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1.1Quando ambedue li figli di Latona,
1.2coperti del Montone e de la Libra,
1.3fanno de l'orizzonte insieme zona,
2.1quant'è dal punto che 'l cenìt inlibra
2.2infin che l'uno e l'altro da quel cinto,
2.3cambiando l'emisperio, si dilibra,
3.1tanto, col volto di riso dipinto,
3.2si tacque Bëatrice, riguardando
3.3fiso nel punto che m'avëa vinto.
4.1Poi cominciò: "Io dico, e non dimando,
4.2quel che tu vuoli udir, perch'io l'ho visto
4.3là 've s'appunta ogne ubi e ogne quando.
5.1Non per aver a sé di bene acquisto,
5.2ch'esser non può, ma perché suo splendore
5.3potesse, risplendendo, dir "Subsisto",
6.1in sua etternità di tempo fore,
6.2fuor d'ogne altro comprender, come i piacque,
6.3s'aperse in nuovi amor l'etterno amore.
7.1Né prima quasi torpente si giacque;
7.2ché né prima né poscia procedette
7.3lo discorrer di Dio sovra quest'acque.
8.1Forma e materia, congiunte e purette,
8.2usciro ad esser che non avia fallo,
8.3come d'arco tricordo tre saette.
9.1E come in vetro, in ambra o in cristallo
9.2raggio resplende sì, che dal venire
9.3a l'esser tutto non è intervallo,
10.1così 'l triforme effetto del suo sire
10.2ne l'esser suo raggiò insieme tutto
10.3sanza distinzïone in essordire.
11.1Concreato fu ordine e costrutto
11.2a le sustanze; e quelle furon cima
11.3nel mondo in che puro atto fu produtto;
12.1pura potenza tenne la parte ima;
12.2nel mezzo strinse potenza con atto
12.3tal vime, che già mai non si divima.
13.1Ieronimo vi scrisse lungo tratto
13.2di secoli de li angeli creati
13.3anzi che l'altro mondo fosse fatto;
14.1ma questo vero è scritto in molti lati
14.2da li scrittor de lo Spirito Santo,
14.3e tu te n'avvedrai se bene agguati;
15.1e anche la ragione il vede alquanto,
15.2che non concederebbe che ' motori
15.3sanza sua perfezion fosser cotanto.
16.1Or sai tu dove e quando questi amori
16.2furon creati e come: sì che spenti
16.3nel tuo disïo già son tre ardori.
17.1Né giugneriesi, numerando, al venti
17.2sì tosto, come de li angeli parte
17.3turbò il suggetto d'i vostri alementi.
18.1L'altra rimase, e cominciò quest'arte
18.2che tu discerni, con tanto diletto,
18.3che mai da circüir non si diparte.
19.1Principio del cader fu il maladetto
19.2superbir di colui che tu vedesti
19.3da tutti i pesi del mondo costretto.
20.1Quelli che vedi qui furon modesti
20.2a riconoscer sé da la bontate
20.3che li avea fatti a tanto intender presti:
21.1per che le viste lor furo essaltate
21.2con grazia illuminante e con lor merto,
21.3sì c'hanno ferma e piena volontate;
22.1e non voglio che dubbi, ma sia certo,
22.2che ricever la grazia è meritorio
22.3secondo che l'affetto l'è aperto.
23.1Omai dintorno a questo consistorio
23.2puoi contemplare assai, se le parole
23.3mie son ricolte, sanz'altro aiutorio.
24.1Ma perché 'n terra per le vostre scole
24.2si legge che l'angelica natura
24.3è tal, che 'ntende e si ricorda e vole,
25.1ancor dirò, perché tu veggi pura
25.2la verità che là giù si confonde,
25.3equivocando in sì fatta lettura.
26.1Queste sustanze, poi che fur gioconde
26.2de la faccia di Dio, non volser viso
26.3da essa, da cui nulla si nasconde:
27.1però non hanno vedere interciso
27.2da novo obietto, e però non bisogna
27.3rememorar per concetto diviso;
28.1sì che là giù, non dormendo, si sogna,
28.2credendo e non credendo dicer vero;
28.3ma ne l'uno è più colpa e più vergogna.
29.1Voi non andate giù per un sentiero
29.2filosofando: tanto vi trasporta
29.3l'amor de l'apparenza e 'l suo pensiero!
30.1E ancor questo qua sù si comporta
30.2con men disdegno che quando è posposta
30.3la divina Scrittura o quando è torta.
31.1Non vi si pensa quanto sangue costa
31.2seminarla nel mondo e quanto piace
31.3chi umilmente con essa s'accosta.
32.1Per apparer ciascun s'ingegna e face
32.2sue invenzioni; e quelle son trascorse
32.3da' predicanti e 'l Vangelio si tace.
33.1Un dice che la luna si ritorse
33.2ne la passion di Cristo e s'interpuose,
33.3per che 'l lume del sol giù non si porse;
34.1e mente, ché la luce si nascose
34.2da sé: però a li Spani e a l'Indi
34.3come a' Giudei tale eclissi rispuose.
35.1Non ha Fiorenza tanti Lapi e Bindi
35.2quante sì fatte favole per anno
35.3in pergamo si gridan quinci e quindi;
36.1sì che le pecorelle, che non sanno,
36.2tornan del pasco pasciute di vento,
36.3e non le scusa non veder lo danno.
37.1Non disse Cristo al suo primo convento:
37.2"Andate, e predicate al mondo ciance";
37.3ma diede lor verace fondamento;
38.1e quel tanto sonò ne le sue guance,
38.2sì ch'a pugnar per accender la fede
38.3de l'Evangelio fero scudo e lance.
39.1Ora si va con motti e con iscede
39.2a predicare, e pur che ben si rida,
39.3gonfia il cappuccio e più non si richiede.
40.1Ma tale uccel nel becchetto s'annida,
40.2che se 'l vulgo il vedesse, vederebbe
40.3la perdonanza di ch'el si confida:
41.1per cui tanta stoltezza in terra crebbe,
41.2che, sanza prova d'alcun testimonio,
41.3ad ogne promession si correrebbe.
42.1Di questo ingrassa il porco sant'Antonio,
42.2e altri assai che sono ancor più porci,
42.3pagando di moneta sanza conio.
43.1Ma perché siam digressi assai, ritorci
43.2li occhi oramai verso la dritta strada,
43.3sì che la via col tempo si raccorci.
44.1Questa natura sì oltre s'ingrada
44.2in numero, che mai non fu loquela
44.3né concetto mortal che tanto vada;
45.1e se tu guardi quel che si revela
45.2per Danïel, vedrai che 'n sue migliaia
45.3determinato numero si cela.
46.1La prima luce, che tutta la raia,
46.2per tanti modi in essa si recepe,
46.3quanti son li splendori a chi s'appaia.
47.1Onde, però che a l'atto che concepe
47.2segue l'affetto, d'amar la dolcezza
47.3diversamente in essa ferve e tepe.
48.1Vedi l'eccelso omai e la larghezza
48.2de l'etterno valor, poscia che tanti
48.3speculi fatti s'ha in che si spezza,
49.1uno manendo in sé come davanti".
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