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Canto sedicesimo

1.1mAgnanimo signor ogni vostro atto
1.2hò sempre con ragion laudato et laudo
1.3ben che col rozo stil duro et mal atto
1.4gran parte de la gloria vi difraudo
1.5ma piu de l altre, una virtù m ha tratto
1.6a cui col core et con la lingua applaudo
1.7che s ognun truova in voi ben grata udienza
1.8non vi truova perhò facil credenza
2.1Spesso in difesa del biasmato absente
2.2indur vi sento imaginabil scusa
2.3o riserbargli almen (fin che presente
2.4sua causa dica) l altra orecchia chiusa
2.5et sempre prima che dannar la gente
2.6vederla in faccia, e udir la ragion ch usa
2.7differir ancho giorni mesi et anni
2.8prima che giudicar ne l altrui danni
3.1Se Norandino il simil fatto havesse
3.2fatto a Griphon non havria quel che fece
3.3a voi utile e honor sempre successe
3.4ei denigrò sua fama piu che pece
3.5et si diè causa, che sue genti messe
3.6a morte furo, che Griphon in diece
3.7colpi che trasse, pien d ira et bizarro
3.8piu di trenta ne uccise appresso il carro
4.1Li altri in rotta ne van pien di spavento
4.2chi qua chi la pei campi et per le strade
4.3tanta è la fretta a correr prima drento
4.4che ne la porta un sopra l altro cade
4.5Griphon sdegnato e pien di mal talento
4.6da se quel dì bandita ogni pietade
4.7mena tra il volgo inerte il ferro intorno
4.8et gran vendetta fa d ogni suo scorno
5.1Di quei che primi son giunti alla porta
5.2che le piante a levarse hebbeno pronte
5.3parte al bisogno suo molto piu accorta
5.4che de gliamici, alzò subito il ponte
5.5piangendo parte, o con la faccia smorta
5.6fuggendo andò senza mai volger fronte
5.7et levò al grido per tutte le bande
5.8de la città tumulto et rumor grande
6.1Griphon gagliardo dui ne piglia in quella
6.2ch el ponte si levò per lor sciagura
6.3sparge de l uno al campo le cervella
6.4che lo percuote ad una cote dura
6.5l altro piglia nel petto, et lo arrandella
6.6in mezo la città sopra le mura
6.7scorse per l ossa a Damaschini il gelo
6.8quando vider colui volar dal cielo
7.1Son molti channo dubbio che Griphone
7.2dentro la terra habbia fatto quel salto
7.3non vi sarebbe piu confusione
7.4s alle mura il Soldan desse l assalto
7.5un mover d arme, un strido di persone
7.6de li Talacimanni un gridar d alto
7.7un suon confuso de tamburi et trombe
7.8el mondo assorda, et credo in ciel ribombe
8.1Ma voglio a un altra volta differire
8.2a raccontar ciò che di questo avenne
8.3che del Re Carlo mi convien seguire
8.4di cui disopra vi lasciai, che venne
8.5l audace Rodomonte ad assalire
8.6io vi narrai che compagnia gli tenne
8.7il gran Danese, Namo, et Oliviero
8.8Avino, Avolio, Othone, et Berlingiero
9.1Otto scontri di lance che da forza
9.2di tal otto guerrier cacciati foro
9.3sostenne a un tempo la scagliosa scorza
9.4di ch era tutto armato il crudo Moro
9.5come legno si drizza, poi che l orza
9.6lenta il nocchier che crescer sente il Coro
9.7così presto rizzossi Rodomonte
9.8da i colpi che gettar deveano un monte
10.1Guido, Ranier, Ricardo, et Salomone
10.2Ganelon traditor, Turpin fedele
10.3Angioliero, Angiolino, Ughetto, Ivone
10.4Marco, et Mattheo dal pian di san Michele
10.5et li otto che dianzi io fei mentione
10.6son tutti intorno al Saracin crudele
10.7Arimanno, e Odoardo d Inghilterra
10.8ch entrati eran pur dianzi ne la terra
11.1Non cosí freme sul scoglio marino
11.2di torre antiqua la grossa parete
11.3quando il furor di Borea o di Gherbino
11.4svelle da i monti il frassino e l abete
11.5come freme d orgoglio il Saracino
11.6di sdegno acceso, et di rabbiosa sete
11.7et come a un tempo il tuono et la saetta
11.8così de l empio è l ira, et la vendetta
12.1Mena alla testa a quel che gli è piu presso
12.2chegli è il misero Ughetto di Dordona
12.3lo pone in terra insino a denti fesso
12.4come che l elmo era di tempra buona
12.5percosso fu tutto in un tempo anch esso
12.6da molti colpiin tutta la persona
12.7che non fer piu ch al saldo incude l aco
12.8si duro intorno havea il scaglioso draco
13.1Fur tutti li ripar fu la cittade
13.2d intorno intorno abbandonata tutta
13.3che la gente alla piazza dove accade
13.4maggior bisogno, Carlo havea ridutta
13.5corre alla piazza da tutte le strade
13.6la turba, a chi l fuggir si poco frutta
13.7la persona del Re sì i cori accende
13.8che l arme ognun, ognun l animo prende
14.1Come se dentro a ben rinchiusa gabbia
14.2d antiqua Leonessa usata in guerra
14.3perche haverne piacer il popul n habbia
14.4tal volta il Tauro indomito si serra
14.5i leoncin che veggion per la sabbia
14.6come altiero et muggendo animoso erra
14.7e veder si gran corna non son usi
14.8stanno da parte timidi e confusi
15.1Ma se la fiera madre a quel si lancia
15.2et ne l orecchio attacca il crudel dente
15.3vogliono anch essi insanguinar la guancia
15.4et vengono in soccorso arditamente
15.5chi morde il dosso al Tauro, et chi la pancia
15.6così contra il Pagan fa quella gente
15.7da tetti da finestre, et piu d appresso
15.8sopra li piove un nembo d arme, et spesso
16.1D huomini d arme arcieri, et fantaria
16.2tant è la calca che a pena vi cape
16.3e il popul che vi vien er ogni via
16.4v abbonda ad hor ad hor spesso come ape
16.5che quando disarmato, e nudo sia
16.6piu facile a tagliar che torsi o rape
16.7nol potrà anchor legato a monte a monte
16.8in venti giorni uccider Rodomonte
17.1Al Pagan che non sa come ne possa
17.2venir a capo, homai quel giuoco incresce
17.3per far di mille, et piu la terra rossa
17.4poco la turba inanzi gli decresce
17.5il fiato tuttavia pur se glingrossa
17.6si che comprende al fin che se non esce
17.7hor cha vigor e in tutto il corpo è sano
17.8vorrà da tempo uscir che serà in vano
18.1Rivolge gliocchi horribili, et pon mente
18.2che d ognintorno stà chiusa l uscita
18.3ma con ruina d infinita gente
18.4l aprirà presto, et la farà expedita
18.5ecco vibrando la spada tagliente
18.6venir quel empio, ove il furor l invita
18.7ad assalir il nuovo stuol Britanno
18.8che vi trasse Odoardo, et Arimanno
19.1Chi vide in piazza mai romper steccato
19.2a cui la densa turba ondeggi intorno
19.3immansueto Tauro accaneggiato
19.4stimulato et percosso tutto il giorno
19.5chel popul se ne fugge ispaventato
19.6et egli hor questo hor quel lieva sul corno
19.7pensi che tal, o piu terribil fosse
19.8il crudel Aphrican quando se mosse
20.1Quindici o venti ne taglió a traverso
20.2altri tanti lasciò del capo tronchi
20.3ciascun d un colpo sol dritto o riverso
20.4come finocchi, o sian teneri gionchi
20.5tutto di sangue il fier Pagano asperso
20.6di busti senza capo, et bracci monchi
20.7di spalle et gambe, et altre membra sparte
20.8piena havendo la piazza, al fin si parte
21.1De la piazza si vede in guisa torre
21.2che non si può notar chabbia paura
21.3ma tutta volta col pensier discorre
21.4dove habbia per uscir via piu sicura
21.5capita al fin dove la Senna corre
21.6disotto all Illa a uscir fuor de le mura
21.7et pur la gente d arme e l popul drieto
21.8lo stringe e incalza, e non lascia ir quieto
22.1Qual per le selve Nomade et Massyle
22.2cacciata vá la generosa belva
22.3ch anchor fuggendo mostra il cor gentile
22.4et minacciosa et lenta se rinselva
22.5tal Rodomonte in nessun atto vile
22.6da strana circondato et fiera selva
22.7di lance et spiedi et di saette et dardi
22.8si tira al fiume, a passi lunghi et tardi
23.1Et per tre volte sì l ira il sospinse
23.2ch essendone già fuor vi tornó in mezo
23.3ove di sangue la spada ritinse
23.4et piu di cento ne levò di mezo
23.5ragion al fin in lui la rabbia vinse
23.6di non far sì, che a Dio venisse il lezo
23.7et da la ripa per miglior consiglio
23.8gettossi in lacqua, è uscì di gran periglio
24.1Con tutte l arme andó per mezo lacque
24.2come se intorno havesse tante galle
24.3Aphrica in te par a costui non nacque
24.4ben che di Anteo ti vanti, e d Anniballe
24.5poi che fu giunto a proda, gli dispiacque
24.6che si vide restar drieto alle spalle
24.7quella città che havea trascorsa tutta
24.8e non l havea tutta arsa ne distrutta
25.1Et sì lo rode la superbia et l ira
25.2che di tornarvi un altra volta guarda
25.3et di profondo cor geme et suspira
25.4ne vuolne uscir che non la spiani et arda
25.5ma lungo il fiume in questa furia mira
25.6venir, chi l odio extingue et l ira tarda
25.7chi fusse vi farò ben presto udire
25.8ma prima un altra cosa v hò da dire
26.1Io v hò da dir de la Discordia altiera
26.2a cui l angel Michele havea commesso
26.3che a battaglia accendesse, et lite fiera
26.4quei che piu forti havea Agramante appresso
26.5uscì de frati la medesma sera
26.6havendo altrui l ufficio suo commesso
26.7lasciò la Fraude a guerreggiare il luoco
26.8fin che tornasse, e mantenervi il fuoco
27.1Le parve che andaria con piu possanza
27.2se la Superbia anchor seco menasse
27.3et perche stava in la medesma stanza
27.4non fu bisogno che a cercar l andasse
27.5la Superbia v andò, ma non che sanza
27.6la sua vicaria il monastier lasciasse
27.7per pochi dì che credea starne absente
27.8lasciò l Hypocrisia luocotenente
28.1L implacabil Discordia in compagnia
28.2de la Superbia, si messe in camino
28.3et ritrovò che la medesma via
28.4facea per tre al campo Saracino
28.5l afflitta et sconsolata Gelosia
28.6et venia seco un Nano piccolino
28.7ilqual mandava Doralice bella
28.8al Re di Sarza a dar di se novella
29.1Quando ella venne a Mandricardo in mano
29.2che v hò già raccontato, et come et dove
29.3tacitamente havea commesso al Nano
29.4che ne portasse a questo Re le nuove
29.5ella sperò che nol saprebbe in vano
29.6ma che far si vedria mirabil pruove
29.7per rihaverla con crudel vendetta
29.8da quel ladron che gli l havea intercetta
30.1La Gelosia quel Nano havea trovato
30.2et la cagion del suo venir compresa
30.3a caminar se gli era messa allato
30.4parendo d haver luogo a questa impresa
30.5alla Discordia ritrovar fu grato
30.6la Gelosia, ma piu quando hebbe intesa
30.7la causa del venir, che le potea
30.8molto valere in quel che far volea
31.1D inimicar con Rodomonte, il figlio
31.2del Re Agrican, le par haver suggetto
31.3trovarà a sdegnar li altri, altro consiglio
31.4a sdegnar questi dua, questo è perfetto
31.5col Nano se ne vien, dove Marsiglio
31.6col Re Agramante havea Parigi astretto
31.7a punto capitar su quella riva
31.8ove del fiume il Re di Sarza usciva
32.1Tosto che riconnobbe Rodomonte
32.2costui de la sua Donna esser messaggio
32.3extinse ogni ira, et serenó la fronte
32.4et si sentí brillar dentro il coraggio
32.5può creder tutto fuor che gli racconte
32.6c habbia alcun fatto lei si grave oltraggio
32.7va contra l Nano, et lieto gli dimanda
32.8che è de la Donna nostra? ove ti manda?
33.1Rispose il Nano, ne piu tua ne mia
33.2Donna dirò, quella ch è serva altrui
33.3hieri scontrammo un cavallier per via
33.4che la ne tolse, et la menò con lui
33.5a quello annontio entrò la Gelosia
33.6fredda come Aspe, et abbracciò costui
33.7seguita il Nano, et narragli in che guisa
33.8un sol l ha presa, et la sua gente ha uccisa
34.1L Acciaio allhora la Discordia prese
34.2et la pietra focaia, et picchiò un puoco
34.3et l esca sotto la Superbia stese
34.4et fu attaccato in un momento il fuoco
34.5et sì di questo l anima s accese
34.6del Saracin, che non trovava luoco
34.7suspira et freme con si horribil faccia
34.8che li elementi, et tutto il ciel minaccia
35.1Come la Tigre poi che in van discende
35.2nel vuoto albergo, et per tutto s aggira
35.3e il suo gran danno all ultimo comprende
35.4che i dolci figli non vi sente o mira
35.5a tanta rabbia a tal furor s estende
35.6ch el crudel cor non può capir tanta ira
35.7ne fiume, o stagno, o monte, o notte, affrena
35.8l odio che drieto al predator la mena
36.1Con simil furia il Saracin bizarro
36.2si volge al Nano et dice, hor la t invia
36.3et non aspetta ne destrier ne carro
36.4ne tol commiato da la compagnia
36.5va con piu fretta che non va il Ramarro
36.6quando il ciel arde, a traversar la via
36.7destrier non ha, ma il primo tor disegna
36.8(sia di chi vuol) ch ad incontrar si vegna
37.1La Discordia ch udì questo pensiero
37.2guardò ridendo la Superbia, et disse
37.3ch ir volea inanzi, a ritrovar destriero
37.4che gli arrecasse altre contese et risse
37.5et far volea sgombrar tutto il sentiero
37.6ch altro che quello in man non gli venisse
37.7et già pensato havea dove trovarlo
37.8ma costei lascio, et torno a dir di Carlo
38.1Poi ch al partir del Saracin s extinse
38.2Carlo d intorno il periglioso fuoco
38.3tutte le genti all ordine restrinse
38.4lascionne parte in qualche debil luoco
38.5adosso el resto a saracini spinse
38.6per dar lor scacco, et guadagnarsi il giuoco
38.7et li mandò per ogni porta fuore
38.8da san Germano in sino a san Vittore
39.1Et commandò che a porta san Marcello
39.2dove era gran spianata di campagna
39.3aspettasse l un l altro e in un drapello
39.4si ragunasse tutta la compagna
39.5quindi animando ognuno a far macello
39.6tal che sempre ricordo ne rimagna
39.7Allor ordine andar fe le bandiere
39.8et di battaglia dar segno alle schiere
40.1Il Re Agramante in questo tempo in sella
40.2mal grado de Christian rimesso s era
40.3et con lo inamorato d Issabella
40.4facea battaglia perigliosa et fiera
40.5col Re Sobrin, Lurcanio si martella
40.6Rinaldo incontra havea tutta una schiera
40.7et con virtude, et con fortuna molta
40.8l urta, l apre, ruina, et mette in volta
41.1Essendo la battaglia in questo stato
41.2l Imperator assalse il retroguardo
41.3dal canto ove Marsilio havea fermato
41.4il fior di Spagna intorno al suo stendardo
41.5con fanti in mezo, et cavallieri al lato
41.6spinse il Re Carlo il suo popul gagliardo
41.7con tal rumor de timpani et de trombe
41.8che tutto il mondo par che ne ribombe
42.1A quello assalto i Mori a spaventarsi
42.2incominciaro, et ne fuggivan molti
42.3et iti ne serian spezzati et sparsi
42.4si che mai piu non si serian raccolti
42.5sel Re Grandonio, et Falsiron comparsi
42.6(che già veduti havean piu fieri volti)
42.7non fusser quivi, et Serpentin feroce
42.8et Ferraù che lor dicea a gran voce
43.1Ah (dicea) valenthuomini, ah compagni
43.2ah fratelli, tenete il luoco vostro
43.3faranno li nemici opra de ragni
43.4se non mancamo noi del dever nostro
43.5guardate l alto honor li ampli guadagni
43.6che fortuna vincendo hoggi nha mostro
43.7guardate la vergogna e l danno estremo
43.8ch essendo vinti a patir sempre havremo
44.1Tolto in quel tempo una gran lancia havea
44.2et contra Berlingier venne dibotto
44.3che sopra l Argaliffa combattea
44.4e l elmo ne la fronte gli havea rotto
44.5gettollo in terra, et con la spada rea
44.6appresso lui ne fe cader forse otto
44.7per ogni botta almanco che diserra
44.8cader fa sempre un cavallier in terra
45.1In altra parte ucciso havea Rinaldo
45.2tanti pagan, ch io non potrei contarli
45.3dinanzi a lui non stava ordine saldo
45.4vedreste piazza in tutto il campo farli
45.5non men Zerbin non men Lurcanio è caldo
45.6per modo fan che ognun sempre ne parli
45.7questo di punta havea Balastro ucciso
45.8e quello a Finadur l elmo diviso
46.1L exercito d Alzerbe havea il primiero
46.2che poco inanzi haver solea Tardocco
46.3l altro tenea sopra le squadre impero
46.4di Zamor, et di Saffi, et di Marocco
46.5non è fra li Aphricani un cavalliero
46.6che di lancia ferir sappia o di stocco?
46.7mi si potrebbe dir, ma passo passo
46.8nessun di gloria degno a drieto lasso
47.1Del Re de la Zumara non si scorda
47.2el nobil Dardinel figlio d Aimonte
47.3che con la lancia Uberto di Mirforda
47.4Claudio dal Bosco, et Lidulfin dal monte
47.5et con la spada Anselmo da Stanforda
47.6et da Londra Raymondo e Pinamonte
47.7getta per terra, et erano pur forti
47.8un stordito, un piagato, et quattro morti
48.1Ma con tutto il valor che di se mostra
48.2non può tener perhò ferma sua gente
48.3sì che aspettar voglia gente nostra
48.4di numero minor, ma piu valente
48.5hà piu ragion di spada, et piu di giostra
48.6et d ogni cosa a guerra appertinente
48.7fugge la gente Maura, et di Zumara
48.8di Setta di Marocco, et di Canara
49.1Ma piu de li altri fuggon quei d Alzerbe
49.2accui s oppose il nobil giovinetto
49.3hor con gran preghi, hor con parole acerbe
49.4ripor lor cerca l animo nel petto
49.5s Aimonte meritò ch in voi si serbe
49.6di lui memoria, hor ne vedrò l effetto
49.7i vedrò (dicea lor) se me suo figlio
49.8lasciar vorrete in così gran periglio
50.1State ve priego per mia verde etade
50.2in cui solete haver si larga speme
50.3deh non vogliate andar per fil di spade
50.4che in Aphrica non torni di noi seme
50.5per tutto ne saran chiuse le strade
50.6se non andiam ben colti, et stretti insieme
50.7troppo alto muro, et troppo larga fossa
50.8è il monte e il mar pria che tornar si possa
51.1É meglio qui morir, ch alli supplici
51.2darsi a discretion di questi cani
51.3state saldi per Dio fedeli amici
51.4che tutti sono altri rimedii vani
51.5non han di noi piu vita li nemici
51.6piu d unalma non han piu di due mani
51.7così dicendo il Giovinetto forte
51.8al conte d Otonlei diede la morte
52.1El rimembrar Aimonte, così accese
52.2l exercito Aphrican, che fuggea prima
52.3che di piu presto porre in sue difese
52.4le braccia che le spalle fece stima
52.5Guglielmo da Burnich era uno Inglese
52.6maggior di tutti, e Dardinello il cima
52.7e lo pareggia aglialtri, e appresso taglia
52.8il capo ad Aramon di Cornovaglia
53.1Morto cadea questo Arimon avalle
53.2e v accorse il fratel per dargli aiuto
53.3ma Dardinel questo altro da le spalle
53.4tagliò fin dove il stomacho é forcuto
53.5poi forò il ventre a Boso da Vergalle
53.6e lo mandò del debito assoluto
53.7havea promesso alla moglier, fra sei
53.8mesi (vivendo) di tornare a lei
54.1Vide non lungi Dardinel gagliardo
54.2venir Lurcanio chavea in terra messo
54.3Dorchin passato ne la gola, e Gardo
54.4per mezo il capo in sin a denti fesso
54.5e che Altheo fuggir volse, ma fu tardo
54.6Altheo ch amò quanto il suo core istesso
54.7che drieto in la collottola gli mise
54.8el fier Lurcanio un colpo che l uccise
55.1Piglia una lancia et va per far vendetta
55.2dicendo al suo Machon s udir lo puote
55.3che se morto Lurcanio in terra getta
55.4ne la moschea ne porrà l arme vuote
55.5poi traversando la campagna in fretta
55.6con tanta forza il fianco gli percuote
55.7che tutto il passa sino all altra banda
55.8et alli suoi chel spoglino commanda
56.1Non è da dimandarmi se dolere
56.2se ne devesse Ariodante il frate
56.3se disiasse di sua man potere
56.4por Dardinel fra l anime dannate
56.5ma nol lascian le genti adito havere
56.6non men de l infedel le battizate
56.7pur vorria ritrovarlo, et con la spada
56.8di qua et di la spianando va la strada
57.1Urta, apre, caccia, atterra, taglia, et fende
57.2qualunque l impedisce, o gli contrasta
57.3e Dardinel che tal disir intende
57.4a volerlo satiar già non sovrasta
57.5ma la gran moltitudine contende
57.6con questo anchora e i suoi disegni guasta
57.7se i Mori uccide l un, l altro non manco
57.8fa de li Scotti, et campo Inglese et Franco
58.1Fortuna sempre mai la via lor tolse
58.2che per tutto quel dì non s accozzaro
58.3a piu famosa man serbar l un volse
58.4ch el suo destin lhuom mai non fugge, o raro
58.5ecco Rinaldo a questa strada volse
58.6perche alla vita d un, non sia riparo
58.7ecco Rinaldo vien fortuna il guida
58.8per dargli honor che Dardinel uccida
59.1Ma sia per questa volta detto assai
59.2de gloriosi fatti di Ponente
59.3ben tempo è di tornar dove lasciai
59.4in Damasco Griphon, che d ira ardente
59.5facea con piu timor che havesse mai
59.6tumultuar la sbigottita gente
59.7Re Norandino a quel rumor corso era
59.8con piu di mille armati in una schiera
60.1Re Norandin con la sua corte armata
60.2vedendo tutto il populo fuggire
60.3venne alla porta in battaglia ordinata
60.4et quella fece alla sua giunta aprire
60.5Griphon intanto havendo già cacciata
60.6da se la turba sciocca et senza ardire
60.7la sprezzata armatura in sua difesa
60.8(qualunque ella si fusse) haveasi presa
61.1Et presso a un tempio ben murato et forte
61.2che circondato era d una alta fossa
61.3in capo un ponticel si fece forte
61.4perche chiuderlo in mezo alcun non possa
61.5ecco gridando et minacciando forte
61.6che de la porta esce una squadra grossa
61.7l animoso Griphon non muta luoco
61.8e fa sembiante che ne tema poco
62.1E poi ch avicinar questo drapello
62.2si vide, andò a trovarlo in su la strada
62.3e fattone crudel strage e macello
62.4(che menava a duo man sempre la spada)
62.5hebbe ricorso al stretto ponticello
62.6et quindi li tenea non troppo abada
62.7di nuovo usciva, et di nuovo tornava
62.8et sempre horribil segno vi lasciava
63.1Quando di dritto et quando di riverso
63.2getta hor pedoni hor cavallieri in terra
63.3il popul contra lui tutto converso
63.4piu et piu sempre inaspera la guerra
63.5teme Griphone alfin restar summerso
63.6si cresce il mar che d ognintorno il serra
63.7et ne la spalla, et ne la coscia manca
63.8è già ferito, et pur la lena manca
64.1Ma Virtù che alli suoi spesso soccorre
64.2dinanzi al Re gli fe trovar perdono
64.3il Re mentre al tumulto in dubbio corre
64.4vede che morti già tanti ne sono
64.5vede le piaghe, che di man di Hettorre
64.6pareano uscire, in testimonio buono
64.7che dianzi ello havea fatto indegnamente
64.8vergogna a un cavallier molto excellente
65.1Poi come fu presso, et vide in fronte
65.2quel che sua gente a morte havea condutta
65.3et fattosene inanzi horribil monte
65.4et di quel sangue il fosso et l acqua brutta
65.5gli parve di veder proprio sul ponte
65.6Horatio sol contra Thoscana tutta
65.7et per suo honor, et per che gli nencrebbe
65.8ritrasse i suoi, ne gran fatica v hebbe
66.1Et alzando la man nuda, et senza arme
66.2antico segno di tregua o di pace
66.3disse a Griphon, non sò se non chiamarme
66.4haver il torto, et dir che me dispiace
66.5ma l mio poco giudicio, et l instigarme
66.6altrui, cader in tanto error mi face
66.7che quel ch io mi pensai far al piu vile
66.8guerrier del mondo, hò fatto al piu gentile
67.1Et se bene alla ingiuria, al scorno, all onta
67.2choggi fatta ti fu per ignoranza
67.3l honor che ti fai qui s adegua et sconta
67.4o (per piu vero dir) supera e avanza
67.5la satisfattion ci serà pronta
67.6a tutto mio saper et mia possanza
67.7quando io connosca di poter far quella
67.8per oro per cittadi, o per castella
68.1Chiedimi la metà di questo regno
68.2ch io son per fartene hoggi possessore
68.3che l alta tua virtù non ti fa degno
68.4di questo sol, ma ch io ti doni il core
68.5et la tua mano in questo mezo, pegno
68.6di fe mi dona, et di perpetuo amore
68.7così dicendo da caval discese
68.8e ver Griphon la destra mano stese
69.1Griphon vedendo il Re fatto benigno
69.2venirgli per gettar le braccia al collo
69.3lasciò la spada, et l animo maligno
69.4et sotto lanche, et humile abbracciollo
69.5lo vide il Re di due piaghe sanguigno
69.6et tosto fe venir chi medicollo
69.7indi portarlo in la cittade adagio
69.8et riposar nel suo real palagio
70.1Dove ferito alquanti giorni, inante
70.2che si potesse armar, fece soggiorno
70.3ma lascio lui, ch al suo frate Aquilante
70.4et ad Astolfo in Palestina torno
70.5poi che Griphon lasciò le mura sante
70.6eglino il fer cercar per piu d un giorno
70.7in tutti i luochi in Solyma devoti
70.8e n molti anchor da la città remoti
71.1Hor ne l uno ne l altro era indivino
71.2che di Griphon possa saper che sia
71.3ma venne lor quel Greco peregrino
71.4nel ragionar, a darne certa spia
71.5narrò, da la città di Constantino
71.6per gire in Antiochia di Soria
71.7che levato Horrigille havea le some
71.8con un di la che havea Martano nome
72.1Dimandolli Aquilante, se di questo
72.2così notitia havea data a Griphone
72.3et come l affermò connobbe presto
72.4il camin del fratello, et la cagione
72.5che seguito ha Horrigille, è manifesto
72.6in Antiochia, con intentione
72.7di levarla di man del suo rivale,
72.8con gran vendetta, et memorabil male
73.1Non tolerò Aquilante, chel fratello
73.2solo et senza esso, a quella impresa andasse,
73.3et prese l arme, et venne drieto a quello
73.4ma prima pregó il Duca che tardasse
73.5di gire in Francia, et al paterno hostello
73.6fin ch esso d Antiochia ritornasse
73.7scende al Zaffo, et s imbarca, che gli pare
73.8et piu breve et miglior la via del mare
74.1Hebbe un Ostro silocco allhor possente
74.2tanto nel mar, et sì per lui disposto
74.3che la terra del Surro il di seguente
74.4vide, et Saffetto, un dopo l altro tosto
74.5passa Barutti, e il Zibeletto, et sente
74.6che da man manca gli è Cypro discosto
74.7a Tortosa da Tripoli, e alla Lizza
74.8e al golfo di laiazzo il camin drizza
75.1Quindi a Levante fe il nocchier la fronte
75.2del naviglio voltar snello et veloce
75.3et a sorger n andò sopra l Oronte
75.4et colse il tempo, et ne pigliò la foce
75.5gettar fece Aquilante in terra il ponte
75.6e n uscì armato sul destrier feroce
75.7et contra il fiume il camin dritto tenne
75.8tanto che in Antiochia se ne venne
76.1Quivi di quel Martano hebbe a informarse
76.2et udì che a Damasco se n era ito
76.3con Horrigille, ove una giostra farse
76.4devea solenne, per reale invito
76.5ire a Damasco ad Aquilante parse
76.6certo chel frate habbia il rival seguito
76.7d Antiochia quel giorno ancho si tolle
76.8ma già per mar piu ritornar non volle
77.1Verso Lidia et Larissa il camin piega
77.2resta piu sopra Aleppe ricca et piena
77.3Dio per mostrar, che anchor di qua non niega
77.4mercede al bene, et al contrario pena
77.5Martano, appresso a Mamuga una lega
77.6ad incontrarsi in Aquilante mena
77.7Martano si facea con bella mostra
77.8portar inanzi il pregio de la giostra
78.1Pensò Aquilante al primo comparire
78.2che il suo fratello il vil Martano fosse
78.3che l ingannaron l arme, et quel vestire
78.4candido piu che nevi anchor non mosse
78.5et con quel oh, che d allegrezza dire
78.6si suole, incominciò, ma poi cangiosse
78.7tosto di faccia, et di parlar, che appresso
78.8meglio vide et trovó che non era esso
79.1Dubitò che per fraude di colei
79.2ch era con lui, Griphon gli havesse ucciso
79.3et dimmi gli gridò, tu ch esser dei
79.4un ladro e un traditor come n hai viso
79.5onde hai queste arme havute? onde ti sei
79.6sul buon caval del mio fratello assiso?
79.7dimmi se l mio fratello è morto o vivo
79.8come de l arme, et del caval l hai privo
80.1Come Horrigille udì l irata voce
80.2a dietro il palafren per fuggir volse
80.3ma di lei fu Aquilante piu veloce
80.4et fecela fermar volse o non volse
80.5Martano al minacciar tanto feroce
80.6del Cavallier che si improviso il colse
80.7pallido trema come al vento fronda
80.8ne sa quel che si faccia, o si risponda
81.1Grida Aquilante et fulminar non resta
81.2et la spada gli pon dritto alla strozza
81.3et giurando minaccia, che la testa
81.4ad Horrigille et lui rimarrà mozza
81.5se tutto il fatto non gli manifesta
81.6el mal giunto Martano alquanto ingozza
81.7et tra se volve, se può sminuire
81.8sua grave colpa, et poi comincia a dire
82.1Sappi signor che mia sorella è questa
82.2nata di buona et virtuosa gente
82.3ben che tenuta in vita dishonesta
82.4l habbia Griphon obbrobriosamente
82.5et tale infamia essendomi molesta
82.6ne per forza sentendomi possente
82.7di torla a si grande huom, feci disegno
82.8d haverla per astutia et per ingegno
83.1Tenni modo con lei che havea desire
83.2di ritornar a piu lodata vita
83.3che essendosi Griphon messo a dormire
83.4chetamente da lui fesse partita
83.5così fece ella, et per ch egli a seguire
83.6non n habbia, et a turbar la tela ordita
83.7noi lo lasciammo disarmato a piedi
83.8et qua venuti sian come tu vedi
84.1Poteasi dar di summa astutia vanto
84.2che Aquilante di facil gli credea
84.3e fuor, ch en torgli arme, et destrier, et quanto
84.4tenesse di Griphon, non gli nocea
84.5se non volea polir sua scusa tanto
84.6che la facesse di menzogna rea
84.7buona era ogni altra parte, se non quella
84.8che la femina a lui fusse sorella
85.1Havea Aquilante in Antiochia inteso
85.2essergli concubina da piu genti
85.3onde gridando di furor acceso
85.4falsissimo ladron tu te ne menti
85.5un pugno gli tirò di tanto peso
85.6che ne la gola gli cacciò duo denti
85.7et senza piu contesa ambe le braccia
85.8li volge dietro, et d una fune allaccia
86.1Et parimente fece ad Horrigille
86.2ben che in sua scusa ella dicesse assai
86.3quindi li trasse per casali et ville
86.4ne li lasciò fin a Damasco mai
86.5et de le miglia mille volte mille
86.6tratti li havrebbe, con pene e con guai
86.7fin che havesse trovato il suo fratello
86.8per farne poi come piacesse a quello
87.1Fece Aquilante lor scudieri et some
87.2seco tornar, et in Damasco venne,
87.3et trovò di Griphon celebre il nome
87.4per tutta la città batter le penne
87.5piccoli e grandi ognun sapea giá come
87.6egli era chi si ben corse l antenne
87.7et che tolto gli fu con falsa mostra
87.8dal compagno la gloria de la giostra
88.1Quivi il vil cavallier fu noto presto
88.2che l un al altro il manifesta et scopre
88.3non è (dicean) non è, Martano questo
88.4che si fa laude con l altrui buon opre?
88.5et la virtù di chi non è ben desto
88.6con la sua infamia, et col suo obbrobrio copre
88.7non è l ingrata femina costei
88.8che tradisce li buoni, e aiuta i rei?
89.1Altri dicean come stan bene in coppia
89.2segnati ambi d un marchio et d una razza
89.3altri li maledice, altri raddoppia
89.4con alta voce, appicca abrucia amazza
89.5la turba per veder si preme et stroppia
89.6correno inanzi alle strade alla piazza
89.7venne la nuova al Re, che mostrò segno
89.8d haverla cara piu che un altro regno
90.1Senza molti scudier drieto o dinante
90.2come se ritrovò, si mosse infretta
90.3et venne ad incontrarse in Aquilante
90.4che havea del suo Griphon fatto vendetta
90.5et quello honora con gentil sembiante
90.6seco l invita, et seco lo ricetta,
90.7di suo consenso havendo fatto porre
90.8li duo prigionieri in fondo d una torre
91.1Andar insieme, ove del letto mosso
91.2Griphon non s era poi che fu ferito
91.3che vedendo il fratel divenne rosso
91.4che ben stimò che havea il suo caso udito
91.5et poi che motteggiando un poco adosso
91.6gli andò Aquilante, messero a partito
91.7come punir se havesser quelli dui
91.8venuti in man de li aversarii sui
92.1Vuole Aquilante, vuol il Re, che mille
92.2stratii ne siano fatti, ma Griphone
92.3(perche non osá dir sol d Horrigille)
92.4alluno et l altro vuol che si perdone
92.5disse assai cose, et molto bene ordille
92.6fugli risposto, è la conclusione
92.7fu, che si dia Martano in mano al boia
92.8chabbia a scoparlo, et non perho che muoia
93.1Legar lo fanno, et non tra fior et l herba
93.2et per tutto scopar l altra matina
93.3Horrigille captiva si riserba
93.4fin che ritorni la bella Lucina
93.5al cui saggio parer, o lieve, o acerba
93.6rimetton quei signor la disciplina
93.7quivi stette Aquilante a ricrearse
93.8fin chel fratel fu sano, e puote armarse
94.1Re Norandin che temperato e saggio
94.2divenuto era, dopo un tanto errore
94.3non potea non haver sempre il coraggio
94.4di penitentia pieno, et di dolore
94.5d haver fatto a colui danno et oltraggio
94.6che di mercede degno era et di honore
94.7si che dì e notte havea il pensiero intento
94.8per farlo rimaner di se contento
95.1Et statuì nel publico conspetto
95.2de la città, di tanta ingiuria rea
95.3con quella maggior gloria, che a perfetto
95.4cavallier per un Re dar si potea
95.5restituirgli il premio che intercetto
95.6con tanto inganno il traditor gli havea
95.7et per ciò fe bandir per quel paese
95.8che faria un altra giostra indi a un mese
96.1Di che apparecchio fa tanto solenne
96.2quanto a pompa real possibil sia
96.3onde la Fama con veloci penne
96.4ne portò nuova per tutta Soria
96.5et in Phenicia, e in Palestina venne
96.6et tanto che al Astolfo ne diè spia
96.7il qual col Vicerè deliberosse
96.8che quella giostra senza lor non fosse
97.1Cavallier valoroso et di gran nome
97.2l antica fama Sansonetto vanta
97.3gli diè battesmo Orlando, et Carlo (come
97.4v hò detto) a governar la terra santa
97.5Astolfo con costui levò le some
97.6per ritrovarsi ove la Fama canta
97.7sì che d intorno nhà pieno ogni orecchia
97.8ch in Damasco la giostra s apparecchia
98.1Hor cavalcando per quelle contrade
98.2con non lunghi viaggi, adagio et lenti
98.3per ritrovarsi freschi alla cittade
98.4poi di Damasco, el dí de torniamenti
98.5scontraro in una croce di due strade
98.6persona, ch al vestir e a i movimenti
98.7havea sembianza d huomo, et femina era
98.8ne le battaglie, oltra ogni creder fiera
99.1La vergine Marphisa si nomava
99.2di tal valor, che con la spada in mano
99.3fece piu volte al gran signor di Brava
99.4sudar la fronte, e a quel di Monte albano
99.5el dì et la notte armata sempre andava
99.6di qua et di la, cercando in monte e in piano
99.7con cavallieri erranti riscontrarsi
99.8et immortale et gloriosa farsi
100.1Come ella vide Astolfo et Sansonetto
100.2che appresso le venian con l arme indosso
100.3prodi guerrier le parvero all aspetto
100.4ch erano ambo duo grandi, et di buon osso
100.5et perche di provarsi havria diletto
100.6a desfidarli havea il destrier già mosso
100.7quando affisando l occhio piu vicino,
100.8connosciuto hebbe il Duca paladino
101.1De la piacevolezza le sovenne
101.2del cavallier, quando al Cathai seco era
101.3e lo chiamò per nome e non si tenne
101.4la man nel guanto, e alzossi la visera
101.5e con gran festa ad abbracciar lo venne
101.6come che sopra ogn altra fusse altiera
101.7non men de l altra parte reverente
101.8fu l paladino alla Donna excellente
102.1Tra lor si dimandaron di lor via
102.2et poi che Astolfo (che prima rispose)
102.3narrò, come a Damasco se ne gia
102.4dove le genti in arme valorose
102.5havea invitato il Re di Soria
102.6a dimostrar lor opre virtuose
102.7Marphisa sempre a far gran prove accesa
102.8voglio esser con voi (disse) a questa impresa
103.1Sommamente hebbe Astolfo grata questa
103.2compagna d arme, et così Sansonetto
103.3furo a Damasco el dì nanzi la festa
103.4et di fuora nel borgo hebbon ricetto
103.5e sin allhora che dal sonno desta
103.6l Aurora il vecchiarel già suo diletto
103.7quivi se riposar con maggior agio
103.8che se smontati fussero al palagio
104.1Et poi chel nuovo sol lucido et chiaro
104.2per tutto sparti hebbe i fulgenti rai
104.3la bella Donna e duo guerrier s armaro
104.4mandato havendo in la città messaggi
104.5che come tempo fu, lor rapportaro
104.6che per veder spezzar frassini et faggi
104.7Re Norandin era venuto al luoco
104.8che havea constituito al fiero giuoco
105.1Senza piu indugio in la città ne vanno
105.2et per la via maestra in la gran piazza
105.3dove aspettando il real segno, stanno
105.4quinci et quindi i guerrier di buona razza
105.5li premii che quel giorno si daranno
105.6al vincitor, è un stocco et una mazza
105.7guarniti riccamente, e un destrier quale
105.8é convenevol dono a un signor tale
106.1Havendo Norandin fermo nel core
106.2che come il primo pregio, il secondo ancho
106.3et dambe due le giostre, il summo honore
106.4devesse guadagnar Griphon il bianco
106.5per dargli tutto quel chuom di valore
106.6devrebbe haver, et non può far con manco
106.7hor gli havea giunto in questo ultimo pregio
106.8la mazza, el stocco, et quel caval egregio
107.1Quella armatura che in la giostra dianzi
107.2debita era a Griphon, chel tutto vinse
107.3et che usurpata havea con tristi avanzi
107.4Martano, che Griphon esser si finse
107.5quivi si fece il Re ponere inanzi
107.6e il ben guarnito stocco a quella cinse
107.7la mazza appresso, e l buon destrier le messe
107.8perche Griphon l un pregio, et l altro havesse
108.1Ma che sua intentione havesse effetto
108.2vietò quella magnanima guerriera
108.3che con Astolfo et col buon Sansonetto
108.4in piazza nuovamente, venuta era
108.5costei vedendo l arme ch io v hò detto
108.6subito n hebbe connoscenza vera
108.7perhò che già sue furo, et l hebbe care
108.8quanto si suol le cose ottime et rare
109.1Ben che per ira le gettò per strada
109.2a quella volta, che le fur d impaccio
109.3quando per rihaver sua buona spada
109.4correa dretto a Brunel degno di laccio
109.5questa historia non credo che mi accada
109.6altrimenti narrar, perhò la taccio
109.7da me vi basti intendere, a che guisa
109.8quivi trovasse l arme sue Marphisa
110.1Intenderete anchor, che come l hebbe
110.2riconnosciute a manifeste note
110.3per altro che sia al mondo, non le harebbe
110.4lasciate un dì di sua persona vuote
110.5se piu tenere un modo, o un altro debbe
110.6per racquistarle, ella pensar non puote
110.7ma come era a caval, la mano stese
110.8et senza altrui rispetto se le prese
111.1Et per la fretta ch ella n hebbe, avenne
111.2di torne parte, et mandar parte in terra
111.3il Re che troppo offeso se ne tenne
111.4con un mal sguardo sol, le mosse guerra
111.5ch el popul che l ingiuria non sostenne
111.6per vendicarlo, et lance, et spade afferra
111.7non ramentando ciò che i giorni inanti
111.8nocque il dar noia a cavallieri erranti
112.1Ne fra vermigli fiori azurri et gialli
112.2vago fanciul ne la stagion novella
112.3ne mai se ritrovò tra suoni et balli
112.4piu volentieri ornata donna et bella
112.5che fra strepito d arme, et de cavalli
112.6et fra punte di lance, et di quadrella
112.7dove si sparga sangue, e se dia morte
112.8costei si trovi, oltra ogni creder forte
113.1Spinge il cavallo, et ne la turba sciocca
113.2con l hasta bassa impetuosa fere
113.3et chi nel collo, et chi nel petto imbrocca
113.4et fa con l urto, hor questo, hor quel cadere
113.5poi con la spada un et un altro tocca
113.6et fa qual senza capo rimanere
113.7e qual con rotto, et qual passato al fianco
113.8et qual del braccio privo o destro o manco
114.1L ardito Astolfo e l forte Sansonetto
114.2che havean con lei vestita piastra e maglia
114.3(ben che non vener già per tal effetto)
114.4pur vedendo attaccata la battaglia
114.5abbassan la visera de l elmetto
114.6in favor d essa, per quella canaglia
114.7prima con lancia, et vanno poi con spada
114.8di qua et di la facendo lei far strada
115.1Li cavallier di nation diverse
115.2ch erano per giostrar quivi ridutti
115.3vedendo l arme in tal furore converse
115.4et li aspettati giuochi in gravi lutti
115.5non sapendo che causa di dolerse
115.6habbia la plebe, che non vider tutti
115.7l ingiuria, che de l arme al Re fu fatta
115.8stavan con dubbia mente et stupefatta
116.1Di ch altri a favorir la turba venne
116.2che tardi poi non se ne fu a pentire
116.3altri a cui la città piu non attenne
116.4che li stranieri, corse a dipartire
116.5altri piu saggio in man la briglia tenne
116.6mirando dove questo havesse a uscire
116.7di quelli fu Griphon, et Aquilante
116.8che per vendicar l arme andaro inante
117.1Essi vedendo il Re che di veneno
117.2havea le luci inebriate, et rosse
117.3et essendo da molti instrutti a pieno
117.4de la cagion che la discordia mosse
117.5et parendo a Griphon che sua non meno
117.6che del Re Norandin la ingiuria fosse
117.7se havean le lance fatte dar con fretta
117.8et venian fulminando alla vendetta
118.1Astolfo d altra parte Rabicano
118.2venia spronando a tutti li altri inante
118.3con l incantata lancia d oro in mano
118.4ch al fiero scontro abbatte ogni giostrante
118.5ferì con essa, et lasció steso al piano
118.6prima Griphon, et poi trovò Aquilante
118.7et gli toccò ne l orlo il scudo a pena
118.8et lo gettò riverso in su l arena
119.1Li cavallier di pregio et di gran pruova
119.2vuotan le selle inanzi a Sansonetto
119.3l uscita de la piazza il popul truova
119.4il Re ne arrabbia d ira et di dispetto
119.5con la prima corazza e con la nuova
119.6Marphisa intanto e l uno e l altro elmetto
119.7poi che si vide a tutti dar il tergo
119.8vincitrice venia verso l albergo
120.1Astolfo et Sansonetto non fur lenti
120.2a seguitarla, et seco a ritornarsi,
120.3Fuggendo intorno a lor, tutte le genti,
120.4alle porte onde intraro, et la fermarsi
120.5Aquilante et Griphon troppo dolenti
120.6d haver veduti a un scontro riversarsi
120.7tenean per gran vergogna il capo chino
120.8ne ardian venire inanzi a Norandino
121.1Presi e montati channo i lor cavalli
121.2spronano drieto alli nemici in fretta
121.3li segue il Re con molti suoi vasalli
121.4tutti pronti alla morte, o alla vendetta
121.5la sciocca turba grida dalli dalli
121.6et sta lontana, et le novelle aspetta
121.7Griphon arriva, ove volgean la fronte
121.8li tre compagni, et havean preso il ponte
122.1E a prima giunta Astolfo raffigura
122.2che havea quelle medesime divise
122.3havea il cavallo, havea quella armatura
122.4che hebbe dal dì che Horril fatale uccise
122.5mirato non lo havea, ne messo cura
122.6quando in piazza a giostrar seco si mise
122.7quivi il connobbe et salutollo, et poi
122.8gli dimandò, de li compagni suoi
123.1Et perche tratto havean quell arme a terra
123.2e havuto al Re si poca reverenza
123.3di suoi compagni il Duca d Inghilterra
123.4diede a Griphon non falsa connoscenza
123.5ma de la causa, che Marphisa a guerra
123.6mosse, rispose non haver scienza
123.7et sol perche con lei v era venuto
123.8dar le volea con Sansonetto aiuto
124.1Mentre parla Griphon col Paladino
124.2venne Aquilante, et riconnosce tosto
124.3Astolfo, che parlar l ode vicino
124.4et subito si muta di proposto
124.5giungean molti di quei di Norandino
124.6ma troppo non ardian venire accosto
124.7et tanto piu, vedendo i parlamenti
124.8stavano cheti, et per udir intenti
125.1Alcun che intende quivi esser Marphisa
125.2che tiene al mondo il vanto in esser forte
125.3volta il cavallo, et Norandin avisa
125.4che s hoggi non vuol perder la sua corte
125.5proveggia, prima che sia tutta uccisa
125.6di man trarla a Tesiphone, e alla morte
125.7perche Marphisa veramente è stata
125.8che l armatura in piazza gli hà levata
126.1Come Re Norandin ode quel nome
126.2così temuto per tutto il Levante
126.3che facea a molti ancho arricciar le chiome
126.4ben che fusse da lor spesso distante
126.5è certo, che ne debbia venir, come
126.6dice quel suo, se non provede inante
126.7perhò li suoi che già mutata l ira
126.8hanno in timor, a se richiama et tira
127.1Da l altra parte i figli d Oliviero
127.2con Sansonetto, et col figliuol d Othone
127.3supplicando a Marphisa, tanto fero
127.4che se diè fine alla crudel tenzone
127.5Marphisa giunta al Re con viso altiero
127.6disse, io non so signor con che ragione
127.7vogli queste arme dar, che tue non sono
127.8al vincitor de le tue giostre in dono
128.1Mie sono l arme, e in mezo de la via
128.2che vien d Armenia un giorno le lasciai
128.3perche seguir a pié mi convenia
128.4un rubator, che me havea offeso assai
128.5et a cavallo inanzi mi fuggia
128.6e la mia insegna se notitia n hai
128.7vedi (e mostronne la corazza impressa)
128.8ch era in tre parti una corona fessa
129.1È ver (rispose il Re) che mi fur date
129.2(son pochi dì) da un mercadante Armeno
129.3che disse haverle in terra ritrovate
129.4ma che possio saper che le tue sieno?
129.5et se ben a Griphon già l hò donate
129.6ho tanta fede in lui, che non dimeno
129.7a Marphisa ancho havrei potuto darle
129.8se si fusse degnata dimandarle
130.1Non bisogna allegar, per farmi fede
130.2che sieno tue, che tengano tua insegna
130.3basti che tu mel dica, e ti si crede
130.4piu, che a qual altro testimonio vegna
130.5che l arme tue, sian tue, te si concede
130.6per tua virtù di maggior premio degna
130.7togliti l arme, et piu non si contenda
130.8et Griphon maggior premio da me prenda
131.1Griphon, che poco a cor havea quell arme
131.2ma gran disio chel Re si satisfaccia
131.3non puoi (gli disse) meglio compensarme
131.4che se mi fai saper ch io ti compiaccia
131.5tra se disse Marphisa, esser qui parme
131.6l honor mio in tutto, et con benigna faccia
131.7volse a Griphon de l arme esser cortese
131.8e finalmente in don da lui le prese
132.1Ne la città con pace et con amore
132.2tornaro, ove le feste raddoppiarsi
132.3poi la giostra si fe, di che l honore
132.4e il pregio, fece Sansonetto darsi
132.5che Astolfo e i dua fratelli, et la migliore
132.6d essi Marphisa, non vi vuol provarsi
132.7cercando come amici et buon compagni
132.8che Sansonetto il pregio ne guadagni
133.1Stati che sono in gran piacere et festa
133.2con Norandin quivi otto giorni o diece
133.3perche l amor di Francia li molesta
133.4che senza essi lasciar tanto non lece
133.5tolgon licentia, et Marphisa che questa
133.6via disiava, compagnia lor fece,
133.7Marphisa havuto havea lungo disire
133.8al paragon di paladin venire
134.1E far experientia se l effetto
134.2si pareggiva a tanta nominanza
134.3lasciò un altro in suo luoco Sansonetto
134.4che di Hierusalem resse la stanza
134.5hor questi cinque in un drapello eletto
134.6che pochi pari haveano di possanza
134.7licentiati dal Re Norandino
134.8vanno a Tripoli, e al mar indi vicino
135.1Et quivi una caracca ritrovaro
135.2che per Ponente mercantie raguna
135.3per loro et per cavalli s accordaro
135.4con un vecchio padron, ch era da Luna
135.5mostrava dognintorno il tempo chiaro
135.6che havrian per molti dì buona fortuna
135.7sciolser dal lito, havendo aria serena
135.8e di buon vento ogni lor vela piena
136.1L Isola sacra all amorosa Dea
136.2diede lor sotto un aria il primo porto
136.3che (non che a offender glihuomini sia rea)
136.4ma stempra il ferro, e quivi è il viver corto
136.5cagion n é un stagno, et certo non devea
136.6Natura a Phamagosta far quel torto
136.7d appressarve Costanza acre et maligna
136.8quando al resto di Cypro è si benigna
137.1El grave odor che la palude exhala
137.2non lascia al legno far troppo soggiorno
137.3quindi a un Greco levante spiega ogni ala
137.4et vola da man destra a Cypro intorno
137.5et sorge a Papho, et pone in terra scala
137.6li naviganti uscir nel lito adorno
137.7chi per merce levar, chi per vedere
137.8la terra d amor piena, et di piacere
138.1Dal mar sei miglia o sette, a poco a poco
138.2si va salendo in verso il colle ameno
138.3di Myrti, Cedri, et di Naranci il luoco
138.4et di soavi altri arbuscelli è pieno
138.5Serpillo, et Persa, et Rose, et Gigli, et Croco
138.6spargon da l odorifero terreno
138.7tanta suavità, che in mar sentire
138.8la fa ogni vento che da terra spire
139.1De l impida fontana, tutta quella
139.2piaggia, rigando va un ruscel fecondo
139.3ben si puó dir, che sia di Vener bella
139.4il luoco dilettevole, et giocondo
139.5che v è ogni donna affatto, ogni donzella
139.6piacevol, piu che altrove sia nel mondo
139.7e fa la Dea che tutte ardan d amore
139.8giovene et vecchie insino all ultime hore
140.1Quivi odono il medesimo, ch udito
140.2di Lucina et de l Orco hanno in Soria
140.3et come di tornare ella a marito
140.4facea nuovo apparecchio in Nicosia
140.5quindi il padron (essendosi expedito
140.6et sperando buon vento alla sua via)
140.7l ancore sarpa, et fa girar la proda
140.8verso Ponente, et ogni vela snoda
141.1Al vento di Maestro alzò la nave
141.2le vele all orza, et allargossi in alto
141.3un Ponente libecchio, che suave
141.4parve a principio, et fin chel sol stette alto
141.5et poi si fe verso la sera grave,
141.6le lieva incontra il mar con fiero assalto
141.7con tanti tuoni, et tanto ardor di lampi
141.8che par chel ciel si spezzi, et tutto avampi
142.1Stendon le nubi un tenebroso velo
142.2che ne Sole apparir lascia ne stella
142.3di sotto il mar, di sopra mugge il cielo,
142.4el vento dognintorno, et la procella
142.5che di pioggia oscurissima, et di gelo
142.6li naviganti miseri flagella
142.7et la notte piu sempre si diffonde
142.8sopra l irate et formidabil onde
143.1Li naviganti a dimostrar effetto
143.2vanno de l arte in che lodati sono
143.3nessun sta in otio, chi tolle il fraschetto
143.4et quanto altrui diè far, mostra col suono
143.5chi l ancore apparecchia da rispetto
143.6et chi al mainar, et chi alla scotta è buono
143.7chi el timone chi l arbore assicura
143.8chi la coperta a disgombrare ha cura
144.1Crebbe il tempo crudel tutta la notte
144.2caliginosa et piu scura che inferno
144.3tiene in l alto il padron, dove men rotte
144.4crede l onde trovar, dritto il governo
144.5et volta ad hor ad hor, contra le botte
144.6del mar, la proda, et del spietato verno,
144.7non senza speme mai, che come aggiorni
144.8cessi fortuna, o piu placabil torni
145.1Non cessa, et non si placa, et piu furore
145.2mostra nel giorno, se pur giorno è questo
145.3che si connosce al numerar de l hore
145.4non che per lume già sia manifesto
145.5hor con minor speranza et piu timore
145.6si dà in poter del vento el padron mesto
145.7volta la poppa all onde, e il mar crudele
145.8scorrendo se ne va con humil vele
146.1Mentre fortuna in mar questi travaglia
146.2ne posar lascia ancho quelli altri in terra
146.3che sono in Francia, ove s uccide et taglia
146.4coi saracini il popul d Inghilterra
146.5quivi Rinaldo assale, apre, et sbarraglia
146.6le schiere averse, et lor bandiere atterra
146.7dicea di lui, chel suo destrier Baiardo
146.8mosso havea contra Dardinel gagliardo
147.1Vide Rinaldo il segno del quartiero
147.2di che superbo iva il figliuol d Aimonte
147.3et lo stimò gagliardo et buon guerriero
147.4che concorrer d insegna ardia col Conte
147.5venne piu appresso, et piu gli parbe vero
147.6che havea dintorno huomini uccisi a monte
147.7meglio è (gridò) che prima io svella et spenga
147.8questo mal germe, che maggior divenga
148.1Dovunque il viso drizza il Paladino
148.2levasi ognuno, et gli da larga strada
148.3ne men sgombra il fedel, ch el saracino
148.4sì reverita è la famosa spada
148.5Rinaldo fuor che Dardinel meschino
148.6non vede alcuno, et lui seguir non bada
148.7fanciul (gridando) gran briga ti diede
148.8chi ti lasciò di quel bel scudo herede
149.1Vengo a te per provar, se tu me attendi
149.2come ben guardi il quartier rosso et bianco
149.3che s hora contra me non lo difendi,
149.4difender contra Orlando il potrai manco
149.5rispose Dardinel, hor chiaro apprendi
149.6che s io lo porto il sò difendere ancho
149.7et guadagnar piu honor che briga posso
149.8del paterno quartier candido et rosso
150.1Per vedermi fanciul non creder farmi
150.2perhò fuggir, o chel quartier ti dia
150.3la vita mi torrai, se mi toi l armi
150.4ma spero in Dio ch anzi il contrario fia
150.5sia quel che vuol, non potra alcun biasmarmi
150.6che mai traligni alla progenie mia
150.7così dicendo, con la spada in mano
150.8assalse il cavallier da Monte albano
151.1De li Aphricani un tremor freddo oppresse
151.2il sangue intorno al spaventato core
151.3come vider Rinaldo, che si messe
151.4con quella rabbia, contra il lor signore
151.5con che andaria un leon, chal prato havesse
151.6visto un Torel, che anchor non sente amore
151.7el primo che ferì fu il Saracino
151.8ma picchiò in van su, l elmo di Mambrino
152.1Rise Rinaldo, et disse, io vuò tu senta
152.2s io sò meglio di te trovar la vena,
152.3et nel petto la spada gli appresenta
152.4spigne il cavallo, et l aspra punta mena
152.5la crudel spada non si piega o lenta
152.6che la punta n appar fuo de la schiena
152.7seco trasse al tornar l anima e il sangue
152.8di sella il corpo uscì freddo et exangue
153.1Come purpureo fior languendo more
153.2chel vomere al passar tagliato lassa
153.3et come carco di superchio humore
153.4il papavero in l orto il capo abbassa
153.5così, giu de la faccia ogni colore
153.6cadendo, Dardinel di vita passa
153.7passa di vita, et fa passar con lui
153.8l ardire et la virtù di tutti i sui
154.1Qual soglion l acque per humano ingegno
154.2star ingorgate alcuna volta et chiuse
154.3che quando lor vien poi rotto il sustegno
154.4cascano, et van con gran rumor difuse
154.5tal li Aphrican chavean qualche ritegno
154.6mentre lor Dardinel virtude infuse
154.7ne vanno hor sparti in questa parte e in quella
154.8che l han veduto uscir morto di sella
155.1Chi vuol fuggir, Rinaldo fuggir lassa
155.2et attende a cacciar chi vuol star saldo
155.3si cade ovunque Ariodante passa
155.4che molto va quel di presso a Rinaldo
155.5altri Lionetto, altri Zerbin fraccassa
155.6a gara ognuno a far gran prova è caldo
155.7Carlo fa il suo dever, fallo Oliviero
155.8Guido, Turpin, e Salamone, e Ugiero
156.1Li Mori fur quel giorno in gran periglio
156.2che in pagania non ne tornasse testa
156.3ma il giuoco a tempo sa lasciar Marsiglio
156.4et se ne va con quel che in man gli resta
156.5restar in danno tien miglior consiglio
156.6che tutti i denar perdere, et la vesta
156.7meglio è ritrarsi, et salvar qualche schiera
156.8che stando, esser cagion chel tutto pera
157.1Verso li alloggiamenti i segni invia
157.2ch eron serrati d argine, et di fossa
157.3con Stordilan col Re d Andologia
157.4col Portughese, in una squadra grossa
157.5manda a pregar il Re di Barbaria
157.6che si cerchi ritrar meglio che possa
157.7et se quel giorno la persona e l luoco
157.8potrá salvar, non havrá fatto poco
158.1Quel Re che si tenea spacciato al tutto
158.2ne mai credea piu riveder Biserta
158.3che con viso si horribile et si brutto
158.4un quancho non havea fortuna experta
158.5s allegrò che Marsilio havea ridutto
158.6parte del campo in sicurezza certa
158.7et a ritrarsi cominciò, e dar volta
158.8alle bandiere, et fe sonar raccolta
159.1Ma la piu parte de la gente rotta
159.2ne tromba ne tambur ne segno ascolta
159.3tanta fu la viltà, tanta la dotta
159.4ch in Senna se ne vide affogar molta
159.5il Re Agramante vuol ridur la frotta
159.6seco ha Sobrino, et van scorrendo in volta
159.7et con lor s affatica ogni buon Duca
159.8che nei steccati il campo si riduca
160.1Ma ne il Re ne Sobrin ne Duca ignuno
160.2con prieghi con minaccie, et con affanno
160.3ritrar può il terzo (io non vi dico ognuno)
160.4dove l insegne mal seguite, vanno
160.5morti et fuggiti ne son dua, per uno
160.6chi ne rimane, et quel non senza danno
160.7ferito è chi diretro, et chi dinanti
160.8ma travagliati et lassi tutti quanti
161.1Et con gran tema sin dentro alle porte
161.2de forti alloggiamenti hebbon la caccia
161.3et era lor quel luoco ancho mal forte
161.4con ogni proveder che vi si faccia
161.5che ben pigliar nel crin la buona sorte
161.6Carlo sapea, quando volgea la faccia
161.7se non venia la notte tenebrosa
161.8che staccò il fatto, et acquetò ogni cosa
162.1Dal Creator accelerata forse
162.2che de la sua fattura hebbe pietade
162.3ondeggiò il sangue in la campagna, e corse
162.4come un gran fiume, e dilagò le strade
162.5ottanta mila corpi numerose
162.6che fur quel dì messi per fil di spade
162.7villani e lupi uscir poi de le grotte
162.8a dispogliarli e divorar la notte
163.1Carlo non torna piu dentro alla terra
163.2ma contra li nemici fuor s accampa
163.3et in assedio le lor tende serra
163.4et alti e spessi fuochi intorno avampa
163.5il Pagan si provede, et cava terra
163.6fossi et ripari, et bastioni stampa
163.7va quinci et quindi, et tien le guardie deste
163.8ne tutta notte mai l arme si sveste
164.1Tutta la notte per li alloggiamenti
164.2de mal sicuri saracini oppresso
164.3si versan pianti, gemiti, et lamenti
164.4ma (quanto piu si può) cheti e soppressi
164.5altri per che li amici hanno, e parenti
164.6lasciati morti, et altri per se stessi
164.7che son feriti, e con disagio stanno
164.8ma piu è la tema del futuro danno
165.1Duo Mori ivi fra li altri si trovaro
165.2d oscura stirpe nati in Tolomitta
165.3di cui l historia (per exempio raro
165.4di vero amor) é degna esser descritta
165.5Cloridano et Medor si nominaro
165.6chavean ne la seconda, et ne l afflitta
165.7fortuna, sempre amato Dardinello
165.8et hor passato in Francia il mar con quello
166.1Cloridan cacciator tutta sua vita
166.2di robusta persona era et isnella
166.3Medoro havea la guancia colorita
166.4et bianca, et grata ne l età novella
166.5et fra la gente a quella impresa uscita
166.6non v era faccia piu gioconda et bella
166.7li occhi havea negri, et chioma crespa, e d oro
166.8Angel parea di quei del summo choro
167.1Erano questi dui su li ripari
167.2con molti altri, a guardar li alloggiamenti
167.3quando la Notte fra distantie pari
167.4mirava il ciel con li occhi sonnolenti
167.5Medoro quivi in tutti i suoi parlari
167.6non può far chel signor suo non ramenti
167.7Dardinello d Aimonte, et che non piagna
167.8che senza honor si lasci in la campagna
168.1Volto al compagno disse, o Cloridano
168.2io non ti posso dir quanto me incresca
168.3del mio signor, che sia rimaso al piano
168.4per lupi e corbi, ohime troppo degna esca
168.5a pensar come sempre mi fu humano
168.6mi par, che quando anchor quest anima esca
168.7in honor di sua fama, io non compensi
168.8ne sciolga verso lui l oblighi immensi
169.1Io voglio andar, perche non stia insepulto,
169.2in mezo la campagna a ritrovarlo
169.3et forse Dio vorrà, che andarò occulto
169.4la dove tace il campo del Re Carlo
169.5tu rimarrai, che quando in ciel sia sculto
169.6ch io vi debba morir, potrai narrarlo
169.7che se fortuna vieta si bel opra
169.8per fama almeno il mio buon cor si scopra
170.1Stupisce Cloridan che tanto core
170.2tanto amor, tanta fede, habbia un fanciullo
170.3et cerca assai (perche li porta amore)
170.4di farli quel pensier irrito et nullo
170.5ma non gli val, ch un si grave dolore
170.6non riceve conforto ne transtullo
170.7è disposto Medoro, o di morire
170.8o ne la tomba il suo signor coprire
171.1Quando pur vede che nol piega o muove
171.2Cloridano gli dice, e verrò anch io
171.3anch io vuò pormi a si lodevol prove
171.4anch io famosa morte amo et disio
171.5qual cosa serà mai che piu mi giove?
171.6sio resto senza te Medoro mio
171.7non è meglio morir teco, et con l arme
171.8che poi di duol, vedendote mancarme?
172.1Cosí concordi posero in quel luoco
172.2le successive guardie, et se ne vanno
172.3lascian steccati et fossi, et dopo poco
172.4tra nostri son che senza cura stanno
172.5il campo dorme, et tutto è spento il fuoco
172.6perche de li pagan dubbio non hanno
172.7tra l arme et cariaggi stan roversi
172.8nel vin nel sonno insino a gli occhi immersi
173.1Fermossi alquanto Cloridano, et disse,
173.2non son mai da lasciar l occasioni,
173.3di questo stuol chel mio signore trafisse
173.4non debbio far Medoro occisioni?
173.5tu, perche sopra alcun non ci venisse,
173.6li occhi et l orecchi in ogni parte poni
173.7ch io m offerisco farti con la spada
173.8tra li nemici spatiosa strada
174.1Così disse egli, et presto il parlar tenne
174.2et entrò dove il dotto Alpheo dormia
174.3che l anno dianzi in corte a Carlo venne
174.4medico et mago, et pien d astrologia
174.5ma poco a questa volta gli sovenne
174.6anzi gli disse in tutto la bugia
174.7predetto egli s havea, che d anni pieno
174.8devea morir alla sua moglie in seno
175.1Et hor gli ha messo il cauto Saracino
175.2la punta de la spada ne la gola
175.3quattro altri uccide appresso a l indovino,
175.4che non han tempo dire una parola
175.5mention de nomi lor, non fa Turpino
175.6e il lungo andar la lor notitia invola
175.7dopo essi Palidon di Monchalieri
175.8che sicuro dormia fra duo destrieri
176.1Poi se ne viene dove col capo giace
176.2appoggiato al barile il miser Grillo
176.3havealo vuoto, e havea creduto in pace
176.4godersi un sonno placido e tranquillo
176.5troncolli il capo il Saracino audace
176.6esce col sangue il vin per uno spillo
176.7di che n ha in corpo piu d una bigoncia
176.8e ber sognava, e Cloridano il sconcia
177.1Et presso a Grillo, un greco et un Thedesco
177.2spenge in dui colpi Androphilo e Conrado
177.3che de la notte havean goduto al fresco
177.4la maggior parte con la tazza e l dado
177.5felici se vegghiar sapeano a desco
177.6fin che de l Indo il Sol passassi il guado
177.7ma non potrebbe in glihuomini il destino
177.8se del futuro ognun fusse indovino
178.1Come impasto leone in stalla piena
178.2che lunga fame habbia smagrato e asciutto
178.3uccide, scanna, mangia, a straccio mena
178.4l infermo gregge in sua balia condutto
178.5così il crudel Pagan, nel sonno svena
178.6la nostra gente, et fa macel per tutto
178.7la spada di Medoro ancho non hebe
178.8ma si sdegna ferir l ignobil plebe
179.1Venuto era ove il Duca di Labretto
179.2con una dama sua dormia abbracciato
179.3et l un con l altro si tenea si stretto
179.4che non seria tra loro l aere intrato
179.5Medoro ad ambi taglia il capo netto
179.6o felice morire, o dolce fato
179.7che come erano i corpi, hò così fede
179.8che andasser l alme a lor debita sede
180.1Malindo uccise e Ardalico il fratello
180.2che del Duca d Olanda erano figli
180.3e l uno e l altro cavallier novello
180.4fatto havea Carlo, et dato in l arme i gigli
180.5perche il giorno amendui di hostil macello
180.6vide coi stocchi a se tornar vermigli
180.7e terre in Frisa havea promesso loro
180.8et date havria, ma lo vietò Medoro
181.1L insidiosi ferri eran vicini
181.2a padiglioni, che tiraro in volta
181.3al padiglion di Carlo, i paladini
181.4facendo ognun la guardia la sua volta
181.5quando da l empia strage i saracini
181.6trasser le spade, et diero a tempo volta
181.7ch impossibil lor par, tra si gran torma
181.8che non s habbia a trovar un che non dorma
182.1Et ben che possan tor non poca preda
182.2par di salvar la vita amplo guadagno
182.3dove piu andar sicuramente creda
182.4va Cloridano, et dietro ha il suo compagno
182.5trovan la piazza piu di sangue hereda
182.6che molte volte non è d acqua stagno
182.7dove poveri, et ricchi, et Re et vassalli
182.8giaccion sossopra, et huomini e cavalli
183.1Quivi de corpi l horrida mistura
183.2che piene havean le gran campagne intorno
183.3potean far vaneggiar la fedel cura
183.4de duo compagni insino al far del giorno
183.5se non trahea fuor d una nube oscura
183.6a prieghi di Medor la Luna il corno
183.7Medoro inciel divotamente fisse
183.8verso la Luna li occhi, et così disse
184.1O santa Dea che da li antiqui nostri
184.2debitamente sei detta triforme
184.3ch in cielo, in terra, e ne l inferno mostri
184.4l alta bellezza tua, sotto piu forme
184.5et ne le selve di fere et di mostri
184.6vai cacciatrice seguitando l orme
184.7mostrami ove il Re mio giaccia fra tanti
184.8che vivendo imitò tuoi studi santi
185.1La Luna a quel pregar la nube aperse
185.2o fusse caso o pur la tanta fede
185.3bella come fu allhor, ch ella se offerse
185.4et nuda in braccio a Endimion se diede
185.5Parigi a quel splendor si discoperse,
185.6l un campo e l altro, e il monte e il pian si vede
185.7si videro i duo colli di lontano
185.8Martyre a destra, e Lerí all altra mano
186.1Rifulse il gran splendor molto piu chiaro
186.2ove d Aimonte giacea morto il figlio
186.3Medoro andò piangendo al signor caro
186.4che connobbe il quartier bianco et vermiglio
186.5et tutto il viso gli bagnò d amaro
186.6pianto, che n havea un mar sotto ogni ciglio
186.7in si dolci atti in si dolci lamenti
186.8che potea ad ascoltar fermare i venti
187.1Ma con summessa voce apena udita
187.2non che riguardi a non se far sentire
187.3perche habbia alcun pensier de la sua vita
187.4piu presto l odia, et ne vorrebbe uscire
187.5ma per timor che non gli sia impedita
187.6l opera pia che quivi il fe venire
187.7fu il morto Re su li homeri suspeso
187.8di tramedua, tra lor partendo il peso
188.1Vanno affrettando i passi quanto ponno
188.2che poco lor l amata soma ingombra
188.3et già venia che de la luce è donno
188.4le stelle a tor del ciel di terra l ombra
188.5quando Zerbino, a cui del petto il sonno
188.6l alta virtude ove è bisogno sgombra
188.7cacciato havendo tutta notte i Mori
188.8al campo si trahea ne i primi albori
189.1Et seco alquanti cavallieri havea
189.2che videro da lunge i duo compagni
189.3ciascun a quella parte si trahea
189.4sperandovi trovar prede et guadagni
189.5frate bisogna (Cloridan dicea)
189.6gettar la soma, et adoprar calcagni
189.7che sarebbe pensier non troppo accorto
189.8perder duo vivi per salvar un morto
190.1Et gettó il carco perche si pensava
190.2chel suo Medoro il simil far devesse
190.3ma quel meschin chel suo signor amava
190.4sopra le spalle sue tutto lo resse
190.5l altro con molta fretta se n andava
190.6come l amico aparo o dietro havesse
190.7che se sapea lasciarlo a quella sorte
190.8mille aspettate havria non che una morte
191.1Quei cavallier che son tutti disposti
191.2o di pigliarli, o di farli morire
191.3alli passi alle vie se sono opposti
191.4onde ponno estimar chabbiano a uscire
191.5altri lor vanno appresso, altri discosti
191.6Zerbin in frotta si messe a seguire
191.7che giudicò (vedendoli temere)
191.8ch esser devean de le nemiche schiere
192.1Era a quel tempo ivi una selva antica
192.2d ombrose piante spessa, et di virgulti
192.3che come labyrintho entro se intrica
192.4di stretti calli, et sol da bestie culti
192.5speran d haverla i dui Pagan si amica
192.6c habbi a tenerli entro suoi rami occulti
192.7ma chi del canto mio piglia diletto
192.8un altra volta ad ascoltar lo aspetto
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