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Canto ventiseiesimo

1.1dOnne, e voi che le donne havete in pregio
1.2per dio non date a questa historia orecchia
1.3a questa che l hostier dire in dispregio
1.4e vostra infamia e biasmo s apparecchia
1.5ben che ne macchia vi può dar ne fregio
1.6lingua sì vile, e sia l usanza vecchia
1.7ch el volgare ignorante ognun riprenda
1.8e parli piu di quel che meno intenda
2.1Lasciate questo canto, che senza esso
2.2può star l historia, e non serà men chiara
2.3mettendolo Turpino anch io l hò messo
2.4non per malivolentia ne per gara
2.5ch io v ami, oltra mia lingua che l hà expresso
2.6che mai non fu di celebrarvi avara
2.7n hò fatto mille prove, e v hò dimostro
2.8ch io son ne potrei esser se non vostro
3.1Passi chi vuol tre charte o quattro, senza
3.2leggerne verso, e chi pur legger vuole
3.3lor dia quella medesima credenza
3.4che si suol dare a fittioni e fole
3.5ma tornando al dir nostro, poi che udienza
3.6apparecchiata vide a sue parole
3.7e darsi luoco in contra al cavalliero
3.8così l historia incomminciò l hostiero
4.1Aistulfo Re de Longobardi, quello
4.2che costui che regna hor tenne per padre
4.3fu ne la giovinezza sua sì bello
4.4di sì conte fattezze e sì liggiadre
4.5ch un simil non s havria fatto a penello
4.6se li pittor vi fusser stati a squadre
4.7bello era, et a ciascun così parea
4.8ma di molto egli anchor piu si tenea
5.1Non stimava egli tanto per l altezza
5.2del grado suo vedersi ognun minore
5.3ne tanto che di genti e di ricchezza
5.4di tutti i Re vicini, era il maggiore
5.5quanto d aspetto e corporal bellezza
5.6haver per tutto l mondo il primo honore
5.7godea di questo, udendosi dar loda
5.8quanto di cosa volentier piu s oda
6.1Tra li altri di sua corte havea assai grato
6.2Fausto latini un cavallier Romano
6.3con cui sovente essendosi lodato
6.4hor del bel viso, hor de la bella mano
6.5et havendolo un giorno dimandato
6.6se mai veduto havea presso o lontano
6.7altro huom di forma così ben composto
6.8contra quel che credea gli fu risposto
7.1Dico (rispose Fausto) che secondo
7.2chi veggio, e che parlarne odo a ciascuno
7.3ne la bellezza hai pochi pari al mondo
7.4e questi pochi io li restringo in uno
7.5quest uno è un fratel mio detto Iocondo
7.6(excetto lui) ben crederò che ognuno
7.7di beltà molto a drieto tu ti lassi
7.8ma questo sol credo te adegui e passi
8.1Al Re parve impossibil cosa udire
8.2che sua la palma insino allhora tenne
8.3e d haver connoscenza alto disire
8.4di sì lodato giovene gli venne
8.5fe sì con Fausto, che di far venire
8.6quivi il fratel prometter gli convenne
8.7ben che a poterlo indur che ci venisse
8.8seria fatica, e la cagion gli disse
9.1Ch el suo fratello era huom che mosso il piede
9.2mai non havea di Roma alla sua vita
9.3che del ben che fortuna gli concede
9.4tranquilla e senza affanni havea notrita
9.5la roba, di ch el padre il lasciò herede,
9.6ne mai cresciuta havea ne minuita
9.7e che parrebbe a lui Pavia lontana
9.8piu che non parria a un altro ire alla Tana
10.1E la difficoltà seria maggiore
10.2a poterlo spiccar da la mogliere
10.3con cui legato era di tanto amore
10.4che non volendo lei, non può volere
10.5pur per ubidir lui che gli è signore,
10.6disse d andare, e fare oltra il potere
10.7giunse il Re a preghi tali offerte e doni
10.8che di negar non gli lasciò ragioni
11.1Partissi, e in pochi giorni ritrovosse
11.2dentro da Roma in le paterne case
11.3quivi tanto pregò, ch el fratel mosse
11.4siche a venire al Re gli persuase
11.5e fece anchor (ben che difficil fosse)
11.6che la cognata tacita rimase
11.7proponendole il ben che n usciria
11.8oltra ch esso lor sempre obligo havria
12.1Fisse Iocondo alla partita il giorno
12.2trovò cavalli e servitori intanto
12.3vesti fe far per comparire adorno
12.4che talhor cresce una beltá un bel manto
12.5la notte a lato, el dì la moglie intorno
12.6con gli occhi adhora adhor pregni di pianto
12.7gli dice, che non sa come patire
12.8potrà si lunga absentia e non morire
13.1Che pensandovi sol, da la radice
13.2sveller si sente il cor nel lato manco
13.3deh vita mia, non piagnere (le dice
13.4Iocondo) e seco piagne egli non manco
13.5così mi sia questo camin felice
13.6come tornar vuò fra dui mesi al manco
13.7ne mi faria passar d un giorno il segno
13.8se mi donasse il Re mezo l suo regno
14.1Ne la donna per ciò si riconforta
14.2dice, che troppo termine si piglia
14.3e s al ritorno non la truova morta
14.4esser non puó se non gran maraviglia
14.5sempre è in affanno, e piu quel dì ne porta
14.6che de la lor partenza era vigiglia
14.7tal che per la pietà Iocondo spesso
14.8si pente, ch al fratello habbia promesso
15.1Dal collo un suo monile ella si sciolse
15.2ch una crocetta havea ricca di gemme
15.3e di sante reliquie, che raccolse
15.4da molti luoghi un peregrin Boemme
15.5et il padre di lei ch in casa il tolse
15.6tornando infermo di Hierusalemme
15.7venendo a morte poi ne lasció herede
15.8questa levossi, et al marito diede
16.1E che la porti per suo amore al collo
16.2lo prega, siche ognhor gli ne sovegna
16.3piacque il dono al marito, et accettollo
16.4non perche dar ricordo gli convegna
16.5che ne tempo ne absentia mai dar crollo
16.6ne buona o ria fortuna che gli avegna
16.7potrá a quella memoria salda e forte
16.8chà di lei sempre e havrà dopo la morte
17.1La notte ch andò inanzi a quella aurora
17.2che fu il termine estremo alla partenza
17.3al suo Iocondo par ch in braccio mora
17.4la moglie, che n ha presto da star senza
17.5mai non si dorme, e nanzi il giorno unhora
17.6viene al marito all ultima licenza
17.7montò a cavalllo e si partì in effetto
17.8e la moglier si ricorcò nel letto
18.1Iocondo anchor dua miglia ito non era
18.2che gli venne la croce raccordata
18.3chavea sotto il guancial messa la sera
18.4poi per oblivion l havea lasciata
18.5lasso (dicea tra se) di che maniera
18.6troverò scusa che mi sia accettata
18.7che mia moglie non creda che gradito
18.8poco da me sia l amor suo infinito
19.1Pensa l excusa, e poi gli cade in mente
19.2che non serà accettabile ne buona
19.3mandi famigli mandivi altra gente
19.4s egli medesmo non vi va in persona
19.5si ferma, e al fratel dice, hor pianamente
19.6sin a Baccano al primo albergo sprona
19.7che dentro a Roma è forza ch io rivada
19.8e credo ancho di giugnerti per strada
20.1Non potria fare altri il bisogno mio
20.2ne dubitar ch io serò presto teco
20.3voltò il caval di trotto, e disse a dio
20.4ne di famigli suoi volse alcun seco
20.5giá cominciava quando passò il rio
20.6dinanzi al sole a fuggir l aer cieco
20.7smonta in casa, và al letto, e la consorte
20.8quivi ritrova addormentata forte
21.1La cortina levò senza far motto
21.2e vide quel che men veder credea
21.3che la sua casta e fedel moglie, sotto
21.4la coltra in braccio a un giovene giacea
21.5riconnobbe l adultero dibotto
21.6per la pratica lunga che n havea
21.7ch era de la famiglia sua un garzone
21.8allevato da lui d humil natione
22.1S attonito restasse e mal contento
22.2meglio è pensarlo, e darne fede altrui
22.3ch esserne mai per far l experimento
22.4che con suo gran dolor ne fe costui
22.5assalito dal sdegno hebbe talento
22.6di trar la spada, e ucciderli ambedui
22.7ma da l amor che porta al suo dispetto
22.8a l ingrata moglier, gli fu interdetto
23.1Ne lo lasciò questo ribaldo Amore
23.2(vedi se si l havea fatto vassallo)
23.3destarla pur per non le dar dolore
23.4che fusse da lui colta in sí gran fallo
23.5quanto puotè piu tacito uscí fuore
23.6scese la scale, e rimontò a cavallo
23.7e punto egli d amor sí il caval punse
23.8ch al albergo non fu ch el fratel giunse
24.1Cambiato a tutti parve esser nel volto
24.2vider tutti ch el cor non havea lieto
24.3ma non v è chi s apponga già di molto
24.4e possa penetrar nel suo secreto
24.5credeano che da lor si fusse tolto
24.6per ire a Roma, et ito era a Corneto
24.7ch Amor sia del mal causa ognun s avisa
24.8ma non è già chi dir sappia in che guisa
25.1E stimasi il fratel che dolor habbia
25.2d haver la moglie sua sola lasciata
25.3e pel contrario duolsi egli et arrabbia
25.4che rimasa era troppo accompagnata
25.5con fronte crespa e con gonfiate labbia
25.6stà l infelice, e sol la terra guata
25.7Fausto che a confortarlo usa ogni prova
25.8perche non sà la causa, poco giova
26.1Di contrario liquor la piaga gli unge
26.2e dove tor devria, gli accresce doglie
26.3dove devria saldar, piu l apre e punge
26.4questo gli fa col ricordar la moglie
26.5ne dì posa ne notte, il sonno lunge
26.6fugge col gusto, e mai non si raccoglie
26.7e la faccia che dianzi era sí bella
26.8si cangia sì, che piu non sembra quella
27.1Par che li occhi s ascondin ne la testa
27.2et esca il naso piu del viso scarno
27.3de la beltà sì poca gli ne resta
27.4che ne potrá far paragone indarno
27.5col duol venne una febre sí molesta
27.6che lo fe soggiornare al Arbia e al Arno
27.7e se di bello havea serbata cosa
27.8piu presto andò che da spin colta rosa
28.1Oltra che a Fausto incresca del fratello
28.2che veggia a simil termine condutto
28.3via piu glincresce che bugiardo a quello
28.4Principe, a chi lodollo parrà in tutto
28.5mostrar de tutti li huomini il piu bello
28.6gli havea promesso, e mostrarà il piu brutto
28.7ma pur continuando la sua via
28.8seco lo trasse alfin drento a Pavia
29.1Giá non vuol che lo veggia il Re improviso
29.2per non mostrarsi di giudicio privo
29.3ma per lettere inanzi gli dà aviso
29.4ch el suo fratel ne viene a pena vivo
29.5e ch era stato all aria del bel viso
29.6un affanno di cor tanto nocivo
29.7accompagnato da una febre ria
29.8che piu non parea quel ch esser solia
30.1Grata hebbe la venuta di Iocondo
30.2quanto potesse il Re d amico havere
30.3che non havea desiderato al mondo
30.4cosa altro tanto, che di lui vedere
30.5non gli spiace vederlosi secondo
30.6e di bellezza drieto rimanere
30.7ben che connosca, se non fusse il male
30.8che gli seria superiore o uguale
31.1Giunto lo fa alloggiar nel suo palagio
31.2lo visita ogni giorno, ognhora n ode,
31.3fa gran provision che stia con agio
31.4e d honorarlo assai si studia e gode
31.5langue Iocondo, ch el pensier malvagio
31.6de l ingrata moglier, sempre lo rode
31.7ne il veder giuochi ne musici udire
31.8dramma del suo dolor può minuire
32.1Nanzi alle stanze sue, che presso l tetto
32.2eran l estreme, havea una sala antica
32.3quivi solingo (perche ogni diletto
32.4perche ogni compagnia gli era nemica)
32.5si ritrahea, sempre aggiungendo al petto
32.6di piu gravi pensier nuova fatica
32.7e trova quivi (hor chi lo crederia?)
32.8chi lo sanò de la sua piaga ria
33.1In capo de la sala, ove è piu scuro
33.2che mai non v usa le finestre aprire
33.3vede ch el palco mal si giunge al muro
33.4e fa d aria piu chiara un raggio uscire
33.5pon l occhio quindi, e vede quel che duro
33.6a creder fora a chi l udisse dire
33.7egli d altrui non l ode, anzi sel vede
33.8et ancho agli occhi suoi propri non crede
34.1Quindi scopria de la Reina tutta
34.2la piu secreta stanza e la piu bella
34.3dove persona non verria introdutta
34.4se per molto fedel non l havesse ella
34.5quindi mirando vide in strana lutta
34.6ch un Nano avinticchiato era con quella
34.7et era quel piccin stato sì dotto
34.8che la Reina havea messa di sotto
35.1Attonito Iocondo e stupefatto
35.2e credendo sognarsi, un pezzo stette
35.3e quando vide pur che egli era in fatto
35.4e non in sogno, a se stesso credette
35.5dunque a un sgrignuto (disse) e contrafatto
35.6sí ricca e sì gran donna si sommette?
35.7ch el maggior Re del mondo ha per marito
35.8piu bello e piu cortese, o che appetito
36.1E de la moglie sua, che così spesso
36.2piu d ognaltra biasmava, ricordosse
36.3perch el ragazzo s havea tolto appresso
36.4et hor gli parve che excusabil fosse
36.5non era colpa sua piu che del sesso
36.6che d un solo huomo mai non contentosse
36.7e s han tutte una macchia d uno inchiostro
36.8almen la sua non s havea tolto un mostro
37.1Fa il dí seguente alla medesima hora
37.2al spiraglio medesimo ritrono
37.3e la Reina e il Nano vede anchora
37.4ch al signor lor fanno il medesmo scorno
37.5truova l altro dì pur che si lavora
37.6e l altro, e al fin non se ne festa un giorno
37.7e la Reina che gli par piu strano
37.8sempre si duol che poco l ami il Nano
38.1Stette fra li altri un giorno a veder ch ella
38.2era turbata, e in gran manenconia
38.3che due volte chiamar per la donzella
38.4il Nano fatto havea, ne anchor venia
38.5mandò la terza volta, et udì quella
38.6che, Madonna egli giuoca, riferia
38.7e per non star in perdita d un soldo
38.8a voi niega venire il manigoldo
39.1A sì strano spettacolo Iocondo
39.2raserena la fronte, e gli occhi, e il viso
39.3e qual in nome, diventò giocondo
39.4d effetto anchora, e tornò il pianto in riso
39.5allegro torna grasso e rubicondo
39.6che sembra un cherubin del paradiso
39.7ch el Re il fratello e tutta la famiglia
39.8di tal mutation si maraviglia
40.1Se da Iocondo il Re bramava udire
40.2donde venisse il subito conforto
40.3non men Iocondo lo bramava dire
40.4e far il Re di tanta ingiuria accorto
40.5ma non vorria che piu di se punire
40.6volesse il Re la moglie di quel torto
40.7siche per dirlo e non far danno a lei
40.8il Re fece giurar su l agnusdei
41.1Giurar lo fe, che ne per cosa detta
41.2ne che gli sia mostrata che gli spiaccia
41.3anchora che connosca che diretta
41.4mente a sua maestà danno si faccia
41.5tardi o per tempo mai farà vendetta,
41.6e di piu vuole anchor che se ne taccia
41.7siche ne il malfattor giamai comprenda
41.8in fatto o n detto, ch el Re il caso intenda
42.1El Re che ognaltra cosa se non questa
42.2creder potria, gli giurò largamente
42.3Iocondo la cagion gli manifesta
42.4onde era molti dì stato dolente
42.5perche trovata havea la dishonesta
42.6sua moglie, in braccio d un suo vil sergente
42.7e che tal pena al fin l havrebbe morto
42.8se tardato a venir fusse il conforto
43.1Ma in casa di sua altezza havea veduto
43.2cosa, che molto gli scemava il duolo
43.3che se bene in obbrobrio era caduto
43.4era almen certo di non v esser solo
43.5così dicendo, e al bucolin venuto
43.6gli dimostró il bruttissimo homicciuolo
43.7che la giumenta altrui sotto si tiene
43.8tocca di sprone e fa giuocar di schene
44.1Se parve al Re vituperoso l atto
44.2lo crederete ben senza ch iol giuri
44.3ne fu per arrabbiar, per venir matto
44.4ne fu per dar del capo in tutti i muri
44.5fu per gridar, fu per non stare al patto,
44.6ma forza è che la bocca al fin si turi
44.7e che l ira trangugi amara et acra
44.8poi che giurato havea su l hostia sacra
45.1Che debbio far che mi consigli frate
45.2(disse a Iocondo) poi che tu mi tolli
45.3che con degna vendetta e crudeltate
45.4questa giustissima ira io non satolli
45.5lascian (disse Iocondo) queste ingrate
45.6e proviamo se son l altre sí molli
45.7faccian de le lor femine ad altrui
45.8quel ch altri de le nostre han fatto a nui
46.1Ambi gioveni semo e di bellezza
46.2che facilmente non troviamo pari
46.3qual femina serà che n usi asprezza
46.4se contra i brutti anchor non han ripari
46.5se beltà non varrà ne giovinezza
46.6varranne almen l haver con noi denari
46.7non vuò che torni che non habbi prima
46.8di mille moglie altrui la spoglia opima
47.1La lunga absentia, il veder vari luochi
47.2praticare altre femine di fuore
47.3par che sovente disacerbi e sfochi
47.4de l amorose passioni, il core
47.5al Re piacque il consiglio, indi fra pochi
47.6non voglio giorni dir, ma fra poche hore
47.7con dui scudieri oltra la compagnia
47.8del cavallier Roman, si messe in via
48.1Travestiti cercaro Italia e Francia
48.2le terre de Fiaminghi, e de l Inglesi
48.3e quante ne vedean di bella guancia
48.4trovavan tutte, a preghi lor cortesi
48.5davano e dato loro era la mancia
48.6e rimettean sovente i denar spesi
48.7molte vi for che pregaro essi, e foro
48.8anch altre tante che pregaron loro
49.1In questa terra un mese, in quella dui
49.2soggiornando, accertarsi a vera prova
49.3che come ne le lor, così in l altrui
49.4femine, castità mal se ritrova
49.5dopo alcun tempo increbbe ad ambedui
49.6di sempre procacciar cosa nuova
49.7che mal poteano intrar ne l altrui porte
49.8senza ponersi a rischio de la morte
50.1È meglio una trovarne che di faccia
50.2e di costumi ad ambi grata sia
50.3che lor communamente sodisfaccia
50.4e non habbiano haver mai gelosia
50.5e perche (dicea il Re) vuò che mi spiaccia
50.6haver piu te che un altro in compagnia?
50.7sò ben ch in tutto il gran femineo stuolo
50.8una non è, che stia contento a un solo
51.1Una senza sforzar nostro potere
51.2ma quando il natural bisogno inviti
51.3in festa goderemosi e in piacere
51.4che non n havremo mai contese o liti
51.5ne credo che si debbia ella dolere
51.6che s ancho ognaltra havesse dui mariti
51.7piu ch a un huom solo a dui seria fedele
51.8ne forse s udirian tante querele
52.1Di quel che disse il Re, molto contento
52.2rimaner parve il giovene Romano
52.3dunque fermati in tal proponimento
52.4cercar molte montagne e molto piano
52.5trovaro al fin secondo il loro intento
52.6una figliuola d uno hostiero Hispano
52.7che tenea albergo al porto di Valenza
52.8bella de modi, e bella di presenza
53.1Era anchor sul fiorir di primavera
53.2sua tenerella e quasi acerba etade
53.3di molti figli il padre aggravato era
53.4e nemico mortal di povertade
53.5siche a disporlo su cosa liggiera
53.6che desse lor la figlia in potestade
53.7ch ove piacesse lor, potesson trarla
53.8poi che promesso havean di ben trattarla
54.1Pigliano la fanciulla, e piacer ne hanno
54.2hor l uno hor l altro in charitade e in pace
54.3come a vicenda i mantici che danno
54.4hor l uno hor l altro fiato alla fornace
54.5per veder tutta Spagna indi ne vanno
54.6e passar poi nel regno di Siphace
54.7el dì che da Valenza si partiro
54.8ad albergare a Ciattiva veniro
55.1Li patroni a veder strade e palazzi
55.2andaro, e luochi publici e divini
55.3ch usanza havean pigliar simil solazzi
55.4in ogni terra ov eran peregrini
55.5la fanciulla all albergo e li ragazzi
55.6restaro, ad acconciar letti e roncini
55.7e proveder che fusse alla tornata
55.8de signori, la cena apparecchiata
56.1Ne lalbergo un garzon stava per fante
56.2ch in casa de la giovene già stette
56.3a servigi del padre, e d essa amante
56.4fu da primi anni, e del suo amor godette
56.5ben s adocchiar, ma non ne fer sembiante
56.6ch esser notato ognun di lor temette
56.7ma quando li padroni, e la famiglia
56.8lor dieron luoco, alzar tra lor le ciglia
57.1El fante dimandò dove ella gisse
57.2e qual de dui signor l havesse seco
57.3a punto la Fiammetta il fatto disse
57.4così havea nome, e quel garzone il Greco
57.5quando sperai ch el tempo ohime venisse
57.6(el Greco le dicea) di viver teco
57.7Fiammetta anima mia, tu te ne vai
57.8e non sò piu di rivederti mai
58.1Fannosi i dolci miei disegni amari,
58.2poi che sei d altri, e tanto mi ti scosti
58.3io disegnavo (havendo alcun denari
58.4con gran fatica e gran sudor reposti
58.5ch avanzato m havea de miei salari
58.6e de le bene andate di molti hosti)
58.7di tornare a Valenza, e dimandarte
58.8al padre tuo per moglie, e di sposarte
59.1La fanciulla ne li homeri si stringe
59.2e risponde che fu tardo a venire
59.3piange il Greco e suspira, e parte finge
59.4vommi (dice) lasciar così morire
59.5vita mia un poco almen meco ti avinge
59.6lasciamo disfogar tanto disire
59.7che nanzi che tu parta ogni momento
59.8che teco stia mi fa morir contento
60.1La pietosa fanciulla rispondendo
60.2credi (dicea) che men di te no l bramo
60.3ma ne luoco ne tempo ci comprendo
60.4qui dove in mezo di tanti occhi siamo
60.5el Greco suggiungea, certo mi rendo
60.6che s un terzo ami me, di quel ch io t amo
60.7in questa notte almen troverai luoco
60.8che si potren godere insieme un puoco
61.1Come potrò (diceagli la fanciulla)
61.2che sempre in mezo a dui la notte giaccio
61.3e meco hor l uno hor l altro si trastulla
61.4e sempre al un di dui mi truovo in braccio
61.5mai (disse il Greco) fu impossibil nulla
61.6pur che del far ti vogli torre impaccio
61.7se fussi chiusa in un castel d acciaio
61.8e d occhi habbia ogni merlo un centinaio
62.1Pensa ella alquanto, e poi dice che vegna
62.2quando creder potrà ch ognuno dorma
62.3e pianamente come far convegna
62.4e de l andare e del tornar l informa
62.5el Greco (si come ella gli disegna)
62.6quando sente dormir tutta la torma
62.7viene al uscio e lo spinge, e quel gli cede
62.8entra pian piano, e va a tenton col piede
63.1Fa lunghi i passi, e sempre in quel di retro
63.2tutto si ferma, e l altro par che muova
63.3a guisa che di dar tema nel vetro
63.4non ch el terreno habbia a calcar, ma l ova
63.5tiene la mano inanzi simil metro
63.6va brancolando sin ch el letto truova
63.7e di la dove li altri havean le piante
63.8tacito si cacciò col capo inante
64.1Fra l una e l altra gamba di Fiammetta
64.2che supina giacea, diritto venne
64.3e quando lè fu apar l abbracciò stretta
64.4e sopra lei sin presso al dì si tenne
64.5cavalcó forte, e non andò a staffetta
64.6che mai bestia mutar non gli convenne
64.7che questa pare a lui che sí ben trotte
64.8che scender non ne vuol per tutta notte
65.1Havea Iocondo et havea il Re sentito
65.2il calpistar che sempre il letto scosse
65.3e l uno e l altro d uno error schernito
65.4s havea creduto chel compagno fosse
65.5poi chebbe il Greco il suo camin fornito
65.6si come era venuto ancho tornosse
65.7saettò il Sol dal Orizonte i raggi
65.8surge Fiammetta, e fece intrare i paggi
66.1El Re disse al compagno motteggiando
66.2frate molto camin fatto haver dei
66.3e tempo è ben che ti riposi, quando
66.4stato a caval per tutta notte sei
66.5Iocondo a lui rispose di rimando
66.6e disse, tu dì quel ch io a dire havrei
66.7a te tocca a posare, e prò ti faccia
66.8che tutta notte hai cavalcato a caccia
67.1Anch io (suggiunse il Re) senza alcun fallo
67.2lasciato havria l mio can correr un tratto
67.3s havesse havuto in prestitò il cavallo
67.4tanto ch el mio bisogno havessi fatto
67.5Iocondo replicò, son tuo vassallo
67.6e puoi far meco e rompere ogni patto
67.7siche non convenia tal cenni usare
67.8bastavamiti dir lasciala stare
68.1Tanto replica l un, tanto soggiunge
68.2l altro, che sono a grave lite insieme
68.3vengon da motti ad un parlar che punge,
68.4ch ad amendue l esser beffato preme
68.5chiaman Fiammetta che non era lunge
68.6e de la fraude esser scoperta teme
68.7per far l un l altro in viso il fatto dire
68.8che negando pareano ambi mentire
69.1Dimmi (le disse il Re con fiero sguardo)
69.2e non temer di me ne di costui
69.3chi tutta notte fu quel sì gagliardo
69.4che ti godeo senza far parte altrui?
69.5credendo l un provar l altro bugiardo
69.6la risposta aspettavan ambedui
69.7a piè lor si gettò Fiammetta, incerta
69.8di viver piu, vedendosi scoperta
70.1Dimandò lor perdono, che d amore
70.2ch a un giovinetto havea portato, spinta
70.3e da pietà d un tormentato core
70.4che molto havea per lei patito, vinta
70.5caduta era la notte in quello errore
70.6e seguitò senza dir cosa finta
70.7come tra lor con speme si condusse
70.8ch ambi credesson ch el compagno fusse
71.1Il Re e Iocondo si guardaro in viso
71.2di maraviglia e di stupor confusi
71.3ne d haver ancho udito lor fu aviso
71.4ch altri dui fusson mai così delusi
71.5poi scoppiaro ugualmente in tanto riso
71.6che con la bocca aperta e li occhi chiusi
71.7potendo a pena il fiato haver dal petto
71.8adrieto si lasciar cader sul letto
72.1Poi chebbon tanto riso che dolere
72.2se ne sentiano il petto, e pianger li occhi
72.3disson tra lor, come potremo havere
72.4guardia che la moglier non ne l accocchi
72.5se non giova tra dui questa tenere
72.6e stretta sì, che l uno e l altro tocchi
72.7se piu che crini havesse occhi l marito
72.8non potria far che non fusse tradito
73.1Provate mille havemo e tutte belle
73.2e manco sempre ritrovate caste
73.3se provian l altre, ancho peggior fian quelle
73.4ma per ultima prova costei baste
73.5dunque possemo creder che men felle
73.6le nostre sien ch a casa son rimaste
73.7e se men triste, o come l altre sono
73.8che tornamo a godersile fia buono
74.1Conchiuso chebbon questo, chiamar fero
74.2per Fiammetta medesima il suo amante
74.3e n presentia di molti gli la diero
74.4per moglie, e dote che fu lor bastante
74.5poi montaro a cavallo, e il lor sentiero
74.6ch era a Ponente volsero a Levante
74.7et alle mogli lor se ne tornaro
74.8di che affanno mai piu non si pigliaro
75.1El Re il primo figliulo che poi gli nacque
75.2nomò a battesmo Stranodesiderio
75.3ma poi crescendo Strano se gli tacque
75.4che pel Nano alla madre era improprio
75.5l historia è vera e per ciò piu mi piacque
75.6e dal dì ch io parlai con quel Valerio
75.7sempre hò detto, e convien che anchora io dica
75.8che non si truova femina pudica
76.1L hostier qui fine alla sua historia pose
76.2che fu con molta attentione udita
76.3udilla il Saracin, ne gli rispose
76.4parola mai, fin che non fu finita
76.5poi disse, io credo ben che de l ascose
76.6feminil frode sia copia infinita
76.7ne si potria de la millesma parte
76.8tener memoria con tutte le charte
77.1Quivi era un huom d età, chavea piu retta
77.2opinion de li altri, e ingegno, e ardire
77.3ne potendo horamai che sì negletta
77.4ogni femina fusse, piu patire
77.5si volse a quel chavea l historia detta
77.6e dissegli, assai cose udimo dire
77.7che veritade in se non hanno alcuna
77.8e ben di queste è la tua favola una
78.1A chi te la narrò non dò credenza
78.2s evangelista ben fusse nel resto
78.3ch opinione piu ch experienza
78.4chabbia di donne, lo facea dir questo
78.5l havere ad una o due malivolenza
78.6fa ch odia e biasma l altre oltra l honesto
78.7ma se gli passa l ira, io vuò tu l oda
78.8piu chora biasmo, ancho dar lor gran loda
79.1E se vorrà lodarle, havrà maggiore
79.2el campo assai, ch a dirne mal non hebbe,
79.3di cento potrà dir degne d honore
79.4verso una trista che biasmar si debbe
79.5non biasmar tutte, ma serbarne fuore
79.6la bontà d infinite si devrebbe
79.7e sel Valerio tuo disse altrimente
79.8disse per ira, e non per quel che sente
80.1Ditemi un poco, é di voi forse alcuno
80.2chabbia servato alla sua moglie fede?
80.3che nieghi andar, quando gli sia opportuno
80.4all altrui donna, e darle anchor mercede?
80.5credete in tutto l mondo trovarne uno
80.6ch il dice, mente, e folle è ben ch il crede
80.7trovatene vo alcuna che vi chiami?
80.8non parlo de le publiche et infami
81.1Connoscete alcun voi, che non lasciasse
81.2la moglie sola, anchor che fusse bella
81.3per seguire altra donna, se sperasse
81.4in breve e facilmente ottener quella?
81.5che farebbe egli? quando lo pregasse
81.6o desse premio a lui donna o donzella?
81.7credo per compiacere hor queste hor quelle
81.8che tutti lasciaremmovi la pelle
82.1Quelle che lor mariti hanno lasciati
82.2le piu volte cagione havuta n hanno
82.3del suo di casa veggon lor svogliati
82.4e che fuor de l altrui bramosi vanno
82.5devriano amar volendo essere amati
82.6o tor con la misura ch allor danno
82.7io farei (s a me stesse il darla e torre)
82.8tal legge, chuom non vi potrebbe opporre
83.1Seria la legge ch ogni donna colta
83.2in adulterio, fusse messa a morte
83.3se provar non potesse ch una volta
83.4havesse adulterato il suo consorte
83.5se provar lo potesse, anderia assolta
83.6ne temeria il marito ne la corte
83.7Christo lasciò ne li precetti suoi
83.8non far altrui quel che patir non vuoi
84.1L incontinenza è quanto mal si pote
84.2imputar lor, ne perhò a tutto il stuolo
84.3ma in questo, cha di noi piu brutte note?
84.4che continente non si truova un solo
84.5e molto piu n ha da arroscir le gote
84.6quando biastemmia, ladroneccio, dolo
84.7usura, et homicidio, e se v è peggio
84.8raro se non da li huomini far veggio
85.1Appresso alle ragioni havea il sincero
85.2e giusto vecchio in pronto alcuno exempio
85.3di donne, che ne in fatto ne in pensiero
85.4mai di lor castità patiron scempio
85.5ma l Saracin che fuggia udire il vero
85.6lo minacciò con viso crudo et empio
85.7siche lo fece per timor tacere
85.8ma già non lo mutò di suo parere
86.1Posto chebbe alle liti e alle contese
86.2termine il Re Pagan, lasciò la mensa
86.3indi nel letto per dormir si stese
86.4fin al partir de l aria scura e densa
86.5ma de la notte a suspirar l offese
86.6piu de la donna, ch a dormir dispensa
86.7quindi parte all uscir del nuovo raggio
86.8e far disegna in nave il suo viaggio
87.1Perhó chavendo tutto quel rispetto
87.2chaver dè a buon caval buon cavalliero
87.3a quel suo bello e buono, ch a dispetto
87.4tenea di Sacripante e di Ruggiero
87.5vedendo per dui giorni haverlo stretto
87.6piu che non si devria sì buon destriero
87.7lo pon per riposarlo e lo rassetta
87.8in un naviglio, e per andar piu infretta
88.1Senza indugia al Nochier varar la barca
88.2e dar fa i remi all acqua da la sponda
88.3quella non molto grande e poco carca
88.4se ne va per la Sonna giu a seconda
88.5non fugge il suo pensier non se ne scarca
88.6Rodomonte per terra ne per onda
88.7lo truova in su la proda e in su la poppa
88.8e se cavalca il porta drieto in groppa
89.1Anzi nel capo o sia nel cor gli siede
89.2e di fuor caccia ogni conforto e serra
89.3di ripararsi il misero non vede
89.4da poi che li nemici ha ne la terra
89.5non sa da chi sperar possa mercede
89.6se gli fanno i domestici suoi guerra
89.7la notte e il giorno e sempre é combattuto
89.8da quel crudel che devria dargli aiuto
90.1Naviga il giorno e la notte seguente
90.2Rodomonte col cor d affanni grave
90.3e non si può l ingiuria tor di mente
90.4che da la donna e dal suo Re havuto have
90.5e la pena e il dolor medesmo sente
90.6che sentiva a cavallo anchora in nave
90.7ne spegner può per star nel acqua il fuoco
90.8ne può stato mutar per mutar luoco
91.1Come l infermo che dirotto e stanco
91.2di febre ardente và cangiando lato
91.3o sia su l uno o sia su l altro fianco
91.4spera haver, se si volge, miglior stato
91.5ne sul destro riposa ne sul manco
91.6e per tutto ugualmente è travagliato
91.7così il Pagano al male onde era infermo
91.8mal truova in terra e mal in acqua schermo
92.1Non puote in nave haver piu patienza
92.2e si fe porre in terra Rodomonte
92.3passò Lione e Vienna indi Valenza
92.4e vide in Avignone il ricco ponte
92.5che queste terre et altre, ubidienza,
92.6che son tra il fiume e il Celtiberio monte
92.7rendean al Re Agramante, e al Re di Spagna
92.8dal dì che fur signor de la campagna
93.1Verso Acquamorta a man ritta si tenne
93.2con animo in Algier passare infretta
93.3e sopra un fiume ad una villa venne
93.4da Baccho insieme e Pallade diletta
93.5che restar per l ingiurie che sostenne
93.6da li soldati, vuota le convenne
93.7quinci il mar vede, quindi ne l apriche
93.8valli, ondeggiar le cereali spiche
94.1Quivi ritrova una piccola chiesa
94.2di nuovo edificata su una mota
94.3che poi ch intorno fu la guerra accesa
94.4li sacerdoti havean lasciata vuota
94.5per stanza fu da Rodomonte presa
94.6che per il sito, e perche ra remota
94.7dai campi, onde havea in odio udir novella
94.8gli piacque sì, che lasció Algier per quella
95.1Mutò d andare in Aphrica pensiero
95.2sí commodo gli parve il luoco e bello
95.3famigli e carriaggi e il suo destriero
95.4seco alloggiar fe nel medesmo hostello
95.5vicino a poche leghe a Mompoliero
95.6e ad alcun altro ricco e buon castello
95.7siede il villaggio allato alla riviera
95.8siche d havervi ogni agio il modo v era
96.1Standovi un giorno il Saracin pensoso
96.2(come pur era il piu del tempo usato)
96.3vide venir per mezo un prato herboso
96.4che da un piccol sentiero era segnato
96.5una donzella di viso amoroso
96.6in compagnia d un monacho barbato
96.7e si traheano drieto un gran destriero
96.8sotto una soma coperta di nero
97.1Chi la donzella, ch il monacho sia,
97.2chi portin seco, vi debbe esser chiaro
97.3connoscere Issabella si devria
97.4ch el corpo del suo Zerbin caro
97.5lasciai che ver Provenza ne venia
97.6sotto la scorta del vecchio preclaro
97.7che suaso le havea che tutto l resto
97.8votasse a Dio del suo vivere honesto
98.1Come ch in viso pallida e smarrita
98.2sia la donzella, et habbia i crini inconti
98.3e facciano i suspir continua uscita
98.4del petto acceso, e li occhi sien due fonti
98.5et altri testimoni d una vita
98.6misera e grave in lei si veggian pronti
98.7tanto perhò di bello ancho le avanza
98.8che con le gratie amor vi può haver stanza
99.1Tosto ch el Saracin vide la bella
99.2donna apparir, messe il pensier al fondo
99.3chavea di biasmar sempre e d odiar quella
99.4schiera gentil che pur adorna il mondo
99.5e ben gli par dignissima Issabella
99.6in cui locar debbia il suo amor secondo
99.7e spenger totalmente il primo, a modo
99.8che da l asse si trahe chiodo con chiodo
100.1Incontra se le fece e col piu molle
100.2parlar che seppe, e col miglior sembiante
100.3di sua conditione dimandolle
100.4et ella ogni pensier gli spiegò inante
100.5come era per lasciare il mondo folle
100.6e farsi amica a Dio con opre sante
100.7ride il Pagano altier, che in Dio non crede
100.8d ogni legge inimico e d ogni fede
101.1E chiama intentione erronea e lieve
101.2e dice che per certo ella troppo erra
101.3ne men biasmar che l avaro si deve
101.4ch el suo ricco thesor mette sotterra
101.5alcuno util per sé non ne riceve
101.6e da l uso de li altri huomini il serra
101.7diensi chiuder leoni, orsi, e serpenti,
101.8ma non le cose belle et innocenti
102.1El Monacho che a questo havea l orecchia
102.2e per soccorrer la giovane incauta
102.3che ritratta non sia per la via vecchia
102.4sedea al governo qual pratico nauta
102.5quivi di spirtual cibo apparecchia
102.6presto una mensa sontuosa e lauta
102.7ma l Saracin che con mal gusto nacque
102.8non pur la saporì che gli dispiacque
103.1E poi che in vano il monacho interroppe
103.2e non puote mai far sì che tacesse
103.3e che di patienza il freno roppe
103.4le mano adosso con furor gli messe
103.5ma le parole mie parervi troppe
103.6potriano homai se piu se ne dicesse
103.7siche finirò il canto, e mi fia specchio
103.8quel che per troppo dire accadde al vecchio
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