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1.1Io credo in Dio, Possanza, Senno, Amore,
1.2un, vita, verità, bontate, immenso,
1.3primo ente, re degli enti e creatore.
2.1Non è parte, né tutto, inciso o estenso,
2.2ma più somiglia al tutto, ond'ogni cosa
2.3partecipò virtute, amore e senso.
3.1Né pria, né poi, né fuor, l'alma pensosa
3.2(ché 'n vigor, tempo e luogo egli è infinito)
3.3può andar, se in qualche fin falso non posa.
4.1Da lui, per lui e 'n lui vien stabilito
4.2lo smisurato spazio e gli enti sui,
4.3al cui far del niente si è servito.
5.1Ché l'unità e l'essenza vien da lui;
5.2ma il numero, e che questo non sia quello,
5.3da quel, che pria non fummo, restò in nui.
6.1Lo abborrito niente fa il duello,
6.2il mal, le colpe, le pene e le morti.
6.3Poi ci ravviva il divino suggello,
7.1participabil d'infinite sorti,
7.2Necessitate, Fato ed Armonia
7.3Dio influendo, che su' idea trasporti.
8.1Quando ogni cosa fatta ogn'altra sia,
8.2cesserà tal divario, incominciato
8.3quando di nulla unquanche nulla uscìa;
9.1di voglia e senno eterno destinato,
9.2che in meglio o in peggio non pôn far mutanza,
9.3sendo esso sempre morte a qualche stato.
10.1Prepose il minor bene a quel ch'avanza,
10.2e la seconda legge alla primera,
10.3chi diè al peccato origine ed usanza.
11.1Poter peccare è impotenza vera.
11.2Peccato atto non è: vien dal niente;
11.3mancanza o abuso è di bontà sincera.
12.1Vero potere eminenza è dell'ente:
12.2atto è diffusion d'esser, che farsi
12.3fuor della prima essenza non consente.
13.1Necessità amorosa sol trovarsi
13.2nel voler credo: ma di violenta
13.3l'azioni e passion non distrigarsi.
14.1La pena a' figli da' padri se avventa,
14.2la colpa no, se da voglia taccagna
14.3imitata non è, poiché argomenta;
15.1ma dalla prole a' padri torna e stagna,
15.2chi di ben generar non fan disegno
15.3e trascurâro educazion sì magna.
16.1Ma colpa e pena alla patria ed al regno,
16.2che di tempo e di luoco non provvede
16.3e di persone, che fan germe degno.
17.1Perché dell'altrui pene ognuno è erede:
17.2non lo condanna ignoranza o impotenza,
17.3ma voglia mal oprante in quel che crede.
18.1Dall'ingannati torna la sentenza
18.2agl'ingannanti, che 'l Padre occultâro
18.3a la fanciulla ancor nostra semenza.
19.1Bisogno e voluntà, non senso raro
19.2mirando, spesso rispose il pio Padre
19.3là dove e come i figli l'invocâro.
20.1Talché, barbare genti ed idoladre,
20.2se operaste giustizia naturale,
20.3non siete esenti dalle sante squadre.
21.1Vivo, e non morto, un padre universale,
21.2non parzial, né fatto esser Dio mai,
21.3a chi s'annunzia più scusa non vale.
22.1Al che aspettato e' venne in tanti guai,
22.2commosso dagli nostri errori e danni,
22.3come per tutte istorie ritrovai,
23.1contra sofisti, ipocriti e tiranni,
23.2di tre dive eminenze falsatori,
23.3a troncar la radice degli inganni.
24.1Voi falsi sempre sol, commentatori,
24.2additaste per “tata” alli bambini
24.3voi stessi e li serpenti e statue e tori.
25.1Poi contra i sensi proprii a' peregrini
25.2non bastò dir che la saetta vola,
25.3ma che sia uccello, e Dio gli enti divini.
26.1Perdé la Bibbia la mosaica scuola
26.2al tempo d'Esdra . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
27.1I proprii Farisei Cinghi sortìo,
27.2Amida i bongi di Chami e Fatoche,
27.3l'altro emisfero in empietà finìo.
28.1Utili a tutti, chiare leggi e poche
28.2per l'arte abbandonâro: la natura,
28.3perché nel primo seggio le rivoche,
29.1delle scienze ognun vuol ch'abbia cura;
29.2non le condanna con le false sètte,
29.3ch'abboriscon la luce e la misura.
30.1Ammira il sol, le stelle e cose elette
30.2per statue di Dio vive e cortigiani:
30.3adora un solo Dio, ch'un sempre stette.
31.1Scuola alza e regno a Dio da questi vani:
31.2servir a Dio, in comunità vivendo,
31.3è proprio libertà di spirti umani.
32.1La santa Chiesa, il Primo Senno avendo
32.2per maestro, e 'l libro che Dio scrisse, quando
32.3compose il mondo, i suoi concetti aprendo,
33.1sette sigilli or or disigillando,
33.2chiamerà tutto l'universo insieme
33.3al tempio vivo dove va rotando.
34.1Né a Dio, né al tutto, male al mondo preme,
34.2ma sì alle parti, donde egli è diverso;
34.3ma ride al tutto la parte che geme.
35.1Ogni cosa è immortale in qualche verso;
35.2sol l'alme vanno d'uno in altro mondo,
35.3secondo i merti, più opaco o più terso,
36.1finito in questo ognuna il proprio tondo,
36.2u' gli spiriti sciolti han le lor vie
36.3che portan del fatal ordine il pondo,
37.1ed il giudicio aspettan del gran die.
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