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1.1Solo e pensoso un dì fra l'erba e' fiori
1.2stando, m'aparve l'ombra di colui
1.3che move 'l mondo, gli elementi e' cuori;
2.1ond'io, di stupor pien, mi mossi a lui
2.2per riguardar sua forma e sua bellezza,
2.3ma tal lume spargevan li occhi sui
3.1e 'l volto e 'l viso, ch'ogni mia fortezza
3.2mancò, e caddi in terra come morto
3.3o come vinto suol per debilezza.
4.1Ma lui, del caso mio subito accorto,
4.2a una donna lì, del sol più bella,
4.3commise ogni mia cura, ogni conforto.
5.1Il perché pronta, obedïente e snella
5.2me sollevato con aspetto pio
5.3e santo amor, così ver me favella:
6.1«Figliuol, prendi speranza, però ch'io
6.2vengo mandata qui da quel signore,
6.3che co' suo lumi te 'nanzi ferìo,
7.1e qui, fra 'l tuo vedere e 'l suo splendore
7.2posta, tempero i raggi del suo volto,
7.3perch'oda e veggia alquanto il suo valore.
8.1Levati dunque su, piglia conforto,
8.2guarda e domanda me, ch'i' son mandata
8.3per lasciarti d'errori e dubî sciolto!»
9.1Ripreso animo, «Adunque, alma beata,
9.2— dissi — se non t'è grave, alquanto parla
9.3di questa immagin qui da me scontrata».
10.1Ed ella, come nota in la mia spalla
10.2posta la man, disse: «Quest'è l'Amore,
10.3che col suo fiato il mondo accende e 'ngialla.
11.1Questi ha quattro saette d'un colore,
11.2ma varie sì che, quelle saettando,
11.3ferisce, lega e toglie ogni vigore,
12.1e con la quarta uccide; e forse, quando
12.2Semelè ne' suo doni arse e perìo,
12.3sentì del primo amor l'ultimo bando.
13.1Quinci, come la morte, l'amor pio
13.2prova esser forte chi, da tal saetta
13.3ferito, a Lete scende con disio,
14.1ove vagando va l'alma soletta
14.2per boschi e selve, fin che giugne al fonte
14.3che Narciss' al morir chiama ed afretta.
15.1Alza, figliuolo, alquanto, alza la fronte,
15.2guarda la forma e bellezza 'nfinita,
15.3alli occhi tuoi offerta impressamente!»
16.1Levai le ciglia, poi ch'essa m'invita,
16.2e, di nuovo vigore afflato, vidi
16.3quella detta per sé bellezza e vita.
17.1E ferito nel cor da' raggi fidi,
17.2legato, aflitto e 'n un punto mancato,
17.3per sommo ben lì sentito, me vidi.
18.1Allor la donna mia, che m'era allato,
18.2tale accidente conosciuto, disse:
18.3«Or ti sarà 'l mio dire aperto e lato».
19.1E, detto ciò, nel ciel tutta s'affisse,
19.2e, come donna innamorata, un canto
19.3tal cominciò, qual mai più non si scrisse:
20.1- O sommo ben, che spandi in ogni canto
20.2la tua virtù, e con libero amore,
20.3quant'è ciascun, te stesso infondi tanto,
21.1anzi di tua natura el tuo vigore
21.2prestando, fai a te simil coloro,
21.3che fissi in te a te danno 'l suo core;
22.1però che, come in fiamma splende l'oro
22.2dall'igneo vigor pien e 'nformato
22.3così di tua bontà splendon costoro,
23.1e tanto è ciaschedun cortese e grato,
23.2quant' egli è buono, e tanto ancor migliore
23.3quant' è nel sommo ben più trasformato.
24.1El qual per sua natura, el suo valore
24.2ed ogni suo tesoro in altri infonde,
24.3quant'è di chi riceve amplo 'l vigore.
25.1Quindi, adunque, informate e fatte monde,
25.2l'anime generose son costrette
25.3d'infonder sé com'altri in lor s'infonde.
26.1Quinci li strali e l'acute saette
26.2della vera amicizia e santo amore
26.3sono al cor di costor sempre dirette.
27.1E però pon della sua legge fore
27.2el sapiente d'amor chi non accende
27.3l'affetto e 'l cor nel divino splendore,
28.1dove l'amar per sé tutto s'estende
28.2e tutto sé diffonde nell'amato,
28.3se nïente su' atto o moto offende.
29.1A torto adunque è amico chiamato
29.2chi per amore al sommo ben coniunto
29.3non è, dove l'amar vero è 'nsegnato.
30.1Chi ben non tiene e 'ntende questo punto
30.2muterà nome, overo alterno dice
30.3essere e l'amicizia e l'amor giunto.
31.1Ma 'l suo principio e la vera radice
31.2è fissa 'n ciel, dove chi è salito
31.3sempr'è nel suo amor iusto e felice,
32.1perché affetto, su nell'infinito
32.2bene e amore eccede ogni misura,
32.3dove l'umano amor sempr'è perduto.
33.1Sua qualità, suo modo e sua figura
33.2trabocca nell'amante in ogni gesto,
33.3parlare e stato e sollicita cura.
34.1Quivi il lento vedrai volvere in presto,
34.2e con voce d'amor gridar colui
34.3che tace, e lieto star chi era mesto.
35.1D'enfiammate saette li occhi sui,
35.2moti e parole ed ogn'atto vedrai
35.3di divina potenzia ardere in lui.
36.1E se stolto non se', intenderai
36.2quel tal patir non far per tal cagione,
36.3che uomo esser non può né fu già mai.
37.1Per questo è detto Iove genitore,
37.2di che l'uman vigor passa e trascende,
37.3del cielo e terra e 'nferno vincitore.
38.1E quest'a ciascun ricco sparge e stende
38.2el suo affetto, e, per tutti giovare,
38.3tutto 'l suo e se stesso all'amor vende.
39.1Quinci con gran periglio ire e tornare
39.2el giusto Ercole vedi, e, per amore
39.3del mondo, i mostri sudando domare;
40.1duo Decî e Codro e Regol forse muore
40.2per amor della patria; il buon Ligurgo
40.3per fermar le sue leggi e lor rigore
41.1della patria si priva e d'ogni burgo;
41.2e Scipïon, la sua Roma lasciando,
41.3l'interne legge alla sua invidia purgo,
42.1e minor nell'essilio diventando
42.2la fede, l'amicizia il fa maggiore,
42.3più chiaro e glorioso assai che quando
43.1fu giusto di sua patria difensore;
43.2questi e molt'altri alcun grado tenere
43.3parvon dell'amicizia e sacro amore.
44.1Ma l'opre lor già mai furono 'ntere,
44.2perché non discendean da quella vena,
44.3che quelle e l'altre fa giuste e sincere.
45.1Non è mai l'amicizia in alcun piena,
45.2che 'l suo amico all'ottimo non trae,
45.3se può, benché per morte è grave pena.
46.1Quel che fecion costoro ed esso fae
46.2alcune volte, e talora 'l contrario,
46.3perch'a l'ottimo sempre intende e vae.
47.1Qui, per la morte di sua figlia, Ilario
47.2prega, ed una matrona con letizia
47.3guarda 'l martir de' figli orrendo e vario,
48.1per quel dolor non sentendo trestizia,
48.2ché 'l corpo affligge, ma l'alma vittrice
48.3pon glorïosa ove niun' è mestizia.
49.1Quinci stimò ne' tormenti filice
49.2el suo padre Origène, e al morire
49.3conforta lui, ch'è di vita radice.
50.1Or, chi non vuol la legge preterire
50.2della ver'amicizia per amore,
50.3tutto e' si volga e 'nfiammi il suo disire.
51.1E 'nteso ch'ogni bene, ogni dolzore,
51.2ogni felicità, letizia e festa
51.3in l'uon concessa, ogni gaudio, ogn'onore
52.1v'è, è sodo, riposto e fisso in questa,
52.2sicché niente all'amico suol dare,
52.3ché gli dà altri ben che questi, o 'mpresta.
53.1E quinci 'l vero amico vedrà stare
53.2in ogni affanno ed a morir parato,
53.3per poter dov'è sé altrui menare.
54.1E niente paregli adoperato
54.2aver pel suo amico insino a tanto
54.3che l'ha al sommo ben giunto e legato;
55.1e, per quivi menarlo, in lutto e 'n pianto
55.2talora el lascia lui con odio, amando,
55.3come chiaro dimostra il testo santo.
56.1Quest'amicizia intende 'l modo e 'l quando
56.2del beneficio, l'ordine e 'l tenore,
56.3e quanto si procede e come, amando.
57.1Quinci l'altrui agguaglia al proprio amore,
57.2e, dello amor tenendo equal misura,
57.3a tempo e luogo par meno e maggiore.
58.1Quinci talor vedrai la pietà dura
58.2e la clemenzia cruda diventare
58.3e spesso amor variar sua figura.
59.1Non in più forme si solea mutare
59.2Proteo che colui che senza fraude
59.3e senza adulazion usa l'amare.
60.1Quinci come saette over bombarde
60.2fulminar le parole dell'amante
60.3vedrai, e talor esser fredde e tarde;
61.1piangerà 'l pianto alcuno e, poco stante,
61.2ridere a lutto e nel dolor far festa,
61.3de' somm'amici en più modi mutante
62.1el volto e' gesti, per aver podesta
62.2più pronta e vera all'uso e la salute
62.3de l'amata persona, a sua richiesta.
63.1Quinci vedrai le lingue fatte mute
63.2de' veri amici, e sordo e cieco e stolto
63.3altri fatti vedrai, per dar compiute
64.1l'opere all'amicizia, e quelle 'l volto
64.2mutare e simil farsi anche all'amato,
64.3finché dal proprio mal lo vede sciolto.
65.1Vidi dolere alcun più che 'l penato
65.2ed infermar con lo 'nfermo, e a morire
65.3per l'altrui miglior vita esser parato.
66.1Truovasi chi pe' suoi volle morire
66.2e dal libro esser raso ov'era scritto
66.3da chi li amici suoi volle punire.
67.1Contento era del cielo esser prescritto
67.2per li amati fratelli, ver cultore
67.3dell'amicizia: è vero amor, non fitto.
68.1Non è contento a morir per amore
68.2una volta, se 'l cielo è regolato,
68.3formato ed ordinato al suo favore;
69.1e quinci in varie morti esercitato,
69.2in pericoli grandi, fame e sete,
69.3e mille mali afflitto e lacerato,
70.1senza respitto alcun, senza quïete,
70.2si glorïav' alcuno, e per l'amato
70.3mond'uscir mai non vuol di cotal rete.
71.1Quinci vedi l'amico trasformato
71.2ne li amati fratelli, e l'universo
71.3abracciar, quasi sé dimenticato.
72.1O sacro amor, con quale stilo averso
72.2potrà alcun la tua lode esplicare,
72.3over quelle far note all'universo?
73.1Ma chi intender potrà che 'l ver amare
73.2si privi dell'amato, e quel che vòle
73.3non voglia per amor di elevare?
74.1Tanto pote l'amante al vero sole
74.2che 'ntenda nell'amare esser felice
74.3chi dal suo bene ed obietto si tòle.
75.1E leggendo esser miser e infelice,
75.2per non perder amor più dolce e caro
75.3che non si crede e più che non si dice,
76.1è nella sua dolcezza tanto amaro,
76.2e nella sua pietà tanto crudele
76.3ch'allo 'nferno trabocca ogni suo caro.
77.1E forse questo lì trasse 'l fedele
77.2Orfeo, la morta sposa seguitando,
77.3e così al padre Enea drizza suo vele,
78.1per fiumi e luoghi perigliosi andando,
78.2tra le tenebr'etterne, ove la morte
78.3pone 'l suo modo, onde la vita ha bando.
79.1Apre del vero amor l'ultime porte
79.2solo a' non sordi alcun, con alta voce
79.3gridando: «Da l'amor vita né morte,
80.1pena, periglio, overo amara croce
80.2divider mi potrà; quinci 'nfiammato,
80.3cerc'un vero amatore in ogni foce,
81.1se ben trovar si può alcun creato
81.2d'amor più dolce, grazïoso e caro».
81.3E poi c'ha tutto assai considerato,
82.1tutto truova molesto, aspro ed amaro
82.2senza amicizia; se tutto 'l tesoro
82.3del cielo e della terra per riparo
83.1del commutato amore e per ristoro
83.2dato gli fosse, in modo che signore
83.3secondo fusse del celeste coro,
84.1lume d'ingegno, scïenza e valore
84.2e quella sapienza, ch'ogni vero
84.3vede, e d'ogni virtù 'l sommo vigore,
85.1niente stima agguagliata al sincero
85.2amor, che tutto abbraccia e tutto dassi,
85.3e ne l'uom presso a lui ved'esse 'ntero.
86.1Nïun frutto fa l'uom, benché si lassi
86.2senza 'l divino amor, perch'ogni obietto
86.3non conducente al primo in terra stassi;
87.1nella legal iustizia è gran difetto,
87.2ogn'equità è morta, ogni virtute,
87.3ogni potenza è vana, ogni intelletto
88.1non cundito d'amore; ogni salute
88.2senza amicizia muore, e le ricchezze
88.3d'esto amor più mai non son compiute.
89.1Quinci svïati, alcun l'alte bellezze
89.2amirando mortali e dall'amore
89.3cieco rapiti, seguon sue dolcezze.
90.1E presi dal vulgato e vecchio errore,
90.2son dalla luce tenera del volto
90.3de' giovani rapiti e dal dolore.
91.1Quinci vedrai del savio farsi stolto
91.2e 'l pudico lascivo diventare,
91.3femmina 'l maschio negli atti e nel volto
92.1fatto, e per luso non si vergognare
92.2la viril dignità, d'una fanciulla
92.3stolta e lasciva amante diventare.
93.1Quinci 'l vecchio vedrai tornare 'n culla
93.2e ridere alle ciance d'una putta,
93.3che come un fante lui talor trastulla.
94.1Queste simulazioni hanno distrutta
94.2ogn'amicizia vera e ogni affetto,
94.3vinta con lunga ed aspra e dura lutta».
95.1E, volta a me, disse: «Guarda nel petto
95.2della presente immagine, e vedrai
95.3l'amicizia e l'amore ivi ristretto».
96.1Alle parole sue le ciglia alzai,
96.2e, mentre ch'io guardava lor bellezza
96.3fisso in un punto, tolto mi trovai
97.1da tanta visïon, da tal dolcezza,
97.2e 'n questi versi poi quella notai,
97.3permendo col mio stilo ogni su' altezza.
98.1E meco dissi: «Niun potre' già mai
98.2con equal maestà tal visione
98.3narrare; Omero, Orfeo ed altri assai,
99.1con Dimostine, Tullio, con Marone,
99.2vinti nasconderebon l'alta tromba
99.3dello stilo alto loro e del sermone,
100.1el qual pel mondo ancor suona e rimbomba».
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