.101suplisca el cor, ché la mia lingua è stanca.
1.102Vale madonna mia, vale signora:
1.103ché, con la penna, insieme el fiato manca.
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