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1.1Anima eletta, che nel mondo folle
1.2e pien d'error sì saggiamente quelle
1.3candide membra belle
1.4reggi, che ben l'alto disegno adempi
1.5del Re degli elementi e de le stelle,
1.6che sì leggiadramente ornar ti volle,
1.7perch'ogni donna molle
1.8e facile a piegar ne li vizi empi,
1.9potessi aver da te lucidi essempi,
1.10che, fra regal delizie in verd'etade,
1.11a questo d'ogni mal seculo infetto
1.12giunt'esser può d'un nodo saldo e stretto
1.13con summa castità summa beltade;
1.14da le sante contrade,
1.15ove si vien per grazia e per virtute,
1.16il tuo fedel salute
1.17ti manda, il tuo fedel caro consorte,
1.18che ti levò di braccia iniqua morte.
2.1Iniqua a te, che quel tanto quieto,
2.2iocondo e, al tuo parer, felice tanto
2.3stato, in travaglio e in pianto
2.4t'ha sotto sopra ed in miseria vòlto;
2.5a me giusta e benigna, se non quanto
2.6l'odirmi il suon di tue querele drieto
2.7mi potria far men lieto,
2.8s'ad ogni affetto rio non fusse tolto
2.9salir qui dove è tutto il ben raccolto;
2.10del qual sentendo tu di mille parti
2.11l'una, già spento il tuo dolor sarebbe
2.12ch'amando me (come so ch'ami) debbe
2.13il mio più che 'l tuo gaudio rallegrarti,
2.14tanto più ch'al ritrarti
2.15salva da le mondane aspre fortune,
2.16sei certa che commune
2.17l'hai da fruir meco in perpetua gioia,
2.18sciolta da ogni timor che più si moia.
3.1Segui pur senza volgerti la via
3.2che tenut'hai sin qui sì drittamente;
3.3ch'al cielo e alle contente
3.4anime altra non è che meglio torni.
3.5Di me t'incresca, ma non altrimente
3.6che, s'io vivessi ancor, t'incresceria
3.7d'una partita mia
3.8che tu avessi a seguir fra pochi giorni;
3.9e se qualche e qualch'anno anco soggiorni
3.10col tuo mortale a patir caldo e verno,
3.11lo déi stimar per un momento breve
3.12verso quest'altro, che mai non riceve
3.13né termine né fin, vivere eterno.
3.14Volga Fortuna il perno
3.15alla sua ruota in che i mortali aggira;
3.16tu quel ch'acquisti mira,
3.17da la tua via non declinando i passi;
3.18e quel che a perder hai, se tu la lassi.
4.1Non abbia forza il ritrovar di spine
4.2e di sassi impedito il stretto calle,
4.3di farti dar le spalle
4.4al santo monte per cui al ciel tu poggi,
4.5sì che all'infida e mal sicura valle
4.6che ti rimane a drieto, il piè decline;
4.7le piagge e le vicine
4.8ombre soavi d'alberi e di poggi
4.9non t'allentino sì che tu v'alloggi;
4.10ché, se noia e fatica fra li sterpi
4.11senti al salir la poco trita roccia,
4.12non v'hai da temer altro che ti noccia,
4.13se forse il fragil vel non vi discerpi.
4.14Ma velenosi serpi
4.15per le verde, vermiglie e bianche e azurre
4.16campagne, per condurre
4.17a crudel morte con insidiosi
4.18morsi, tra' fiori e l'erba stanno ascosi.
5.1La nera gonna, il mesto oscuro velo,
5.2il letto vedovil, l'esserti priva
5.3di dolci risi, e schiva
5.4fatta di giochi e d'ogni lieta vista,
5.5non ti spiacciano sì che ancor captiva
5.6vada del mondo, e il fervor torni in gelo,
5.7c'hai di salir al cielo,
5.8sì che fermar ti veggia pigra e trista:
5.9ché quest'abito inculto ora t'acquista,
5.10con questa noia e questo lieve danno,
5.11tesor che d'aver dubbio che t'involi
5.12tempo, quantunque in tanta fretta voli,
5.13unqua non hai, né di Fortuna inganno.
5.14O misero chi un anno
5.15di falsi gaudi o quattro o sei più prezza
5.16che l'eterna allegrezza,
5.17vera e stabil, che mai speranza o téma
5.18o altro affetto non accresce o scema!
6.1Questo non dico già perché d'alcuno
6.2freno ai desiri in te bisogno creda,
6.3che da nuova altra teda
6.4so con quanto odio e quanto orror ti scosti;
6.5ma dicol perché godo che proceda
6.6come conviensi e come è più opportuno,
6.7per salir qui, ciascuno
6.8tuo passo, e che tu sappia quanto costi
6.9il meritarci i ricchi premi posti.
6.10Non godo men ch'all'inefabil pregi,
6.11ch'avrai qua su, veggio ch'in terra ancora
6.12arrogi un ornamento che più onora
6.13che l'oro e l'ostro e li gemmati fregi;
6.14le pompe e i culti regi
6.15sì riverir non ti faranno, come
6.16di costanzia un bel nome,
6.17fede e castità, tanto più caro,
6.18quanto esser suol più in bella donna raro.
7.1Questo è più onor che scender da l'augusta
7.2stirpe d'antiqui Ottoni, estimar déi;
7.3di ciò più illustre sei,
7.4che d'esser de' sublimi, incliti e santi
7.5Filippi nata ed Ami ed Amidei,
7.6che fra l'arme d'Italia e la robusta,
7.7spesso a' vicini ingiusta,
7.8feroce Gallia, hanno tant'anni e tanti
7.9tenuto sotto il lor giogo costanti
7.10con li Alobrogi i populi de l'Alpe;
7.11e de' lor nomi le contrade piene
7.12dal Nilo al Boristene,
7.13e da l'estremo Idaspe al mar di Calpe.
7.14Di più gaudio ti palpe
7.15questa tua propria e vera laude il core,
7.16che di veder al fiore
7.17di lise d'oro e al santo regno assunto
7.18chi di sangue e d'amor t'è sì congiunto.
8.1Questo sopra ogni lume in te risplende,
8.2se ben quel tempo che sì ratto corse
8.3tenesti di Namorse
8.4meco il scettro ducal di là da' monti;
8.5se ben tua bella mano il freno torse
8.6al paese gentil ch'Apenin fende,
8.7e l'Alpe e il mar diffende.
8.8Né tanto val ch'a questo pregio monti
8.9che 'l sacro onor de l'erudite fronti,
8.10quel tósco in terra e in ciel amato Lauro
8.11socer ti fu, le cui mediche fronde
8.12spesso alle piaghe, donde
8.13Italia morì poi, furon ristauro;
8.14che fece all'Indo e al Mauro
8.15sentir l'odor de' suoi rami soavi;
8.16onde pendean le chiavi
8.17che tenean chiuso il tempio de le guerre,
8.18che poi fu aperto, e non è più chi 'l serre.
9.1Non poca gloria è che cognata e figlia
9.2il Leon beatissimo ti dica,
9.3che fa l'Asia e l'antica
9.4Babilonia tremar, sempre che rugge;
9.5e che già l'Afro in l'Etiopia aprica
9.6col gregge e con la pallida famiglia
9.7di passar si consiglia;
9.8forse Arabia e tutto Egitto fugge
9.9verso ove il Nilo al gran cader remugge.
9.10Ma da corone e manti e scettri e seggi,
9.11per stretta affinità, luce non hai
9.12da sperar che li rai
9.13e 'l chiaro sol di tua virtù pareggi;
9.14sol perché non vaneggi
9.15drieto al desir, che come serpe annoda,
9.16ti guadagni la loda
9.17che 'l patre e li avi e' tuoi maggiori invitti
9.18si guadagnar con l'arme ai gran conflitti.
10.1Quel cortese signor ch'onora e illustra
10.2Bibiena, e inalza in terra e 'n ciel la fama,
10.3se come, fin che là giù m'ebbe appresso,
10.4n'amò quanto se stesso,
10.5così lontano e nudo spirto m'ama;
10.6s'ancora intende e brama
10.7satisfare a' miei preghi, come suole,
10.8queste fide parole
10.9a Filiberta mia scriva o rapporti,
10.10e preghi per mio amor che si conforti.
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