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Canto trentanovesimo

1.1o Execrabile Avaritia, o ingorda
1.2fame d haver, io non mi maraviglio
1.3ch ad alma vile e d altre macchie lorda
1.4sì facilmente dar possi di piglio
1.5ma che meni legato in una chorda
1.6e che tu impiaghi del medesmo artiglio
1.7alcun che per altezza era d ingegno
1.8se te schivar potea, d ogni honor degno,
2.1Alcun la terra, e il mare, e il ciel misura
2.2et render sa tutte le cause a pieno
2.3d ogni opra, d ogni effetto di Natura
2.4e poggia sí cha Dio riguarda in seno
2.5e non può non haver la maggior cura,
2.6morso dal tuo mortifero veneno,
2.7d unir thesoro, e questo sol gli preme
2.8e ponvi ogni salute ogni sua speme
3.1Alcun rompere exerciti, e in le porte
3.2per forza intrar di bellicose terre
3.3e por primo si vede il petto forte
3.4ultimo trarre in perigliose guerre
3.5e non può riparar, che sino a morte
3.6tu nel tuo cieco carcere no l serre
3.7altri in altre arti e chiari studi industri
3.8son per te oscuri che seriano illustri
4.1Che d alcune diró belle e gran donne
4.2ch a bellezza a virtù de fidi amanti
4.3a lunga servitù, piu che colonne
4.4io veggio dure immobili e constanti
4.5veggio venir poi l Avaritia, e ponne
4.6far sì, che par che subito le incanti
4.7in un dì, senza amor, chi fia (chel creda?)
4.8a un vecchio, a un brutto, a un mostro si da in preda
5.1Non è senza cagion s io me ne doglio
5.2intendami chi può che me ne intendo io
5.3ne perhò di proposito mi toglio
5.4ne la materia del mio canto oblio
5.5ma non piu a quel cho detto adattar voglio
5.6ch a quel ch io v hó da dire, il parlar mio
5.7hor torniamo a contar del paladino
5.8ch ad assaggiare il vaso fu vicino
6.1Io vi dicea ch alquanto pensar volle
6.2prima che a i labri il vaso s appressassi
6.3pensò alquanto, e poi disse, i serei folle
6.4se quel ch io non vorrei trovar cercassi
6.5mia donna è donna et ogni donna è molle
6.6lascian star mia credenza come stassi
6.7sin qui m ha l creder mio giovato e giova
6.8che poss io megliorar per farne prova?
7.1Potria poco giovar et nuocer molto
7.2ch il tentar qualche volta Idio disdegna
7.3io non sò se mi sia saggio ne stolto
7.4ma non vuò piu saper che mi convegna
7.5hor questo vin dinanzi me sia tolto
7.6non hò sete e non vuò che me ne vegna
7.7che tal certezza ha Dio piu prohibita
7.8ch al primo padre l arbor de la vita
8.1Che come Adam poi che gustò del pomo
8.2che Dio con propria bocca l interdisse
8.3da la leticia al pianto fece un tomo
8.4onde in miseria poi sempre s afflisse
8.5così se de la moglie sua vuol l huomo
8.6tutto saper quanto ella fece e disse
8.7cade da gaudii e risi in pianti e in guai
8.8donde non puó piu rilevarsi mai
9.1Cosí dicendo il buon Rinaldo, e in tanto
9.2respingendo da se l odiato vase
9.3vide abondar un gran fiume di pianto
9.4da li occhi del signor di quelle case
9.5et udì, poi che racchetossi alquanto,
9.6dir maledetto sia chi mi suase
9.7che io facessi la prova ohime di sorte
9.8che mi levò la dolce mia consorte
10.1Perche non ti connobbi già dieci anni?
10.2sì che io mi fossi consigliato teco?
10.3prima che cominciassero li affanni
10.4e il lungo pianto ond io son quasi cieco
10.5ma vuò levarti da la scena i panni
10.6ch el mio mal veggi e te ne dogli meco
10.7e te dirò il principio et l argumento
10.8del mio non comparabile tormento,
11.1Qua su lasciasti una città vicina
11.2a cui fa intorno un chiaro fiume laco
11.3che poi si stende. e in questo Pò declina
11.4e l origine sua vien da Bennaco
11.5fu fatta la città, quando a ruina
11.6le mura andar de l Agenoreo draco
11.7quivi nacque io di stirpe assai gentile
11.8ma in pover tetto e facultade humile
12.1Se Fortuna di me non hebbe cura
12.2siche mi desse al nascer mio ricchezza
12.3al diffetto di lei supplì Natura
12.4che sopra ogni mio ugual mi diè bellezza
12.5donne e donzelle già di mia figura
12.6arder piu d una vidi in giovanezza
12.7ch io vi seppi accoppiar cortesi modi
12.8ben che stia mal che l huom se stesso lodi
13.1Ne la nostra cittade era un huom saggio
13.2di tutte l arti oltre ogni creder dotto
13.3che quando chiuse li occhi al phebeo raggio
13.4contava li anni suoi cento e ventotto
13.5visse tutta sua età solo et selvaggio
13.6se non l estrema, che d amor condotto
13.7con premio ottenne una matrona bella
13.8e n hebbe di nascosto una citella,
14.1Et per vietar che simil la figliuola
14.2non sia alla matre, ch a lui per mercede
14.3vendé sua castità, che valea sola
14.4piu, che quanto oro al mondo si possiede
14.5fuor del commercio popular l invola
14.6e dove piu solingo il luoco vede
14.7questo amplo e bel palagio e ricco tanto
14.8fece fare a demonii per incanto
15.1A vecchie donne et caste fe nutrire
15.2la figlia qui, ch in gran beltà poi venne
15.3ne che potesse altrhuom veder, ne udire
15.4pur ragionarne, in quella età sostenne
15.5et perche havesse exempio da seguire,
15.6ogni pudica donna che mai tenne
15.7contra illicito amor chiuse le sbarre
15.8ci fe d intaglio o di color ritrarre
16.1Non quelle sol che di virtude amiche
16.2hanno i passati secoli sì adorni
16.3che anchor la fama per l historie antiche
16.4e vive et viverà per tutti i giorni
16.5ma molte anchor ch in l avenir pudiche
16.6faranno Italia bella et suoi contorni
16.7ci fe ritrarre in lor fattezze conte
16.8come le otto che vedi a questa fonte
17.1Poi che la figlia al vecchio par matura
17.2siche ne possa l huom cogliere i frutti
17.3o fosse mia disgratia o mia aventura
17.4eletto fui degno di lei fra tutti
17.5li lati campi oltra le belle mura
17.6non men li pescarecci che li asciutti
17.7che ci son d ognintorno a venti miglia
17.8mi consegnò per dote de la figlia
18.1Ella era bella e costumata tanto
18.2che piu desiderar non si potea
18.3di riccami e trappunti sapea quanto
18.4già la dotta Minerva ne sapea
18.5vedila andar, odine il suono e il canto,
18.6celeste e non mortal cosa parea
18.7e in modo a l arte liberali attese
18.8che quanto il padre o poco men n intese
19.1Col grande ingegno e non minor bellezza
19.2ch amabil la facea sino alli sassi
19.3era giunto uno amor una dolcezza
19.4che par che a rimembrarla il cor mi passi
19.5non havea piu piacere ne piu vaghezza
19.6che d esser meco, ove io mi stessi o andassi
19.7senza haver lite mai stemmo gran pezzo
19.8l havemo poi per colpa mia da sezzo
20.1Morto il suocero mio dopo cinque anni
20.2ch io sottoposi il collo al giugal nodo
20.3non stero molto a cominciar li affanni
20.4ch io sento anchora, e te dirò in che modo
20.5mentre mi richiudea tutto co i vanni
20.6l amor di questa mia che sì te lodo
20.7una femina nobil del paese
20.8quanto accender si può di me s accese
21.1Ella sapea d incanti e di malie
21.2quel che saper ne possa alcuna Maga
21.3rendea la notte chiara, oscuro il die,
21.4firmava il Sol, facea la terra vaga
21.5non potea trar perhò le voglie mie
21.6che le sanassin l amorosa piaga
21.7col rimedio che dar non le potria
21.8sanza alta ingiuria de la donna mia
22.1Non perche fosse assai gentile e bella
22.2ne perche sapess io che sì m amassi
22.3ne per gran don ne per promesse, ch ella
22.4mi fesse molte, et di continuo instassi
22.5ottener puote mai, ch una fiammella
22.6per darla a lei del primo amor levassi
22.7che adrieto ne trahea tutte mie voglie
22.8il connoscermi fida la mia moglie
23.1La speme, la credenza, la certezza
23.2che de la fede di mia moglie havea
23.3m havria fatta sprezzar quanta bellezza
23.4havesse mai la giovane Ledea
23.5o quanto offerto mai senno e ricchezza
23.6fu al gran pastor de la montagna Idea
23.7cercai con questa scusa et fece ogni opra
23.8di levarmi tal stimulo disopra
24.1Un dì che mi trovò fuor del palagio
24.2la Maga, che nomata era Melissa
24.3et mi puote parlare a suo grand agio
24.4modo trovò da por mia pace in rissa
24.5e con un spron di gelosia malvagio
24.6cacciar del cor la fe che v era fissa
24.7comincia a commendar l intention mia
24.8ch io sia fedele a chi fedel mi sia
25.1Ma che te sia fedel tu non poi dire
25.2prima che di sua fe prova non vedi
25.3s ella non falle et che potria fallire
25.4che sia fedel che sia pudica credi
25.5ma se mai sanza te non la lasci ire
25.6se mai veder altrhuom non le conciedi
25.7ond hai questa baldanza che tu dica
25.8et mi vogli affermar che sia pudica
26.1Scostati un poco, scostati da casa
26.2fa ch odan le cittadi et li villaggi
26.3che tu sia andato et ch ella sia rimasa
26.4dà commodo alli amanti e alli messaggi
26.5s a prieghi a doni non fia persuasa
26.6di far al letto maritale oltraggi
26.7et che facendo creda che si cele
26.8allhora dir potrai che sia fedele
27.1Con tal parole et simili, non cessa
27.2l incantatrice, sin che mi dispone
27.3che de la donna mia la fede expressa
27.4provar et veder voglia a paragone
27.5hora poniamo (le soggiungo) ch essa
27.6sia qual non posso haverne opinione
27.7come posso di lei poi farme certo
27.8che di punition sia degna o merto?
28.1Disse Melissa, io ti darò un vasello
28.2fatto da ber, di virtù rara et strana
28.3qual già per far accorto il suo fratello
28.4del fallo de Genevra fe Morgana
28.5chi la moglie ha pudica bee con quello
28.6ma non vi può già ber chi l ha puttana
28.7ch el vin quando lo crede in bocca porre
28.8tutto si sparge et fuor nel petto scorre
29.1Nanzi che parta ne farai la prova
29.2et per lo creder mio tu berrai netto
29.3che credo che anchor netta si ritruova
29.4la moglie tua, pur ne vedrai l effetto
29.5ma s al ritorno experienza nuova
29.6poi ne farai, non t assicuro il petto
29.7che se tu non lo molli et netto bei
29.8d ogni marito piu felice sei
30.1L offerta accetto, il vaso ella mi dona
30.2ne fo la prova, et mi succede a punto
30.3che (come era l disio) pudica et buona
30.4la chara moglie mia truovo a quel punto
30.5dice Melissa un poco l abbandona
30.6per un mese o per dui stanne disgiunto
30.7poi torna, poi di nuovo il vaso tolli
30.8prova se bevi o pur se l petto immolli
31.1A me duro parea pur di partire
31.2non perche di sua fe sì dubitassi
31.3come ch io non possea dui dì patire
31.4ne unhora pur, che senza me restassi
31.5disse Melissa io ti farò venire
31.6a connoscere il ver con altri passi
31.7vuò che muti l parlare e i vestimenti
31.8et sotto viso altrui te le appresenti
32.1Signor qui presso una città difende
32.2il Pò fra minacciose et fiere corna
32.3la cui iuridition de qui si stende
32.4fin dove il mar fugge dal lito et torna
32.5cede d antiquità, ma ben contende
32.6con le vicine in esser ricca e adorna
32.7le reliquie Troiane la fondaro
32.8che dal flagello d Attila camparo
33.1Astringe et lenta a questa terra il morso
33.2un cavallier giovene ricco e bello
33.3che drieto un giorno a un suo falcone iscorso
33.4essendo capitato entro il mio hostello
33.5vide la donna mia nel primo occorso
33.6tal che nel cor gli ne restò il sugello
33.7ne cessò molte pratice far poi
33.8per inchinarla a desiderii suoi
34.1Ella gli fece dar tante repulse
34.2che piu tentarla al fine egli non volse
34.3ma la beltà di lei ch amor vi sculse
34.4di memoria perhò non se gli tolse
34.5tanto Melissa allosingommi et mulse
34.6ch a tor la forma di colui mi volse
34.7e mi mutò (ne so ben dirte come)
34.8di faccia di parlar d occhi e di chiome
35.1Già con mia moglie havendo simulato
35.2d esser partito et itone in Levante
35.3nel giovene amator tutto formato
35.4l andar la voce l habito il sembiante
35.5me ne ritorno, et ho Melissa a lato
35.6che s era trasformata e parea un fante
35.7e le piu ricche gemme havea con lei
35.8che mai mandasson l Indi o li Erythrei
36.1Io che l uso sapea del mio palagio
36.2entro sicuro, et vien Melissa meco
36.3et madonna ritruovo a sì grande agio
36.4che non ha scudier ne donna seco
36.5li miei preghi le expono, indi l malvagio
36.6stimulo di mal far nanti le arreco
36.7li rubin li diamanti et li smeraldi
36.8che mosso havrian li cor piu saldi
37.1Et le dico che poco è questo dono
37.2verso quel che sperar da me devea
37.3e la commoditade le prepono
37.4che per l absentia del marito havea
37.5et l raccordo che gran tempo sono
37.6stato amante di lei, come sapea,
37.7et che l amar mio lei con tanta fede
37.8degno era havere al fin qualche mercede
38.1Turbossi nel principio ella non poco,
38.2divenne rossa, et ascoltar non volle
38.3ma l veder fiammeggiar poi come fuoco
38.4le belle gemme, il duro cor fe molle
38.5et con parlar rispose breve et fioco
38.6quel che la vita a rimemebrar mi tolle
38.7che mi compiaceria quando credesse
38.8ch altra persona mai nol risapesse
39.1Fu tal risposta un venenato telo
39.2di che me ne sentì l alma traffissa
39.3per l ossa andommi e per le vene un gelo
39.4ne le fauci restò la voce fissa
39.5levando alhora del suo incanto il velo
39.6ne la mia forma mi tornò Melissa
39.7pensa di che color devesse farsi
39.8ch in tanto error da me vide trovarsi
40.1Divenimmo ambi di color di morte
40.2muti ambi, ambi restiam con li occhi bassi
40.3potei la lingua a pena haver sì forte
40.4et tanta voce a pena ch io gridassi
40.5me tradiresti dunque tu consorte?
40.6quando tu havessi ch el mio honor comprassi?
40.7altra risposta darmi ella non puote
40.8che di rigar di lachryme le guote
41.1La vergogna fu assai, ma piu fu il sdegno
41.2ch hebbe da me veder farsi quell onta
41.3che sì multiplicò senza ritegno
41.4che in ira al fine e in crudel odio monta
41.5et fuggirse da me fece dissegno
41.6et nel hora ch el Sol del cielo smonta
41.7al fiume corse, et in sottil barchetta
41.8si fe calar tutta la notte in fretta
42.1E la matina appresentosse inante
42.2al cavallier che l havea un tempo amata
42.3sotto l cui viso sotto l cui sembiante
42.4fu contra l honor mio da me tentata
42.5a lui che n era stato et era amante
42.6creder si può che fu la giunta grata
42.7quindi ella mi fe dir, ch io non sperassi
42.8che mai fosse mia, ne piu m amassi
43.1Ah lasso, da quei dì con lui dimora
43.2in gran piacere, e di me prende giuoco
43.3et io del mal che procacciammi allhora
43.4anchor languisco e non ritruovo luoco
43.5cresce il mal sempre, e giusto è ch io ne mora
43.6e resta homai da consumarci poco
43.7ben credo ch el primo anno serei morto
43.8se non mi dava aiuto un sol conforto
44.1Il conforto ch io prendo è che di quanti
44.2per dieci anni mai fur sotto l mio tetto
44.3ch a tutti questo vase hò messo inanti
44.4non ne truovo un che non s immolli il petto
44.5haver nel caso mio compagni tanti
44.6mi da fra tanto mal qualche diletto
44.7tu tra infiniti sol sei stato seggio
44.8che far negasti il periglioso saggio
45.1Il mio voler cercar oltra la meta
45.2che a l huom cercar de la sua donna lece
45.3mi tol d haver mai piu vita quieta
45.4se ben campassi ancho otto lustri o diece
45.5di ciò Melissa fu a principio lieta
45.6ma non durò, che poco util le fece
45.7ch essendo causa del mio mal stata ella
45.8io lodiai sì che non potea vedella
46.1Ella d essere odiata impatiente
46.2da me che dicea amar piu che sua vita
46.3dove donna restarne immantinente
46.4creduto havea che l altra ne fosse ita,
46.5per non haver sua doglia sì presente
46.6non tardó molto a far di qui partita
46.7e si slungò da noi tanto paese
46.8che dopo mai per me non se n intese
47.1Così narrava il mesto cavalliero
47.2e quando fine alla sua historia pose
47.3Rinaldo alquanto stè sopra pensiero
47.4da pietà vinto e poi così rispose
47.5ma l consiglio ti diè Melissa invero
47.6che d attizzar le vespe ti propose
47.7e tu fusti a cercar poco aveduto
47.8quel che tu havresti non trovar voluto
48.1Se d avaritia la tua donna vinta
48.2a voler fede romperti fu indutta
48.3non è grave fatto, ne prima ne quinta
48.4non è che rompa fede in sì gran lutta
48.5e via piu salda mente anchora é spinta
48.6per minor prezzo a far cosa piu brutta
48.7quanti huomini odi tu che già per oro
48.8han traditi patroni e amici loro?
49.1Non devevi assalir con sì fiere armi
49.2se bramavi veder farle difesa
49.3non sai che contra l or ne duri marmi
49.4ne durissimo acciar stà alla contesa?
49.5che piu fallasti tu attentarla parmi
49.6ch ella d haversi così tosto resa
49.7se t havesse altro tanto ella tentato
49.8non so se tu piu saldo fossi stato
50.1Qui Rinaldo fe fine e da la mensa
50.2levossi a un tempo, e dimandò dormire
50.3che riposare un poco, e poi si pensa
50.4d unhora o due dinanzi al dì partire
50.5ha poco tempo, e il poco chá, dispensa
50.6con gran misura, e in van non lo lascia ire
50.7el signor de la dentro, a suo piacere
50.8disse, che si potea porre a giacere
51.1Ch apparecchiata era la stanza e il letto
51.2ma che se volea far per suo consiglio
51.3tutta notte dormir potria a diletto
51.4e dormendo avanzarsi qualche miglio
51.5acconciar ti farò disse un legnetto
51.6con che volando e senza alcun periglio
51.7tutta notte dormendo vuò che vada
51.8e una giornata avanzi de la strada
52.1La proferta a Rinaldo accettar piacque
52.2e poi che molte e molte gratie rese
52.3al gentil cavallier, la dove in l acque
52.4da naviganti era aspettato, scese
52.5quivi a grande agio riposato giacque
52.6mentre il corso del fiume il legno prese
52.7che da sei remi spinto leve e snello
52.8pel fiume andò come per l aria augello
53.1Così tosto come hebbe il capo chino
53.2el cavallier de Francia adormentosse
53.3imposto havendo già, come vicino
53.4giungea a Ferrara, che svegliato fosse
53.5restò Melara nel lito mancino
53.6nel lito destro Sermide restosse
53.7Figarolo e Stellata il legno passa
53.8dove le corna il Pò iracondo abbassa
54.1De le dua corna il nocchier prese il destro
54.2e lasciò andar verso Vinegia il manco
54.3passò il Bondeno, e già il color celestro
54.4si vedea in oriente venir manco
54.5che votando de fior tutto il canestro
54.6l aurora vi facea vermiglio e bianco
54.7quando il capo alle rocche de Tebaldo
54.8per salutar Ferrara alzò Rinaldo
55.1O città bene aventurosa disse
55.2di cui già contemplando Malagigi
55.3per tutto il ciel le stelle erranti e fisse
55.4e costringendo aerii spirti e stygi
55.5ne li futuri secoli predisse
55.6che per virtù de tuoi signori ligi
55.7saliria anchor l immortal gloria tanto
55.8chavresti in tutta Italia il pregio e il vanto
56.1Così venia Rinaldo raccordando
56.2quel che già il suo Cugin detto gli havea
56.3de le future cose divinando
56.4di che con lui spesso parlar solea
56.5e tuttavia l humil città mirando
56.6come esser puó che anchor (seco dicea)
56.7debbian tanto fiorir questa paludi
56.8di bei costumi e liberali studi?
57.1E crescer habbia de sì piccol borgo
57.2ampla cittade? e de si gran bellezza?
57.3e ciò ch intorno e tutto stagno e gorgo
57.4sien lieti e pieni campi de ricchezza?
57.5città sin hora a riverire assorgo
57.6l amor, la cortesia, la gentilezza,
57.7de cavallieri, e donne, honore, e pregi
57.8di tuoi signori, e cittadini egregi
58.1L ineffabil bontà del redentore
58.2di tuoi principi il senno e la Iusticia
58.3sempre con pace sempre con amore
58.4ti tegna in abondantia et in leticia
58.5e ti difenda contra ogni furore
58.6de tuoi nemici, e scopra lor malicia
58.7del tuo contento ogni vicino arrabbi
58.8piu presto che tu invidia ad alcuno habbi
59.1Mentre Rinaldo cosí parla fende
59.2con tanta fretta il suttil legno l onde
59.3che con maggior al logoro non scende
59.4falcon ch al grido del patron risponde
59.5del destro corno il destro ramo prende
59.6quindi il nocchiero, e mura e tetti asconde
59.7san Georgio a drieto, a drieto s allontana
59.8la Torre e de la fossa e de Gaibana
60.1Rinaldo, come accade ch un pensiero
60.2unaltro drieto e quello unaltro mena
60.3si venne a ricordar del cavalliero
60.4nel cui palagio fu la sera a cena,
60.5che per questa cittade (a dir il vero)
60.6havea giusta cagion di stare in pena
60.7e ricordossi del vaso da bere
60.8che mostra altrui l error de la mogliere
61.1E ricordossi insieme de la prova
61.2che d haver fatta il cavallier narrolli
61.3che de quanti havea experti homo non truova
61.4che bea del vaso e il petto non s immolli
61.5hor si pente hor tra se dice e mi giova
61.6ch a tanto paragon venir non volli
61.7riuscendo accertavo il creder mio
61.8non riuscendo a che partito ero io?
62.1Gli è questo creder mio come io l havessi
62.2ben certo, e poco accrescer lo potrei
62.3siche s al paragon mi succedessi
62.4poco il meglio seria ch io ne trarrei
62.5ma non già poco il mal, quando vedessi
62.6quel de Clarice mia ch io non vorrei
62.7serebbe por mille contra uno a giuoco
62.8che perder se può molto acquistar poco
63.1Stando in questo pensoso il cavalliero
63.2di Chiaramonte, e non alzando il viso,
63.3con molta attention fu da un nocchiero
63.4che gli era incontro riguardato fiso
63.5e perche di veder tutto il pensiero
63.6che l occupava tanto, gli fu aviso
63.7come huom che ben parlava et havea ardire
63.8a seco ragionar lo fece uscire
64.1La summa fu del suo ragionamento
64.2che colui mal accorto era ben stato
64.3che ne la moglie sua l experimento
64.4maggior che può far donna, havea tentato
64.5che quella che da l oro e da l argento
64.6difende il cor di pudicitia armato
64.7tra mille spade via piu facilmente
64.8difenderallo e in mezo il fuoco ardente
65.1El nocchier gli dicea ben gli dicesti
65.2che non devea assalir con si gran doni
65.3la donna sua, che contrastar a questi
65.4colpi, non son tutti li petti buoni
65.5non sò se d una giovane intendesti
65.6(ch esser po che tra voi se ne ragioni)
65.7che nel medesmo error vide il consorte
65.8di ch esso havea, lei condennata a morte
66.1Devea in memoria havere il signor mio
66.2che l oro e il premio ogni durezza inchina
66.3ma quando bisognò l hebbe in oblio
66.4et ei si procacciò la sua ruina
66.5cosí sapea l exempio egli come io
66.6che fu in questa città di qui vicina
66.7sua patria e mia, chel stagno e la palude
66.8del rifrenato Mentio intorno chiude
67.1D Adonio voglio dir, ch el ricco dono
67.2fe alla moglir del Giudice d un cane
67.3di questo (disse il paladino) il suono
67.4non passa l alpe, e qui tra voi rimane
67.5perche ne in Francia ne dove ito sono
67.6se ne ragiona in le contrade extrane
67.7siche di pur, se non t incresce il dire
67.8che volentiera io mi t acconcio a udire
68.1El nocchier cominció, già fu di questa
68.2terra, uno Anselmo di famiglia degna
68.3che la sua gioventù con lunga vesta
68.4spese in saper ciò che Ulpiano insegna
68.5e de nobil progenie bella e honesta
68.6moglie cercò ch al grado suo convegna
68.7e d una terra quindi non lontana
68.8n hebbe una di bellezza soprahumana
69.1E di bei modi e tanto gratiosi
69.2che parea tutto amore e liggiadria
69.3e forse molto piu, ch alli riposi
69.4ch al stato del Dottor non convenia
69.5tosto che l hebbe, quanti mai gelosi
69.6al mondo fur, passò di gelosia
69.7non giá ch altra cagion gli ne desse ella
69.8che d esser troppo accorta e troppo bella
70.1Ne la città medesma, un cavalliero
70.2era d antiqua e generosa gente
70.3che discendea da quel lignaggio altiero
70.4ch uscì d una mascella di serpente
70.5onde già Manto e chi con essa fero
70.6la patria mia, disceser similmente
70.7il cavallier che Adonio nominosse
70.8di questa bella donna innamorosse
71.1E per venire a fin di questo amore
71.2a spender cominciò senza ritegno
71.3in vestire, in conviti, in farsi honore,
71.4quanto può fare un cavallier piu degno
71.5il thesor di Tyberio imperatore
71.6non seria stato a tante spese al segno
71.7io credo ben che non passar dui verni
71.8ch egli uscì fuor di tutti i ben paterni
72.1La casa ch era dianzi frequentata
72.2matina e sera tanto da li amici
72.3rimase sola, tosto che privata
72.4fu de fagiani, starne, e coturnici
72.5egli che capo fu de la brigata
72.6restò direto, e quasi fra mendici
72.7pensò, poi ch in miseria era venuto
72.8d andar dove non fusse connosciuto
73.1Con questa intentione una matina
73.2senza far motto altrui, la patria lascia
73.3e con suspiri e lachryme camina
73.4lungo l stagno ch intorno i muri fascia
73.5la donna che del cor gliera regina
73.6già non oblia per la seconda ambascia
73.7ecco un alta aventura che lo viene
73.8di sommo male a porre in sommo bene
74.1Vede un villan che con un gran bastone
74.2intorno alcuni sterpi s affatica
74.3quivi Adonio si ferma, e la cagione
74.4di tanto travagliar vuol che gli dica
74.5disse il villan che dentro a quel macchione
74.6vide intrare una serpe così antica
74.7che piu lunga e piu grossa a giorni suoi
74.8non vide ne credea mai veder poi
75.1E che non si volea quindi partire
75.2che non l havesse ritrovata, e morta,
75.3come Adonio lo sente cosí dire
75.4con poca patientia lo sopporta
75.5sempre solea le serpi favorire
75.6che per insegna il sangue suo le porta
75.7in memoria ch uscì sua prima gente
75.8de denti seminati di serpente
76.1E disse e fece col villano in guisa
76.2che suo mal grado abbandonò l impresa
76.3siche da lui non fu la serpe uccisa
76.4ne piu cercata ne altrimente offesa
76.5Adonio ne vá poi dove s avisa
76.6che sua condition sia meno intesa
76.7e dura con disagio e con affanno
76.8fuor de la patria appresso il settimo anno
77.1Ne per absentia mai, ne per strettezza
77.2del viver, ch i pensier non lascia ir vaghi
77.3cessa Amor, che sì gli ha la mano avezza
77.4chognhor non gli arda il cor ognhor impiaghi
77.5gli è forza al fin, che torni alla bellezza
77.6che son di riveder sí li occhi vaghi
77.7barbuto, afflitto, assai male in arnese
77.8la donde era venuto il camin prese
78.1In questo tempo alla mia patria accade
78.2mandare uno oratore al padre santo
78.3che resti appresso alla sua santitade
78.4per alcun tempo, e non fu detto quanto
78.5gettan la sorte, e nel giudice cade
78.6o giorno a lui cagion sempre di pianto
78.7fe scuse, pregò assai, diede, e promesse,
78.8per non partirse, al fin sforzato cesse
79.1Non gli parea crudele e duro manco
79.2a dever supportar tanto dolore
79.3che se veduto aprir s havesse il fianco
79.4e vedutone trar con mano il core
79.5di gelosia e timor pallido e bianco
79.6per la sua donna mentre staria fuore
79.7lei con quei modi che giovar piu crede
79.8supplice priega a non mancar di fede
80.1Dicendole che a donna, ne bellezza,
80.2ne nobiltà, ne gran fortuna, basta
80.3siche di vero honor monti in altezza
80.4se per nome e per opre non è casta
80.5e che quella virtù via piu si prezza
80.6che disopra riman quando contrasta
80.7e chor gran campo havria per questa absenza
80.8a far di pudicitia experienza
81.1Con queste cerca et altre assai parole
81.2di suader ch ella gli sia fedele
81.3de la dura partita ella si duole
81.4con che lachryme o dio con che querele
81.5e giura che piu presto oscuro il Sole
81.6vedrassi, che gli sia mai sì crudele
81.7che rompa fede, e che morir piu presto
81.8vorria che haver solo un pensier di questo
82.1Anchor ch a sue promesse, e suoi scongiuri,
82.2desse credenza, e s achetasse alquanto,
82.3non resta che piu intender non procuri
82.4e che materia non procacci al pianto
82.5havea uno amico suo, che de futuri
82.6casi predir teneva il pregio e il vanto
82.7e d ogni sortilegio e magicha arte
82.8o l tutto o ne sapea la maggior parte
83.1Dielli pregando de vedere assunto
83.2se la sua moglie nominata Argia
83.3nel tempo che da lei stara disgiunto
83.4fedel e casta o pel contrario fia
83.5colui da preghi vinto tolle il punto
83.6el ciel figura come par che stia
83.7Anselmo il lascia in opra, e l altro giorno
83.8a lui per la risposta fa ritorno
84.1L astrologo tenea le labra chiuse
84.2per non dir al Dottor cosa che doglia
84.3e cerca di tacer con molte excuse,
84.4quando pur del suo mal vede cha voglia
84.5che gli romperà fede al fin concluse
84.6tosto ch egli habbia il piè fuor de la soglia
84.7non da beltà ne lunghi preghi indotta
84.8ma da guadagno e gran prezzo corrotta
85.1Giunto al timor, al dubio, chavea prima
85.2el minacciar de li superni moti
85.3come gli stesse il cor tu poi far stima
85.4se d amor li accidenti ti son noti
85.5e sopra ogni molestia che l opprima
85.6e che l afflitta mente aggiri e arroti
85.7è lo saper che vinta d avaritia
85.8per prezzo habbia a lasciar sua pudicitia
86.1Hor per far quanti potea far ripari
86.2da non lassarla in tanto error cadere
86.3perche il bisogno a dispogliar li altari
86.4trà l huom tal volta che sel truova havere
86.5ciò che tenea di gioie et di danari
86.6che n havea summa, pose in suo potere
86.7rendite et frutti de possessione
86.8e ciò cha al mondo in man tutto le pone
87.1Con facultade (disse) che ne tuoi
87.2non sol bisogni te li goda e spenda,
87.3ma che ne possi far ciò che ne vuoi
87.4li consumi, li getti, doni, et venda
87.5altro conto saper non ne vuò poi
87.6pur che qual ti lasció hor, tu mi ti renda
87.7pur che tu come hor sei, me sie rimasa
87.8fa ch io non truovi ne poder ne casa
88.1Pregolla anchor che mentre staria absente
88.2non fesse mai ne la città dimora
88.3ma ne la villa ove piu agiatamente
88.4viver potrà d ogni commercio fuora
88.5questo dicea perhò che l humil gente
88.6che nel gregge o ne campi gli lavora
88.7non gli era aviso che le caste voglie
88.8contaminar potessero alla moglie
89.1Tenendo tuttavia le belle braccia
89.2al timido marito al collo Argia
89.3e de lachryme empiendogli la faccia
89.4ch un fiumicel da li occhi le n uscia
89.5s atrista che colpevole la faccia
89.6come di fe mancata già gli sia
89.7che questa sua suspition procede
89.8perche non ha ne la sua fede, fede
90.1Troppo será se voglio ir rimembrando
90.2ció che al partir da tramendue fu detto
90.3il mio honor (disse al fin) ti raccomando
90.4tolse licentia, e si partí in effetto
90.5e ben sentissi veramente, quando
90.6volse il cavallo, uscire il cor del petto
90.7ella il seguì quanto seguir lo puote
90.8con li occhi che rigavano le guote
91.1Adonio in tanto misero e tapino
91.2e (come io dissi) pallido e barbuto
91.3verso la patria havea preso il camino
91.4sperando di non esser connosciuto
91.5sul lago giunse alla città vicino
91.6la dove havea dato alla biscia aiuto
91.7ch era assediata entro la macchia forte
91.8da quel villan che por la volea a morte
92.1Quivi arrivando in l apparir del giorno
92.2ch anchor splendea nel cielo alcuna stella
92.3si vede in peregrino habito adorno
92.4venir pel lito incontra una donzella
92.5in signoril sembianti, anchor che intorno
92.6non le apparisse ne scudier ne ancella
92.7costei con grata vista lo raccolse
92.8e poi la lingua a tai parole sciolse
93.1Se ben non mi connosci cavalliero
93.2son tua parente, e grande obligo t haggio,
93.3parente son, perche da Cadmo fiero
93.4scende d amendue noi l alto lignaggio
93.5io son la fata Manto, ch el primiero
93.6sasso messi a fondar questo villaggio
93.7e dal mio nome (come ben forse hai
93.8contare odito) Mantua la nomai
94.1De le fate io son una, et il fatale
94.2stato per farti ancho saper ch importe,
94.3nascemo a un punto che d ognaltro male
94.4semo capaci fuor che de la morte
94.5ma giunto è con questo essere immortale
94.6condition non men del morir forte
94.7ch ogni settimo giorno ognuna è certa
94.8che la sua forma in biscia si converta
95.1El vedersi coprir del brutto scoglio
95.2e gir serpendo è cosa tanto schiva
95.3che non è pare al mondo altro cordoglio
95.4tal che biastemmia ognuna d esser viva
95.5e l obligo ch io t hò (perche ti voglio
95.6insiememente dire onde deriva)
95.7tu saprai che quel dì per esser tali
95.8stiano a periglio d infiniti mali
96.1Non è sì odiato altro animale in terra
96.2come la serpe, e noi che n haven faccia
96.3patimo da ciascuno oltraggio e guerra
96.4chiunque vede noi ne fere e caccia
96.5se non troviano ove tornar sotterra
96.6sentimo quanto pesa altrui le braccia
96.7meglio seria poter morir, che rotte
96.8e stroppiate restar sotto le botte
97.1L obligo chi t hó grande è ch una volta
97.2da te, passando in questa riva amena,
97.3di mano fui d un fier villano tolta
97.4che gran travaglio m havea dato e pena
97.5se tu non eri io non andavo asciolta
97.6che non portassi rotto e capo e schiena
97.7e ben che morta non fussi rimasta
97.8so ben che ne sarei sciancata e guasta,
98.1Perche li giorni che per terra il petto
98.2trahemo, avolte in serpentile schorza
98.3il ciel, ch in li altri tempi è a noi suggetto
98.4niega obedirne, e prive sian di forza
98.5in li altri tempi ad un sol nostro detto
98.6il Sol si ferma, e la sua luce ammorza
98.7l immobil terra gira, e muta luoco
98.8rovisce il giaccio, e si congela il fuoco
99.1Hor io son qui per renderti mercede
99.2del beneficio che mi festi alhora
99.3nessuna gratia indarno hor mi si chiede
99.4ch io son del manto viperino fuora
99.5tre volte piu che di tuo padre herede
99.6non rimenesti, io ti fo ricco hor hora
99.7ne vuò che mai piu povero diventi
99.8ma quanto spendi piu, che piu augumenti
100.1E perche sò che ne l antiquo nodo
100.2in che già Amor t avinse ancho ti truovi
100.3voglioti dimostrar l ordine e il modo
100.4ch a disbramar tuoi desideri giovi
100.5io voglio hora che absente il marito odo
100.6che senza indugio il mio consiglio provi
100.7vadi la donna a ritrovar, che adesso
100.8sta fuor in villa, et io ti sarò appresso
101.1E seguitò narrandogli in che guisa
101.2alla sua donna vuol che s appresenti
101.3dico come vestir, come precisa/
101.4mente habbia a dir, come la preghi e tenti
101.5e che forma essa vuol pigliar devisa
101.6che fuor ch el giorno ch erra tra serpenti
101.7in tutti li altri si può far secondo
101.8che piu le pare in quante forme ha il mondo
102.1Messe in habito lui di peregrino
102.2il qual per dio di porta in porta accatti
102.3mutosse ella in un cane il piu piccino
102.4de quanti mai n habbia Natura fatti
102.5di pel lungo e piu bianco che armelino
102.6di grato aspetto e di mirabili atti
102.7così trasfigurato intraro in via
102.8verso la casa de la bella Argia
103.1De li lavoratori alle capanne
103.2prima ch altrove il giovene fermosse
103.3e cominciò suonar certe sue canne
103.4al cui suono danzando il can rizzosse
103.5la voce e il grido alla patrona vanne
103.6e fece sì che per veder si mosse
103.7fece il Romeo chiamar ne la sua corte
103.8si come del Dottor trahea la sorte
104.1Et quivi Adonio a comandare al cane
104.2incominciò et il cane a ubedir lui
104.3e far danze nostral, farne de estrane,
104.4con passi e continenze e modi sui
104.5e finalmente con maniere humane
104.6far ciò che comandar sapea colui
104.7con tanta attention, che chi lo mira
104.8non batte li occhi e a pena il fiato spira
105.1Gran maraviglia, et indi gran disire
105.2venne alla donna di quel can gentile
105.3et ne fa per la balia proferire
105.4al cauto peregrin prezzo non vile
105.5s havesti piu thesor che mai sitire
105.6potesse cupidigia feminile
105.7(rispose) non saria giusta mercede
105.8per comperar di questo cane un piede
106.1E per mostrar che veri i detti foro
106.2con la balia in un canto si ritrasse
106.3e disse al cane che una marcha d oro
106.4a quella donna in cortesia donasse
106.5scossesi il cane, e videsi il thesoro
106.6disse Adonio alla balia che pigliasse
106.7suggiungendo, ti par che prezzo sia
106.8per cui sì bello et util cane io dia?
107.1Cosa qual vogli sia non gli domando
107.2de ch io ne torni mai con le man vuote
107.3e quando perle, e quando annella, e quando
107.4liggiadra veste e di gran prezzo, scuote
107.5pur dì a Madonna che fia al suo comando
107.6per oro non, ch oro pagar no l puote
107.7ma se vuol ch una notte seco io giaccia
107.8habbiasi il cane e il suo voler ne faccia
108.1Così dice, e una gemma alhora nata
108.2le dà, ch alla patrona l appresenti
108.3pare alla balia haverne piu derata
108.4che di pagar diece ducati o venti
108.5torna alla donna e le fa l ambasciata
108.6poi la conforta assai che si contenti
108.7d acquistare il bel can, quando acquistarlo
108.8per prezzo può che non si perde a darlo
109.1La bella Argia sta ritrosetta in prima
109.2parte che la sua fe romper non vuole
109.3parte ch esser possibile non stima
109.4tutto ciò che ne suonan le parole
109.5la balia le ricorda, e rode e lima
109.6che tanto ben di raro avenir suole
109.7e fe che l agio unaltro dì si tolse
109.8ch el can veder senza tanti occhi volse
110.1Questaltro comparir che Adonio fece
110.2fu la ruina e del Dottor la morte
110.3facea nascer le doble a diece a diece
110.4filze di perle, e gemme d ogni sorte
110.5siche il superbo cor mansuefece
110.6che tanto meno a contrastar fu forte
110.7quanto poi seppe che costui che inante
110.8gli fa partito è il cavallier suo amante
111.1De la puttana balia li conforti,
111.2li prieghi de l amante e la presentia,
111.3el veder che guadagno se le apporti
111.4del misero Dottor la lunga absentia,
111.5el sperar che alcun mai non lo rapporti,
111.6fero a i casti pensier tal violentia
111.7ch ella accettò il bel cane, e per mercede
111.8in braccio e in preda a l amator si diede
112.1E tanto se gli diede, et egli tanto
112.2de superchio ne tolse, e notte, e giorno,
112.3parendogli avanzarlosi, per quanto
112.4bramarà poi se fa il Dottor ritorno
112.5ch in men de quattro mesi in doglia e in pianto
112.6volti li risi e le allegrezze forno
112.7ne cadde infermo, e fu il suo mal sì rio
112.8che non ne sorse mai fin che morio
113.1Per la morte de Adonio non si tolse
113.2da la giovane mai perhò la Fata
113.3le pose amore, e tanto le ne volse
113.4che sempre star con lei si fu ubligata
113.5per tutti i segni il Sol prima si volse
113.6che al giudice licentia fusse data
113.7al fin tornò, ma pien di gran suspetto
113.8per quel che già l astrologo havea detto
114.1Fa, giunto ne la patria, il primo volo
114.2a casa de l astrologo, e gli chiede
114.3se la sua bella donna inganno e dolo
114.4o pur servato gli habbia amore e fede
114.5el sito figurò colui del polo
114.6e luoco a tutti li pianeti diede
114.7poi rispose che quel che havea temuto
114.8come predetto fu, gli era avenuto
115.1Che da doni grandissimi corrotta
115.2s havea ad altrui la donna messa in preda
115.3questa al Dottor nel cor fu si gran botta
115.4che lancia e spiedo io vuò che ben le ceda
115.5per esserne piu certo ne va alhotta
115.6(ben che pur troppo all indivino creda)
115.7et con la Balia si tira in disparte
115.8et per saperne il certo usa grande arte
116.1Con larghi giri circondando prova
116.2hor qua hor là de ritrovar la traccia
116.3e da principio nulla se ritruova
116.4con ogni diligentia che ne faccia
116.5ch ella che non havea tal cosa nuova
116.6stava negando con immobil faccia
116.7e come ben instrutta piu d un mese
116.8tra il dubio e l certo il suo patron suspese
117.1Quanto devea parerli il dubio buono
117.2se pensava il dolor chavria del certo
117.3poi che con gran promesse et alcun dono
117.4si fu intorno alla Balia in vano experto
117.5ne toccar puote ove sentisse suono
117.6altro che falso, hebbe alcun dì sofferto
117.7tanto che ira e discordia intervenisse
117.8che ove femine son, son lite e risse,
118.1E come egli aspettava cosí avenne
118.2perche al primo coruccio che vi nacque
118.3senza altrui ricercar la balia venne
118.4il tutto a ricontargli e nulla tacque
118.5lungo adir fora ciò ch el cor sostenne
118.6come la mente consternata giacque
118.7del giudice mischin, che fu sí oppresso
118.8che stette per uscir fuor di se stesso
119.1E se dispose al fin dal ira vinto
119.2morir, ma prima uccider la sua moglie
119.3che d amendue li sangui un ferro tinto
119.4levassi lei di biasmo e se di doglie
119.5se ne ritorna in la città, suspinto
119.6da così furibonde e cieche voglie
119.7indi alla villa un suo fidato manda
119.8e quando exequir debbia gli commanda
120.1Commanda al servo che alla moglie Argia
120.2torni alla villa, e in nome suo le dica
120.3ch egli è da febre oppresso così ria
120.4che di trovarlo vivo havra fatica
120.5siche senza aspettar piu compagnia
120.6venir debbia con lui, s ella glie amica
120.7verrà sà ben che non farà parola
120.8e che tra via le seghì egli la gola
121.1Per obedirgli va il fedel famiglio
121.2parla alla donna, e seco in via si mette
121.3partendo diede al cane ella de piglio
121.4che senza quello una hora mai non stette
121.5il can l havea avisata del periglio
121.6ne per questo timor ella ristette
121.7chavea ben disegnato e proveduto
121.8donde nel gran bisogno havrebbe aiuto
122.1Levato il servo del camino s era
122.2e per diverse e disusate strade
122.3a studio capitò su una riviera
122.4che d Apennino in questo fiume cade
122.5dove era bosco e selva oscura e nera
122.6lungi da villa e lungi da cittade
122.7gli parve luoco tacito e disposto
122.8per l effetto crudel che gli fu imposto
123.1Trasse la spada e alla patrona disse
123.2quanto commesso il suo signor gli havea
123.3siche chiedesse prima che morisse
123.4perdono a Dio d ogni sua colpa rea
123.5non ti so dir come ella si coprisse
123.6quando il servo ferirla si credea
123.7piu non la vide, e molto d ognintorno
123.8l ando cercando, e al fin restò con scorno
124.1Torna al patron con gran vergogna et onta
124.2tutto attonito in faccia e sbigottito
124.3e l insolito caso gli racconta
124.4ch egli non sa come si sia seguito
124.5ch a suoi servigi habbia la moglie pronta
124.6la fata Manto, non sapea il marito
124.7che la balia onde il resto havea saputo
124.8questo (non sò perche) gli havea tacciuto
125.1Non sa che far che ne l oltraggio grave
125.2vendicato hà, ne le sue pene ha sceme
125.3quel ch era una festuca hora é una trave
125.4tanto gli pesa, tanto al cor gli preme
125.5l error che sapean pochi, hor sì aperto have
125.6che presto presto si palesi teme
125.7potea il primo celarsi, ma il secondo
125.8publico in breve fia per tutto il mondo
126.1Connosce ben che poi ch el cor fellone
126.2havea scoperto il misero contr essa
126.3che per non gli tornar in suggettione
126.4d alcun potente in man si serà messa
126.5che con publica infamia e irrissione
126.6se la terrà per concubina expressa
126.7e forse ancho verrà d alcuno in mano
126.8che ne fia insieme adultero e ruffiano
127.1Siche per proveder subito a questo
127.2ne va in persona, e manda altri a cercarne
127.3manda a Reggio, a Cremona, a Brescia presto
127.4per Lombardia senza cittá lassarne
127.5cerca Romagna, ambe le marche, e il resto
127.6d Italia, e fa per tutto dimandarne
127.7ne mai può ritrovare capo ne via
127.8di venire a notitia che ne sia
128.1Al fin chiama quel servo a chi fu imposta
128.2l opra crudel, che poi non hebbe effetto,
128.3et fa che lo conduce ove nascosta
128.4se gli era Argia, sicome gli havea detto
128.5che forse in qualche macchia el dí reposta
128.6la notte si ripara ad alcun tetto,
128.7lo guida il servo ove trovar si crede
128.8la folta selva, e un gran palagio vede
129.1Fatto havea farsi alla sua fata intanto
129.2la bella Argia con subito lavoro
129.3d alabastri un palagio per incanto
129.4drento e di fuor tutto fregiato d oro
129.5ne lingua dir ne cor pensar puó quanto
129.6havea beltà di fuor drento thesoro
129.7quello che hiersera sì ti parve bello
129.8del mio signor, seria un tugurio a quello
130.1Di tapeti, e di razzi, e di cortine
130.2tessute e riccamate a varie foggie
130.3ornate eran le stalle e le cantine
130.4non sale pur, non pur camere e loggie
130.5v erano e vasi d oro, e ne le fine
130.6gemme cavati, azurre e verdi e roggie
130.7senza fin dico e piatti e coppe e nappi
130.8et sanza fin d oro e di seta i drappi
131.1El giudice (sicome io ti dicea)
131.2venne in questo palagio a dar di petto
131.3quando ne una capanna si credea
131.4di ritrovar, ma solo el bosco schietto
131.5de l alta maraviglia che n havea
131.6pareagli esser uscito d intelletto
131.7non sapea se sognassi o se fusse ebro
131.8o se pur era a volo ito el cerebro
132.1Nanzi alla porta vede uno ethiopo
132.2con naso e labri grossi, et egli aviso
132.3che non vedesse mai prima ne dopo
132.4un così sozzo e dispiacevol viso
132.5poi de fattezze qual si pigne Esopo
132.6d attristar se vi fusse il paradiso
132.7bisunto e sporco o d habito mendico
132.8ne amezo anchor di sua brutteza i dico
133.1Anselmo che non vede altro da cui
133.2possa saper di chi la casa sia
133.3allui s accosta, e ne dimanda lui
133.4et ei risponde questa casa è mia
133.5el giudice è ben certo che colui
133.6lo beffi, et che gli dica la bugia
133.7ma con scongiuri il negro ad affirmare
133.8che sua è la casa e ch altri non v ha a fare,
134.1Et gli offerisce se la vuol vedere
134.2che drento vada, e cerchi come voglia
134.3et se v ha cosa che gli sia in piacere
134.4o per se o per li amici se la toglia
134.5el caval diede al servo suo a tenere
134.6Anselmo, e mise el piè drento alla soglia
134.7e per sale e per camere condutto
134.8da basso e d alto andò mirando il tutto
135.1La forma, il sito, il ricco e bel lavoro,
135.2va contemplando e l ornamento regio
135.3e spesso dice non potria quanto oro
135.4e sotto il sol pagar el luoco egregio
135.5a questo gli risponde il brutto moro
135.6e dice, e questo anchor truova il suo pregio
135.7ben che nol possa oro pagar non meno
135.8pagar lo può quel che vi costa meno
136.1E gli fa la medesima richiesta
136.2chavea gà Adonio alla sua moglie fatta
136.3de la brutta dimanda e dishonesta
136.4persona lo stimò bestiale e matta
136.5per tre repulse o quattro egli non resta
136.6e tanti modi a suaderlo adatta
136.7sempre offerendo in merito el palagio
136.8che fe inchinarlo al suo voler malvagio
137.1La moglie Argia che stava presso ascosa
137.2poi che lo vide nel suo error caduto
137.3saltò fuora gridando ah degna cosa
137.4ch io veggio di Dottor saggio tenuto
137.5trovato in sì mal opra et vitiosa
137.6pensa se rosso far si deve e muto
137.7o terra acció ti si gettasse dentro
137.8perche allhor non t apristi sin al centro?
138.1La donna in suo discarco et in vergogna
138.2d Anselmo, il capoglintronò di gridi
138.3dicendo come te punir bisogna?
138.4di quel che far con sì vil huom ti vidi?
138.5se per seguir quel che natura agogna
138.6me vinta a preghi del mio amante uccidi
138.7ch oltra che bello fu, dono mi fece
138.8che val di tal palagi e diece e diece
139.1S io ti parvi esser degna d una morte
139.2connosci che ne sei degno di cento
139.3et ben che in questo luoco io sia sí forte
139.4ch io possa di te fare el mio talento
139.5pur i non vuò pigliar di peggior sorte
139.6altra vendetta del tuo fallimento,
139.7ma che di par l haver e il dar si pona
139.8e come io a te, tu così a me perdona
140.1E sia la pace e il puntamento fatto
140.2ch ogni passato error vada in oblio
140.3ne che in parole io possa mai ne in atto
140.4raccordarti l tuo error, ne a me tu il mio
140.5al marito ne parve haver buon patto
140.6ne dimostrossi al perdonar restio
140.7così a pace e concordia ritornaro
140.8e sempre poi fu l uno all altro caro
141.1Così disse il nocchiero, e mosse a riso
141.2Rinaldo al fin de la sua historia un poco
141.3e diventar gli fece a un tratto il viso
141.4pel scorno del Dottor come di fuoco
141.5Rinaldo Argia molto lodò, che aviso
141.6hebbe d alzare a quello augello un giuoco
141.7che alla medesma rete fe cascallo
141.8in che ella cadde ma con minor fallo
142.1Poi che piu in alto il Sole il camin prese
142.2fe il paladino apparecchiar la mensa
142.3chavea la notte il Mantuan cortese
142.4provista con larghissima dispensa
142.5fuggia a sinistra intanto il bel paese
142.6et a man destra la palude immensa
142.7venne e fuggisse Argenta e il suo Girone
142.8col lito ove Santerno il capo pone
143.1Alhora la Bastia credo non v era
143.2di che non troppo si vantar Spagnuoli
143.3d havervi su tenuta la bandiera
143.4ma piu da pianger n hanno i Romagnuoli
143.5quindi a fili diritta la riviera
143.6caccia il legnetto, e fa parer che voli
143.7poi lo rasegna ad una fossa morta
143.8ch a mezo dì nanzi a Ravenna il porta
144.1Ben che Rinaldo con pochi denari
144.2fusse sovente, pur n havea sì alhora
144.3che cortesia ne fece a marinari
144.4prima che li lasciasse alla bonhora
144.5quindi mutando bestie e cavallari
144.6Arimino passò la sera anchora
144.7ne in Monte fiore aspetta il matutino
144.8e quasi a par col Sol giunge in Urbino
145.1Quivi non era Federico alhora
145.2ne l Issabetta, nel buon Guido v era
145.3ne Francesco Maria, ne Leonora
145.4che con cortese forza e non altiera
145.5havesse astretto a far seco dimora
145.6sì famoso guerrier piu d una sera
145.7come fer già molt anni, et hoggi fanno
145.8a donne e cavallier che di là vanno
146.1Poi che quivi alla briglia alcun no l prende
146.2smonta Rinaldo a Cagli alla via dritta
146.3e da la foce ch el Metauro fende
146.4passa Apennino e piu non l ha a man ritta
146.5passa l Ombri e l Etrusci e a Roma scende
146.6da Roma ad Ostia e quindi si traghitta
146.7per mar alla cittade a cui commise
146.8el pietoso figliuol l ossa de Anchise
147.1Muta ivi legno, e verso l isoletta
147.2di Lipadusa fa presto levarsi
147.3quella che fu da combattenti eletta
147.4et ove già stati erano a trovarsi
147.5insta Rinaldo e li nocchieri affretta
147.6ch a vela e remi fan ciò che può farsi
147.7ma i venti aversi e per lui mal gagliardi
147.8lo fecer (ma di poco) arrivar tardi
148.1Giunse che a punto il principe d Anglante
148.2fatta havea l util opra e gloriosa
148.3havea Gradasso ucciso et Agramante
148.4ma con dura vittoria e sanguinosa
148.5morto n era il figliuol di Monodante
148.6e di grave percossa e perigliosa
148.7stava Olivier languendo su l arena
148.8e del piè guasto havea martire e pena
149.1Tener non puote il Conte asciutto il viso
149.2quando abbracciò Rinaldo, e che narrolli
149.3che gli era stato Brandimarte ucciso
149.4che tanta fede e tanto amor portolli
149.5ne men Rinaldo quando sì diviso
149.6vide l capo all amico hebbe occhi molli
149.7poi quindi ad abbracciar si fu condotto
149.8Olivier che sedea col piede rotto
150.1La consolation che seppe tutta
150.2diè lor, benche per se tuor non la possa
150.3che giunto si vedea quivi alle frutta
150.4anzi poi che la mensa era rimossa
150.5andaro i servi alla città distrutta
150.6e vi portar de li Re morti l ossa
150.7e in le ruine ascoser di Biserta
150.8e quivi divulgar la cosa certa
151.1De la vittoria chavea havuto Orlando
151.2s allegrò Astolfo e Sansonetto molto
151.3non perhò sì come havrian fatto, quado
151.4non fusse a Brandimarte il spirar tolto
151.5sentir lui morto il gaudio va scemando
151.6siche non ponno asserenare il volto
151.7hor chi serà di lor ch annontio voglia
151.8a Fiordiligi dar di sí gran doglia
152.1La notte che precesse a questo giorno
152.2Fiordiligi sognò che quella vesta
152.3che per mandarne Brandimarte adorno
152.4havea trappunta e di sua man contesta
152.5vedea per mezo sparsa e d ognintorno
152.6di goccie rosse a guisa di tempesta
152.7parea che di sua man così l havesse
152.8riccamata ella, e poi se ne dogliesse
153.1E parea dir, pur hammi il Signor mio
153.2commesso ch io la faccia tutta nera
153.3hor perche dunque riccamata holla io
153.4contra sua voglia in sì strana maniera
153.5di questo sogno fe giudicio rio
153.6poi la novella giunse quella sera
153.7ma tanto Astolfo ascosa le la tenne
153.8ch allei con Sansonetto se ne venne
154.1Tosto ch intraro e che ella loro il viso
154.2dopo tanta vittoria, vide privo
154.3d ogni letitia, sa senza altro aviso
154.4che Brandimarte suo non é piu vivo
154.5di ciò le resta il cor così conquiso
154.6e così li occhi hanno la luce a schivo
154.7e così ognaltro senso se le serra
154.8che come morta andar si lascia in terra
155.1Al ritornar del spirto, ella alle chiome
155.2cacciò le mani et alle belle guote
155.3e ripetendo indarno il caro nome
155.4fece onta e danno lor piu che far puote
155.5stracciò i capelli e sparse, e gridò come
155.6donna talhor ch el Demon rio percuote
155.7o come s ode che già a suon di corno
155.8Menade corse et aggirossi intorno
156.1Hor questo hor quel pregando va, che porto
156.2le sia un coltel siche nel cor si fera
156.3hor correr vuol la dove il legno in porto
156.4de li dui Re defunti arrivato era
156.5e far de l uno e l altro così morto
156.6straccio crudele e vendetta acre e fiera
156.7hor vuol passare il mare, e cercar tanto
156.8che possa al suo Signor morire accanto,
157.1Deh perche Brandimarte ti lasciai
157.2senza me andare a tanta impresa? disse
157.3vedendoti partir non fu piu mai
157.4che Fiordiligi tua non te seguisse
157.5t havrei giovato s io venivo assai
157.6chavrei tenute in te le luci fisse
157.7e se Gradasso havesti drieto havuto
157.8con un sol grido io t havrei dato aiuto
158.1O forse esser potrei stata sì presta
158.2ch intrando in mezo, il colpo t havrei tolto
158.3fatto scudo t havrei con la mia testa
158.4che morendo io non era il danno molto
158.5ogni modo io morrò, ne fia di questa
158.6dolente morte alcun profitto colto
158.7che quando io fussi morta in tua difesa
158.8non potrei meglio haver la vita spesa
159.1Se pur ad aiutarti i duri fati
159.2havessi havuti e tutto il cielo adverso
159.3li ultimi baci al meno io t havrei dati
159.4al men t havrei di pianto il viso asperso
159.5e prima che con li Angeli beati
159.6si fussi il spirto al suo fattor converso
159.7detto gli havrei, va in pace, e là m aspetta
159.8ch ovunque sei son per seguirti in fretta
160.1È questo Brandimarte è questo il regno?
160.2di che pigliare il scettro hora devevi?
160.3hor così teco a Damoggir io vegno
160.4così nel real seggio mi ricevi
160.5ah Fortuna crudel quanto disegno,
160.6mi rompi, oh che speranza hoggi mi lievi
160.7deh che cesso io, poi chò perduto questo
160.8tanto mio ben, ch io non perdo ancho il resto?
161.1Questo et altro dicendo in lei risorse
161.2il furor con tanto impeto e la rabbia
161.3ch a stracciar il bel crin di nuovo corse
161.4come il bel crin tutta la colpa n habbia
161.5le mani insieme si percosse e morse
161.6nel sen cacciò l ugne e ne le labbia
161.7sfogati donna, e grida, e stride, e piagni
161.8mentre io vuò dir del Conte e de compagni
162.1Perche il mal d Oliviero havea non poco
162.2di medico bisogno e di gran cura
162.3et altrotanto perche in degno luoco
162.4havesse Brandimarte sepultura
162.5verso il monte n andar che fa col fuoco
162.6chiara la notte, il dì di fumo oscura
162.7v hanno propicio il vento e a destra mano
162.8non è quel lito lor molto lontano
163.1Con fresco vento ch in favor veniva
163.2sciolser la fune al declinar del giorno
163.3mostrando lor la taciturna Diva
163.4la dritta via col luminoso corno
163.5e sorser l altro dì sopra la riva
163.6ch amena giace ad Agringento intorno
163.7quivi Orlando ordinò per l altra sera
163.8ciò che a funeral pompa bisogno era
164.1Poi che l ordine suo vide exequito
164.2essendo homai dil Sole il lume spento
164.3fra molta nobiltà ch era allonuito
164.4de luoghi intorno corsa in Agringento
164.5d accesi torchi tutto ardendo il lito
164.6e de grida suonando e di lamento
164.7tornò Orlando ove il corpo havea lassato
164.8che vivo e morto havea con fede amato
165.1Quivi Bardin di soma d anni grave
165.2stava piangendo alla bara funebre
165.3che pel gran pianto chavea fatto in nave
165.4devria li occhi haver pianti e le palpebre
165.5chiamando il ciel crudel le stelle prave
165.6ruggia come un leon chabbia la febre
165.7le mane erano in tanto empie e ribelle
165.8a i crin canuti alla rugosa pelle
166.1Levossi al ritornar del paladino
166.2maggior il grido e raddoppiossi il pianto
166.3Orlando fatto al corpo piu vicino
166.4senza parlar stette a mirarlo alquanto
166.5pallido, come colto al matutino
166.6è il ligustro la sera, o il molle acantho
166.7e dopo un gran suspir, tenendo fisse
166.8sempre le luci in lui, cosí gli disse
167.1O forte, o caro, o mio fedel compagno
167.2che qui sei morto, e so che vivi in cielo
167.3e d una vita v hai fatto guadagno
167.4che non ti può mai tor caldo ne gelo
167.5perdonami, se ben vedi ch io piagno,
167.6perche d esser rimaso mi querelo
167.7e ch a tanta leticia io non sia teco
167.8e non perche qua giu tu non sia meco
168.1Solo senza te son, ne cosa in terra
168.2senza te, posso haver piu che mi piaccia
168.3se teco ero in tempesta e teco in guerra
168.4perche non ancho in l otio e in la bonaccia
168.5ben grande è il mio fallir, poi che mi serra
168.6di questo fango uscir per la tua traccia
168.7se de li affanni teco fui, perchora
168.8non sono a parte del guadagno anchora?
169.1Tu guadagnato e perdita hò fatto io
169.2sol tu all acquisto, io non son solo al danno
169.3participe fatto è del dolor mio
169.4l Italia, il regno Franco, e l Alemanno
169.5o quanto quanto il mio Signore e Zio
169.6o quanto i paladin da doler s hanno
169.7quanto l Imperio, e la christiana Chiesa
169.8che perduto ha la sua maggior difesa
170.1O quanto si torrà per la tua morte
170.2di terrore a nemici e di spavento
170.3o quanto pagania serà piu forte
170.4quanto animo n havrà quanto ardimento
170.5o come ne dè star la tua consorte
170.6sin qui ne veggio il pianto e il grido sento
170.7so che m accusa e forse odio mi porta
170.8che per me teco ogni sua speme é morta
171.1Ma Fiordiligi, al men resti un conforto
171.2a noi che sian di Brandimarte privi
171.3ch invidiar lui con tanta gloria morto
171.4denno tutti i guerrier choggi son vivi
171.5quelli tre Decii, e quel nel foro absorto
171.6quel sì lodato Codro da li Argivi
171.7non con piu altrui profitto e piu suo honore
171.8a morte s offerì del tuo signore
172.1Queste parole et altre dicea Orlando
172.2in tanto, i bigi, i bianchi, i neri frati
172.3e tutti li altri chierci seguitando
172.4andavan con lungo ordine accoppiati
172.5per l alma del defunto Dio pregando
172.6che gli donasse requie tra beati
172.7lumi in tanto per mezo et ognintorno
172.8mutata haver parean la notte in giorno
173.1Levan la bara, et a portarla foro
173.2messi a vicenda Conti e Cavallieri
173.3purpurea seta la copria, che d oro
173.4e grosse perle havea compassi altieri
173.5di non men bello e signoril lavoro
173.6havea gemmati e splendidi orilieri
173.7e giacea quivi il cavallier con vesta
173.8di color pare, e d un lavor contesta
174.1Trecento a tutti eran passati inanti
174.2de piu poveri tolti de la terra
174.3che stati eran vestiti tutti quanti
174.4di panni negri, e lunghi sin a terra
174.5cento paggi seguian sopra altrotanti
174.6grossi cavalli, e tutti buoni a guerra
174.7e li cavalli e i paggi ivano il suolo
174.8radendo col lor habito di duolo
175.1Molte bandiere inanzi e piu dirietro
175.2che di diversi segni eran dipinte
175.3portavan gentilhuomini al feretro
175.4che da Infedeli in piu battaglie vinte
175.5al Imperio di Cesare e di Pietro
175.6havean le forze chor giaceano extinte,
175.7scudi v erano molti, che de degni
175.8guerrieri, a chi fur tolti, haveano i segni
176.1Venian cento e centaltri a diversi usi
176.2del exequie ordinati, et havean questi
176.3come ancho il resto acceso torchi, e chiusi
176.4piu che vestiti, eran di nere vesti,
176.5poi seguia Orlando, e adhor adhor suffusi
176.6di lachryme havea li occhi e rossi e mesti
176.7ne piu lieto di lui Rinaldo venne
176.8il piè Olivier che rotto havea ritenne
177.1Lungo serà sio vi vuò dir in versi
177.2le cerimonie, e raccontarvi tutti
177.3li dispensati manti oscuri e persi
177.4li accesi torchi che vi furon strutti
177.5quindi alla chiesa cathedral conversi
177.6dovunque andar non lasciaro occhi asciutti
177.7sì bel sì buon giovene a pietade
177.8mosse ogni sesso, ogni ordine, ogni etade
178.1Fu posto in chiesa, e poi che da le donne
178.2di lachryme e di pianti inutil opra
178.3e da li sacerdoti hebbe il leisonne
178.4e li altri santi detti havuto sopra
178.5in una arca il serbar tra due colonne
178.6come Orlando ordinò, che se ricopra
178.7di ricco drappo d or, sin che reposto
178.8in un sepolchro sia di maggior costo
179.1Orlando di Sicilia non si parte
179.2che manda a trovar porphydi e alabastri
179.3fece fare il disegno, e di quella arte
179.4inarrar con gran premio i miglior mastri
179.5fe le lastre (venendo in questa parte)
179.6poi drizzar Fiordiligi, e li pilastri
179.7che quivi (essendo Orlando già partito)
179.8si fe portar da l Aphricano lito
180.1E vedendo le lachryme indefesse
180.2et ostinati a uscir sempre i suspiri
180.3ne per far sempre dire uffici e messe
180.4mai satisfar possendo a suoi disiri
180.5di non partirsi quindi in cor si messe
180.6fin che del corpo l anima non spiri
180.7e nel sepolchro fe fare una cella
180.8e vi si chiuse, e fe sua vita in quella
181.1Orlando per voler quindi levarla
181.2mandò poi messi, e vi tornò in persona
181.3se viene in Francia vuol compagna farla
181.4di Galerana, e pension darle buona
181.5e vuol sin alla Lizza accompagnarla
181.6quando tornare al padre suo prepona
181.7edificar le vuole un monastiero
181.8quando servire a Dio faccia pensiero
182.1Ella sta nel sepolchro e quivi attrita
182.2da penitentia orando giorno e notte
182.3non durò lunga età, che di sua vita
182.4da la parca le fur le fila rotte
182.5già fatto havea da l isola partita
182.6dove i Cyclopi havean l antique grotte
182.7li tre guerrier di Francia afflitti e mesti
182.8ch el quarto lor compagno a dietro resti
183.1Non vollon senza medico levarsi
183.2per il mal d Olivier che era molesto
183.3quando a principio mal puote curarsi
183.4per non haver chi fusse buono a questo
183.5non cessava Olivier di lamentarsi
183.6e facea ognun di se pietose e mesto
183.7e di ciò ragionando al nocchier nacque
183.8un pensiero, e lo disse, e a tutti piacque
184.1Disse che era de lor poco lontano
184.2in un solingo scoglio uno Eremita
184.3a cui ricorso mai non s era in vano
184.4o fosse per consiglio o per aita
184.5e facea alcuno effetto soprahumano
184.6dar lume a ciechi, e tornar morti a vita
184.7fermare il vento ad un segno di croce,
184.8e far tranquillo il mar quando è piu atroce,
185.1E che non denno dubitare, andando
185.2a ritrovar quel huomo a Dio sì caro
185.3che lor non renda Olivier sano, quando
185.4fatto ha di sua virtù segno piu chiaro
185.5questo consiglio sì piacque ad Orlando
185.6che verso il santo luoco si drizzaro
185.7ne mai piegando dal camin la prora
185.8videro il scoglio al sorger de l aurora
186.1Scorgendo il legno huomini in l acqua dotti
186.2sicuramente s accostaro a quello
186.3quivi aiutando servi e galeotti
186.4poser suavemente nel battello
186.5il Marchese stroppiato, e fur condotti
186.6nel duro scoglio, et indi al santo hostello
186.7al santo hostello a quel Vecchio medesmo
186.8per le cui mano hebbe Ruggier battesmo
187.1El servo del Signor del paradiso
187.2raccolse Orlando e li compagni suoi
187.3e benedilli con giocondo viso
187.4e de lor casi dimandolli poi
187.5ben che de lor venuta havuto aviso
187.6havesse già da li celesti Heroi
187.7Orlando gli rispose esser venuto
187.8per ritrovare ad Oliviero aiuto
188.1Ch era pugnando per la fe di Christo
188.2a periglioso termine ridutto
188.3levogli il Santo ogni suspetto tristo
188.4e gli promise di sanarlo in tutto
188.5ne havendo unguento ne liquor provisto
188.6ne d altra humana medicina instrutto
188.7intrò in la chiesa et orò al Salvatore
188.8et indi uscì con gran baldanza fuore
189.1E in nome de le eterne tre persone
189.2padre e figliuolo e spirto santo, diede
189.3ad Olivier la benedittione
189.4o virtù che dá Christo a chi gli crede
189.5cacciò dal cavallier la passione
189.6e ritornolli a sanitade il piede
189.7piu fermo e piu expedito che mai fosse
189.8e presente Sobrino a ciò trovosse
190.1Giunto Sobrin de le sue piaghe a tanto
190.2che star peggio ogni giorno se ne sente
190.3tosto che vide del Monacho santo
190.4il miracolo grande et evidente
190.5si dispose Machon poner da canto
190.6e Christo confessar vivo e potente
190.7e dimandò con cor di fe contrito
190.8iniciarsi al nostro sacro rito
191.1Così l huom giusto battizollo, et ancho
191.2gli rese orando ogni vigor primiero
191.3Orlando e li altri cavallier non manco
191.4di tal conversion leticia fero
191.5che di veder che liberato e franco
191.6dil periglioso mal fusse Oliviero
191.7maggior gaudio Ruggier di tutti n hebbe
191.8e molto in fede e divotione accrebbe
192.1Era Ruggier, dal dì che giunse a nuoto
192.2su questo scoglio, poi statovi ognhora
192.3fra quei guerrieri il Vecchiarel devoto
192.4sta dolcemente e li conforta e exora
192.5a voler schivi di pantano e loto
192.6mondi passar per questa morta gora
192.7cha nome vita, che sí piace a sciocchi
192.8et alla via del ciel sempre haver li occhi
193.1Orlando un suo mandò sul legno, e trarne
193.2fece pane e buon vin cacio e prosutti
193.3e l huom di Dio ch ogni sapor di starne
193.4pose in oblio poi che avezzossi a frutti
193.5per charità mangiar fecero carne
193.6e ber del vino, e far quel che fer tutti
193.7poi che alla mensa consolati foro
193.8di molte cose ragionar tra loro
194.1E come accade nel parlar sovente
194.2ch una cosa vien l altra dimostrando
194.3Ruggier riconnosciuto finalmente
194.4fu da Rinaldo, da Olivier, da Orlando
194.5per quel Ruggiero in arme sì excellente
194.6el cui valor s accorda ognun lodando
194.7ne Rinaldo l havea raffigurato
194.8per quel che seco intró già nel steccato
195.1Ben l havea il Re Sobrin riconnosciuto
195.2tosto ch el vide col Vecchio apparire
195.3ma volse inanzi star tacito e muto
195.4che porsi in aventura di fallire
195.5poi che a notitia a li altri fu venuto
195.6che questo era Ruggier di cui l ardire
195.7la cortesia il valor alto e profondo
195.8si facea nominar per tutto il mondo
196.1E sapendosi già che era christiano
196.2tutti con lieta e con serena faccia
196.3vengono a lui, chi gli tocca la mano
196.4e chi lo bacia e chi lo stringe e abbraccia
196.5sopra li altri il signor di Montalbano
196.6d accarezzarlo e fargli honor procaccia
196.7perch esso piu de li altri vi diremo
196.8nel altro canto che serà l estremo
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