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1.1Ardirò ancor tra i desinari illustri
1.2Sul Meriggio innoltrarmi umil Cantore,
1.3Poichè troppa di te cura mi punge,
1.4Signor, ch'io spero un dì veder maestro
1.5E dittator di graziosi modi
1.6All'alma gioventù che Italia onora.
2.1Tal fra le tazze e i coronati vini,
2.2Onde all'ospite suo fe' lieta pompa
2.3La Punica Regina, i canti alzava
2.4Jopa crinito: e la Regina intanto
2.5Da' begli occhi stranieri iva beendo
2.6L'oblivion del misero Sichèo.
2.7E tale allor che l'orba Itaca in vano
2.8Chiedea a Nettun la prole di Laerte,
2.9Femio s'udìa co' versi e con la cetra
2.10La facil mensa rallegrar de' Proci
2.11Cui dell'errante Ulisse i pingui agnelli
2.12E i petrosi licori, e la consorte
2.13Invitavano al pranzo. Amici or piega,
2.14Giovin Signore, al mio cantar gli orecchi
2.15Or che tra nuove Elise, e novi Proci,
2.16E tra fedeli ancor Penelopèe,
2.17Ti guidano a la mensa i versi miei.
3.1Già dal meriggio ardente il sol fuggendo
3.2Verge all'occaso: e i piccioli mortali
3.3Dominati dal tempo escon di novo
3.4A popolar le vie ch'all'oriente
3.5Volgon ombra già grande: a te null'altro
3.6Dominator fuor che te stesso è dato.
4.1Alfin di consigliarsi al fido speglio
4.2La tua Dama cessò. Quante uopo è volte
4.3Chiedette, e rimandò novelli ornati;
4.4Quante convien de le agitate ognora
4.5Damigelle or con vezzi or con garriti
4.6Rovesciò la fortuna; a se medesma
4.7Quante volte convien piacque e dispiacque;
4.8E quante volte è d'uopo a sè ragione
4.9Fece, e a' suoi lodatori. I mille intorno
4.10Dispersi arnesi alfin raccolse in uno
4.11La consapevol del suo cor ministra;
4.12Alfin velata d'un leggier zendado
4.13È l'ara tutelar di sua beltate;
4.14E la seggiola sacra, un po' rimossa,
4.15Languidetta l'accoglie. Intorno ad essa
4.16Pochi giovani eroi van rimembrando
4.17I cari lacci altrui, mentre da lungi
4.18Ad altra intorno i cari lacci vostri
4.19Pochi giovani eroi van rimembrando.
5.1Il marito gentil queto sorride
5.2A le lor celie; o s'ei si cruccia alquanto,
5.3Del tuo lungo tardar solo si cruccia.
5.4Nulla però di lui cura te prenda
5.5Oggi, o Signore, e s'egli a par del vulgo
5.6Prostrò l'anima imbelle, e non sdegnosse
5.7Di chiamarsi marito, a par del vulgo
5.8Senta la fame esercitargl'in petto
5.9Lo stimol fier degli oziosi sughi
5.10Avidi d'esca: o s'a un marito alcuna
5.11D'anima generosa orma rimane,
5.12Ad altra mensa il piè rivolga; e d'altra
5.13Dama al fianco s'assida il cui marito
5.14Pranzi altrove lontan d'un'altra a lato
5.15Ch'abbia lungi lo sposo: e così nuove
5.16Anella intrecci a la catena immensa
5.17Onde, alternando, Amor l'anime annoda.
6.1Ma sia che vuol, tu baldanzoso innoltra
6.2Ne le stanze più interne: ecco precorre
6.3Per annunciarti al gabinetto estremo
6.4Il noto stropiccìo de' piedi tuoi.
6.5Già lo Sposo t'incontra. In un baleno
6.6Sfugge dall'altrui man l'accorta mano
6.7De la tua Dama: e il suo bel labbro intanto
6.8T'apparecchia un sorriso. Ognun s'arretra
6.9Che conosce i tuoi dritti, e si conforta
6.10Con le adulte speranze a te lasciando
6.11Libero e scarco il più beato seggio.
6.12Tal colà dove infra gelose mura
6.13Bizanzio ed Ispaàn guardano il fiore
6.14De la beltà che il popolato Egèo
6.15Manda, e l'Armeno, e il Tartaro, e il Circasso
6.16Per delizia d'un solo, a bear entra
6.17L'ardente sposa il grave Munsulmano.
6.18Tra 'l maestoso passeggiar gli ondeggiano
6.19Le late spalle, e sopra l'alta testa
6.20Le avvolte fasce: dall'arcato ciglio
6.21Ei volge intorno imperioso il guardo;
6.22E vede al su' apparire umil chinarsi,
6.23E il piè ritrar l'effeminata, occhiuta
6.24Turba, che sorridendo egli dispregia.
7.1Ora imponi, o Signor, che tutte a schiera
7.2Si dispongan tue grazie; e a la tua Dama
7.3Quanto elegante esser più puoi ti mostra.
7.4Tengasi al fianco la sinistra mano
7.5Sotto il breve giubbon celata; e l'altra
7.6Sul finissimo lin posi, e s'asconda
7.7Vicino al cor: sublime alzisi 'l petto,
7.8Sorgan gli omeri entrambi, e verso lei
7.9Piega il duttile collo; ai lati stringi
7.10Le labbra un poco; ver lo mezzo acute
7.11Rendile alquanto, e da la bocca poi
7.12Compendiata in guisa tal sen esca
7.13Un non inteso mormorìo. La destra
7.14Ella intanto ti porga: e molle caschi
7.15Sopra i tiepidi avorj un doppio bacio.
7.16Siedi tu poscia; e d'una man trascina
7.17Più presso a lei la seggioletta. Ognuno
7.18Tacciasi; ma tu sol curvato alquanto
7.19Seco susurra ignoti detti a cui
7.20Concordin vicendevoli sorrisi,
7.21E sfavillar di cupidette luci
7.22Che amor dimostri, o che lo finga almeno.
8.1Ma rimembra, o Signor, che troppo nuoce
8.2Negli amorosi cor lunga e ostinata
8.3Tranquillità. Su l'oceàno ancora
8.4Perigliosa è la calma: oh quante volte
8.5Dall'immobile prora il buon nocchiere
8.6Invocò la tempesta! e sì crudele
8.7Soccorso ancor gli fu negato; e giacque
8.8Affamato assetato estenuato
8.9Dal velenoso aere stagnante oppresso
8.10Tra l'inutile ciurma al suol languendo.
8.11Però ti giovi de la scorsa notte
8.12Ricordar le vicende; e con obliqui
8.13Motti pungerl'alquanto, o se nel volto
8.14Paga più che non suole accor fu vista
8.15Il novello straniere; e co' bei labbri
8.16Semiaperti aspettar, quasi marina
8.17Conca, la soavissima rugiada
8.18De' novi accenti: o se cupida troppo
8.19Col guardo accompagnò di loggia in loggia
8.20Il seguace di Marte, idol vegliante
8.21De' feminili voti, a la cui chioma
8.22Col lauro trionfal s'avvolgon mille
8.23E mille frondi dell'Idalio mirto.
9.1Colpevole o innocente allor la bella
9.2Dama improviso adombrerà la fronte
9.3D'un nuvoletto di verace sdegno
9.4O simulato; e la nevosa spalla
9.5Scoterà un poco; e premerà col dente
9.6L'infimo labbro: e volgeransi alfine
9.7Gli altri a bear le sue parole estreme.
9.8Fors'anco rintuzzar di tue querele
9.9Saprà l'agrezza; e sovvenir faratti
9.10Le visite furtive ai tetti, ai cocchi
9.11Ed a le logge de le mogli illustri
9.12Di ricchi cittadini a cui sovente,
9.13Per calle che il piacer mostra, piegarsi
9.14La maestà di cavalier non sdegna.
10.1Felice te, se mesta e disdegnosa
10.2La conduci a la mensa; e s'ivi puoi
10.3Solo piegarla a comportar de' cibi
10.4La nausea universal. Sorridan pure
10.5A le vostre dolcissime querele
10.6I convitati; e l'un l'altro percota
10.7Col gomito maligno: ah nondimeno
10.8Come fremon lor alme; e quanta invidia
10.9Ti portan, te veggendo unico scopo
10.10Di sì bell'ire! Al solo Sposo è dato
10.11Nodrir nel cor magnanima quiete,
10.12Mostrar nel volto ingenuo riso, e tanto
10.13Docil fidanza ne le innocue luci.
11.1O tre fiate avventurosi e quattro
11.2Voi del nostro buon secolo mariti
11.3Quanto diversi da' vostr'avi! Un tempo
11.4Uscìa d'Averno con viperei crini,
11.5Con torbid'occhi irrequieti, e fredde
11.6Tenaci branche un indomabil mostro
11.7Che ansando e anelando intorno giva
11.8Ai nuziali letti; e tutto empiea
11.9Di sospetto e di fremito e di sangue.
11.10Allor gli antri domestici, le selve,
11.11L'onde, le rupi alto ulular s'udièno
11.12Di feminili strida: allor le belle
11.13Dame con mani incrocicchiate, e luci
11.14Pavide al ciel, tremando lagrimando,
11.15Tra la pompa feral de le lugubri
11.16Sale vedean dal truce sposo offrirsi
11.17Le tazze attossicate o i nudi stili.
11.18Ahi pazza Italia! Il tuo furor medesmo
11.19Oltre l'alpi, oltre 'l mar destò le risa
11.20Presso agli emoli tuoi che di gelosa
11.21Titol ti diero; e t'è serbato ancora
11.22Ingiustamente. Non di cieco amore
11.23Vicendevol desire, alterno impulso,
11.24Non di costume simiglianza or guida
11.25Gl'incauti sposi al talamo bramato
11.26Ma la Prudenza coi canuti padri
11.27Siede librando il molt'oro, e i divini
11.28Antiquissimi sangui: e allor che l'uno
11.29Bene all'altro risponde, ecco Imenèo
11.30Scoter sua face; e unirsi al freddo sposo,
11.31Di lui non già, ma de le nozze amante
11.32La freddissima vergine che in core
11.33Già volge i riti del Bel Mondo; e lieta
11.34L'indifferenza maritale affronta.
11.35Così non fien de la crudel Megera
11.36Più temuti gli sdegni. Oltre Pirene
11.37Contenda or pur le desiate porte
11.38Ai gravi amanti; e di feminee risse
11.39Turbi Oriente: Italia oggi si ride
11.40Di quello ond'era già derisa; tanto
11.41Puote una sola età volger le menti.
12.1Ma già rimbomba d'una in altra sala
12.2Il tuo nome, o Signor; di già l'udìro
12.3L'ime officine ove al volubil tatto
12.4Degl'ingenui palati arduo s'appresta
12.5Solletico che molle i nervi scota,
12.6E varia seco voluttà conduca
12.7Fino al core dell'alma. In bianche spoglie
12.8S'affrettano a compir la nobil opra
12.9Prodi ministri: e lor sue leggi detta
12.10Una gran mente del paese uscita
12.11Ove Colbert, e Richelieu fur chiari.
12.12Forse con tanta maestade in fronte
12.13Presso a le navi ond'Ilio arse e cadèo,
12.14Per gli ospiti famosi il grande Achille
12.15Disegnava la cena: e seco intanto
12.16Le vivande cocean sui lenti fochi
12.17Pàtroclo fido, e il guidator di carri
12.18Automedonte. O tu sagace mastro
12.19Di lusinghe al palato udrai fra poco
12.20Sonar le lodi tue dall'alta mensa.
12.21Chi fia che ardisca di trovar pur macchia
12.22Nel tuo lavoro? Il tuo Signor farassi
12.23Campion de le tue glorie; e male a quanti
12.24Cercator di conviti oseran motto
12.25Pronunciar contro te; chè sul cocente
12.26Meriggio andran peregrinando poi
12.27Miseri e stanchi, e non avran cui piaccia
12.28Più popolar con le lor bocche i pranzi.
13.1Imbandita è la mensa. In piè d'un salto
13.2Alzati e porgi, almo Signor, la mano
13.3A la tua Dama; e lei dolce cadente
13.4Sopra di te col tuo valor sostieni,
13.5E al pranzo l'accompagna. I convitati
13.6Vengan dopo di voi; quindi 'l marito
13.7Ultimo segua. O prole alta di numi
13.8Non vergognate di donar voi anco
13.9Pochi momenti al cibo: in voi non fia
13.10Vil opra il pasto; a quei soltanto è vile,
13.11Che il duro irresistibile bisogno
13.12Stimola e caccia. All'impeto di quello
13.13Cedan l'orso, la tigre, il falco, il nibbio,
13.14L'orca, il delfino, e quant'altri mortali
13.15Vivon quaggiù; ma voi con rosee labbra
13.16La sola Voluttade inviti al pasto,
13.17La sola Voluttà che le celesti
13.18Mense imbandisce, e al nèttare convita
13.19I viventi per sè Dei sempiterni.
14.1Forse vero non è; ma un giorno è fama,
14.2Che fur gli uomini eguali; e ignoti nomi
14.3Fur Plebe, e Nobiltade. Al cibo, al bere,
14.4All'accoppiarsi d'ambo i sessi, al sonno
14.5Un istinto medesmo, un'egual forza
14.6Sospingeva gli umani: e niun consiglio
14.7Niuna scelta d'obbietti o lochi o tempi
14.8Era lor conceduta. A un rivo stesso,
14.9A un medesimo frutto, a una stess'ombra
14.10Convenivano insieme i primi padri
14.11Del tuo sangue, o Signore, e i primi padri
14.12De la plebe spregiata. I medesm'antri
14.13Il medesimo suolo offrieno loro
14.14Il riposo, e l'albergo; e a le lor membra
14.15I medesmi animai le irsute vesti.
14.16Sol'una cura a tutti era comune
14.17Di sfuggire il dolore, e ignota cosa
14.18Era il desire agli uman petti ancora.
15.1L'uniforme degli uomini sembianza
15.2Spiacque a' Celesti: e a variar la Terra
15.3Fu spedito il Piacer. Quale già i numi
15.4D'Ilio sui campi, tal l'amico Genio,
15.5Lieve lieve per l'aere labendo
15.6S'avvicina a la Terra; e questa ride
15.7Di riso ancor non conosciuto. Ei move,
15.8E l'aura estiva del cadente rivo,
15.9E dei clivi odorosi a lui blandisce
15.10Le vaghe membra, e lentamente sdrucciola
15.11Sul tondeggiar dei muscoli gentile.
15.12Gli s'aggiran d'intorno i Vezzi e i Giochi,
15.13E come ambrosia, le lusinghe scorrongli
15.14Da le fraghe del labbro: e da le luci
15.15Socchiuse, languidette, umide fuori
15.16Di tremulo fulgore escon scintille
15.17Ond'arde l'aere che scendendo ei varca.
16.1Alfin sul dorso tuo sentisti, o Terra,
16.2Sua prim'orma stamparsi; e tosto un lento
16.3Fremere soavissimo si sparse
16.4Di cosa in cosa; e ognor crescendo, tutte
16.5Di natura le viscere commosse:
16.6Come nell'arsa state il tuono s'ode
16.7Che di lontano mormorando viene;
16.8E col profondo suon di monte in monte
16.9Sorge; e la valle, e la foresta intorno
16.10Mugon del fragoroso alto rimbombo,
16.11Finchè poi cade la feconda pioggia
16.12Che gli uomini e le fere e i fiori e l'erbe
16.13Ravviva riconforta allegra e abbella.
17.1Oh beati tra gli altri, oh cari al cielo
17.2Viventi a cui con miglior man Titano
17.3Formò gli organi illustri, e meglio tese,
17.4E di fluido agilissimo inondolli!
17.5Voi l'ignoto solletico sentiste
17.6Del celeste motore. In voi ben tosto
17.7Le voglie fermentàr, nacque il desio.
17.8Voi primieri scopriste il buono, il meglio;
17.9E con foga dolcissima correste
17.10A possederli. Allor quel de' due sessi,
17.11Che necessario in prima era soltanto,
17.12D'amabile, e di bello il nome ottenne.
17.13Al giudizio di Paride voi deste
17.14Il primo esempio: tra feminei volti
17.15A distinguer s'apprese; e voi sentiste
17.16Primamente le grazie. A voi tra mille
17.17Sapor fur noti i più soavi: allora
17.18Fu il vin preposto all'onda; e il vin s'elesse
17.19Figlio de' tralci più riarsi, e posti
17.20A più fervido sol, ne' più sublimi
17.21Colli dove più zolfo il suolo impingua.
17.22Così l'Uom si divise: e fu il Signore
17.23Dai Volgari distinto a cui nel seno
17.24Troppo languìr l'ebeti fibre, inette
17.25A rimbalzar sotto i soavi colpi
17.26De la nova cagione onde fur tocche:
17.27E quasi bovi, al suol curvati ancora
17.28Dinanzi al pungol del bisogno andàro;
17.29E tra la servitute, e la viltade,
17.30E 'l travaglio, e l'inopia a viver nati,
17.31Ebber nome di Plebe. Or tu Signore
17.32Che feltrato per mille invitte reni
17.33Sangue racchiudi, poichè in altra etade
17.34Arte, forza, o fortuna i padri tuoi
17.35Grandi rendette, poichè il tempo alfine
17.36Lor divisi tesori in te raccolse,
17.37Del tuo senso gioisci, a te dai numi
17.38Concessa parte: e l'umil vulgo intanto
17.39Dell'industria donato, ora ministri
17.40A te i piaceri tuoi nato a recarli
17.41Su la mensa real, non a gioirne.
18.1Ecco la Dama tua s'asside al desco:
18.2Tu la man le abbandona; e mentre il servo
18.3La seggiola avanzando, all'agil fianco
18.4La sottopon, sì che lontana troppo
18.5Ella non sia, nè da vicin col petto
18.6Prema troppo la mensa, un picciol salto
18.7Spicca, e chino raccogli a lei del lembo
18.8Il diffuso volume. A lato poscia
18.9Di lei tu siedi: a cavalier gentile
18.10Il fianco abbandonar de la sua Dama
18.11Non fia lecito mai, se già non sorge
18.12Strana cagione a meritar, ch'egli usi
18.13Tanta licenza. Un Nume ebber gli antichi
18.14Immobil sempre, e ch'allo stesso padre
18.15Degli Dei non cedette, allor ch'ei venne
18.16Il Campidoglio ad abitar, sebbene
18.17E Giuno e Febo e Venere e Gradivo
18.18E tutti gli altri Dei da le lor sedi
18.19Per riverenza del Tonante uscìro.
19.1Indistinto ad ognaltro il loco sia
19.2Presso al nobile desco: e s'alcun arde
19.3Ambizioso di brillar fra gli altri,
19.4Brilli altramente. Oh come i varj ingegni
19.5La libertà del genial convito
19.6Desta ed infiamma! Ivi il gentil Motteggio,
19.7Maliziosetto svolazzando intorno,
19.8Reca su l'ali fuggitive ed agita
19.9Ora i raccolti da la fama errori
19.10De le belle lontane, ora d'amante
19.11O di marito i semplici costumi:
19.12E gode di mirare il queto sposo
19.13Rider primiero, e di crucciar con lievi
19.14Minacce in cor de la sua fida sposa
19.15I timidi segreti. Ivi abbracciata
19.16Co' festivi Racconti intorno gira
19.17L'elegante Licenza: or nuda appare
19.18Come le Grazie; or con leggiadro velo
19.19Solletica vie meglio; e s'affatica
19.20Di richiamar de le matrone al volto
19.21Quella rosa gentil che fu già un tempo
19.22Onor di belle donne, all'Amor cara
19.23E cara all'Onestade; ora ne' campi
19.24Cresce solinga, e tra i selvaggi scherzi
19.25A le rozze villane il viso adorna.
20.1Già s'avanza la mensa. In mille guise
20.2E di mille sapor, di color mille
20.3La variata eredità degli avi
20.4Scherza ne' piatti; e giust'ordine serba.
20.5Forse a la Dama di sua man le dapi
20.6Piacerà ministrar, che novo pregio
20.7Acquisteran da lei. Veloce il ferro
20.8Che forbito ti attende al destro lato
20.9Nudo fuor esca; e come quel di Marte,
20.10Scintillando lampeggi: indi la punta
20.11Fra due dita ne stringi, e chino a lei
20.12Tu il presenta, o Signore. Or si vedranno
20.13De la candida mano all'opra intenta
20.14I muscoli giocar soavi e molli:
20.15E le grazie, piegandosi dintorno,
20.16Vestiran nuove forme, or da le dita
20.17Fuggevoli scorrendo, ora su l'alto
20.18De' bei nodi insensibili aleggiando,
20.19Et or de le pozzette in sen cadendo,
20.20Che dei nodi al confin v'impresse Amore.
20.21Mille baci di freno impazienti
20.22Ecco sorgon dal labbro ai convitati;
20.23Già s'arrischian, già volano, già un guardo
20.24Sfugge dagli occhi tuoi, che i vanni audaci
20.25Fulmina, et arde, e tue ragion difende.
20.26Sol de la fida sposa a cui se' caro
20.27Il tranquillo marito immoto siede:
20.28E nulla impression l'agita e scuote
20.29Di brama, o di timor; però che Imene
20.30Da capo a piè fatollo. Imene or porta
20.31Non più serti di rose avvolti al crine,
20.32Ma stupido papavero grondante
20.33Di crassa onda Letèa: Imene, e il Sonno
20.34Oggi han pari le insegne. Oh come spesso
20.35La Dama dilicata invoca il Sonno
20.36Che al talamo presieda, e seco invece
20.37Trova Imenèo; e stupida rimane
20.38Quasi al meriggio stanca villanella
20.39Che tra l'erbe innocenti adagia il fianco
20.40Queta e sicura; e d'improviso vede
20.41Un serpe; e balza in piedi inorridita;
20.42E le rigide man stende, e ritragge
20.43Il gomito, e l'anelito sospende;
20.44E immota e muta, e con le labbra aperte
20.45Obliquamente il guarda! Oh come spesso
20.46Incauto amante a la sua lunga pena
20.47Cercò sollievo: et invocar credendo
20.48Imene, ahi folle! invocò il Sonno; e questi
20.49Di fredda oblivion l'alma gli asperse;
20.50E d'invincibil noja, e di torpente
20.51Indifferenza gli ricinse il core.
21.1Ma se a la Dama dispensar non piace
21.2Le vivande, o non giova, allor tu stesso
21.3Il bel lavoro imprendi. Agli occhi altrui
21.4Più brillerà così l'enorme gemma,
21.5Dolc'esca agli usurai, che quella osàro
21.6A le promesse di Signor preporre
21.7Villanamente: ed osservati fieno
21.8I manichetti, la più nobil opra
21.9Che tessesse giammai Anglica Aracne.
21.10Invidieran tua dilicata mano
21.11I convitati; inarcheran le ciglia
21.12Sul difficil lavoro, e d'oggi in poi
21.13Ti fia ceduto il trinciator coltello
21.14Che al cadetto guerrier serban le mense.
22.1Teco son io, Signor; già intendo e veggo
22.2Felice osservatore i detti e i motti
22.3De' Semidei che coronando stanno
22.4E con vario costume ornan la mensa.
22.5Or chi è quell'eroe che tanta parte
22.6Colà ingombra di loco, e mangia e fiuta
22.7E guata e de le altrui cure ridendo
22.8Sì superba di ventre agita mole?
22.9Oh di mente acutissima dotate
22.10Mamme del suo palato! oh da mortali
22.11Invidiabil anima che siede
22.12Tra la mirabil lor testura; e quindi
22.13L'ultimo del piacer deliquio sugge!
22.14Chi più saggio di lui penètra e intende
22.15La natura migliore; o chi più industre
22.16Converte a suo piacer l'aria, la terra,
22.17E 'l ferace di mostri ondoso abisso?
22.18Qualor s'accosta al desco altrui, paventano
22.19Suo gusto inesorabile le smilze
22.20Ombre de' padri, che per l'aria lievi
22.21S'aggirano vegliando ancora intorno
22.22Ai ceduti tesori: e piangon lasse
22.23Le mal spese vigilie, i sobrj pasti,
22.24Le in preda all'aquilon case, le antique
22.25Digiune rozze, gli scommessi cocchj
22.26Forte assordanti per stridente ferro
22.27Le piazze e i tetti: e lamentando vanno
22.28Gl'invan nudati rustici, le fami
22.29Mal desiate, e de le sacre toghe
22.30L'armata in vano autorità sul vulgo.
23.1Chi siede a lui vicin? Per certo il caso
23.2Congiunse accorto i due leggiadri estremi
23.3Perchè doppio spettacolo campeggi;
23.4E l'un dell'altro al par più lustri e splenda.
23.5Falcato Dio degli orti a cui la Greca
23.6Làmsaco d'asinelli offrir solea
23.7Vittima degna, al giovine seguace
23.8Del sapiente di Samo i doni tuoi
23.9Reca sul desco: egli ozioso siede
23.10Dispregiando le carni; e le narici
23.11Schifo raggrinza, in nauseanti rughe
23.12Ripiega i labbri, e poco pane intanto
23.13Rumina lentamente. Altro giammai
23.14A la squallida fame eroe non seppe
23.15Durar sì forte: nè lassezza il vinse
23.16Nè deliquio giammai nè febbre ardente;
23.17Tanto importa lo aver scarze le membra,
23.18Singolare il costume, e nel bel mondo
23.19Onor di filosofico talento.
23.20Qual anima è volgar la sua pietade
23.21All'Uom riserbi; e facile ribrezzo
23.22Dèstino in lui del suo simìle i danni,
23.23I bisogni, e le piaghe. Il cor di lui
23.24Sdegna comune affetto; e i dolci moti
23.25A più lontano limite sospinge.
23.26“Pera colui che prima osò la mano
23.27Armata alzar su l'innocente agnella,
23.28E sul placido bue: nè il truculento
23.29Cor gli piegàro i teneri belati
23.30Nè i pietosi mugiti nè le molli
23.31Lingue lambenti tortuosamente
23.32La man che il loro fato, ahimè, stringea”.
23.33Tal ei parla, o Signore; e sorge intanto
23.34Al suo pietoso favellar dagli occhi
23.35De la tua Dama dolce lagrimetta
23.36Pari a le stille tremule, brillanti
23.37Che a la nova stagion gemendo vanno
23.38Dai palmiti di Bacco entro commossi
23.39Al tiepido spirar de le prim'aure
23.40Fecondatrici. Or le sovviene il giorno,
23.41Ahi fero giorno! allor che la sua bella
23.42Vergine cuccia de le Grazie alunna,
23.43Giovenilmente vezzeggiando, il piede
23.44Villan del servo con l'eburneo dente
23.45Segnò di lieve nota: ed egli audace
23.46Con sacrilego piè lanciolla: e quella
23.47Tre volte rotolò; tre volte scosse
23.48Gli scompigliati peli, e da le molli
23.49Nari soffiò la polvere rodente.
23.50Indi i gemiti alzando: aita aita
23.51Parea dicesse; e da le aurate volte
23.52A lei l'impietosita Eco rispose:
23.53E dagl'infimi chiostri i mesti servi
23.54Asceser tutti; e da le somme stanze
23.55Le damigelle pallide tremanti
23.56Precipitàro. Accorse ognuno; il volto
23.57Fu spruzzato d'essenze a la tua Dama;
23.58Ella rinvenne alfin: l'ira, il dolore
23.59L'agitavano ancor; fulminei sguardi
23.60Gettò sul servo, e con languida voce
23.61Chiamò tre volte la sua cuccia: e questa
23.62Al sen le corse; in suo tenor vendetta
23.63Chieder sembrolle: e tu vendetta avesti
23.64Vergine cuccia de le grazie alunna.
23.65L'empio servo tremò; con gli occhi al suolo
23.66Udì la sua condanna. A lui non valse
23.67Merito quadrilustre; a lui non valse
23.68Zelo d'arcani uficj: in van per lui
23.69Fu pregato e promesso; ei nudo andonne
23.70Dell'assisa spogliato ond'era un giorno
23.71Venerabile al vulgo. In van novello
23.72Signor sperò; chè le pietose dame
23.73Inorridìro, e del misfatto atroce
23.74Odiàr l'autore. Il misero si giacque
23.75Con la squallida prole, e con la nuda
23.76Consorte a lato su la via spargendo
23.77Al passeggiere inutile lamento:
23.78E tu vergine cuccia, idol placato
23.79Da le vittime umane, isti superba.
24.1Fia tua cura, o Signore, or che più ferve
24.2La mensa, di vegliar su i cibi; e pronto
24.3Scoprir qual d'essi a la tua Dama è caro:
24.4O qual di raro augel, di stranio pesce
24.5Parte le aggrada. Il tuo coltello Amore
24.6Anatomico renda, Amor che tutte
24.7Degli animali noverar le membra
24.8Puote; e discerner sa qual abbian tutte
24.9Uso, e natura. Più d'ognaltra cosa
24.10Però ti caglia rammentar mai sempre
24.11Qual più cibo le nuoca, o qual più giovi;
24.12E l'un rapisci a lei, l'altro concedi
24.13Come d'uopo ti par. Serbala, oh dio,
24.14Serbala ai cari figlj. Essi dal giorno
24.15Che le alleviàro il dilicato fianco
24.16Non la rivider più: d'ignobil petto
24.17Esaurirono i vasi, e la ricolma
24.18Nitidezza serbàro al sen materno.
24.19Sgridala, se a te par, ch'avida troppo
24.20Agogni al cibo; e le ricorda i mali
24.21Che forse avranno altra cagione, e ch'ella
24.22Al cibo imputerà nel dì venturo.
24.23Nè al cucinier perdona a cui non calse
24.24Tanta salute. A te sui servi altrui
24.25Ragion donossi in quel felice istante
24.26Che la noia, o l'amor vi strinser ambo
24.27In dolce nodo; e dier ordini e leggi.
24.28Per te sgravato d'odioso incarco
24.29Ti fia grato colui che dritto vanta
24.30D'impor novo cognome a la tua Dama;
24.31E pinte trascinar su gli aurei cocchi
24.32Giunte a quelle di lei le proprie insegne:
24.33Dritto illustre per lui, e ch'altri seco
24.34Audace non tentò divider mai.
25.1Ma non sempre, o Signor, tue cure fieno
25.2A la Dama rivolte: anco talora
25.3Ti fia lecito aver qualche riposo;
25.4E de la quercia trionfale all'ombra
25.5Te de la polve olimpica tergendo,
25.6Al vario ragionar degli altri eroi
25.7Porgere orecchio, e il tuo sermone ai loro
25.8Ozioso mischiar. Già scote un d'essi
25.9Le architettate del bel crine anella
25.10Su l'orecchio ondeggianti; e ad ogni scossa,
25.11De' convitati a le narici manda
25.12Vezzoso nembo d'arabi profumi.
25.13Allo spirto di lui l'alma Natura
25.14Fu prodiga così, che più non seppe
25.15Di che il volto abbellirgli; e all'Arte disse:
25.16Compisci 'l mio lavoro; e l'Arte suda
25.17Sollecita d'intorno all'opra illustre.
25.18Molli tinture, preziose linfe,
25.19Polvi, pastiglie, dilicati unguenti
25.20Tutto arrischia per lui. Quanto di novo,
25.21E mostruoso più sa tesser spola,
25.22O bulino intagliar Francese ed Anglo
25.23A lui primo concede. Oh lui beato,
25.24Che primo può di non più viste forme
25.25Tabacchiera mostrar! l'etica invidia
25.26I Grandi eguali a lui lacera, e mangia;
25.27Ed ei pago di sè, superbamente
25.28Crudo fa loro balenar su gli occhi
25.29L'ultima gloria onde Parigi ornollo.
25.30Forse altera così d'Egitto in faccia
25.31Vaga Prole di Semele apparisti
25.32I giocondi rubini alto levando
25.33Del grappolo primiero: e tal tu forse
25.34Tessalico garzon mostrasti a Jolco
25.35L'auree lane rapite al fero Drago.
26.1Vedi, o Signor, quanto magnanim'ira
26.2Nell'eroe che vicino all'altro siede
26.3A quel novo spettacolo si desta:
26.4Vedi come s'affanna, e sembra il cibo
26.5Obliar declamando. Al certo al certo
26.6Il nemico è a le porte: ohimè i Penati
26.7Tremano, e in forse è la civil salute.
26.8Ah no; più grave a lui, più preziosa
26.9Cura lo infiamma: “Oh depravati ingegni
26.10Degli artefici nostri! In van si spera
26.11Dall'inerte lor man lavoro industre,
26.12Felice invenzion d'uom nobil degna:
26.13Chi sa intrecciar, chi sa pulir fermaglio
26.14A nobile calzar? chi tesser drappo
26.15Soffribil tanto, che d'ornar presuma
26.16Le membra di signor che un lustro a pena
26.17Di feudo conti? In van s'adopra e stanca
26.18Chi 'l genio lor bituminoso e crasso
26.19Osa destar. Di là dall'alpi è forza
26.20Ricercar l'eleganza: e chi giammai
26.21Fuor che il Genio di Francia osato avrebbe
26.22Su i menomi lavori i Grechi ornati
26.23Recar felicemente? Andò romito
26.24Il Bongusto finora spaziando
26.25Su le auguste cornici, e su gli eccelsi
26.26Timpani de le moli al Nume sacre,
26.27E agli uomini scettrati; oggi ne scende
26.28Vago alfin di condurre i gravi fregi
26.29Infra le man di cavalieri e dame:
26.30Tosto forse il vedrem trascinar anco
26.31Su molli veli, e nuziali doni
26.32Le Greche travi; e docile trastullo
26.33Fien de la Moda le colonne, e gli archi
26.34Ove sedeano i secoli canuti”.
27.1Commercio alto gridar, gridar commercio
27.2All'altro lato de la mensa or odi
27.3Con fanatica voce: e tra 'l fragore
27.4D'un peregrino d'eloquenza fiume,
27.5Di bella novità stampate al conio
27.6Le forme apprendi, onde assai meglio poi
27.7Brillantati i pensier picchin la mente.
27.8Tu pur grida commercio; e la tua Dama
27.9Anco un motto ne dica. Empiono è vero
27.10Il nostro suol di Cerere i favori,
27.11Che tra i folti di biade immensi campi
27.12Move sublime; e fuor ne mostra a pena
27.13Tra le spighe confuso il crin dorato.
27.14Bacco, e Vertunno i lieti poggi intorno
27.15Ne coronan di poma: e Pale amica
27.16Latte ne preme a larga mano, e tonde
27.17Candidi velli, e per li prati pasce
27.18Mille al palato uman vittime sacre:
27.19Cresce fecondo il lin soave cura
27.20Del verno rusticale; e d'infinita
27.21Serie ne cinge le campagne il tanto
27.22Per la morte di Tisbe arbor famoso.
27.23Che vale or ciò? Su le natie lor balze
27.24Rodan le capre; ruminando il bue
27.25Lungo i prati natii vada; e la plebe
27.26Non dissimile a lor, si nutra e vesta
27.27De le fatiche sue; ma a le grand'alme
27.28Di troppo agevol ben schife Cillenio
27.29Il comodo presenti a cui le miglia
27.30Pregio acquistino, e l'oro; e d'ogn'intorno:
27.31Commercio risonar s'oda, commercio.
27.32Tale dai letti de la molle rosa
27.33Sìbari ancor gridar soleva; i lumi
27.34Disdegnando volgea dai campi aviti,
27.35Troppo per lei ignobil cura; e mentre
27.36Cartagin dura a le fatiche, e Tiro,
27.37Pericolando per l'immenso sale,
27.38Con l'oro altrui le voluttà cambiava,
27.39Sìbari si volgea sull'altro lato;
27.40E non premute ancor rose cercando,
27.41Pur di commercio novellava, e d'arti.
28.1Nè senza i miei precetti, e senza scorta
28.2Inerudito andrai, Signor, qualora
28.3Il perverso destin dal fianco amato
28.4T'allontani a la mensa. Avvien sovente,
28.5Che un Grande illustre or l'alpi, or l'oceàno
28.6Varca, e scende in Ausonia, orribil ceffo
28.7Per natura o per arte, a cui Ciprigna
28.8Rose le nari; e sale impuro e crudo
28.9Snudò i denti ineguali. Ora il distingue
28.10Risibil gobba, or furiosi sguardi,
28.11Obliqui o loschi; or rantoloso avvolge
28.12Tra le tumide fauci ampio volume
28.13Di voce che gorgoglia, ed esce alfine
28.14Come da inverso fiasco onda che goccia.
28.15Or d'avi or di cavalli ora di Frini
28.16Instancabile parla, or de' Celesti
28.17Le folgori deride. Aurei monili,
28.18E gemme e nastri gloriose pompe
28.19L'ingombran tutto; e gran titolo suona
28.20Dinanzi a lui. Qual più tra noi risplende
28.21Inclita stirpe, che onorar non voglia
28.22D'un ospite sì degno i lari suoi?
28.23Ei però sederà de la tua Dama
28.24Al fianco ancora: e tu lontan da Giuno
28.25Tra i Silvani capripedi n'andrai
28.26Presso al marito; e pranzerai negletto
28.27Col popol folto degli Dei minori.
29.1Ma negletto non già dagli occhi andrai
29.2De la Dama gentil, che a te rivolti
29.3Incontreranno i tuoi. L'aere a quell'urto
29.4Arderà di faville: e Amor con l'ali
29.5L'agiterà. Nel fortunato incontro
29.6I messaggier pacifici dell'alma
29.7Cambieran lor novelle, e alternamente
29.8Spinti, rifluiranno a voi con dolce
29.9Delizioso tremito sui cori.
29.10Tu le ubbidisci allora, o se t'invita
29.11Le vivande a gustar che a lei vicine
29.12L'ordin dispose, o se a te chiede in vece
29.13Quella che innanzi a te sue voglie punge
29.14Non col soave odor, ma con le nove
29.15Leggiadre forme onde abbellir la seppe
29.16Dell'ammirato cucinier la mano.
29.17Con la mente si pascono gli Dei
29.18Sopra le nubi del brillante Olimpo:
29.19E le labbra immortali irrita e move
29.20Non la materia, ma il divin lavoro.
30.1Nè intento meno ad ubbidir sarai
30.2I cenni del bel guardo allor che quella
30.3Di licor peregrino ai labbri accosta
30.4Colmo bicchiere a lo cui orlo intorno
30.5Serpe dorata striscia; o a cui vermiglia
30.6Cera la base impronta, e par, che dica:
30.7Lungi o labbra profane: al labbro solo
30.8De la Diva che qui soggiorna e regna
30.9Il castissimo calice si serbi:
30.10Nè cavalier con l'alito maschile
30.11Osi appannarne il nitido cristallo,
30.12Nè dama convitata unqua presuma
30.13Di porvi i labbri; e sien pur casti e puri,
30.14E quant'esser si può cari all'amore.
30.15Nessun'altra è di lei più pura cosa;
30.16Chi macchiarla oserà? Le Ninfe in vano
30.17Da le arenose loro urne versando
30.18Cento limpidi rivi, al candor primo
30.19Tornar vorrièno il profanato vaso
30.20E degno farlo di salir di novo
30.21A le labbra celesti, a cui non lice
30.22Inviolate approssimarsi ai vasi
30.23Che convitati cavalieri, e dame
30.24Convitate macchiar coi labbri loro.
30.25Tu ai cenni del bel guardo, e de la mano
30.26Che reggendo il bicchier, sospesa ondeggia,
30.27Affettuoso attendi. I guardi tuoi
30.28Sfavillando di gioja, accolgan lieti
30.29Il brindisi segreto; e tu ti accingi
30.30In simil modo a tacita risposta.
31.1Immortal come voi la nostra Musa
31.2Brindisi grida all'uno, e all'altro amante;
31.3All'altrui fida sposa a cui se' caro,
31.4E a te, Signor, sua dolce cura e nostra.
31.5Come annoso licor Lièo vi mesce,
31.6Tale Amore a voi mesca eterna gioja
31.7Non gustata al marito, e da coloro
31.8Invidiata che gustata l'hanno.
31.9Veli con l'ali sue sagace oblìo
31.10Le alterne infedeltà che un cor dall'altro
31.11Potrièno un giorno separar per sempre
31.12E sole agli occhi vostri Amor discopra
31.13Le alterne infedeltà che in ambo i cori
31.14Ventilar possan le cedenti fiamme.
31.15Un sempiterno indissolubil nodo
31.16acute;uguri ai vostri cor volgar cantore;
31.17Nostra nobile Musa a voi desia
31.18Sol fin che piace a voi durevol nodo.
31.19Duri fin che a voi piace; e non si sciolga
31.20Senza che Fama sopra l'ali immense
31.21Tolga l'alta novella, e grande n'empia
31.22Col reboàto dell'aperta tromba
31.23L'ampia cittade, e dell'Enotria i monti
31.24E le piagge sonanti, e s'esser puote,
31.25La bianca Teti, e Guadiana, e Tule.
31.26Il mattutino gabinetto, il corso,
31.27Il teatro, la mensa in vario stile
31.28Ne ragionin gran tempo: ognun ne chieda
31.29Il dolente marito; ed ei dall'alto
31.30La lamentabil favola cominci.
31.31Tal su le scene ove agitar solea
31.32L'ombre tinte di sangue Argo piagnente,
31.33Squallido messo al palpitante coro
31.34Narrava, come furiando Edipo
31.35Al talamo corresse incestuoso;
31.36Come le porte rovescionne, e come
31.37Al subito spettacolo ristè
31.38Quando vicina del nefando letto
31.39Vide in un corpo solo e sposa e madre
31.40Pender strozzata; e del fatale uncino
31.41Le mani armossi; e con le proprie mani
31.42A sè le care luci da la testa
31.43Con le man proprie misero strapposse.
32.1Ecco volge al suo fine il pranzo illustre.
32.2Già Como, e Dionisio al desco intorno
32.3Rapidissimamente in danza girano
32.4Con la libera Gioja: ella saltando,
32.5Or questo or quel dei convitati lieve
32.6Tocca col dito; e al suo toccar scoppiettano
32.7Brillanti vivacissime scintille
32.8Ch'altre ne destan poi. Sonan le risa;
32.9E il clamoroso disputar s'accende.
32.10La nobil vanità punge le menti;
32.11E l'Amor di sè sol, baldo scorrendo,
32.12Porge un scettro a ciascuno, e dice: Regna.
32.13Questi i concilj di Bellona, e quegli
32.14Penetra i tempj de la Pace. Un guida
32.15I condottieri: ai consiglier consiglio
32.16L'altro dona, e divide e capovolge
32.17Con seste ardite il pelago e la terra.
32.18Qual di Pallade l'arti e de le Muse
32.19Giudica e libra: qual ne scopre acuto
32.20L'alte cagioni; e i gran principj abbatte
32.21Cui creò la natura, e che tiranni
32.22Sopra il senso degli uomini regnàro
32.23Gran tempo in Grecia; e ne la Tosca terra
32.24Rinacquer poi più poderosi e forti.
33.1Cotanto adunque di sapere è dato
33.2A nobil mente? Oh letto, oh specchio, oh mensa,
33.3Oh corso, oh scena, oh feudi, oh sangue, oh avi,
33.4Che per voi non s'apprende? Or tu Signore,
33.5Col volo ardito del felice ingegno
33.6T'ergi sopra d'ognaltro. Il campo è questo
33.7Ove splender più dei: nulla scienza,
33.8Sia quant'esser si vuole arcana e grande,
33.9Ti spaventi giammai. Se cosa udisti,
33.10O leggesti al mattino onde tu possa
33.11Gloria sperar; qual cacciator che segue
33.12Circuendo la fera, e sì la guida
33.13E volge di lontan, che a poco a poco
33.14S'avvicina a le insidie, e dentro piomba;
33.15Tal tu il sermone altrui volgi sagace
33.16Finchè là cada ove spiegar ti giovi
33.17Il tuo novo tesor. Se nova forma
33.18Del parlare apprendesti, allor ti piaccia
33.19Materia espor che, favellando, ammetta
33.20La nova gemma: e poi che il punto hai colto,
33.21Ratto la scopri, e sfolgorando abbaglia
33.22Qual altra è mente che superba andasse
33.23Di squisita eloquenza ai gran convivj.
33.24In simil guisa il favoloso amante
33.25Dell'animosa vergin di Dordona
33.26Ai cavalier che l'assalien superbi
33.27Usar lasciava ogni lor possa ed arte;
33.28Poi nel miglior de la terribil pugna
33.29Svelava il don dell'amoroso Mago:
33.30E quei sorpresi dall'immensa luce
33.31Cadeano ciechi e soggiogati a terra.
33.32Se alcun di Zoroastro, e d'Archimede
33.33Discepol sederà teco a la mensa,
33.34A lui ti volgi: seco lui ragiona;
33.35Suo linguaggio ne apprendi, e quello poi
33.36Quas'innato a te fosse, alto ripeti:
33.37Nè paventar quel che l'antica fama
33.38Narrò de' suoi compagni. Oggi la diva
33.39Urania il crin compose: e gl'irti alunni
33.40Smarriti vergognosi balbettanti
33.41Trasse da le lor cave ove pur dianzi
33.42Col profondo silenzio e con la notte
33.43Tenean consiglio: indi le serve braccia
33.44Fornien di leve onnipotenti ond'alto
33.45Salisser poi piramidi, obelischi
33.46Ad eternar de' popoli superbi
33.47I gravi casi: oppur con feri dicchi
33.48Stavan contro i gran letti; o di pignone
33.49Audace armati spaventosamente
33.50Cozzavan con la piena, e giù a traverso
33.51Spezzate, dissipate rovesciavano
33.52Le tetre corna, decima fatica
33.53D'Ercole invitto. Ora i selvaggi amici
33.54Urania incivilì: baldi e leggiadri
33.55Nel gran mondo li guida o tra 'l clamore
33.56De' frequenti convivj, oppur tra i vezzi
33.57De' gabinetti ove a la docil Dama,
33.58E al saggio Cavalier mostran qual via
33.59Venere tenga; e in quante forme o quali
33.60Suo volto lucidissimo si cambj.
34.1Nè del Poeta temerai, che beffi
34.2Con satira indiscreta i detti tuoi;
34.3Nè che a maligne risa esponer osa
34.4Tuo talento immortal. Voi l'innalzaste
34.5All'alta mensa: e tra la vostra luce
34.6Beato l'avvolgeste; e de le Muse
34.7A dispetto e d'Apollo, al sacro coro
34.8L'ascriveste de' Vati. Egli 'l suo Pindo
34.9Feo de la mensa: e guai a lui, se quinci
34.10Le Dee sdegnate giù precipitando
34.11Con le forchette il cacciano. Meschino!
34.12Più non potria su le dolenti membra
34.13Del suo infermo Signor chiedere aita
34.14Da la bona Salute; o con alate
34.15Odi ringraziar, nè tesser Inni
34.16Al barbato figliuol di Febo intonso:
34.17Più del giorno natale i chiari albori
34.18Salutar non potrebbe, e l'auree frecce
34.19Nomi-sempiternanti all'arco imporre:
34.20Non più gli urti festevoli, o sul naso
34.21L'elegante scoccar d'illustri dita
34.22Fora dato sperare. A lui tu dunque
34.23Non isdegna, o Signor, volger talvolta
34.24Tu' amabil voce: a lui declama i versi
34.25Del dilicato cortigian d'Augusto,
34.26O di quel che tra Venere, e Lièo
34.27Pinse Trimalcion. La Moda impone,
34.28Ch'Arbitro, o Flacco a un bello spirto ingombri
34.29Spesso le tasche. Il vostro amico vate
34.30T'udrà, maravigliando, il sermon prisco
34.31Or sciogliere or frenar qual più ti piace:
34.32E per la sua faretra, e per li cento
34.33Destrier focosi che in Arcadia pasce
34.34Ti giurerà, che di Donato al paro
34.35Il difficil sermone intendi e gusti.
35.1Cotesto ancor di rammentar fia tempo
35.2I novi Sofi, che la Gallia, e l'Alpe
35.3Esecrando persegue: e dir qual arse
35.4De' volumi infelici, e andò macchiato
35.5D'infame nota: e quale asilo appresti
35.6Filosofia al morbido Aristippo
35.7Del secol nostro; e qual ne appresti al novo
35.8Diogene dell'auro spregiatore,
35.9E della opinione de' mortali.
35.10Lor volumi famosi a te verranno
35.11Da le fiamme fuggendo a gran giornate
35.12Per calle obliquo, e compri a gran tesoro
35.13O da cortese man prestati, fièno
35.14Lungo ornamento a lo tuo speglio innanzi.
35.15Poichè scorsi gli avrai pochi momenti
35.16Specchiandoti, e a la man garrendo indotta
35.17Del parrucchier; poichè t'avran la sera
35.18Conciliato il facil sonno, allora
35.19A la toilette passeran di quella
35.20Che comuni ha con te studj e licèo
35.21Ove togato in cattedra elegante
35.22Siede interprete Amor. Ma fia la mensa
35.23Il favorevol loco ove al sol esca
35.24De' brevi studj il glorioso frutto.
36.1Qui ti segnalerai co' novi Sofi
36.2Schernendo il fren che i creduli maggiori
36.3Atto solo stimàr l'impeto folle
36.4A vincer de' mortali, a stringer forte
36.5Nodo fra questi, e a sollevar lor speme
36.6Con penne oltre natura alto volanti.
36.7Chi por freno oserà d'almo Signore
36.8A la mente od al cor? Paventi il vulgo
36.9Oltre natura: il debole Prudente
36.10Rispetti il vulgo; e quei, cui dona il vulgo
36.11Titol di Saggio, mediti romito
36.12Il Ver celato; e alfin cada adorando
36.13La sacra nebbia che lo avvolge intorno.
36.14Ma il mio Signor, com'aquila sublime
36.15Dietro ai Sofi novelli il volo spieghi.
36.16Perchè più generoso il volo sia,
36.17Voli senz'ale ancor; nè degni 'l tergo
36.18Affaticar con penne. Applauda intanto
36.19Tutta la mensa al tuo poggiare ardito.
36.20Te con lo sguardo, e con l'orecchio beva
36.21La Dama dalle tue labbra rapita:
36.22Con cenno approvator vezzosa il capo
36.23Pieghi sovente: e il calcolo, e la massa,
36.24E l'inversa ragion sonino ancora
36.25Su la bocca amorosa. Or più non odia
36.26De le scole il sermone Amor maestro;
36.27Ma l'accademia e i portici passeggia
36.28De' filosofi al fianco, e con la molle
36.29Mano accarezza le cadenti barbe.
37.1Ma guardati, o Signor, guardati oh dio
37.2Dal tossico mortal che fuora esala
37.3Dai volumi famosi; e occulto poi
37.4Sa, per le luci penetrato all'alma,
37.5Gir serpendo nei cori; e con fallace
37.6Lusinghevole stil corromper tenta
37.7Il generoso de le stirpi orgoglio
37.8Che ti scevra dal vulgo. Udrai da quelli,
37.9Che ciascun de' mortali all'altro è pari;
37.10Che caro a la Natura, e caro al Cielo
37.11È non meno di te colui che regge
37.12I tuoi destrieri, e quei ch'ara i tuoi campi;
37.13E che la tua pietade, e il tuo rispetto
37.14Dovrien fino a costor scender vilmente.
37.15Folli sogni d'infermo! Intatti lascia
37.16Così strani consiglj; e sol ne apprendi
37.17Quel che la dolce voluttà rinfranca,
37.18Quel che scioglie i desiri, e quel che nutre
37.19La libertà magnanima. Tu questo
37.20Reca solo a la mensa: e sol da questo
37.21Cerca plausi ed onor. Così dell'api
37.22L'industrioso popolo ronzando,
37.23Gira di fiore in fior, di prato in prato;
37.24E i dissimili sughi raccogliendo,
37.25Tesoreggia nell'arnie: un giorno poi
37.26Ne van colme le pàtere dorate
37.27Sopra l'ara de' numi; e d'ogn'intorno
37.28Ribocca la fragrante alma dolcezza.
38.1Or versa pur dall'odorato grembo
38.2I tuoi doni o Pomona; e l'ampie colma
38.3Tazze che d'oro e di color diversi
38.4Fregiò il Sàssone industre; il fine è giunto
38.5De la mensa divina. E tu dai greggi
38.6Rustica Pale coronata vieni
38.7Di melissa olezzante e di ginebro;
38.8E co' lavori tuoi di presso latte
38.9Vergognando t'accosta a chi ti chiede,
38.10Ma deporli non osa. In su la mensa
38.11Potrien deposti le celesti nari
38.12Commover troppo, e con volgare olezzo
38.13Gli stomachi agitar. Torreggin solo
38.14Su' ripiegati lini in varie forme
38.15I latti tuoi cui di serbato verno
38.16Rassodarono i sali, e reser atti
38.17A dilettar con subito rigore
38.18Di convitato cavalier le labbra.
39.1Tu, Signor, che farai poichè fie posto
39.2Fine a la mensa, e che lieve puntando
39.3La tua Dama gentil fatto avrà cenno,
39.4Che di sorger è tempo? In piè d'un salto
39.5Balza prima di tutti; a lei t'accosta,
39.6La seggiola rimovi, la man porgi;
39.7Guidala in altra stanza, e più non soffri,
39.8Che lo stagnante de le dapi odore
39.9Il cèlabro le offenda. Ivi con gli altri
39.10Gratissimo vapor t'invita, ond'empie
39.11L'aria il caffè che preparato fuma
39.12In tavola minor cui vela ed orna
39.13Indica tela. Ridolente gomma
39.14Quinci arde intanto; e va lustrando e purga
39.15L'aere profano, e fuor caccia del cibo
39.16Le volanti reliquie. Egri mortali
39.17Cui la miseria e la fidanza un giorno
39.18Sul meriggio guidàro a queste porte;
39.19Tumultuosa, ignuda, atroce folla
39.20Di tronche membra, e di squallide facce,
39.21E di bare e di grucce, ora da lungi
39.22Vi confortate; e per le aperte nari
39.23Del divin pranzo il nèttare beete
39.24Che favorevol aura a voi conduce:
39.25Ma non osate i limitari illustri
39.26Assediar, fastidioso offrendo
39.27Spettacolo di mali a chi ci regna.
40.1Or la piccola tazza a te conviene
40.2Apprestare, o Signor, che i lenti sorsi
40.3Ministri poi de la tua Dama ai labbri:
40.4Or memore avvertir s'ella più goda,
40.5O sobria o liberal, temprar col dolce
40.6La bollente bevanda; o se più forse
40.7L'ami così, come sorbir la suole
40.8Barbara sposa, allor che, molle assisa
40.9Su' broccati di Persia, al suo signore
40.10Con le dita pieghevoli 'l selvoso
40.11Mento vezzeggia, e la svelata fronte
40.12Alzando, il guarda; e quelli sguardi han possa
40.13Di far che a poco a poco di man cada
40.14Al suo signore la fumante canna.
41.1Mentre il labbro, e la man v'occupa, e scalda
41.2L'odorosa bevanda, altere cose
41.3Macchinerà tua infaticabil mente.
41.4Qual coppia di destrieri oggi de' il carro
41.5Guidar de la tua Dama; o l'alte moli
41.6Che su le fredde piagge educa il Cimbro;
41.7O quei che abbeverò la Drava, o quelli
41.8Che a le vigili guardie un dì fuggìro
41.9Da la stirpe Campana. Oggi qual meglio
41.10Si convenga ornamento ai dorsi alteri:
41.11Se semplici e negletti; o se pomposi
41.12Di ricche nappe e variate stringhe
41.13Andran su l'alto collo i crin volando;
41.14E sotto a cuoi vermigli e ad auree fibbie
41.15Ondeggeranno li ritondi fianchi.
41.16Quale oggi cocchio trionfanti al corso
41.17Vi porterà: se quel cui l'oro copre;
41.18O quel su le cui tavole pesanti
41.19Saggio pennello i dilicati finse
41.20Studj dell'ago, onde si fregia il capo
41.21E il bel sen la tua Dama; e pieni vetri
41.22Di freschissima linfa e di fior varj
41.23Gli diede a trascinar. Cotanta mole
41.24Di cose a un tempo sol nell'alta mente
41.25Rivolgerai: poi col supremo auriga
41.26Arduo consiglio ne terrai, non senza
41.27Qualche lieve garrir con la tua Dama.
41.28Servi le leggi tue l'auriga: e intanto
41.29Altre v'occupin cure. Il gioco puote
41.30Ora il tempo ingannare: ed altri ancora
41.31Forse ingannar potrà. Tu il gioco eleggi
41.32Che due soltanto a un tavoliere ammetta;
41.33Tale Amor ti consiglia. Occulto ardea
41.34Già di ninfa gentil misero amante
41.35Cui null'altra eloquenza usar con lei,
41.36Fuor che quella degli occhi era concesso;
41.37Poichè il rozzo marito ad Argo eguale
41.38Vigilava mai sempre; e quasi biscia
41.39Ora piegando, or allungando il collo,
41.40Ad ogni verbo con gli orecchi acuti
41.41Era presente. Oimè, come con cenni,
41.42O con notata tavola giammai
41.43O con servi sedotti a la sua ninfa
41.44Chieder pace ed aita? Ogni d'Amore
41.45Stratagemma finissimo vinceva
41.46La gelosìa del rustico marito.
41.47Che più lice sperare? Al tempio ei corre
41.48Del nume accorto che le serpi intreccia
41.49All'aurea verga, e il capo e le calcagna
41.50D'ali fornisce. A lui si prostra umìle;
41.51E in questa guisa, lagrimando, il prega.
41.52“O propizio agli amanti, o buon figliuolo
41.53De la candida Maja, o tu che d'Argo
41.54Deludesti i cent'occhi, e a lui rapisti
41.55La guardata giovenca, i preghi accetta
41.56D'un amante infelice; e a me concedi
41.57Se non gli occhi ingannar, gli orecchi almeno
41.58D'un marito importuno”. Ecco si scote
41.59Il divin simulacro, a lui si china,
41.60Con la verga pacifica la fronte
41.61Gli percote tre volte: e il lieto amante
41.62Sente dettarsi ne la mente un gioco
41.63Che i mariti assordisce. A lui diresti,
41.64Che l'ali del suo piè concesse ancora
41.65Il supplicato Dio; cotanto ei vola
41.66Velocissimamente a la sua donna.
41.67Là bipartita tavola prepara
41.68Ov'ebano, ed avorio intarsiati
41.69Regnan sul piano; e partono alternando
41.70In dodici magioni ambe le sponde.
41.71Quindici nere d'ebano girelle
41.72E d'avorio bianchissimo altrettante
41.73Stan divise in due parti; e moto e norma
41.74Da due dadi gittati attendon, pronte
41.75Ad occupar le case, e quinci e quindi
41.76Pugnar contrarie. Oh cara a la Fortuna
41.77Quella che corre innanzi all'altre, e seco
41.78Ha la compagna, onde il nemico assalto
41.79Forte sostenga! Oh giocator felice
41.80Chi pria l'estrema casa occupa; e l'altro
41.81De le proprie magioni ordin riempie
41.82Con doppio segno, e quindi poi, securo,
41.83Da la falange il suo rival combatte;
41.84E in proprio ben rivolge i colpi ostili.
41.85Al tavolier s'assidono ambidue,
41.86L'amante cupidissimo, e la ninfa:
41.87Quella occupa una sponda, e questi l'altra.
41.88Il marito col gomito s'appoggia
41.89All'un de' lati: ambi gli orecchi tende;
41.90E sotto al tavolier di quando in quando
41.91Guata con gli occhi. Or l'agitar dei dadi
41.92Entro ai sonanti bossoli comincia;
41.93Ora il picchiar de' bossoli sul piano;
41.94Ora il vibrar, lo sparpagliar, l'urtare,
41.95Il cozzar de' due dadi; or de le mosse
41.96Pedine il martellar. Torcesi e freme
41.97Sbalordito il geloso: a fuggir pensa,
41.98Ma rattienlo il sospetto. Il romor cresce
41.99Il rombazzo, il frastono, il rovinìo.
41.100Ei più regger non puote; in piedi balza,
41.101E con ambe le man tura gli orecchi.
41.102Tu vincesti o Mercurio: il cauto amante
41.103Poco disse, e la bella intese assai.
42.1Tal ne la ferrea età quando gli sposi
42.2Folle superstizion chiamava all'armi
42.3Giocato fu. Ma poi che l'aureo fulse
42.4Secol di novo, e che del prisco errore
42.5Si spogliàro i mariti, al sol diletto
42.6La Dama, e il Cavalier volsero il gioco
42.7Che la necessità scoperto avea.
42.8Fu superfluo il romor: di molle panno
42.9La tavola vestissi, e de' patenti
42.10Bossoli 'l sen: lo schiamazzìo molesto
42.11Tal rintuzzossi; e durò al gioco il nome
42.12Che ancor l'antico strepito dinòta.
43.1Già de le fere, e degli augelli il giorno,
43.2E de' pesci notanti, e de' fior varj,
43.3Degli alberi, e del vulgo al suo fin corre.
43.4Di sotto al guardo dell'immenso Febo
43.5Sfugge l'un Mondo; e a berne i vivi raggi
43.6Cuba s'affretta, e il Messico, e l'altrice
43.7Di molte perle California estrema.
43.8Già da' maggiori colli, e da l'eccelse
43.9Torri il Sol manda gli ultimi saluti
43.10All'Italia, fuggente; e par, che brami
43.11Rivederti, o Signore, anzi che l'Alpe,
43.12O l'Appennino, o il mar curvo ti celi
43.13Agli occhi suoi. Altro finor non vide,
43.14Che di falcato mietitore i fianchi
43.15Su le campagne tue piegati e lassi,
43.16E su le armate mura or fronti or spalle
43.17Carche di ferro, e su le aeree capre
43.18Degli edificj tuoi man scabre e arsicce,
43.19E villan polverosi innanzi ai carri
43.20Gravi del tuo ricolto, e sui canali
43.21E sui fertili laghi irsute braccia
43.22Di remigante che le alterne merci
43.23Al tuo comodo guida ed al tuo lusso,
43.24Tutt'ignobili oggetti. Or colui vegga,
43.25Che da tutti servito, a nullo serve.
44.1Già di cocchi frequente il Corso splende:
44.2E di mille che là volano rote
44.3Rimbombano le vie. Fiero per nova
44.4Scoperta biga il giovine leggiadro
44.5Che cesse al carpentier gli avìti campi
44.6Là si scorge tra i primi. All'un de' lati
44.7Sdrajasi tutto: e de le stese gambe
44.8La snellezza dispiega. A lui nel seno
44.9La conoscenza del suo merto abbonda;
44.10E con gentil sorriso arde e balena
44.11Su la vetta del labbro; o da le ciglia,
44.12Disdegnando, de' cocchi signoreggia
44.13La turba inferior: soave intanto
44.14Egli alza il mento, e il gomito protende;
44.15E mollemente la man ripiegando,
44.16I merletti finissimi su l'alto
44.17Petto si ricompon con le due dita.
44.18Quinci vien l'altro che pur oggi al cocchio
44.19Dai casali pervenne, e già s'ascrive
44.20Al concilio de' numi. Egli oggi impara
44.21A conoscere il vulgo, e già da quello
44.22Mille miglia lontan sente rapirsi
44.23Per lo spazio de' cieli. A lui davanti
44.24Ossequiosi cadono i cristalli
44.25De' generosi cocchi oltrepassando;
44.26E il lusingano ancor perchè sostegno
44.27Sia de la pompa loro. Altri ne viene
44.28Che di compro pur or titol si vanta;
44.29E pur s'affaccia, e pur gli orecchi porge,
44.30E pur sembragli udir da tutti i labbri
44.31Sonar le glorie sue: Mal abbia il lungo
44.32De le rote stridore, e il calpestìo
44.33De' ferrati cavalli, e l'aura, e il vento
44.34Che il bel tenor de le bramate voci
44.35Scender non lascia a dilettargli 'l core.
44.36Di momento in momento il fragor cresce,
44.37E la folla con esso. Ecco le vaghe
44.38A cui gli amanti per lo dì solenne
44.39Mendicarono i cocchi. Ecco le gravi
44.40Matrone che gran tempo arser di zelo
44.41Contro al bel Mondo, e dell'ignoto Corso
44.42La scelerata polvere dannàro;
44.43Ma poi che la vivace amabil prole
44.44Crebbe, e invitar sembrò con gli occhi Imene,
44.45Cessero alfine; e le tornite braccia,
44.46E del sorgente petto i rugiadosi
44.47Frutti prudentemente al guardo aprìro
44.48Dei nipoti di Giano. Affrettan quindi
44.49Le belle cittadine, ora è più lustri
44.50Note a la Fama, poi che ai tetti loro
44.51Dedussero gli Dei; e sepper meglio,
44.52E in più tragico stil da la toilette
44.53Ai loro amici declamar l'istoria
44.54De' rotti amori; ed agitar repente
44.55Con celebrata convulsion la mensa,
44.56Il teatro, e la danza. Il lor ventaglio
44.57Irrequieto sempre or quinci or quindi
44.58Con variata eloquenza esce e saluta.
44.59Convolgonsi le belle: or su l'un fianco
44.60Or su l'altro si posano tentennano
44.61Volteggiano si rizzan, sul cuscino
44.62Ricadono pesanti, e la lor voce
44.63Acuta scorre d'uno in altro cocchio.
45.1Ma ecco alfin che le divine spose
45.2Degl'Italici eroi vengono anch'esse.
45.3Io le conosco ai messaggier volanti
45.4Che le annuncian da lungi, ed urtan fieri,
45.5E rompono la folla; io le conosco
45.6Da la turba de' servi al vomer tolti,
45.7Perchè oziosi poi diretro pendano
45.8Al carro trionfal con alte braccia.
45.9Male a Giuno ed a Pallade Minerva
45.10E a Cinzia e a Citerea mischiarvi osate
45.11Voi pettorute Naiadi e Napee
45.12Vane di picciol fonte o d'umil selva
45.13Che agli Egipani vostri in guardia diede
45.14Giove dall'alto. Vostr'incerti sguardi,
45.15Vostra frequente inane maraviglia,
45.16E l'aria alpestre ancor de' vostri moti
45.17Vi tradiscono, ahi lasse, e rendon vana
45.18La multiplice in fronte ai palafreni
45.19Pendente nappa, ch'usurpar tentaste,
45.20E la divisa onde copriste il mozzo
45.21E il cucinier che la seguace corte
45.22Accrebber stanchi, e i miseri lasciàro
45.23Canuti padri di famiglia soli
45.24Ne la muta magion serbati a chiave.
45.25Troppo da voi diverse esse ne vanno
45.26Ritte negli alti cocchi alteramente;
45.27E a la turba volgare che si prostra
45.28Non badan punto: a voi talor si volge
45.29Lor guardo negligente, e par, che dica:
45.30Tu ignota mi sei; o nel mirarvi
45.31Col compagno susurrano ridendo.
46.1Le giovinette madri degli eroi
46.2Tutto empierono il Corso, e tutte han seco
46.3Un giovinetto eroe, o un giovin padre
46.4D'altri futuri eroi, che a la toilette
46.5A la mensa, al teatro, al corso, al gioco
46.6Segnaleransi un giorno; e fien cantati,
46.7S'io scorgo l'avvenir, da tromba eguale
46.8A quella che a me diede Apollo, e disse:
46.9Canta gli Achilli tuoi, canta gli Augusti
46.10Del secol tuo. Sol tu manchi, o Pupilla
46.11Del più nobile mondo: ora ne vieni,
46.12E del rallegratore de le cose
46.13Rallegra or tu la moribonda luce.
47.1Già d'untuosa polvere novella
47.2Di propria man la tabacchiera empisti
47.3A la tua Dama, e di novelli odori
47.4Il cristallo dorato; ed al suo crine
47.5La bionda che svanìo polve tornasti
47.6Con piuma dilicata; e adatto al giorno
47.7Le scegliesti 'l ventaglio: al pronto cocchio
47.8Di tua man la guidasti, e già con essa
47.9Precipitosamente al Corso arrivi.
47.10Il memore cocchier serbi quel loco
47.11Che voi dianzi sceglieste, e voi non osi
47.12Tra le ignobili rote esporre al vulgo,
47.13Se star fermi vi piace, od oltre scorra,
47.14Se di scorrer v'aggrada. Uscir del cocchio
47.15Ti fia lecito ancor. T'accolgan pronti
47.16Allo scendere i servi. Ancora un salto
47.17Spicca; e rassetta i rincrespati panni,
47.18E le trine sul petto: un po' t'inchina,
47.19Ed ai lievi calzàri un guardo volgi;
47.20Ergiti, e marcia dimenando il fianco.
47.21Il Corso misurar potrai soletto,
47.22S'ami di passeggiare; anco potrai
47.23Dell'altrui Dame avvicinarti al cocchio,
47.24E inerpicarti, et introdurvi 'l capo
47.25E le spalle e le braccia, e mezzo ancora
47.26Dentro versarti. Ivi sonar tant'alto
47.27Fa le tue risa, che da lunge gli oda
47.28La tua Dama, e si turbi, ed interrompa
47.29Il celiar degli eroi che accorser tosto
47.30Tra 'l dubbio giorno a custodir la bella
47.31Che solinga lasciasti. O sommi numi
47.32Sospendete la Notte; e i fatti egregi
47.33Del mio Giovin Signor splender lasciate
47.34Al chiaro giorno. Ma la Notte segue
47.35Sue leggi inviolabili, e declina
47.36Con tacit'ombra sopra l'emispero;
47.37E il rugiadoso piè lenta movendo,
47.38Rimescola i color varj infiniti,
47.39E via gli spazza con l'immenso lembo
47.40Di cosa in cosa: e suora de la morte
47.41Un aspetto indistinto, un solo volto
47.42Al suolo, ai vegetanti, agli animali,
47.43A i grandi, ed a la plebe equa permette;
47.44E i nudi insieme, ed i dipinti visi
47.45De le belle confonde, e i cenci e l'oro.
47.46Nè veder mi concede all'aer cieco
47.47Qual de' cocchi si parta, o qual rimanga
47.48Solo all'ombre segrete; e a me di mano
47.49Toglie il pennello; e il mio Signore avvolge
47.50Per entro al tenebroso umido velo.
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