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Canto diciottesimo

1.1lE donne antique fer mirabil cose
1.2altre n l arme, altre in le sacre muse
1.3e di lor opre belle e gloriose
1.4gran lume in tutto il mondo si diffuse
1.5Arpalice e Camilla son famose
1.6perche in battaglia erano experte et use
1.7Sapho e Corinna perche furon dotte
1.8splendono illustri e mai non veggon notte
2.1Le donne son venute in excellenza
2.2di ciascuna arte ov hanno posto cura
2.3e qualunque allhistorie habbia avertenza
2.4ne sente anchor la fama nonoscura
2.5sel mondo nè gran tempo stato senza
2.6non perhò sempre il mal influsso dura
2.7e forse ascosi han lor debiti honori
2.8o negligentia, o invidia de scrittori
3.1Ben mi par di veder ch al secol nostro
3.2tanta virtù fra belle donne emerga
3.3che può dar opra a charte et ad inchiostro
3.4perche in li anni futuri se disperga
3.5e perche odiose lingue, il mal dir vostro
3.6con vostra eterna infamia si summerga
3.7e le lor lode appariranno in guisa
3.8che di gran lunga avanzaran Marphisa
4.1Hor pur tornando a lei, questa Donzella
4.2al cavallier che le usò cortesia
4.3del esser suo non niega dar novella
4.4quando esso alei voglia contar chi sia
4.5e la prima esser vuol a nomarse ella
4.6tanto il nome di lui saper disia
4.7io son (disse) Marphisa, e fu assai questo
4.8che si sapea per tutto il mondo il resto
5.1L altro comincia, poi che tocca a lui
5.2con piu prohemio, a raccontar chi sia
5.3dicendo, io credo che ciascun di vui
5.4per fama sappia de la stirpe mia
5.5che non pur Francia, Spagna, e ivicin sui
5.6ma l India, l Ethyopia, e la Rossia
5.7ha chiara cognition di Chiaramonte
5.8onde uscì il Cavallier ch uccise Aimonte
6.1E quel che a Chiarello e al Re Mambrino
6.2diede la morte, e il regno lor disfece
6.3di questo sangue, la dove in l Euxino
6.4l Istro ne vien con otto corna o diece
6.5al duca Amon, il qual giá peregrino
6.6vi capitò, la matre mia mi fece
6.7e l anno è hormai, ch io la lascia dolente
6.8chir volli in Francia a ritrovar mia gente
7.1Ma non potei finire il mio viaggio
7.2che quà mi spinse un tempestoso Noto
7.3son diece mesi o piu, che stanza v haggio
7.4(che tutti i giorni e tutte l hore noto)
7.5nominato son io Guidon silvaggio
7.6di poca prova anchora, e poco noto
7.7uccise qui Argilon da Melibea
7.8con dieci cavallier che seco havea
8.1Feci la prova anchor de le donzelle
8.2così n hò diece a miei piaceri allato
8.3et alla scelta mia son le piu belle
8.4e son le piu gentil di tutto il stato
8.5e queste reggo e tutte l altre ch elle
8.6di se mhanno il governo, e il scettro dato
8.7così daranno a qualunque altro arrida
8.8fortuna sì, che la decina uccida
9.1Li cavallier dimandano a Guidone
9.2come ha si pochi maschi il territorio
9.3et sì alle moglie hanno suggettione
9.4come esse l hanno in li altri luochi a loro
9.5disse Guidon, piu volte la cagione
9.6udita n hò, da poi che quì dimoro
9.7vi serà (secondo ch io l ho udita)
9.8da me poi che v aggrada referita
10.1Al tempo che tornar dopo anni venti
10.2da Troia i Greci che durò l assedio
10.3dieci, e dieci altri da contrari venti
10.4furo agitati in mar con troppo tedio
10.5trovar che le lor donne, alli tormenti
10.6di tanta absentia, havean preso rimedio
10.7tutti s havean gioveni amanti eletti
10.8per non si raffreddar sole ne letti
11.1Le case lor trovaro i Greci piene
11.2de l altrui figli, e per parer commune
11.3perdonano alle moglie, che san bene
11.4che tanto non potean viver digiune,
11.5ma ai figli de li adulteri conviene
11.6altrove procacciarsi altre fortune,
11.7che tolerar non vogliono i mariti,
11.8che piu alle spese lor siano notriti
12.1Sono altri exposti, altri tenuti occulti
12.2da le lor matri, e sostenuti in vita,
12.3in varie squadre, quei ch erano adulti
12.4seron chi qua chi la tutti partita
12.5per altri l arme son, per altri culti
12.6li studi e l arti, altri la terra trita
12.7serve altri in corte, altri è guardian di gregge
12.8come piace a colei, che qua giu regge
13.1Partì fra li altri un giovinetto figlio
13.2di Clitennestra la crudel regina
13.3di deciotto anni fresco come un giglio
13.4o rosa colta allhor di su la spina
13.5et havendosi armato un buon naviglio
13.6si pose a depredar per la marina
13.7in compagnia di cento giovinetti
13.8del tempo suo per tutta Grecia eletti
14.1Li Cretesi in quel tempo che cacciato
14.2el crudo Idomeneo del regno haveano
14.3e per assicurarsi il nuovo stato
14.4d huomini e d arme adunation faceano
14.5fero con gran stipendio lor soldato
14.6Phalanto (così al giovene diceano)
14.7e lui con tutti quei che seco havea
14.8poser per guardia alla cittá Dictea
15.1Tra cento alme città che erano in Creta
15.2Dictea piu ricca e piu piacevole era
15.3di belle donne, et amorose lieta
15.4lieta di giuochi da matino a sera
15.5e come era ogni tempo consueta
15.6d accarezzar la gente forestiera
15.7fea costor sì, che poco lor rimase
15.8a non farli signor de le lor case
16.1Eran gioveni tutti e belli affatto
16.2chel fior di Grecia havea Phalanto eletto
16.3si che alle belle donne, al primo tratto
16.4che ve apparir, trassero i cor del petto
16.5poi che non men che belli, anchora in fatto
16.6si dimostrar buoni e gagliardi al letto
16.7si fero ad esse in pochi dì sì grati
16.8che sopra ognaltro ben n erano amati
17.1Finita che d accordo è poi la guerra
17.2per cui stato Phalanto era condutto
17.3e chel stipendio militar si serra
17.4si che non v hanno i gioveni piu frutto
17.5e per questo lasciar voglion la terra
17.6fan le donne di Creta maggior lutto
17.7e per ciò versan piu dirotti pianti
17.8che se ilor patri havesson morti inanti
18.1Da le lor donne i gioveni assai foro
18.2ciascun per se, di rimaner pregati
18.3ne restar volendo essi, esse con loro
18.4n andar, lasciando, e patri, e figli, e frati,
18.5di ricche gemme e molto argento et oro
18.6havendo ilor dimestici spogliati
18.7che la pratica fu tanto secreta
18.8che non sentì la fuga huomo di Creta
19.1Sì fu propicio il vento, sì fu l hora
19.2commoda, che Phalanto a fuggir colse
19.3che diece miglia erano usciti fuora,
19.4quando del danno suo Creta si dolse
19.5poi questa spiaggia inhabitata allhora
19.6trascorsi per fortuna li raccolse
19.7qui si posaro e qui sicuri tutti
19.8meglio del furto lor videro i frutti
20.1Questa lor fu per dieci giorni stanza
20.2di piaceri amorosi tutta piena
20.3ma come spesso avien, che l abondanza
20.4seco in cor giovenil fastidio mena
20.5tutti d accordo fur, di restar sanza
20.6femine, e liberarsi di tal pena
20.7che non è soma da portar si grave
20.8come haver donna quando a noia s have
21.1Essi che di guadagno e di rapine
21.2eran bramosi, e di dispendio parchi,
21.3vider che a pascer tante concubine
21.4altro era uopo saper, che tirar archi
21.5si che sole lasciar qui le meschine
21.6e se ne andar di lor ricchezze carchi
21.7la dove in Puglia in ripa l mar poi sento
21.8ch edificar la terra di Tarento
22.1Le donne che si videro tradite
22.2da lor amanti in che piu fede haveano
22.3restar per alcun dì sì sbigottite
22.4che statue immote in lito al mar pareano
22.5visto poi che da gridi, e da infinite
22.6lachryme, alcun profitto non traheano
22.7a pensar cominciaro et haver cura
22.8come aiutarsi in tanta lor sciagura
23.1E proponendo in mezo ilor pareri
23.2altre diceano in Creta è da tornarsi
23.3e piu presto al arbitrio de severi
23.4padri, e di lor mariti offesi, darsi
23.5che ne deserti liti e boschi fieri
23.6di disagio,e di fame, consumarsi,
23.7altre dicean, che si devean piu presto
23.8affogar tutte in mar, che mai far questo
24.1E che manco male era meretrici
24.2andar pel mondo, andar mendiche, o schiave
24.3che se stesse offerire alli supplici
24.4di che eran degne l opere lor prave
24.5questi e simil partiti, l infelici
24.6si proponean, ciascun piu duro e grave
24.7tra loro al fine una Oronthea levosse
24.8ch origine trahea da re Minosse
25.1La piu gioven de l altre e la piu bella
25.2e la piu accorta, e che havea manco errato
25.3amato havea Phalanto, e alui pulcella
25.4datasi, e per lui l padre havea lasciato
25.5costei mostrando in viso, et in favella
25.6el magnanimo cor, d ira infiammato
25.7redarguendo di tutte altre il detto
25.8suo parer disse, e fe seguirne effetto
26.1Di questa terra a lei non parve torsi
26.2che connobbe feconda e d aria sana
26.3e di limpidi fiumi haver discorsi
26.4di selve opaca, e la piu parte piana
26.5con porti e foci, ove dal mar ricorsi
26.6per ria fortuna havea la gente extrana
26.7chor d Aphrica portava hora d Egitto
26.8cose diverse, e necessarie al vitto
27.1Qui parve a lei fermarse, e far vendetta
27.2del viril sesso che l havea si offese
27.3vuol che ogni nave che da venti astretta
27.4a pigliar venga porto in suo paese
27.5a sacco, a sangue, a fuoco, al fin si metta
27.6ne de la vita a un sol si sia cortese
27.7così fu detto e così fu concluso
27.8e fu fatta la legge e messa in uso
28.1Come turbar l aria sentiano, armate
28.2le femine correan su la marina
28.3dal implacabil Oronthea guidate
28.4che diè lor legge e si fe lor Reina
28.5e de le navi, a liti lor cacciate
28.6faceano incendi horribili, e rapina
28.7huom non lasciando vivo, che novella
28.8dar ne potesse, o in questa parte, o in quella
29.1Così solinghe vissero qualche anno
29.2aspre nemiche del sesso virile
29.3ma connobbero poi, chel proprio danno
29.4procacciarian, se non mutavan stile
29.5che se di lor, propagine non fanno
29.6serà lor legge in breve irrita e vile
29.7e mancherà con l infecondo regno
29.8dove di farla eterna era disegno
30.1Si che temprando il suo rigore un poco
30.2scelsero in spatio di quattranni intieri
30.3di quanti capitaro in questo luoco
30.4dieci belli e gagliardi cavallieri
30.5che per durare in l amoroso giuoco
30.6contra lor cento fusser buon guerrieri
30.7esse in tutto eran cento, e statuito
30.8ad ogni lor decina, fu un marito
31.1Prima ne fur decapitati molti
31.2ch al paragon, lor reuscir mal forti
31.3hor questi dieci a buona prova tolti
31.4del letto e del governo hebbon consorti
31.5facendo lor giurar, che se piu colti
31.6altri huomini verriano in questi porti
31.7essi serian che spenta ogni pietade
31.8li porriano ugualmente a fil di spade
32.1Ad ingrossar, et a figliar appresso
32.2le donne, indi a temere incominciaro
32.3che tanti nascerian del viril sesso
32.4che contra lor non potrian far riparo
32.5e al fine in man de li huomini rimesso
32.6seria il governo chelle havean si caro
32.7si che ordinar mentre eran li anni imbelli
32.8far sì, che mai non fusson lor ribelli
33.1L ordine fu dei maschi allevar pochi
33.2uno ogni madre vuol la legge horrenda
33.3tutti li altri (comanda) o li suffochi
33.4o fuor del stato li permuti o venda,
33.5ne mandano per questo in varii luochi
33.6e a chi li porta dicono, che prenda
33.7femine, s abbaratto haver ne pote
33.8se non, non torni al men con le man vuote
34.1Ne uno anchora allevarian, se senza
34.2potesson far, e mantenere il gregge
34.3questa è quanta pietà, quanta clemenza
34.4a li suoi, piu che a li altri usa la legge
34.5li altri condannan con ugual sentenza
34.6e solamente in questo si corregge
34.7che non vuol, che secondo il primero uso
34.8le femine li uccidano in confuso
35.1Se dieci, o venti, o piu persone, a un tratto
35.2vi fusser giunte, in carcere eran messe
35.3e d una al giorno e non di piu era tratto
35.4il capo a sorte, che perir devesse
35.5nel tempio horrendo, che Oronthea havea fatto
35.6dove uno altare alla vendetta eresse
35.7e dato a lun de dieci, il crudo ufficio
35.8per sorte era, di farne sacrificio
36.1Dopo moltanni alle ripe homicide
36.2a dar venne del capo un giovinetto
36.3la cui stirpe scendea dal buono Alcide
36.4di gran valor nel arme, Elbanio detto
36.5qui preso fu che a pena se ne avide
36.6come quel che venia senza suspetto
36.7e con gran guardia in stretta parte chiuso
36.8con li altri era serbato a crudel uso
37.1Di viso era costui bello e giocondo
37.2e di maniere e di costumi ornato
37.3e di parlar si dolce, e si facondo
37.4ch un Aspe volentier l havria ascoltato
37.5si che come di cosa rara al mondo
37.6del esser suo, fu tosto rapportato
37.7ad Alexandria figlia d Oronthea
37.8ch anchor Regina in l isola vivea
38.1Oronthea vivea anchora, e già mancate
38.2tutte eran l altre che habitar qui in prima
38.3e dieci tante, e piu n erano nate
38.4e in forza eran cresciute e in maggior stima
38.5ne tra dieci fucine, che serrate
38.6stavon pur spesso, havean piu d una lima
38.7e dieci cavallieri ancho havean cura
38.8di dar a chi venia, fiera aventura
39.1Alexandra bramosa di vedere
39.2el giovinetto chavea tante lode
39.3da la sua matre in singular piacere
39.4impetra sì, ch Elbanio vede et ode
39.5e quando vuol partirne, rimanere
39.6si sente il core, ove è chil punge e rode,
39.7legar si sente, e non sa far contesa,
39.8e al fin dal suo prigion si truova presa
40.1Elbanio disse a lei, se di pietade
40.2fusse madonna qui notitia anchora
40.3come se n ha per tutte altre contrade
40.4dovunque il vago Sol scalda e colora
40.5io v osarei per vostra alma beltade
40.6ch ogni animo gentil di se inamora
40.7chiedervi in don la vita mia, che poi
40.8serei disposto ognhor spender per voi
41.1Hor quando, fuor d ogni ragion, qui sono
41.2privi d humanitade i cori humani
41.3non vi dimandarò la vita in dono
41.4che i prieghi miei, sò ben, che serian vani
41.5ma che da cavalliero, o tristo, o buono
41.6ch io sia, possa morir con l arme in mano
41.7e non come dannato per giudicio,
41.8o come animal bruto in sacrificio
42.1Alexandra gentil, che humidi havea
42.2per la pietá del giovinetto, i rai
42.3rispose, anchor che piu crudele e rea
42.4sia questa terra, ch altra fusse mai
42.5non concedo perhò, che qui Medea
42.6ogni femina sia, come tu fai
42.7e quando ogn altra cosi fusse, o peggio
42.8esser da l altre excettuata, i deggio
43.1E se ben per adrieto io fussi stata
43.2empia e crudel, come qui sono tante
43.3dir posso, che suggetto ove mostrata
43.4per me fusse pietà, non hebbi inante
43.5ma ben di tigre serei piu arrabbiata
43.6e piu duro hare il cor che di diamante
43.7se non m havesse tolta ogni durezza
43.8tua beltà, tuo valor, tua gentilezza
44.1Così non fusse la legge piu forte
44.2che contra peregrini è statuita,
44.3come io non schivarei con la mia morte,
44.4di comparar la tua piu degna vita
44.5ma non è grado qui di si gran sorte
44.6che ti potesse dar libera aita
44.7e quel che chiedi anchor, ben che sia poco
44.8difficile ottener fia in questo luoco
45.1Pur io vedrò di far che tu l ottenga
45.2chabbi nanzi il morir questo contento
45.3ma mi dubito ben, che te n avenga
45.4tenendo il morir lungo, piu tormento
45.5suggiunse Elbanio, quando incontra i venga
45.6a dieci armato, di tal cor mi sento
45.7che la vita ho speranza di salvarme
45.8e uccider lor, se tutti fussero arme
46.1Alexandra a quel detto non rispose
46.2se non un gran suspiro, e dipartisse,
46.3e portò nel partir, mille amorose
46.4punte nel cor mai non sanabil fisse
46.5venne alla matre, e volontà le pose
46.6di non lasciar ch el cavallier morisse
46.7quando si dimostrasse così forte
46.8che solo havesse posto i dieci a morte
47.1La Reina Oronthea fece raccorre
47.2el suo consiglio, e disse a noi conviene
47.3sempre il miglior che ritroviamo, porre
47.4a guardar nostri porti e nostre arene
47.5e per saper chi ben lasciar, chi torre
47.6prova è sempre da far, quando gli aviene
47.7per non patir con nostro danno a torto
47.8che regni il vile, e chi ha valor sia morto
48.1A me par, sa voi par, che statuito
48.2sia, ch ogni cavallier per l avenire
48.3che fortuna habbia tratto al nostro lito,
48.4prima che al tempo si faccia morire,
48.5possa egli sol, se gli piace il partito
48.6contra gli dieci alla battaglia uscire
48.7e se di superar tutti è possente
48.8habbia il porto a guardar con nuova gente
49.1Parlo così, perche haven qui un prigione
49.2che par che vincer dieci s offerisca
49.3quando sol vaglia tante altre persone
49.4dignissimo é, per dio, che se exaudisca
49.5così incontrario, havrà punitione
49.6quando vaneggi, e temerario ardisca,
49.7Oronthea fine al suo parlar qui pose,
49.8a cui de le piu antique una rispose
50.1La principal cagion ch a far disegno
50.2sul commercio de li huomini ne mosse
50.3non fu perche a difender questo regno
50.4del loro aiuto alcun bisogno fosse
50.5che per fare questo havemo ardire e ingegno
50.6da noi medesme a sufficientia e posse
50.7così senza sapessimo far ancho
50.8che non venisse il propagarsi a manco
51.1Ma poi che senza lor questo non lece
51.2tolti haven, ma non tanti, in compagnia
51.3che mai ne sia piu d uno in contra diece
51.4sì chaver di noi possa signoria
51.5per conciper di lor questo si fece
51.6non che di lor difesa uopo ne sia
51.7la lor prodezza sol ne vaglia in questo
51.8e sieno ignavi e inutili nel resto
52.1Tra noi tener un huom che sia si forte
52.2contrario è in tutto al principal disegno
52.3se può un solo a dieci huomini dar morte
52.4quante donne farà stare egli al segno?
52.5se i dieci nostri fusser di tal sorte
52.6el primo dì n havrebbon tolto il regno
52.7non é la via di dominar, se vuoi
52.8por l arme in mano a chi può, piu di noi
53.1Puon mente anchor, che quando così aiti
53.2fortuna questo tuo, che dieci. uccida
53.3di cento donne che di lor mariti
53.4rimarran prive, sentirai le grida
53.5se vuol campar, propona altri partiti
53.6ch esser di dieci gioveni homicida
53.7pur se per far con cento donne é buono
53.8quel che dieci fariano, habbi perdono
54.1Fu d Artemia crudel questo il parere
54.2(così havea nome) e non mancò per lei
54.3di far nel tempio Elbanio rimanere
54.4scannato inanzi a lor spietati dei
54.5ma la madre Oronthea, che compiacere
54.6volse alla figlia, replicò a colei
54.7altre et altre ragioni, e modo tenne
54.8che nel senato il suo parer s ottenne
55.1L haver Elbanio di bellezza il vanto
55.2sopra ogni cavallier che fusse al mondo
55.3fu nei cor de le giovane, di tanto
55.4(ch erano in quel consiglio) e di tal pondo
55.5chel parer de le vecchie andò da canto
55.6che con Artemia volean far, secondo
55.7l ordine antiquo, ne lontan fu molto
55.8ad esser per favore Elbanio assolto
56.1Di perdonarli in summa fu concluso
56.2ma poi che la decina havesse spento
56.3e fusse stato in l altro assalto, ad uso
56.4di diece donne buono, e non di cento
56.5di carcer fu l altra matina schiuso,
56.6et hebbe arme e cavallo a suo talento
56.7contra dieci guerrier solo si mise
56.8e l uno appresso a l altro in piazza uccise
57.1Fu la notte seguente a prova messo
57.2contra diece donzelle ignudo e solo
57.3dove hebbe al ardir suo si buon successo
57.4che ad una ad una assaggiò tutto il stuolo
57.5e questo gli acquistò tal gratia appresso
57.6ad Oronthea, che l hebbe per figliuolo
57.7gli fe sposar la figlia, e l altre nuove
57.8con che havea fatto le notturne pruove
58.1E lo lasciò con Alexandra bella
58.2(che poi diè nome a questa terra) herede
58.3con patto, ch a servar egli habbia quella
58.4legge, et ogni altro che da lui succede
58.5che ciascun, che già mai sua fiera stella
58.6farà qui porre il sventurato piede
58.7elegger possa, o in sacrificio darsi
58.8o con dieci guerrier solo provarsi
59.1E se gli avien chel dì li huomini uccida
59.2la notte con le femine si provi
59.3e quando in questo anchor tanto gli arrida
59.4la sorte sua, che vincitor si trovi
59.5sia del femineo stuol principe, e guida,
59.6e la decina a scelta sua rinuovi
59.7con la qual regni, fin ch unaltro arrivi
59.8che sia piu forte, e lui di vita privi
60.1Appresso a duo milanni il costume empio
60.2s è mantenuto, e si mantiene anchora
60.3e sono pochi giorni, che nel tempio
60.4uno inelice peregrin non mora
60.5se contra dieci alcun chiede ad exempio
60.6d Elbanio, armarsi, che ve n è talhora
60.7spesso la vita al primo assalto lassa
60.8ne di mille uno a l altra prova passa
61.1Pur ci passano alcuni, ma si rari
61.2che con le dita numerar si ponno
61.3uno di questi fu Argilon, ma guari
61.4con la decina sua non fu qui donno
61.5che spintoci io da venti, e mar contrari
61.6gli occhi gli chiusi in sempiterno sonno
61.7così fussi io con lui morto quel giorno
61.8prima che in servitù visso con scorno
62.1Che piaceri amorosi e riso e giuoco
62.2che suole amar ciascun de la mia etade
62.3le purpure, e le gemme, e l haver luoco
62.4inanzi a tutti li altri, in la cittade
62.5potuto hanno per dio, mai giovar poco
62.6all huom, che privo sia di libertade
62.7el non poter mai piu, di qui levarmi
62.8servitù grave, e intolerabil parmi
63.1Vedermi consumar dei miglior anni
63.2el piu bel fior in si vil opra e molle
63.3tiemmi il cor sempre il stimulosi affanni
63.4et ogni gusto di piacer mi tolle
63.5del padre, e frati miei, e la gloria i vanni
63.6batte pel mondo, e sin al ciel s extolle
63.7che forse accaderia ch anchio n havessi
63.8la parte mia, s esser con lor potessi
64.1Parmi ch ingiuria il mio destin mi faccia
64.2havendomi a si vil servigio eletto
64.3come ch in le iumente il destrier caccia
64.4chabbia d occhi o di piedi alcun difetto
64.5o per altro accidente che dispiaccia
64.6sia fatto al arme e a miglior uso inetto
64.7ne sperando io se non per morte, uscire
64.8di si vil servitù, bramo morire
65.1Guidon qui fine alle parole pose
65.2e maledisse il suo destin per sdegno
65.3che de li cavallieri e de le spose
65.4gli diè vittoria in acquistar quel regno
65.5Astolfo stette a udire, e si nascose
65.6tanto, che si fe certo a piu d un segno
65.7che come detto havea questo Guidone
65.8era figliuol del nobil duca Amone
66.1Poi gli rispose, io sono il duca Inglese
66.2il tuo cugino Astolfo, et abbracciollo
66.3e con atto amorevole, e cortese
66.4quasi piangendo, in la gota baciollo
66.5caro parente mio non piu palese
66.6tua madre ti potea por segno al collo
66.7che a farne fede che tu sei de nostri
66.8basta il valor che con la spada mostri
67.1Fatto in ogni altro luoco havria gran festa
67.2Guidon, d haver trovato un suo parente
67.3quivi l accolse con la faccia mesta
67.4perche fu di vederlovi dolente
67.5se vive, sà che Astolfo schiavo resta,
67.6ne il termine è piu là chel dì seguente
67.7se fia libero Astolfo, ne more esso
67.8si che il ben d uno è il mal de l altro expresso
68.1Gli duol che li altri cavallieri anchora
68.2habbia, vincendo, a far sempre captivi
68.3ne tutto ch esso in la battaglia mora
68.4potrà giovar, che servitù lor schivi
68.5che se d un fango ben li porta fuora
68.6e poi s inciampi come all altro arrivi
68.7havrà lui senza prò vinto Marphisa
68.8ch essi pur ne fien schiavi, et essa uccisa
69.1Da l altro canto, havea l acerba etade
69.2la cortesia, e il valor del Giovinetto,
69.3d amore intenerito, e di pietade
69.4tanto a Marphisa, et a compagni il petto,
69.5che con morte di lui, lor libertade
69.6esser devendo, havean quasi a dispetto,
69.7e se Marphisa non può far con manco
69.8che uccider lui, vuol essa morir ancho
70.1Ella disse a Guidon, vientene insieme
70.2con noi, che a viva forza uscirem quinci
70.3deh (rispose Guidon) lascia ogni speme
70.4di mai piu uscirne, o perdi meco, o vinci
70.5ella suggiunse, il mio cor mai non teme
70.6di non dar fine a cosa che cominci
70.7ne ritrovar sò la piu agevol strada
70.8di quella, ove per guida habbia la spada
71.1Tal ne la piazza hò il tuo valor provato
71.2che s io son teco, ardisco ad ogni impresa
71.3quando la turba intorno fia al steccato
71.4al nuovo sol, sopra il theatro ascesa
71.5io vuò che l uccidiam per ogni lato
71.6o vada in fuga, o cerchi far difesa
71.7e che alli lupi et avoltoi del luoco
71.8lasciamo i corpi, e la cittade al fuoco
72.1Suggiunse a lei Guidon, tu m havrai pronto
72.2a seguitarti, et a morirti a canto
72.3ma vivi rimaner non facciam conto
72.4bastar ne può di vendicarsi alquanto
72.5che spesso diece mila in piazza conto
72.6del popul feminil, et altro tanto
72.7resta a guardar, e porto, e rocca, e mura
72.8ne alcuna via d uscir trovo sicura
73.1Disse Marphisa, e molto piu sieno elle
73.2de li huomini che Xerse hebbe giá intorno
73.3e siano piu de l anime ribelle
73.4ch uscir del ciel con lor perpetuo scorno
73.5se tu sei meco, o almen non sii con quelle
73.6tutte le voglio uccidere in un giorno
73.7Guidon suggiunse, io non ci sò via alcuna
73.8ch a valer n habbia, se non val questa una
74.1Ne può sola salvar se ne succede
74.2questuna, ch io dirò, chor mi soviene
74.3fuor che alle donne uscir non si concede
74.4ne metter piede in su le salse arene
74.5e per questo commettermi alla fede
74.6d una de le mie donne mi conviene
74.7del cui perfetto amor fatt hò sovente
74.8piu prova anchor, ch io non farò al presente
75.1Non men di me tormi costei disia
75.2di servitù, pur che ne venga meco
75.3che così spera senza compagnia
75.4de le rivali sue ch io viva seco
75.5ella nel porto, o Fuste, o Saettia
75.6farà ordinar, mentre è anchor l aer cieco
75.7che i marinari vostri troveranno
75.8acconcia a navigar come vi vanno
76.1Drieto a me tutti in un drapel ristretti
76.2cavallieri mercanti e galeotti
76.3che ad albergarvi sotto a questi tetti
76.4meco (vostra mercè) sete ridotti
76.5havrete a farvi amplo sentier coi petti
76.6se del nostro camin semo interrotti
76.7così spero (aiutandone le spade)
76.8ch io vi trarrò de la crudel cittade
77.1Tu fa, come ti par, disse Marphisa,
77.2ch io son per me d uscir di qui sicura
77.3piu facil fia che di mia mano uccisa
77.4la gente sia, che è dentro a queste mura
77.5che mi veggia fuggir, o in altra guisa
77.6alcun possa notar che habbi paura,
77.7vuò uscir di giorno, e sol per forza d arme
77.8che per ogni altro modo obbrobrio parme
78.1Sio ci fussi per donna connosciuta
78.2sò che havrei da le donne honor e pregio
78.3e volentieri ci serei tenuta
78.4e tra le prime forse del collegio
78.5ma con costoro essendoci venuta
78.6non ci vuò d essi haver piu privilegio
78.7troppo error fora, ch io mi stessi o andassi
78.8libera, e lor in servitù lasciassi
79.1Queste parole et altre seguitando
79.2mostró Marphisa, chel rispetto solo
79.3chavea al periglio de compagni (quando
79.4potria il suo ardir, alor tornar in duolo)
79.5la ritenea, d andar con memorando
79.6segno d ardir, tutto affidar quel stuolo
79.7e per questo, a Guidon, lascia la cura
79.8d usar la via, che piu gli par sicura
80.1Guidon la notte con Aleria parla
80.2(così havea nome la fidata moglie)
80.3ne bisogno gli fu molto pregarla
80.4che la trovò disposta alle sue voglie
80.5ella trovò una nave, e fece armarla
80.6e v arrecò le sue piu ricche spoglie
80.7con pretesto volere al nuovo albore
80.8con le compagne uscire in corso fuore
81.1Ella havea fatto nel palazzo inanti
81.2spade e lancie arrecar corazze e scudi
81.3onde armar si potessero imercanti
81.4e i galeotti ch eran mezo nudi
81.5altri dormiro, et altri ster vegghianti
81.6li otii avicenda compartendo, e i studi
81.7spesso guardando, e pur con l arme in dosso
81.8se l Oriente anchor si facea rosso
82.1Dal duro volto de la terra, il Sole
82.2non tollea anchora il velo oscuro et atro,
82.3a pena havea la Calistonia prole
82.4per li solchi del ciel volto l aratro
82.5quando il stuol feminil che veder vuole
82.6el fin de la battaglia, empì il theatro
82.7come Ape del suo claustro empie la soglia
82.8che mutar regno al nuovo tempo voglia
83.1Di trombe e grida e strepito de corni
83.2el popul risuonar fa cielo e terra
83.3così citando il suo signor che torni
83.4a terminar la cominciata guerra
83.5Aquilante e Griphon, stavano adorni
83.6de le lor arme, e il duca d Inghilterra
83.7Guidon, Marphisa, Sansonetto, e tutti
83.8li altri, chi a piedi e chi a caval instrutti
84.1Per scender dal palazzo al mare, e al porto
84.2la piazza traversar si convenia,
84.3ne v era altro camin lungo ne corto
84.4così Guidon disse alla compagnia,
84.5e poi che di ben far molto conforto
84.6le diede, intrò senza rumor in via
84.7e ne la piazza dove il popul era
84.8s appresentò con piu di cento in schiera
85.1Molto affrettando li compagni, andava
85.2Guidone allaltra porta per uscire,
85.3ma la gran moltitudine che stava
85.4intorno armata, e sempre atta a ferire
85.5pensó, come lo vide, che menava
85.6seco quelli altri, che volea fuggire
85.7e tutta a un tratto alli archi suoi ricorse
85.8e parte onde se uscia venne ad opporse
86.1Guidon e li altri cavallier gagliardi
86.2e sopra tutti lor Marphisa forte
86.3al menar de le man non furon tardi
86.4e feron molto per sforzar le porte
86.5ma tanta era la copia de li dardi
86.6che con ferite de compagni e morte
86.7pioveano lor di sopra, et dognintorno
86.8ch al fin temean d haverne danno e scorno
87.1D ogni guerrier l usbergo era perfetto
87.2che se non era havean piu da temere
87.3fu morto il caval sotto a Sansonetto,
87.4quel di Marphisa v hebbe a rimanere
87.5Astolfo tra se disse, hora ch aspetto
87.6che mai mi possa il corno piu valere
87.7io vuò veder, poi che non giova spada
87.8sio sò col corno assicurar la strada
88.1Come aiutarsi in le fortune extreme
88.2sempre solea, si pone il corno a bocca
88.3par che la terra, e tutto il mondo treme
88.4quando nel aria il suon horribil scocca
88.5sì nel cor de la gente il timor preme
88.6che per disir di fuga si trabbocca
88.7giu del theatro, sbigottita e smorta
88.8non che lasci la guardia de la porta
89.1Come talhor si getta e si periglia
89.2e da finestra e da sublime luoco
89.3l exterrefatta subito famiglia
89.4che vede appreso, et ognintorno il fuoco
89.5che mentre le tenea gravi le ciglia
89.6il pigro sonno, crebbe apoco apoco
89.7così messa la vita in abbandono
89.8ognun fuggia dal spaventoso suono
90.1Di qua di la di su di giu smarrita
90.2surge la turba, e di fuggir procaccia
90.3son piu di mille a un tempo ad ogni uscita
90.4cascano a monti, e l una e l altra impaccia
90.5perde in la stretta calca altra la vita
90.6da palchi e da finestre altra si schiaccia
90.7piu d un braccio si rompe, e d una testa
90.8di che altra morta, altra stroppiata resta
91.1El pianto, il grido, insino al ciel saliva
91.2dalta ruina misto, e di fraccasso
91.3affretta, ovunque il suon del corno arriva,
91.4la turba spaventata in fuga il passo
91.5s udite dir che d ardimento priva
91.6la vil plebe si mostri, e di cor basso
91.7non vi maravigliate, che natura
91.8é de la lepre haver sempre paura
92.1Ma che direte del già tanto fiero
92.2cor di Marphisa, e di Guidon silvaggio?
92.3de i dua gioveni figli d Oliviero
92.4che già tanto honoraro il suo lignaggio?
92.5già venti mila havean stimato un zero
92.6et in fuga hor ne van senza coraggio
92.7come conigli, o timidi colombi
92.8a cui vicino alto rumor ribombi
93.1Così nocea alli suoi come alli extrani
93.2la forza che nel corno era incantata,
93.3Sansonetto, Guidone, i dui germani
93.4fuggon drieto a Marphisa spaventata
93.5ne fuggendo ponno ir tanto lontani
93.6che lor non sia l orecchia ancho intronata
93.7scorre Astolfo la terra in ogni lato
93.8dando via sempre al corno maggior fiato
94.1Chi scese al mare, e chi poggió su al monte
94.2chi tra li boschi ad occultar si venne
94.3alcuna senza mai volger la fronte
94.4fuggir per dieci dì non si ritenne
94.5uscì in tal punto alcun fuor del ponte
94.6ch in vita sua mai piu non vi rivenne
94.7sgombraro in modo e piazze e templi e case
94.8che quasi vuota la cittá rimase
95.1Sansonetto, Marphisa, e i duo fratelli
95.2Guidon, li marinari, e li mercanti
95.3fuggean (come vhò detto) e fur di quelli
95.4ch al mar scendeano pallidi e tremanti
95.5ove Aleria trovar, che fra i castelli
95.6loro havea un legno apparecchiato inanti
95.7quindi, poi ch in gran fretta li raccolse
95.8diè i remi all acqua, et ogni vela sciolse
96.1Dentro e dintorno il Duca, la cittade
96.2havea scorsa da i colli insino all onde
96.3fatte havea vuote rimaner le strade
96.4ognun lo fugge, ognun se gli nasconde
96.5molte trovate fur, che per viltade
96.6seran gettate in le latrine immonde
96.7e molte non sapendo ove se andare
96.8messesi a nuoto, et affogate in mare
97.1Per trovare i compagni, il Duca viene
97.2che tenea certo di veder sul molo
97.3si volge intorno, e le deserte arene
97.4vede per tutto, e non v appare un solo
97.5leva piu gli occhi, e in alto, a vele piene
97.6da se lontani andar li vede a volo
97.7si che gli convien fare altro disegno
97.8al suo camin, poi che partito è il legno
98.1Lascianlo pur andar, ne ve n incresca
98.2che tanta strada far debbia soletto
98.3per terra d infedeli e barbaresca
98.4dove mai non si va senza suspetto
98.5non è periglio alcuno, onde non esca
98.6con quel suo corno, et n há mostrato effetto
98.7a lui tornerò a tempo, ma narrare
98.8prima voglio di quei che sono in mare
99.1A piena vela si cacciorno lunge
99.2da la crudel e sanguinosa spiaggia
99.3et poi che di gran spatio, non li giunge
99.4l horribil suon, che a spaventar piu li haggia
99.5insolita vergogna sì li punge
99.6che come un fuoco a tutti il viso irraggia
99.7l un non ardisce mirar l altro, e stassi
99.8tristo senza parlar con li occhi bassi
100.1Passa il Nocchiero al suo viaggio intento
100.2e Cypro e Rhodi e giu per l onda Egea
100.3da se vede fuggire isole cento
100.4col periglioso capo di Malea
100.5e con propitio et immutabil vento
100.6asconder vede la greca Morea
100.7volta Sicilia e per il mar Tyrrheno
100.8costeggia de l Italia il lito ameno
101.1E sopra Luna ultimamente sorse
101.2dove lasciato havea la sua famiglia
101.3Dio ringratiando chel pelago corse
101.4senza piu danno, il noto lido piglia
101.5quindi a caso trovaro un legno torse
101.6per fare il suo camin verso Marsiglia
101.7le donne e i cavallier su vi montaro
101.8et a Marsiglia in brieve si trovaro
102.1Quivi non era Bradamante allhora
102.2che haver solea governo del paese
102.3che se vi fosse, a far seco dimora
102.4li sforzeria con un sforzar cortese
102.5sceser nel lito, e la medesima hora
102.6dai quattro cavallier congedo rese
102.7Marphisa, e da la donna del Silvaggio
102.8e pigliò alla ventura il suo viaggio
103.1Dicendo che lodevole non era
103.2ch andasser tanti cavallieri insieme
103.3che li colombi e i storni vanno in schiera
103.4li danni e i cervi e ogni animal che teme
103.5ma l audace falcon l aquila altiera
103.6ch in l aiuto d altrui non metton speme
103.7orsi, tygri, leon, soli ne vanno
103.8che di piu forza altrui tema non hanno
104.1Piacque a tutti il magnanimo pensiero
104.2così la compagnia fu bipartita
104.3per mezo i boschi, e per un stran sentiero
104.4Marphisa se n andò sola e romita,
104.5Griphon il bianco, et Aquilante il nero
104.6pigliar con li altri dui la via piu trita
104.7e giunsero a un castello il dì seguente
104.8dove albergati fur cortesemente
105.1Cortesemente dico in apparenza
105.2ma presto poi sentir contrario effetto
105.3chel signor del castel, benivolenza
105.4fingendo e cortesia, lor diè ricetto
105.5e poi la notte che dormivan senza
105.6timore alcun, tutti li prese in letto
105.7ne li lasciò, fin che non fe giurarli
105.8una sua ria costuma d observarli
106.1Ma vuò seguir la bellicosa donna
106.2prima signor, che di costor piu dica
106.3passò Druenza il Rodano e la Sonna
106.4e venne a piè d una montagna aprica
106.5quivi lungo un torrente, in negra gonna
106.6vide venire una femina antica
106.7che stanza e lassa era di lunga via
106.8ma via piu afflitta di manenconia
107.1Questa è la vecchia che solea servire
107.2a i malandrin nel cavernoso monte
107.3la dove alta giustitia fe venire
107.4a dar lor morte, il paladino Conte
107.5la vecchia che timore ha di morire
107.6per le cagion che poi vi seran conte
107.7già molti dì va per via oscura e fosca
107.8fuggendo ritrovar chi la connosca
108.1Quivi d estrano cavallier sembianza
108.2hebbe Marphisa, all habito e all arnese
108.3e per ció non fuggì come havea usanza
108.4fuggir da li altri ch eran del paese
108.5anzi con sicurezza e con baldanza
108.6si fermò al guado, e di lontan l attese
108.7al guado del torrente ove trovolla,
108.8la vecchia le uscì incontra e salutolla
109.1Poi la pregò che seco oltra quell acque
109.2nel altra ripa in groppa la portasse
109.3Marphisa che gentil fu da che nacque
109.4di la dal fiumicel seco la trasse
109.5e portarla oltra un pezzo ancho le piacque
109.6fin ch a miglior camin la ritornasse
109.7fuor d un spinoso e mal dritto sentiero
109.8tanto che si scontraro un cavalliero
110.1Scontraro un cavallier che armato in sella
110.2di lucide arme e ricchi panni ornato
110.3verso il fiume venia, da una donzella
110.4e da un solo scudiero accompagnato
110.5la donna chavea seco era assai bella
110.6ma d altiero sembiante, e poco grato
110.7tutta d orgoglio e di fastidio piena
110.8del cavallier ben degna che la mena
111.1Pinabello un de conti Maganzesi
111.2era quel cavallier che l havea seco
111.3quel medesmo che dianzi a pochi mesi
111.4Bradamante gettò nel cavo speco
111.5quei suspir, quei singulti, così accesi,
111.6quel pianto, che lo fe già quasi cieco
111.7tutto fu per costei che hor seco havea
111.8chel Negromante allhor gli ritenea
112.1Ma poi che fu levato di sul colle
112.2l incantato castel del vecchio Atlante
112.3e che ciascuno andar puote ove volle
112.4per opra e per virtù di Bradamante
112.5costei, che alli desii facile e molle
112.6di Pinabel, sempre era stata inante
112.7a lui tornossi, et in sua compagnia
112.8hor da un castello a un altro se ne gia
113.1E sì come vezzosa era e mal usa
113.2quando vide la vecchia di Marphisa
113.3non si puote tenere a bocca chiusa
113.4di motteggiarla, e farne beffe e risa,
113.5Marphisa altiera appresso a cui non s usa
113.6sentirse oltraggio in qual si voglia guisa,
113.7rispose d ira accesa alla Donzella
113.8che di lei quella vecchia era piu bella
114.1E ch al suo cavallier volea provallo
114.2con patto di poi torre a lei la gonna
114.3e il palafren che havea, se da cavallo
114.4gettava el cavallier di che era donna
114.5Pinabel che faria, tacendo, fallo
114.6di risponder con l arme non assonna
114.7piglia il scudo, e la lancia, e il caval gira
114.8poi vien Marphisa a ritrovar con ira
115.1Marphisa incontra una gran lancia afferra
115.2e ne la vista a Pinabel la arresta
115.3e sì stordito lo riversa in terra
115.4che stette un hora a rilevar la testa
115.5Marphisa vincitrice de la guerra
115.6fe trarre a quella giovane la vesta
115.7et ogni altro ornamento le fe porre
115.8e fenne il tutto alla sua vecchia torre
116.1E di quel giovenil habito volse
116.2che la sua vecchia s adornasse tutta
116.3e fe chel palafreno ancho si tolse
116.4che la giovane havea quivi condutta,
116.5poi con la vecchia al suo camin si volse
116.6che quanto era piu ornata era piu brutta
116.7tre giorni andar per malegevol strada
116.8senza far cosa onde a parlarne accada
117.1El quarto giorno un cavallier trovaro
117.2che venia in fretta galoppando solo
117.3se di saper chi sia forse v è caro
117.4dicovi che è Zerbin di Re figliuolo
117.5di virtù exempio e di bellezza raro
117.6che se stesso rodea di sdegno e duolo
117.7di non haver potuto far vendetta
117.8d un che gli havea gran cortesia interdetta
118.1Zerbino indarno per la selva corse
118.2drieto a quel suo che gli havea fatto oltraggio
118.3ma sì a tempo colui seppe via torse
118.4sì seppe nel fuggir prender vantaggio
118.5sì il bosco e sì una nebbia lo soccorse
118.6chavea offuscato il matutino raggio
118.7che di man di Zerbin si levò netto
118.8fin chel sdegno e il furor gli uscì del petto
119.1Zerbin non puote anchor che fusse irato
119.2tener (vedendo quella vecchia) il riso
119.3che gli parea dal giovenile ornato
119.4troppo diverso il brutto antiquo viso
119.5et a Marphisa che le venia a lato
119.6disse, guerrier tu sei pien d ogni aviso
119.7che damigella di tal sorte guidi
119.8che non temi trovar chi te la invidi
120.1Havea la donna (se la crespa buccia
120.2può darne indicio) piu de la Sybilla
120.3e parea così ornata una bertuccia
120.4quando per mover riso alcun vestilla
120.5et hor piu brutta par, che si corruccia
120.6e che da gliocchi l ira le sfavilla
120.7ch a donna non si fa maggior dispetto
120.8che quando o vecchia o brutta le vien detto
121.1Mostrò turbarse l inclyta Donzella
121.2per prenderne piacer come si prese
121.3e rispose a Zerbin, mia donna è bella
121.4perdio via piu che tu non sei cortese
121.5come che io creda, che la tua favella,
121.6da quel che sente l animo non scese
121.7tu fingi non connoscer sua beltade
121.8per excusar la tua summa viltade
122.1E chi saria quel cavallier, che questa
122.2sì giovane e sì bella ritrovasse
122.3senza piu compagnia ne la foresta
122.4e che di farla sua non si provasse?
122.5si ben (disse Zerbin) teco se assesta
122.6che seria mal che alcun ti la levasse
122.7et io per me non son così indiscreto
122.8che te ne privi mai stanne pur lieto
123.1Se in altro conto haver vuoi a far meco
123.2di quel che vaglio son per farti mostra
123.3ma per costei, non me tener si cieco
123.4che solamente far voglia una giostra
123.5o brutta o bella sia, restisi teco
123.6non vuò partir tanta amicitia vostra
123.7ben vi sete accoppiati, io giurarei
123.8come ella è bella tu gagliardo sei
124.1Suggiunse a lui Marphisa, al tuo dispetto
124.2di levarmi costei provar convienti
124.3non vuò patir ch un si liggiadro aspetto
124.4habbi veduto e guadagnar nol tenti
124.5rispose a lei Zerbin, non sò a che effetto
124.6lhuom si metta a periglio e si tormenti
124.7per riportarne una vittoria poi
124.8che molto piu, che haver perduto, annoi
125.1Ecco un altro partito ch io ti pono
125.2disse Marphisa, e ricusar nol dei
125.3se con la lancia, o con la spada, sono
125.4vinto da te, mi rimarrà costei
125.5ma se io te vinco, a forza ti la dono
125.6dunque provian chi dè star senza lei
125.7se perdi converrà che tu le faccia
125.8compagnia sempre, ovunque andar le piaccia
126.1E così sia Zerbin rispose, e volse
126.2a pigliar campo subito el cavallo
126.3l un e l altro in la sella si raccolse
126.4e drizza l hasta, ove non giunga in fallo
126.5Zerbin nel scudo alla Donzella colse
126.6ma parve urtasse un monte di metallo
126.7et ei si fiero scontro hebbe in l elmetto
126.8che (suo mal grado) uscì di sella netto
127.1Troppo spiacque a Zerbin l esser caduto
127.2che in altro scontro mai piu non gli avenne
127.3e mille di sua man ne havea abbattuto
127.4et a perpetuo scorno se lo tenne
127.5stette per lungo spatio in terra muto
127.6e piu gli dolse, poi che gli sovenne
127.7chavea promesso e che gli convenia
127.8haver la brutta vecchia in compagnia
128.1Tornando a lui la vincitrice in sella
128.2disse ridendo, questa t appresento
128.3e quanto piu la veggio e grata e bella
128.4tanto che la sia tua, piu mi contento
128.5hor tu in mio luoco sei campion di quella
128.6ma la tua fe non se ne porti il vento
128.7che per sua guida e scorta tu non vada
128.8(come hai promesso) ovunque andar le aggrada
129.1Senza attender risposta urta il destriero
129.2per la foresta, e subito s imbosca
129.3Zerbin che la stimava un cavalliero
129.4dice alla vecchia, fa ch io lo connosca
129.5et ella non gli tiene ascoso il vero
129.6onde sà che l incende e che l attosca
129.7il colpo fu di man d una donzella
129.8disse, che t hà fatto vuotar la sella
130.1Pel suo valor Costei debitamente
130.2usurpa a cavallieri, e scudo, e lancia
130.3et é testè venuta d Oriente
130.4per assaggiare i paladin di Francia
130.5Zerbin di questo tal vergogna sente
130.6che non pur tinge di rossor la guancia
130.7ma restò poco di non farsi rosso
130.8seco ogni pezzo d arme chavea in dosso
131.1Monta a cavallo e se stesso rampogna
131.2che non seppe tener strette le cosce
131.3tra sè la vecchia ne sorride, e agogna
131.4di stimularlo, e rinovarli angosce
131.5gli racorda che andar seco bisogna
131.6e Zerbin che ubligato si connosce
131.7l orecchie abbassa come vinto e stanco
131.8destrier, chá el fren in bocca e i sproni al fianco,
132.1E suspirando, ohime fortuna fella
132.2(dicea) che cambio é questo che mi fai
132.3colei che fu sopra le belle bella
132.4ch esser meco devea, levata m hai
132.5ti par ch in luoco, et in ristor di quella
132.6si debba por costei chora mi dai?
132.7stare in danno del tutto era men male
132.8che fare un cambio tanto disuguale
133.1Colei che di bellezze e di virtuti
133.2unqua non hebbe, e non havrà mai pare
133.3summersa e rotta in mezo ai scogli acuti
133.4cibo fattohai de pesci e augei del mare
133.5e costei che devria già haver pasciuti
133.6sotterra i vermi, hai tolta a perservare
133.7piu diece o quindici anni del devere
133.8e mi dai per ristor questo piacere
134.1Zerbin così parlava, ne men tristo
134.2in parole e in sembianti esser parea
134.3di questo nuovo suo sì odioso acquisto,
134.4che de la donna che perduta havea,
134.5la vecchia, anchor che non havesse visto
134.6mai piu Zerbin, per quel ch esso dicea
134.7s avide esser colui di che notitia
134.8le diede già Issabella di Galicia
135.1Sel vi ricorda quel che havete inteso
135.2costei da la spelonca ne veniva
135.3dove Issabella che d amore acceso
135.4Zerbin tenea, fu molti dì captiva
135.5piu volte conto ella le havea già reso
135.6come lasciasse la paterna riva
135.7e come rotta in mar da la procella
135.8si salvasse in la spiaggia di Rocella
136.1E si spesso dipinto di Zerbino
136.2l havea il bel viso, e le fattezze conte
136.3chora udendol parlar, e da vicino
136.4gliocchi alzandogli meglio ne la fronte
136.5vide esser quel, per cui sempre mischino
136.6fu d Issabella il cor nel cavo monte
136.7che di non veder lui piu si lagnava
136.8che d esser fatta a malandrini schiava
137.1La vecchia, dando alle parole udienza
137.2che con sdegno e con duol Zerbin versa
137.3s avede ben, ch egli ha falsa credenza
137.4che sia Issabella in mar rotta e summersa
137.5e ben ch ella del certo habbia scienza
137.6per non lo rallegrar, pur la perversa
137.7quel che far lieto lo potria gli tace
137.8e sol gli dice quel, che gli dispiace
138.1Gli disse ella, odi tu che si mi sprezzi
138.2se sapessi che nuova hò di colei
138.3che morta piagni, mi faresti vezzi
138.4per udir quel, che piu non ti direi
138.5ma non pur che tu piagni e graffi e spezzi
138.6le guancie e i crini vuò, ma prego i dei
138.7che per doglia la spada in te tu torca
138.8o di questi arbori un ti faccia forca
139.1Come il mastin che con furor s aventa
139.2adosso al ladro, e poi s accheta presto
139.3che quello o pane o cacio gli appresenta
139.4o che fa incanto appropriato a questo
139.5così tosto Zerbino humil diventa
139.6e disioso di sapere il resto
139.7che la vecchia gli accenna che di quella
139.8che morta piange, gli sà dir novella
140.1E volto a lei con piu piacevol faccia
140.2la supplica, la prega, la scongiura
140.3per l huomin, per Dio, che non gli taccia
140.4quel, che ne sappia o buona o rea aventura
140.5cosa non udirai che prò ti faccia
140.6disse la vecchia pertinace e dura
140.7non è Issabella (come credi) morta
140.8ma viva sì, che a morti invidia porta
141.1E´ capitata in questi pochi giorni
141.2che non n udisti, in man di piu di venti
141.3si che qualhora ancho in la tua ritorni
141.4vè se sperar di corre il fior convienti
141.5ah vecchia maledetta, come adorni
141.6la tua menzogna, e tu sai pur se menti
141.7se ben in man di venti ella era stata
141.8non l havea alcun perhò mai violata
142.1Dove l havea veduta dimandolle
142.2Zerbino, e quando, ma nulla n invola
142.3che la vecchia ostinata piu non volle
142.4a quel che detto havea giunger parola
142.5prima le usò Zerbino un parlar molle
142.6poi minaciolle di tagliar la gola
142.7ma tutto è in van ciò che minaccia o prega
142.8che non può far parlar la brutta strega
143.1Lasciò la lingua al ultimo in riposo
143.2Zerbin, poi chel parlar gli giovò poco
143.3per quel ch udito havea, tanto geloso
143.4che non trovava il cor nel petto luoco
143.5d Issabella trovar si desioso
143.6che seria per vederla ito nel fuoco
143.7ma non poteva andar piu che volesse
143.8la vecchia, ch a Marphisa lo promesse
144.1E quindi per solingo e strano calle
144.2dove a lei piacque fu Zerbin condotto
144.3ne per o poggiar monte o scender valle
144.4mai si guardaro in faccia, o si fer motto
144.5ma poi ch al mezo dì volse le spalle
144.6il vago sol, fu il lor silentio rotto
144.7da un cavallier che nel camin scontraro
144.8quel che seguì, nel altro canto è chiaro
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