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1.1Non so s'io potrà ben chiudere in rima
1.2quel che in parole sciolte
1.3fatica avrei di ricontarvi a pieno:
1.4come perdei mia libertà, che prima,
1.5Madonna, tante volte
1.6difesi, acciò non avesse altri il freno;
1.7tenterò nondimeno
1.8farne il poter, poi che così vi agrada,
1.9con desir che ne vada
1.10la fama, e a molti secoli dimostri
1.11le chiare palme e i gran trionfi vostri.
2.1Le sue vittorie ha fatto illustri alcuno,
2.2e con gli eterni scritti
2.3ha tratto fuor del tenebroso oblio;
2.4ma li perduti esserciti nessuno,
2.5e gli adversi conflitti,
2.6ebbe ancor mai di celebrar disio;
2.7sol celebrar voglio io
2.8il dì ch'andai prigion ferito a morte:
2.9ché contra man sì forte,
2.10ben ch'io perdei, per l'aver preso assalto,
2.11più che mill'altri vincere mi essalto.
3.1Dico che 'l giorno che di voi m'accesi
3.2non fu il primo che 'l viso
3.3pien di dolcezza e li real costumi
3.4vostri mirassi affabili e cortesi,
3.5né che mi fossi aviso
3.6che meglio unqua mirar non potea lumi;
3.7ma selve, monti e fiumi
3.8sempre dipinsi inanzi al mio desire,
3.9per levarli l'ardire
3.10d'entrar in via, dove per guida porse
3.11io vedea la speranza star in forse.
4.1Quinci lo tenni e mesi ed anni escluso,
4.2e dove più sicura
4.3strada pensai, lo volsi ad altro corso;
4.4credendo poi che più potesse l'uso
4.5che 'l destìn, di lui cura
4.6non ebbi; ed ei, tosto che senza morso
4.7sentissi, ebbe ricorso
4.8dove era il natural suo primo instinto;
4.9ed io nel labirinto
4.10prima lo vidi, ove ha da far sua vita,
4.11che pensar tempo avessi a darli aita.
5.1Né il dì, né l'anno tacerò, né il loco
5.2dove io fui preso, e insieme
5.3dirò gli altri trofei ch'allora aveste,
5.4tal che apo loro il vincer me fu poco.
5.5Dico, da che 'l suo seme
5.6mandò nel chiuso ventre il Re celeste,
5.7avean le ruote preste
5.8de l'omicida lucido d'Achille
5.9rifatto il giorno mille
5.10e cinquecento tredeci fiate,
5.11sacro al Battista, in mezo de la estate.
6.1Ne la tósca città, che questo giorno
6.2più riverente onora,
6.3la fama avea a spettacoli solenni
6.4fatto raccor, non che i vicini intorno,
6.5ma li lontani ancora;
6.6ancor io, vago di mirar, vi venni.
6.7D'altro ch'io vidi tenni
6.8poco ricordo, e poco me ne cale;
6.9sol mi restò immortale
6.10memoria, ch'io non vidi, in tutta quella
6.11bella città, di voi cosa più bella.
7.1Voi quivi, dove la paterna chiara
7.2origine traete,
7.3da preghi vinta e liberali inviti
7.4di vostra gente, con onesta e cara
7.5compagnia, a far più liete
7.6le feste, a far più splendidi i conviti,
7.7con li doni infiniti
7.8in ch'ad ogn'altra il Ciel v'ha posto inanzi,
7.9venuta erate dianzi,
7.10lasciato avendo lamentar indarno
7.11il re de' fiumi, ed invidiarvi ad Arno.
8.1Porte, finestre, vie, templi, teatri
8.2vidi piene di donne
8.3a giuochi, a pompe, a sacrifici intente,
8.4e mature ed acerbe, e figlie e matri
8.5ornate in varie gonne;
8.6altre star a conviti, altre agilmente
8.7danzare; e finalmente
8.8non vidi, né sentii ch'altri vedesse,
8.9che di beltà potesse,
8.10d'onestà, cortesia, d'alti sembianti
8.11voi pareggiar, non che passarvi inanti.
9.1Trovò gran pregio ancor, dopo il bel volto,
9.2l'artificio discreto,
9.3ch'in aurei nodi il biondo e spesso crine
9.4in rara e sotil rete avea raccolto;
9.5soave ombra dirieto
9.6rendea al collo e dinanzi alle confine
9.7de le guance divine,
9.8e discendea fin all'avorio bianco
9.9del destro omero e manco.
9.10Con queste reti insidiosi Amori
9.11preson quel giorno più di mille cori.
10.1Non fu senza sue lode il puro e schietto
10.2serico abito nero,
10.3che, come il sol luce minor confonde,
10.4fece ivi ogn'altro rimaner negletto.
10.5Deh! se lece il pensiero
10.6vostro spiar, de l'implicate fronde
10.7de le due viti, d'onde
10.8il leggiadro vestir tutto era ombroso,
10.9ditemi il senso ascoso.
10.10Sì ben con aco dotta man le finse,
10.11che le porpore e l'oro il nero vinse.
11.1Senza misterio non fu già trapunto
11.2il drappo nero, come
11.3non senza ancor fu quel gemmato alloro
11.4tra la serena fronte e il calle assunto,
11.5che de le ricche chiome
11.6in parti ugual va dividendo l'oro.
11.7Senza fine io lavoro,
11.8se quanto avrei da dir vuo' porr'in carte,
11.9e la centesma parte
11.10mi par ch'io ne potrò dir a fatica,
11.11quando tutta mia età d'altro non dica.
12.1Tanto valor, tanta beltà non m'era
12.2peregrina né nuova,
12.3sì che dal fulgurar d'accesi rai,
12.4che facean gli occhi e la virtute altiera,
12.5già stato essendo in pruova,
12.6ben mi credea d'esser sicur ormai.
12.7Quando men mi guardai,
12.8quei pargoletti, che ne l'auree crespe
12.9chiome attendean, qual vespe
12.10a chi le attizza, al cor mi s'aventaro,
12.11e nei capelli vostri lo legaro.
13.1E lo legaro in così stretti nodi,
13.2che più saldi un tenace
13.3canape mai non strinse né catene;
13.4e chi possa avenir chi me ne snodi,
13.5d'imaginar capace
13.6non son, s'a snodar Morte non lo viene.
13.7Deh! dite come aviene
13.8che d'ogni libertà m'avete privo
13.9e menato captivo,
13.10né più mi dolgo ch'altri si dorria,
13.11sciolto da lunga servitute e ria.
14.1Mi dolgo ben che de' soavi ceppi
14.2l'inefabil dolcezza
14.3e quanto è meglio esser di voi prigione
14.4che d'altri re, non più per tempo seppi.
14.5La libertate apprezza
14.6fin che perduta ancor non l'ha, il falcone;
14.7preso che sia, depone
14.8del gir errando sì l'antiqua voglia,
14.9che, sempre che si scioglia,
14.10al suo signor a render con veloci
14.11ale s'andrà, dove udirà le voci.
15.1La mia donna, Canzon, sola ti legga,
15.2sì ch'altri non ti vegga,
15.3e pianamente a lei di' chi ti manda;
15.4e, s'ella ti comanda
15.5che ti lasci veder, non star occulta,
15.6se ben molto non sei bella, né culta.
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