about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

Canto ventunesimo

1.1sTudisi ognun giovar altrui che rade
1.2volte esser suol che senza premio sia
1.3e se pur senza, almen non te ne accade
1.4morte ne danno ne ignominia ria
1.5chi nuoce altrui, sia certo, o verno o stade
1.6ch a qualche tempo vendetta ne fia
1.7dice il proverbio ch a trovar si vanno
1.8li huomini spesso, e i monti immobil stanno
2.1Hor vedi quel che a Pinabello aviene
2.2per essersi portato iniquamente
2.3è giunto finalmente a dar le pene
2.4de la sua trista e scelerata mente
2.5e Dio che le piu volte non sostiene
2.6veder perire a torto uno innocente
2.7salvò la Donna, e salverà ciascuno
2.8che d ogni fellonia viva digiuno
3.1Credette Pinabel questa Donzella
3.2già d haver morta, e colá giu sepolta
3.3ne la pensava mai veder, non ch ella
3.4gli havesse a tor de danni suoi la multa
3.5ne per trovarsi in mezo le castella
3.6del padre, in alcun utile resulta
3.7quivi Altaripa era tra monti fieri
3.8vicina al territorio di Pontieri
4.1Tenea quella Altaripa il vecchio conte
4.2Anselmo, di ch uscì questo malvagio
4.3che per fuggir la man di Chiaramonte
4.4d amici e di soccorso hebbe disagio
4.5la Donna al traditore a piè d un monte
4.6tolse l indegna vita a suo grande agio
4.7che d altro aiuto quel non si provede
4.8che d alti gridi, e in van chieder mercede
5.1Morto ch ella hebbe il falso cavalliero
5.2che lei voluto havea già porre a morte
5.3volse tornar dove lasciò Ruggiero
5.4ma non lo consentì sua dura sorte
5.5che la fe traviar per un sentiero
5.6che la portò dove piu denso e forte
5.7era, e piu strano e solitario el bosco
5.8lasciando il sol già il mondo all aer fosco
6.1Ne sapendo ella ove potersi altrove
6.2la notte riparar, si fermò quivi
6.3sotto le frasche in su l herbette nuove
6.4parte dormendo sin chel giorno arrivi
6.5parte mirando hora Saturno hor Giove
6.6Venere e Marte, e li altri erranti divi
6.7ma sempre o vegghia o dorma, con la mente
6.8contemplando Ruggier come presente
7.1Spesso di cor profondo ella suspira
7.2di pentimento e di dolor compunta
7.3chabbia in lei, piu che amor, possuto l ira
7.4l ira dicea m hà dal mio amor disgiunta
7.5almen ci havessi io posta alcuna mira
7.6poi che havea pur la mala impresa assunta
7.7di saper ritornar donde veniva
7.8che ben fui d occhi e di memoria priva
8.1Queste et altre parole ella non tacque
8.2e molto piu ne ragionò col core
8.3il vento in tanto di suspiri, e l acque
8.4di pianto, facean pioggia di dolore
8.5dopo una lunga aspettation, pur nacque
8.6in oriente il disiato albore
8.7et ella prese il suo destrier, ch intorno
8.8iva pascendo, et andò contra il giorno
9.1Ne molto andò che si trovò all uscita
9.2del bosco, appresso u dianzi era il palagio
9.3la dove molti dì l havea schernita
9.4con tanto error l incantator malvagio
9.5ritrovò quivi Astolfo che fornita
9.6la briglia all Hippogrypho havea a grande agio
9.7e stava in gran pensier di Rabicano
9.8per non sapere a chi lasciarlo in mano
10.1A caso si trovò, che fuor di testa
10.2l elmo allhor s havea tratto il paladino
10.3sì che tosto ch uscì de la foresta
10.4Bradamante connobbe el suo cugino
10.5di lontan salutollo, e con gran festa
10.6gli corse et abbracciò poi piu vicino
10.7e nominossi, e alzando la visera
10.8chiaramente veder gli fece chi era
11.1Non potea ritrovar meglio persona
11.2a proposito Astolfo, a chi lasciasse
11.3quel Rabican, perche devesse buona
11.4custodia haverne fin che egli tornasse
11.5de la figlia del Duca di Dordona
11.6e parvegli che Dio gli la mandasse
11.7vederla volentier sempre solea
11.8ma pel bisogno hor piu, che egli n havea
12.1Da poi che due e tre volte ritornati
12.2fraternamente ad abbracciarsi foro
12.3e si for l uno a l altro dimandati
12.4con molta affettion del esser loro
12.5disse Astolfo, a cercar de li pennati
12.6la regione, homai troppo dimoro
12.7et aprendo alla donna il suo pensiero
12.8veder le fece il volator destriero
13.1A lei non fú di molta maraviglia
13.2veder spiegar a quel destrier le penne
13.3ch altra volta reggendogli la briglia
13.4Atlante incantator contra le venne
13.5e le fece doler gli occhi e le ciglia
13.6drieto al volo di lui sì fissi tenne
13.7quel giorno che da lui per camin strano
13.8fu portato Ruggier tanto lontano
14.1Astolfo disse a lei, che le volea
14.2dar Rabican che sì nel corso affretta
14.3che s al scoccar del arco si movea
14.4si lasciava dirieto la saetta
14.5e tutte l arme anchor quante n havea
14.6che vuol che a Monte alban gli le rimetta
14.7e gli riserbi sino al suo ritorno
14.8che non gli fanno hor di bisogno intorno
15.1Volendosene andar per l aria a volo
15.2haveasi a far quanto potea piu leve
15.3tiense la spada e il corno, anchor che solo
15.4bastargli il corno ad ogni rischo deve
15.5Bradamante, la lancia chel figliuolo
15.6portò di Galafrone, ancho riceve
15.7la lancia che di quanti ne percuote
15.8fa le selle restar subito vuote
16.1Salito Astolfo sul destrier volante
16.2lo fa mover per l aer, mansueto
16.3indi lo caccia sì che Bradamante
16.4non gli puó piu venir con gli occhi drieto
16.5così si parte col pilota inante
16.6di porto infido il marinar discreto
16.7che poi chel lito e i scogli a drieto lassa
16.8spiega ogni vela e inanzi al vento passa
17.1La donna poi che fu partito il Duca
17.2rimase in gran travaglio de la mente
17.3che non sa come a Montalban conduca
17.4l armatura e il caval del suo parente
17.5perhò chel cor le cuoce e le manuca
17.6l ingorda voglia e il desiderio ardente
17.7di riveder Ruggier che se non prima
17.8a Valspinosa ritrovar sel stima
18.1Stando quivi suspesa di ventura
18.2si vide capitar nanzi un villano
18.3da cui fe rassettar quella armatura
18.4come si puote, e por su Rabicano
18.5poi di menarse drieto gli diè cura
18.6li dui destrieri un carco e l altro a mano
18.7ella n havea dui prima, chavea quello
18.8sopra cui, tolse l altro a Pinabello
19.1Di Valspinosa pensò far la strada
19.2che trovar quivi il suo Ruggier ha speme
19.3ma qual piu breve, o qual miglior vi vada
19.4poco discerne e d ire errando teme
19.5el villan non havea de la contrada
19.6pratica molta, et erraranno insieme
19.7pur andare a ventura ella si messe
19.8dove pensò chel luoco esser devesse
20.1Di qua e di la si volse, ne persona
20.2incontrò mai da dimandar la via
20.3si trovò uscir del bosco in su la nona
20.4dove non lungi un monticel scopria
20.5di cui la cima un gran castel corona
20.6lo mira, e Montalban parle che sia
20.7et era certo Montalbano, e in quello
20.8havea la matre, et alcun suo fratello
21.1Come la Donna connosciuto ha il luoco
21.2nel cor s attrista, e più che non sò dire
21.3che fia scoperta, se si ferma un poco
21.4ne piu le serà lecito a partire
21.5se non si parte, l amoroso fuoco
21.6l arderà sì, che la farà morire
21.7non vedrà piu Ruggier, ne farà cosa
21.8di quel ch era ordinato a Valspinosa
22.1Stette alquanto a pensar, poi si risciolse
22.2di voler dare a Montalban le spalle,
22.3e verso l Abbadia pur se rivolse,
22.4che quindi ben sapea qual era il calle,
22.5la sua fortuna, o buona, o trista volse
22.6che prima ch ella uscisse de la valle
22.7scontrasse Alardo, un de fratelli sui
22.8e non hebbe agio ascondersi a lui
23.1Veniva da partir li alloggiamenti
23.2per quel contado a cavallieri e fanti
23.3ch ad instantia di Carlo nuove genti
23.4fatto havea de le terre circonstanti
23.5e saluti e fraterni abbracciamenti
23.6con le grate accoglienze andaro inanti
23.7e poi, di molte cose a paro a paro
23.8tra lor parlando, in Montalban tornaro
24.1Entrò la bella donna in Montalbano
24.2dove lhavea con lachrymosa guancia
24.3Beatrice molto disiata in vano
24.4e fattone cercar per tutta Francia
24.5quivi li baci, e il giunger mano a mano
24.6di matre e de fratelli, extimò ciancia
24.7verso li havuti con Ruggier complessi
24.8chavrá nel alma eternamente impressi
25.1Non potendo ella andar, fece pensiero
25.2cha Valspinosa, altri in suo nome andasse
25.3immantinente ad avisar Ruggiero
25.4de la cagion ch andar lei non lasciasse
25.5e lui pregar (s era pregar mistero)
25.6che quivi per suo amor si battizasse
25.7e poi venisse a far quanto era detto
25.8siche si desse al matrimonio effetto
26.1Pel medesimo messo fe disegno
26.2di mandar a Ruggiero il suo cavallo
26.3che gli solea tanto esser caro, e degno
26.4d essergli caro era ben senza fallo
26.5che non s havria trovato in tutto il regno
26.6de saracin, ne sotto il signor Gallo
26.7piu bel destrier di questo, o piu gagliardo
26.8excetti Brigliador soli e Baiardo
27.1Ruggier quel dì che troppo audace ascese
27.2sul Hippogrypho, e verso il ciel levosse
27.3lasciò Frontino, e Bradamante il prese
27.4(Frontino ch el destrier così nomosse)
27.5mandollo a Montalbano, e a buone spese
27.6tener lo fece, e mai non cavalcosse
27.7se non per breve spatio, e a piccol passo
27.8sich era piu che mai lucido e grasso
28.1Ogni sua donna presto, ogni donzella
28.2pon seco in opra, e con suttil lavoro
28.3fa sopra seta candida e morella
28.4tesser riccamo di finissimo oro
28.5e di quel copre et orna briglia e sella
28.6del buon destrier, poi sceglie una di loro
28.7figlia di Callitrephia sua nutrice
28.8d ogni secreto suo fida uditrice
29.1Quanto Ruggier l era nel core impresso
29.2mille volte narrato havea a costei
29.3la beltà, la virtù, li modi d esso
29.4exaltato le havea sopra li dei
29.5a se chiamolla, e disse, miglior messo
29.6a tal bisogno elegger non potrei
29.7di te, che di piu fido e di piu saggio
29.8veder, Hippalca mia di te non haggio
30.1Hippalca la donzella era nomata
30.2và le dice (e l insegna ove debbe ire)
30.3e pienamente poi l hebbe informata
30.4di quanto havesse al suo signor a dire
30.5in far la scusa se non era andata
30.6al monastier, che non fu per mentire
30.7ma colpa di fortuna che lhavea
30.8fatto in questo ogni ingiuria che potea
31.1Dielle il destrier, e commandò che drieto
31.2se lo menasse vuoto, e se occorresse
31.3alcun tra via, che sì fusse indiscreto
31.4ch ad una donna il caval tor volesse
31.5per farlo star a una parola cheto
31.6chi ne fusse il patron sol gli dicesse
31.7che non sapea sì ardito cavalliero
31.8che non tremasse al nome di Ruggiero
32.1Di molte cose l ammonisce e molte
32.2che trattar con Ruggier habbia in sua vece
32.3qual poi che bene Hippalca hebbe raccolte
32.4si pose in via ne piu dimora fece
32.5per strade, e campi, e selve oscure e folte
32.6cavalcò de le miglia piu di diece
32.7che non fu a darle noia chi venisse
32.8ne a dimandarla pur dove ne gisse
33.1Nel mezo giorno nel calar d un monte
33.2in una stretta e malagevol via
33.3si venne ad incontrar con Rodomonte
33.4ch armato un piccol Nano, e a piè seguia
33.5el Moro alzó ver lei l altiera fronte
33.6e biastemmiò l eterna hierarchia
33.7poi che sì bel caval, sì bene ornato
33.8non havea in man d un cavallier trovato
34.1Havea giurato ch el primo cavallo
34.2torria per forza che tra via incontrassi
34.3hor questo è stato il primo, e trovato hallo
34.4piu bello, piu per lui, che mai trovassi
34.5ma torlo a una donzella gli par fallo
34.6e pure agogna haverlo, e in dubbio stassi
34.7lo mira, lo contempla, e dice spesso
34.8deh perche il suo signor non è con esso
35.1Deh ci fusse egli (gli rispose Hippalca)
35.2che ti faria cangiar forse pensiero
35.3assai piu di te val chi lo cavalca
35.4ne lo pareggia al mondo altro guerriero
35.5chi è (le disse il Moro) che si calca
35.6lhonore altrui, rispose ella, Ruggiero
35.7e quel suggiunse adunque il destrier voglio
35.8poi ch a Ruggier si gran campion lo toglio
36.1Che se piu val di me (come tu parli)
36.2e di quanti altri al mondo vestono arme
36.3serò sforzato il suo cavallo a darli
36.4qual volta parrà a lui non lo lasciarme,
36.5che Rodomonte io sono hai da narrarli
36.6e se pur gli da il cor di seguitarme
36.7havrà di me di giorno in giorno spia
36.8che non si può occultar la luce mia
37.1Dovunque io vò si gran vestigio resta
37.2che non lo lascia il fulmine maggiore
37.3così dicendo, havea tornate in testa
37.4le redine dorate al corridore
37.5sopra gli salta, e lachrymosa e mesta
37.6rimane Hippalca, e spinta dal dolore
37.7minaccia Rodomonte, e gli dice onta
37.8non l ascolta esso, e su pel poggio monta
38.1Per quella via dove lo guida il Nano
38.2per trovar Mandricardo e Doralice
38.3gli viene Hippalca drieto di lontano
38.4e lo biastemmia sempre e maledice
38.5ciò che di questo avenne altrove è piano
38.6Turpin che tutta questa historia dice
38.7fa qui digresso, e torna in quel paese
38.8dove fu dianzi morto il Maganzese.
39.1Dato havea a pena a quel luoco le spalle
39.2la figliuola d Amon ch in fretta gia
39.3che v arrivò Zerbin per altro calle
39.4con la fallace vecchia in compagnia
39.5e giacer vide il corpo ne la valle
39.6del cavallier che non sa già chi sia
39.7ma come quel ch era cortese e pio
39.8hebbe pietà del caso acerbo e rio
40.1Giaceva Pinabello in terra spento
40.2versando il sangue per tante ferite
40.3ch esser devean assai, se piu di cento
40.4spade, in sua morte si fussero unite
40.5Zerbin ch a vendicar sempre fu intento
40.6l ingiurie e torti, perche sanza lite
40.7non vadan quei che l homicidio han fatto
40.8segue per l orme a tutta briglia ratto
41.1Et a Gabrina dice che l aspette
41.2che senza indugio a lei farà ritorno
41.3ella presso il cadavero si mette
41.4e fisamente vi pon gliocchi intorno
41.5perche se cosa v hà che le dilette
41.6non vuol ch un morto in van piu ne sia adorno
41.7come colei che fu tra l altre note
41.8quanto avara esser piu femina puote
42.1Se di portarne il furto ascosamente
42.2havesse havuto modo o alcuna speme
42.3la sopravesta fatta riccamente
42.4gli havrebbe tolta, e le belle arme insieme,
42.5ma quel che può celarsi agevolmente
42.6si piglia, il resto sin al cor le preme
42.7fra l altre spoglie un bel cinto levonne
42.8e se ne legò i fianchi in fra due gonne
43.1Poco dopo arrivò Zerbin che havea
43.2seguito in van di Bradamante i passi
43.3perche trovò il sentier che si torcea
43.4in molti rami ch ivano alti e bassi
43.5e poco homai del giorno rimanea
43.6ne volea al buio star fra quelli sassi
43.7e per trovar albergo diè le spalle
43.8con l empia vecchia alla funesta valle
44.1Quindi presso a dua miglia ritrovaro
44.2un gran castel che fu detto Altariva
44.3dove per star la notte si fermaro
44.4che già a gran volo in verso il ciel saliva
44.5non vi ster molto, ch un lamento amaro
44.6l orecchie d ogni parte lor feriva
44.7e vider lachrymar da tutti gli occhi
44.8come la cosa a tutto il popul tocchi
45.1Zerbino dimandonne, e gli fu detto
45.2che venuto era al conte Anselmo aviso
45.3che fra dui monti in un sentier istretto
45.4giacea il suo figlio Pinabello ucciso
45.5Zerbin per non ne dar di se suspetto
45.6di ciò si finge ammirativo in viso
45.7ma pensa ben che senza dubbio sia
45.8quel, ch egli trovò morto su la via
46.1Dopo non molto la bara funebre
46.2giunse a splendor de torchi e di facelle
46.3la dove fece le strida piu crebre
46.4con un batter di man gir alle stelle
46.5e con piu vena fuor de le palpebre
46.6le lachryme inundar per le mascelle
46.7ma piu di l altre nubilose, et atre
46.8era la faccia del misero patre
47.1Mentre apparecchio si facea solenne
47.2de grandi exequie e funerali pompe
47.3secondo il modo et ordine che venne
47.4da nostri antiqui, et ogni età corrompe
47.5per non lasciar chi fece il mal indenne
47.6un bando il popular strepito rompe
47.7che ricchi doni in nome del signore
47.8promette a chi gli accusa il mal fattore
48.1Di voce in voce, e d una in altra orecchia
48.2el grido e il bando per la terra scorse
48.3sin che l udì la scelerata vecchia
48.4che di rabbia avanzò le tigri e l orse
48.5e quindi alla ruina s apparecchia
48.6di Zerbino, o per l odio che gli ha forse
48.7o per vantarsi pur che sola priva
48.8d humanitade, in human corpo viva
49.1O fusse per guadagnarsi il premio
49.2a ritrovar andò quel signor mesto
49.3e dopo un verisimil suo prohemio
49.4gli disse, che Zerbin fatto havea questo
49.5e quel bel conto si trasse di gremio
49.6chel miser padre riconnobbe presto
49.7e gli fu, appresso il tristissimo ufficio
49.8de l empia vecchia, manifesto indicio
50.1Il Maganzese al ciel levò le mani
50.2che sperò non lasciar il figlio inulto
50.3fe circundar l albergo a terrazzani
50.4che tutto il popul si levò a tumulto
50.5Zerbin che li nemici haver lontani
50.6si credea molto, e non temea d insulto
50.7fu preso che dormia nel primo sonno
50.8da quei che apena al dì servar lo ponno
51.1Fu quella notte in tenebrosa parte
51.2incatenato, e in gravi ceppi messo
51.3non havea il Sol anchor le luci sparte
51.4che l ingiusto supplicio era commesso
51.5ch in la valle medesima si squarte
51.6dove fu il mal channo imputato ad esso
51.7altro examine in ció non si facea
51.8bastava ch el signor così credea
52.1Poi che dinanzi a se la bella Aurora
52.2l aer seren fe bianco, e rosso, e giallo,
52.3tutto il popul gridando mora mora
52.4vien per punir Zerbin del non suo fallo
52.5il sciocco volgo l accompagna fuora
52.6senza ordine chi a piede e chi a cavallo
52.7el cavallier di Scotia a capo chino
52.8ne vien legato in s un piccol ronzino
53.1Ma Dio che spesso li innocenti aiuta
53.2ne lascia mai ch in sua bontà si fida
53.3tal difesa gli havea già proveduta
53.4che non v è dubbio piu choggi s uccida
53.5era ad Orlando quella via accaduta
53.6il dì medesmo (come Dio lo guida)
53.7e da un monte nel pian vede la gente
53.8che a morir mena il cavallier dolente
54.1Era con lui quella fanciulla, quella
54.2ch egli trovò ne la silvaggia grotta
54.3del Re Galego la figlia d Issabella
54.4ch in man de malandrin già fu condotta
54.5poi che lasciato havea ne la procella
54.6del truculento mar la nave rotta
54.7quella che piu vicino al core havea
54.8questo Zerbin, che l alma onde vivea
55.1Orlando se l havea fatta compagna
55.2poi che de la caverna la riscosse
55.3quando costei scoperse in la campagna
55.4la turba, al Conte dimandò che fosse
55.5non sò dissegli, e poi su la montagna
55.6lasciolla, e verso il pian ratto si mosse
55.7guardò Zerbino, e giudicollo a prima
55.8vista, che fusse huom di gran pregio e stima
56.1E fattosegli appresso dimandollo
56.2perche cagion, e dove il menin preso
56.3levò il dolente cavallier il collo
56.4e meglio havendo il Paladin inteso
56.5rispose il vero, e cosí ben narrollo
56.6che meritó dal Conte esser difeso
56.7bene havea il Conte alle parole scorto
56.8ch era innocente, e che moriva a torto
57.1E poi ch intese che commesso questo
57.2era dal conte Anselmo d Altariva
57.3fu certo ch era torto manifesto
57.4ch altro da quel fellon mai non deriva
57.5et oltra ciò, lun era a l altro infesto
57.6per l antiquissimo odio che bolliva
57.7tra il sangue di Maganza e Chiaramonte
57.8e tra lor eran morti e danni et onte
58.1Slegate il cavallier (grido) canaglia
58.2(el Conte a masnadieri) o ch io v uccido
58.3chi è costui che sì gran colpi taglia?
58.4(rispose un che parer volle il piu fido)
58.5se di cera noi fossimo, o di paglia
58.6e di fuoco egli, assai fora quel grido
58.7e venne contra il Paladin di Francia
58.8Orlando contra lui chinò la lancia
59.1La lucente armatura il Maganzese
59.2che levata la notte havea a Zerbino
59.3e postasela in dosso, non difese
59.4contra l aspro incontrar del Paladino
59.5sopra la destra guancia il ferro prese
59.6l elmo non passò già, per ch era fino
59.7ma tanto fu de la percossa il crollo
59.8che la vita gli tolse e ruppe il collo
60.1Tutto in un corso senza tor di resta
60.2la lancia, passò un altro in mezo il petto
60.3quivi lasciolla, e la mano hebbe presta
60.4a Durindana, e nel drapel piu stretto
60.5a chi fece due partì de la testa
60.6a chi levò dal busto il capo netto
60.7forò la gola a molti, e in un momento
60.8uccise, e misse in rotta piu di cento
61.1Piu del terzo nha morto, el resto caccia
61.2e taglia, e fende, e fere, e fora, e tronca
61.3chi lascia, il scudo, o l elmo che l impaccia
61.4ch il spiedo, e chi la lancia, e chi la ronca
61.5chi al lungo chi al traverso il camin spaccia
61.6altri s appiatta in bosco, altri in spelonca
61.7Orlando di pietà questo dì privo
61.8a suo poter non vuol lasciarne un vivo
62.1Di cento venti (che Turpin sottrasse
62.2el conto) ottanta ne periro al meno
62.3Orlando finalmente se ritrasse
62.4dove a Zerbin tremava il cor nel seno
62.5s al ritornar d Orlando ei s allegrasse
62.6non si potria contar in versi a pieno
62.7se gli saria per honorar prostrato
62.8ma si trovò sopra il ronzin legato
63.1Mentre ch Orlando, poi che lo disciolse
63.2l aiutava a ripor l arme sue intorno
63.3ch al capitan de masnadieri tolse
63.4che per suo mal se n era fatto adorno
63.5Zerbino gliocchi ad Issabella volse
63.6che sopra il colle havea fatto soggiorno
63.7e poi che de la pugna vide il fine
63.8portò le sue bellezze piu vicine
64.1Quando apparir Zerbin si vide appresso
64.2la donna, che da lui fu amata tanto
64.3la bella donna che per falso messo
64.4credea summersa, e n ha piu volte pianto
64.5come un giaccio nel petto gli sia messo
64.6sente dentro aggelarsi, e trema alquanto
64.7ma presto il freddo manca, et in quel luoco
64.8tutto s avampa d amoroso fuoco
65.1Di non tosto abbracciarla lo ritiene
65.2gran riverenza cha al signor d Anglante
65.3perche si pensa e sanza dubbio tiene
65.4ch Orlando sia de la donzella amante
65.5così cadendo va di pene in pene
65.6e poco dura il gaudio chebbe inante
65.7vederla hora d altrui peggio supporta
65.8che non fe quando udì ch ella era morta
66.1E molto piu gli duol che la posseda
66.2quello, alla cui virtù sua vita debbe
66.3a lui levarla (anchor che gli succeda)
66.4biasmato da ciascun, poi ne sarebbe
66.5nessun altro che andasse con tal preda
66.6senza question lasciar partir vorrebbe
66.7ma al debito cha al Conte si richiede
66.8che se lo lasci por sul collo il piede
67.1Giunsero taciturni ad una fonte
67.2dove smontaro e fer qualche dimora
67.3trassesi l elmo il travagliato Conte
67.4et a Zerbin lo fece trarre anchora
67.5vede la Donna el suo amatore in fronte
67.6e di subito gaudio si scolora
67.7poi torna come fior humido suole
67.8dopo gran pioggia al apparir del sole
68.1E senza indugia, e senza altro rispetto
68.2corre al suo caro amante, e al collo abbraccia
68.3e non può trar parola fuor del petto
68.4ma di lachryme il sen bagna e la faccia
68.5Orlando attento al amoroso affetto
68.6senza che piu chiarezza se gli faccia
68.7vide a tutti l indicii manifesto
68.8ch altri esser che Zerbin non potea questo
69.1Come la voce haver potè Issabella
69.2non bene asciutta l humida guancia
69.3sol de la molta cortesia favella
69.4che l havea usata il paladin di Francia
69.5Zerbino che tenea questa donzella
69.6con la sua vita pare a una bilancia
69.7si getta a piè del Conte, e quello adora
69.8come chi reso gli ha due vite a un hora
70.1Molti ringratiamenti e molte offerte
70.2erano per seguir tra i cavallieri
70.3se non udian suonar le vie coperte
70.4da li arbori fronzuti alti e proceri
70.5presto alle teste lor ch eran scoperte
70.6posero li elmi, e presero e destrieri
70.7et ecco un cavallier e una donzella
70.8lor sopravien, ch a pena erano in sella
71.1Era questo guerrier quel Mandricardo
71.2che drieto Orlando in fretta si condusse
71.3per vendicare Alcirdo e Manilardo
71.4ch el paladin con gran valor percusse
71.5quantunque poi lo seguitó piu tardo
71.6che Doralice in suo poter ridusse
71.7lei tolto havea con un troncon di Cerro
71.8a ducento guerrier carchi di ferro
72.1Non sapea il Saracin perhò, che questo
72.2ch egli seguia, fusse il signor d Anglante
72.3a prova connoscea ben manifesto
72.4ch esser devea gran cavallier errante
72.5a lui mirò piu che a Zerbino, e presto
72.6gli andò con gli occhi dal capo alle piante
72.7e dati contrasegni ritrovando
72.8disse tu sei colui ch io vò cercando
73.1Sono homai dieci giorni, gli soggiunse,
73.2che di cercar non lascio i tuoi vestigi
73.3tanto la fama stimulommi e punse
73.4che di te venne al campo di Parigi
73.5quando a fatica un vivo sol vi giunse
73.6di mille che mandasti a i regni stygi
73.7e la strage contò che da te venne
73.8sopra quei di Noricia e Tremisenne
74.1Non fui com io lo seppi a seguir lento
74.2e per vederti e per provar tua forza
74.3assai t hò connosciuto al guarnimento
74.4ma non guardo perhó solo alla scorza
74.5che s ancho havessi altrarme e vestimento
74.6l altiera tua disposition mi sforza
74.7a giudicar per manifeste note
74.8che tu sei quello, e ch altri esser non pote
75.1Rispose Orlando non si può mentire
75.2che cavallier non sii d alto valore
75.3perhò che si magnanimo desire
75.4non credo che albergassi in humil core
75.5s el volermi veder ti fa venire
75.6perche mi veggi meglio, io trarrò fuore
75.7de l elmo tutto il capo, se ti pare
75.8a voglia tua, non mi poter mirare
76.1Ma poi che ben m havrai veduto in faccia
76.2al altro desiderio anchor attendi
76.3resta che alla cagion tu satisfaccia
76.4che fa che drieto a me questa via prendi
76.5che veggi s el valor mio si confaccia
76.6alla disposition che sì commendi
76.7hor su (disse il Pagan) al rimanente
76.8ch al primo hò satisfatto intieramente
77.1El Conte tuttavia dal capo al piede
77.2va cercando il Pagan tutto con gliocchi
77.3mira ambi i fianchi, indi l arcion, ne vede
77.4pender ne qua ne la mazze ne stocchi
77.5dimanda lui di che arme si provede
77.6se avien che con la lancia in fallo tocchi
77.7rispose quel, non ne pigliar tu cura
77.8così a molt altri hò anchor fatto paura
78.1Hò sacramento non portar mai spada
78.2fin ch io non toglio Durindana al Conte
78.3e cercando lo vò per ogni strada
78.4acciò piu d una posta meco sconte
78.5io lo giurai (se intenderlo t aggrada)
78.6quando mi posi questo elmo alla fronte
78.7il qual con tutte l altre arme ch io porto
78.8era di Hettor, che già mill anni è morto
79.1La spada sola manca alle buone arme
79.2come rubata fu non ti sò dire
79.3hor che la porti il Paladino parme
79.4e di qui vien ch egli ha si grande ardire
79.5ben penso se con lui posso accozzarme
79.6farli il mal tolto homai restituire
79.7cercolo anchor, che vendicar disio
79.8il famoso Agrican genitor mio
80.1Orlando a tradimento gli diè morte
80.2ben sò che non potea farlo altrimente
80.3el Conte piu non tacque, e gridò forte
80.4e tu e qualunque il dice se ne mente
80.5ma quel che cerchi t è venuto in sorte
80.6io sono Orlando e uccisil giustamente
80.7e questa è quella spada che tu cerchi
80.8che tua serà se con virtù la merchi
81.1Quantunque sia debitamente mia
81.2per gentilezza vuò che si contenda
81.3ne perche habbi a temer vuò che mi stia
81.4al fianco, anzi ad uno arbore s appenda
81.5levala tu liberamente via
81.6s avien che tu m uccida, o che mi prenda
81.7così dicendo Durindana prese
81.8e in mezo il campo a un arbuscello impese
82.1Già l un da l altro è dipartito lunge
82.2quanto sarebbe un mezo tratto d arco
82.3già l uno contro l altro il destrier punge
82.4ne de le lente redine gli è parco
82.5già l uno e l altro di gran colpo aggiunge
82.6dove per l elmo la veduta ha varco
82.7parveno l haste al rompersi di gelo
82.8e in mille scheggie iron volando al cielo
83.1L una e l altra hasta è forza che si spezzi
83.2che non voglion piegarsi i cavallieri
83.3i cavallieri tornano coi pezzi
83.4che son restati appresso i calci intieri
83.5quelli che sempre fur nel ferro avezzi
83.6hor come dui villan per sdegno feri
83.7in differentia d acque, boschi, e prati
83.8fan crudele ciuffa di dui pali armati
84.1Non stanno l haste quattro colpi salde
84.2e mancan nel furor di quella pugna
84.3di qua e di la si fan l ire piu calde
84.4ne da ferir lor resta altro che pugna
84.5schiodano piastre, e straccian maglie e falde
84.6pur che la man dove s aggraffi giugna
84.7non desideri alcun, perche piu vaglia,
84.8martel piu grave, o piu dura tenaglia
85.1Come può il Saracin ritrovar sesto
85.2di finir con suo honore il fiero invito?
85.3pazzia sarebbe il perder tempo in questo
85.4che nuoce al feritor piu ch al ferito
85.5dunque alle strette è forza venire presto
85.6così il Pagan Orlando hebbe ingremito
85.7lo stringe al petto e crede far le prove
85.8che sopra Anteo fece il figliuol di Giove
86.1Lo piglia con molto impeto a traverso
86.2quando lo spinge, e quando a se lo tira
86.3et è ne la gran cholera sì immerso
86.4chove resti la briglia poco mira
86.5sta in se raccolto Orlando, e ne va verso
86.6il suo vantaggio, e alla vittoria aspira
86.7gli pon la cauta man sopra le ciglia
86.8del cavallo, e cader ne fa la briglia
87.1Il Saracino ogni poter vi mette
87.2che lo soffoghi, o de l arcion lo svella
87.3il Conte in li urti ha le ginocchia strette
87.4ne piega in questa parte e non in quella
87.5per quel tirar che fa il Pagan, constrette
87.6sono le cingie abbandonar la sella
87.7Orlando è in terra è a pena lo connosce
87.8che i piedi ha in staffa e stringe anchor le cosce
88.1Con quel rumor ch un sacco d arme cade
88.2risuona il Conte, come il campo tocca
88.3il caval cha la testa in libertade
88.4quello a chi Orlando ha tolto il fren di bocca
88.5quando ode il suon, che da le ombrose strade
88.6e cavi sassi ribombando scocca
88.7correndo se ne va di timor cieco
88.8e Mandricardo se ne porta seco
89.1Doralice che vede la sua guida
89.2uscir del campo e torlese d appresso
89.3e mal restarne senza si confida
89.4drieto correndo il suo ronzin gli ha messo
89.5il Pagan per orgoglio al destrier grida
89.6e con mani e con sproni el batte spesso
89.7e come habbia intelletto lo minaccia
89.8perche si fermi e tuttavia piu il caccia
90.1La bestia ch era spaventosa e poltra
90.2sanza guardarsi a i pié, corre a traverso
90.3già corso havea tre miglia, e seguiva oltra
90.4se un fosso a quel desir non era averso
90.5che sanza haver nel fondo, o letto, o coltra
90.6ricevè l uno e l altro in se riverso
90.7diè Mandricardo in terra aspra percossa
90.8ne perhò si fiaccò, ne si ruppe ossa
91.1Quivi si ferma il corridore al fine
91.2ma non si può guidar che non ha freno
91.3il Tartaro lo tien preso nel crine
91.4e tutto è di furor e d ira pieno
91.5pensa e non sà quel che di far destine
91.6pongli la briglia del mio palafreno
91.7(la Donna gli dicea) che non è molto
91.8el mio feroce, o sia col freno, o sciolto
92.1Al Saracin parea discortesia
92.2la proferta accettar di Doralice
92.3ma fren gli farà haver per altra via
92.4fortuna, a suoi disii molto fautrice
92.5quivi Gabrina scelerata invia
92.6che poi che di Zerbin fu traditrice
92.7fuggia come la lupa, che lontani
92.8oda venir li cacciatori e i cani
93.1Ella havea anchora indosso la gonnella
93.2e li medesmi giovenili ornati
93.3che furon alla vezzosa damigella
93.4di Pinabel, per lei vestir levati
93.5et havea il palafren anchò di quella
93.6dei buon del mondo e de li avantaggiati
93.7la vecchia sopra il Tartaro trovosse
93.8ch anchor non s era accorta che vi fosse
94.1L habito giovenil mosse la figlia
94.2di Stordilano e Mandricardo a riso
94.3vedendolo a colei che rassimiglia
94.4a un babuino, o bertuccione in viso
94.5dissegna il Saracin torle la briglia
94.6pel suo destriero, e riuscì l aviso
94.7toltogli il morso il palafren minaccia
94.8gli grida, lo spaventa, e in fuga il caccia
95.1Quel fugge per la selva e seco porta
95.2la quasi morta vecchia di paura
95.3per valli e monti, e per via dritta e torta
95.4per fossi e per pendici alla ventura
95.5ma l parlar di costei non m importa
95.6ch io non debbia d Orlando haver piu cura
95.7ch alla sua selle ciò ch era di guasto
95.8tutto ben racconciò sanza contrasto
96.1E risalito sul destrier gran pezzo
96.2stette a mirar ch el Saracin tornasse
96.3nol vedendo apparir volse da sezzo
96.4egli esser quel ch a ritrovar l andasse
96.5da Zerbin chonorava, et havea in prezzo
96.6tolse licentia, e disse che restasse
96.7con la sua donna, e pregó Dio che amici
96.8li volesse tener, sempre e felici
97.1Zerbin di quel partir molto si dolse
97.2di tenerezza ne piangea Issabella
97.3dir con lui pregaro ambi, ma non volse
97.4lor compagnia, ben ch era buona e bella
97.5Orlando da lor prieghi se disciolse
97.6dicendo, non è infamia sopra quella
97.7del huom che cerchi il suo nemico, e prenda
97.8che gli faccia la scorta e lo difenda
98.1Essi pregò che quando il Saracino
98.2prima ch in lui, si riscontrassi in loro
98.3gli dicesser ch Orlando havria vicino
98.4anchor tre giorni per quel territoro
98.5ma dopo che sarebbe il suo camino
98.6verso l insegne de i bei gigli d oro
98.7per esser con lo exercito di Carlo
98.8acciò volendol sappia onde chiamarlo
99.1Quelli promisser farlo volentieri
99.2e questa e ogni altra cosa al suo commando
99.3preser camin diverso i cavallieri
99.4di qua Zerbin, e di la il conte Orlando
99.5prima che pigli il Conte altri sentieri
99.6al arbor tolse, et a se pose il brando
99.7e dove meglio col Pagan pensosse
99.8di potersi incontrar, il caval mosse
100.1Il strano corso che tenne il cavallo
100.2del Saracin pel bosco sanza via
100.3fecero Orlando andar dui giorni in fallo
100.4ne lo trovò ne puote haverne spia
100.5giunse ad un rivo che parea crystallo
100.6ne le cui sponde un bel pratel fioria
100.7di nativo color vago e dipinto
100.8e di molti e belli arbori distinto
101.1Faceva il mezodì grato l orezo
101.2al duro armento, et al pastore ignudo
101.3siche ne Orlando sentia alcun ribrezo
101.4gravato d elmo, e di corazza e scudo
101.5quivi egli entrò per riposare in mezo
101.6alle belle ombre, e travaglioso e crudo
101.7e piu che dir si possa empio soggiorno
101.8vi ritrovó quel infelice giorno
102.1Volgendosi egli intorno, vide scritti
102.2molti arbuscelli in su l ombrosa riva
102.3e fu, tosto che v hebbe gliocchi fitti
102.4certo, ch era di man de la sua diva
102.5questo era un de li luochi già descritti
102.6dove col vil garzon spesso veniva
102.7da casa del pastor quindi vicina
102.8la bella donna del Catai regina
103.1Angelica e Medor con cento nodi
103.2legati insieme in cento luochi vede
103.3quante lettere son, tanti son chiodi
103.4de quali Amor il cor gli punge e fiede
103.5va col pensier cercando in mille modi
103.6non creder quel ch al suo dispetto crede
103.7ch altra Angelica sia creder si sforza
103.8chabbia scritto il suo nome in quella scorza
104.1Poi dice connosco io pur queste note
104.2ch io n hò di tal tante vedute e lette
104.3questo Medor finto ella haver si pote
104.4forse che a me questo cognome mette
104.5con tali opinion dal ver remote
104.6usando fraude a se medesmo, stette
104.7in quella speme il sfortunato Orlando
104.8che si seppe a se stesso ir procacciando
105.1Come uccellin che cerca ne la nuova
105.2stagion di ramo in ramo piu diletto
105.3tanto che ne la pania si ritruova
105.4o in qualche laccio aviluppato e stretto
105.5così drieto al error che pur gli giova
105.6se ne va Orlando contra il ruscelletto
105.7tanto che vien dove si curva il monte
105.8a guisa d arco in su la chiara fonte
106.1Haveva in su l entrata il luoco adorno
106.2coi piedi storti hedere e viti erranti
106.3quivi soleano al piu cocente giorno
106.4stare abbracciati i dui felici amanti
106.5v havean li nomi lor dentro e d intorno
106.6piu ch in nessun de luochi circonstanti
106.7con carbone, con lapide, con gesso
106.8scritto, e con punte di coltelli impresso
107.1El mesto Conte a piè quivi discese
107.2e vide in su l entrata de la grotta
107.3parole assai, che di sua man distese
107.4Medoro havea, che parean scritte allhotta
107.5del gran piacer ch in la spelonca prese
107.6questa sententia in versi havea ridotta
107.7che fosse culta in la sua lingua penso
107.8et era ne la nostra tale il senso
108.1Liete piante, verdi herbe, limpide acque
108.2spelonca opaca, e di fredde ombre grata
108.3dove la bella Angelica che nacque
108.4di Galafron, da molti in vano amata
108.5si spesso in le mie braccia nuda giacque
108.6per la commodità che quí me è data
108.7io povero Medor non posso darvi
108.8altra mercé se non sempre lodarvi
109.1E supplicar ogni signor amante
109.2e cavallieri, e damigelle, e ognuna
109.3persona, o paesana, o viandante,
109.4che meni qui sua voglia, o la fortuna,
109.5che all herbe, al rivo, al speco, et alle piante
109.6dica benigne habbiate Sole, e Luna,
109.7e de le nymphe il choro, che proveggia
109.8che non conduca a voi pastor mai greggia
110.1Era scritto in Arabico, chel Conte
110.2intendea così ben come latino
110.3fra molte lingue e molte, chavea pronte
110.4prontissima havea quella il Paladino
110.5e gli schivò piu volte, e danni, et onte
110.6che si trovò tra l popul saracino
110.7ma non si vanti se già n hebbe frutto
110.8ch un danno hor n ha, che può scontarli il tutto
111.1Piu e piu volte rilesse quel scritto
111.2quello infelice, ricercando in vano
111.3che non vi fusse quel che v era scritto
111.4e sempre lo vedea piu chiaro e piano
111.5et ogni volta in mezo il petto afflitto
111.6stringersi il cor sentia con fredda mano
111.7rimase al fin con li occhi e con la mente
111.8fissi nel sasso, al sasso indifferente
112.1Fu alhora per uscir di sentimento
112.2sì tutto in preda del dolor si lassa
112.3credete a chi n ha fatto experimento
112.4che questo è il duol che tutti li altri passa
112.5caduto gli era sopra il petto il mento
112.6la fronte priva di baldanza e bassa
112.7ne puote haver, ch el duol l occupò tanto
112.8alle querele voce, o humore al pianto
113.1L impetuosa doglia entro rimase
113.2che volea tutta uscir con troppa fretta
113.3così veggian restar l acqua nel vase
113.4chabbi gran ventre, e una via sola e stretta
113.5che nel voltar che si fa in su la base
113.6tanto l humor che vuol uscir s affretta
113.7che nel stretto camin tutto se incocca
113.8ne spirar pote e resta ne la bocca
114.1Poi ritorna in se alquanto, e pensa come
114.2possa esser che non sia la cosa vera
114.3che voglia alcun così infamar il nome
114.4de la sua donna, pur desira e spera
114.5o gravar lui d insupportabil some
114.6tanto di gelosia che se ne pera
114.7e quel, qualunque sia, con studio puote
114.8ben finger d essa, et imitar le note
115.1In così poca in così debil speme
115.2rivoca i spirti e li rinfranca un poco
115.3indi al suo Brigliadoro il dosso preme
115.4dando giá il sole alla sorella luoco
115.5non molto va, che da le vie supreme
115.6de tetti, uscir vede il vapor del fuoco
115.7sente cani abbaiar muggiar armento
115.8viene alla villa e piglia alloggiamento
116.1Languido smonta e lascia Brigliadoro
116.2a un discreto garzon che n habbia cura
116.3altri il disarma, altri li sproni d oro
116.4gli leva, altri a forbir va l armatura
116.5era questa la casa, ove Medoro
116.6giacque ferito, e v hebbe alta aventura
116.7colcarsi Orlando e non cenar dimanda
116.8di dolor satio e non d altra vivanda
117.1Quanto piu cerca ritrovar quiete
117.2tanto ritrova piu travaglio e pena
117.3che del odiato scritto ogni parete
117.4dovunque gli occhi torca, vede piena
117.5chieder ne vuol, poi tien le labra chete
117.6che teme non si far troppo serena
117.7la cosa, chegli stesso (perche debbia
117.8nocergli men) cerca offuscar di nebbia
118.1Poco gli giova usar fraude a se stesso
118.2che sanza dimandarne è chi ne parla
118.3il pastor che lo vede così oppresso
118.4di sua tristitia, e che vorria levarla,
118.5l historia nota a se, che dicea spesso
118.6de li duo amanti a chi volea ascoltarla
118.7ch a molti dilettevole fu a udire
118.8incominciò, senza rispetto a dire
119.1Come esso a prieghi d Angelica bella
119.2portato havea Medoro alla sua villa
119.3ch era ferito gravemente, e che ella
119.4curò la piaga, e in pochi dì guarilla
119.5ma che nel cor d una maggior di quella
119.6lei ferì Amor, e di poca scintilla
119.7le accese tanto e si cocente fuoco
119.8che n ardea tutta e non trovava luoco
120.1E sanza haver rispetto ch ella fusse
120.2figlia del maggior Re chabbi l Levante
120.3da troppo amor constretta, si condusse
120.4a farsi moglie d un povero fante
120.5al ultimo l historia si ridusse
120.6ch el pastor fe portar la gemma inante
120.7ch alla sua dipartenza per mercede
120.8del buono albergo Angelica gli diede
121.1Questa conclusion fu la secure
121.2ch el capo a un colpo gli levò dal collo
121.3poi che d innumerabil battiture
121.4si vide il manigoldo Amor satollo
121.5celar, si sforza Orlando il duolo e pure
121.6quel gli fa forza, e male asconder puollo
121.7per lachryme e suspir da bocca e d occhi
121.8voglia o non voglia, è forza al fin che scocchi
122.1Poi che allargare il freno al dolor puote
122.2che restò solo e sanza altrui rispetto
122.3giu da gliocchi irrigando per le gote
122.4sparse un fiume di lachryme sul petto
122.5suspira e geme e va con spesse ruote
122.6di qua e di la tutto cercando il letto
122.7e lo ritrova piu duro che Selce
122.8pungente piu d un setoloso Felce
123.1In tanto aspro travaglio gli soccorre
123.2che nel medesmo letto in che giaceva,
123.3l ingrata donna col suo drudo a porre
123.4venutase piu volte esser deveva
123.5non altrimenti hor quella piuma abhorre
123.6ne con minor prestezza se ne lieva
123.7che de l herba il villan che s era messo
123.8per chiuder gliocchi, e veggia il serpe appresso
124.1Quel letto, quella casa, quel pastore
124.2immantinente in tant odio gli casca
124.3che sanza aspettar Luna, o che l albore
124.4che va dinanzi al nuovo giorno, nasca
124.5piglia l arme el destrier, et esce fuore
124.6per mezo il bosco in la piu oscura frasca
124.7e quando poi gli è aviso d esser solo
124.8con gridi et urli, apre le porte al duolo
125.1Di pianger mai, mai di gridar non resta
125.2ne la notte nel dì si da mai pace
125.3fugge cittadi, e borghi, e in la foresta
125.4sul terren duro al discoperto giace
125.5di se si maraviglia chabbia in testa
125.6una fontana d acqua si vivace
125.7e come sospirar possa mai tanto
125.8e spesso dice a se così nel pianto
126.1Queste non son piu lachryme che fuore
126.2stillo da gliocchi con si larga vena
126.3non suppliron le lachryme al dolore
126.4finir, cha mezo era il dolore a pena
126.5dal fuoco spinto hora il vitale humore
126.6fugge per quella via che a gli occhi mena
126.7et è quel che si versa, e trarrá insieme
126.8il dolore, e la vita alle hore estreme
127.1Questi che indicio fan del mio tormento
127.2suspir non sono, ne i suspir son tali
127.3quelli han triegua talhora, io mai non sento
127.4ch el petto mio men la sua pena exhali
127.5Amor che m arde il cor fa questo vento
127.6mentre dibbatte intorno al fuoco l ali
127.7Amor con che miracolo produci
127.8che tegni in fuoco un core, e non lo bruci
128.1Non son, non son io quel, che paro in viso
128.2quel ch era Orlando è morto, et è sotterra
128.3la sua donna ingratissima lhà ucciso
128.4sí, mancando di fe, gli ha fatto guerra
128.5io sono il spirto suo da lui diviso
128.6che in questo inferno tormentandosi erra
128.7acciò con l ombra sia che sola avanza
128.8exempio chi in Amor pone speranza
129.1Pel bosco errò tutta la notte il Conte
129.2e nel spuntar de la diurna fiamma
129.3lo tornò il suo destin sopra la fonte
129.4dove Medoro insculse l epigramma
129.5veder l ingiuria sua scritta nel monte
129.6l accese sì, che non rimase dramma
129.7di lui ch ira non fusse, odio e furore
129.8ne piu indugiò che trasse il brando fuore
130.1Tagliò col scritto il sasso, e sino al cielo
130.2a volo alzar fe le minute schegge
130.3infelice quel antro, et ogni stelo
130.4in cui Medoro e Angelica si legge
130.5così restar quel dì, ch ombra ne gelo
130.6a pastor mai non daran piu, ne a gregge
130.7e quella dianzi così chiara e pura
130.8fonte non fu da tanta ira sicura
131.1E rami, e ceppi, e tronchi, e sassi, e zolle
131.2senza fin gettò Orlando in le belle onde
131.3che sì contaminò, che sì turbolle
131.4che non furon mai piu chiare ne monde
131.5egli al fin stracco, travagliato e molle
131.6di sudor tutto, poi che non risponde
131.7la lena al sdegno ardente, al odio, al ira
131.8cade sul prato, e verso il ciel sospira
132.1Afflitto e stanco al fin si stende in l herba
132.2e fige gli occhi al ciel sanza far motto
132.3sanza cibo o dormir così si serba
132.4ch el Sole esce tre volte, e torna sotto
132.5di crescer non cessò la pena acerba
132.6che fuor del senno al fin l hebbe condotto
132.7il quarto dì da gran furor commosso
132.8e maglie, e piastre, si squarciò di dosso
133.1In questa parte l elmo, in quella il scudo
133.2la restano li arnesi, e qua l usbergo
133.3tutte sue arme in summa vi concludo
133.4havean pel bosco differente albergo
133.5poi si squarció li panni, e mostrò ignudo
133.6l hispido ventre, et tutto l petto e il tergo
133.7e cominciò la gran follia, sì horrenda
133.8che de la piu, non fia che mai s intenda
134.1In ira, in odio, in rabbia, in furor venne
134.2e rimase offuscato in ogni senso
134.3di tor la spada in man non gli sovenne
134.4che fatte havria cose mirabil penso
134.5ma ne quella, ne scure, ne bipenne
134.6era bisogno al suo vigore immenso
134.7quivi fe ben de le sue prove excelse
134.8ch un alto pino al primo crollo svelse
135.1E svelse dopo il primo altri parecchi
135.2come fusser finocchi ebuli, o aneti
135.3el simil fe di querce, e d olmi vecchi
135.4d antiqui cerri, frassini, et abeti
135.5come uno uccellator che s apparecchi
135.6il campo mondo, ove locar le reti
135.7fa de l herbe eminenti, o stoppia, o spini
135.8quivi Orlando facea de i maggiori pini
136.1Alcun pastori il gran ribombo udiro
136.2che di quel danno havean qualche interesse
136.3e per vietarlo, infretta ne veniro
136.4ne molto loro in utile successe
136.5ma qui la briglia al mio cantar ritiro
136.6che mi par che a quel termine s appresse
136.7il qual s io passo, so ben quanto annoi
136.8a me la voce, e l udienza a voi
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)