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1.1Italia mia, il tuo sì lungo pianto,
1.2coi sospir molti e gravi,
1.3racqueta omai, poi che 'l secondo Giove,
1.4cui son del ciel commesse ambe le chiavi
1.5con l' onorato manto,
1.6perché ristauro a' tuoi danni ritruove,
1.7e per te stessa prove
1.8quant' era ogn' altro d' onor tal men degno,
1.9lieto ti porge l' una e l' altra mano.
1.10E perché incerto e vano
1.11infino ad or tornato è ogni disegno,
1.12a lui senza altro ingegno
1.13pòi ritentar umìle
1.14scoprir le tue profonde indegne piaghe,
1.15sì che, cangiando stile,
1.16risaldi ogni tuo vizio, e ('l) danno appaghe.
1.17I duri oltraggi e tanto l'altrui ferro
1.18tinger col proprio sangue
1.19puoi obliar, e quel comun disnore
1.20per cui molti anni ogni buon' opra langue,
1.21perciò che, s' io non erro,
1.22pieno gran tempo d' un bel sdegno il core,
1.23il saggio almo pastore
1.24la notte e 'l giorno a sollevarti intende.
1.25Però con quel vigor ch' anco ti resta,
1.26così dogliosa e mesta,
1.27poscia che di tal man soccorso attendi,
1.28prendi partito, prendi,
1.29e ogni contraria voglia,
1.30onde al ciel non potean giunger tuoi prieghi,
1.31in un voler s'accoglia,
1.32tal che il gran padre al tuo chiamar si pieghi.
1.33Perché dal dì chi a mille altre ruine
1.34lascia aperta la strada,
1.35quando il popol roman fece Alarico
1.36Affliger con la fame e con la spada,
1.37mai sentenze divine,
1.38per farti il mondo d' ogni parte amico,
1.39cangiando l' odio antico
1.40ne la tanti anni sospirata pace,
1.41non ti dieder più saggio ed umil padre;
1.42il qual, senza altre squadre
1.43che de' santi costumi onde al ciel piace,
1.44u' 'l mal sente vivace,
1.45ch' occupato ha ogni luogo,
1.46va disperdendo con mirabil cura,
1.47perché da l' aspro giogo
1.48possa il collo ritrar lieta e sicura.
1.49Dunque, sian l' acque de' correnti fiumi,
1.50già sì vermigli e lenti,
1.51dolce cristallo; il suo pregio natio
1.52rivestan le campagne, sì che, spenti
1.53i fier primi costumi,
1.54sol tenga il mondo di valor desio;
1.55e di rubesto in pio
1.56si muti ogni voler, e d'ogni intorno
1.57sudi di mèl,come gia il secol d'oro,
1.58ogni dorato alloro;
1.59e dal già tanto desïato corno,
1.60di gentil copia adorno,
1.61sì vaga primavera,
1.62sì dolce autón, sì largo onor trabocchi,
1.63che poi, com' altri spera,
1.64incontro ogni sventura indarno scocchi.
1.65Quinci tanta dolcezza si distilli,
1.66che gli animi sì crudi,
1.67cui lungo odio civil cotanto gira,
1.68tosto sian giunti, d' impietate ignudi,
1.69al loco onde partilli
1.70gran tempo ingiusto sdegno od altrui ira;
1.71ché già di Cipro spira
1.72l' alta regina, e move dal bel seno
1.73un sì caldo piacer e sì dolce aura,
1.74che 'l mondo tutto inaura
1.75e di soave amor cuopre il terreno,
1.76a' più protervi il freno
1.77stringendo, sì ch' omai
1.78la strada d'ogni onor si trovi aperta,
1.79e dopo tanti lai
1.80in dolce pace ogn' odio si converta.
1.81Signor, i' parlo a voi, poi che presente
1.82in ciascun loco sete,
1.83empiendo ogn' or di vostra alta virtute
1.84quanto il sol scalda, e 'l ciel, come vedete,
1.85d'alzarvi non si pente,
1.86perché ferma da voi certa salute
1.87aspetta, e che si mute
1.88il suo stato sì oscuro e sì doglioso
1.89Italia, che la sua fosca ed amara
1.90voce tanto rischiara
1.91al vostro onor, ed al suo mal riposo
1.92promette alto e gioioso,
1.93più che l' usato lieta.
1.94Dunque aprasi il camin, che tanto serra
1.95Marte superbo e vieta,
1.96e segua pace eterna omai la guerra.
1.97Ch' altri lauri Babel e chiunque alberga
1.98fra il Nilo e l' Eüfrate
1.99tesse, per adornarvi ogn' or la chioma;
1.100di che tanto vi stringa alta pietate,
1.101che da vendetta s' erga
1.102de le sue gravi offese e molte Roma
1.103e chi da voi si noma,
1.104sì che cometta a più lodati inchiostri
1.105nuovi trionfi e poetando scriva
1.106ciascuno, e con piu viva
1.107vena, dopo mill' anni altrui dimostri
1.108in parte gli onor vostri,
1.109e di cotanta gloria
1.110si dia materia sempre a nuovi versi,
1.111e sian di voi memoria
1.112Turchi, Medi, Caldei, Tartari e Persi.
1.113Se 'l tuo poco ornamento,
1.114Canzon, non ti togliesse il gir in parte
1.115ov'è chi Italia e tutto il mondo onora,
1.116direi che, uscendo fuora,
1.117il Vatican cercassi a parte a parte,
1.118pregando che di Marte
1.119l' alto furor s' estingua,
1.120sì che si svegli, onde movesi solo
1.121ogni più chiara lingua,
1.122ornando il nome ch' io celebro e colo.
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