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1.1"Al Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo",
1.2cominciò, "gloria!", tutto 'l paradiso,
1.3sì che m'inebrïava il dolce canto.
2.1Ciò ch'io vedeva mi sembiava un riso
2.2de l'universo; per che mia ebbrezza
2.3intrava per l'udire e per lo viso.
3.1Oh gioia! oh ineffabile allegrezza!
3.2oh vita intègra d'amore e di pace!
3.3oh sanza brama sicura ricchezza!
4.1Dinanzi a li occhi miei le quattro face
4.2stavano accese, e quella che pria venne
4.3incominciò a farsi più vivace,
5.1e tal ne la sembianza sua divenne,
5.2qual diverrebbe Iove, s'elli e Marte
5.3fossero augelli e cambiassersi penne.
6.1La provedenza, che quivi comparte
6.2vice e officio, nel beato coro
6.3silenzio posto avea da ogne parte,
7.1quand'ïo udi': "Se io mi trascoloro,
7.2non ti maravigliar, ché, dicend'io,
7.3vedrai trascolorar tutti costoro.
8.1Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio,
8.2il luogo mio, il luogo mio che vaca
8.3ne la presenza del Figliuol di Dio,
9.1fatt'ha del cimitero mio cloaca
9.2del sangue e de la puzza; onde 'l perverso
9.3che cadde di qua sù, là giù si placa".
10.1Di quel color che per lo sole avverso
10.2nube dipigne da sera e da mane,
10.3vid'ïo allora tutto 'l ciel cosperso.
11.1E come donna onesta che permane
11.2di sé sicura, e per l'altrui fallanza,
11.3pur ascoltando, timida si fane,
12.1così Beatrice trasmutò sembianza;
12.2e tale eclissi credo che 'n ciel fue
12.3quando patì la supprema possanza.
13.1Poi procedetter le parole sue
13.2con voce tanto da sé trasmutata,
13.3che la sembianza non si mutò piùe:
14.1"Non fu la sposa di Cristo allevata
14.2del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto,
14.3per essere ad acquisto d'oro usata;
15.1ma per acquisto d'esto viver lieto
15.2e Sisto e Pïo e Calisto e Urbano
15.3sparser lo sangue dopo molto fleto.
16.1Non fu nostra intenzion ch'a destra mano
16.2d'i nostri successor parte sedesse,
16.3parte da l'altra del popol cristiano;
17.1né che le chiavi che mi fuor concesse,
17.2divenisser signaculo in vessillo
17.3che contra battezzati combattesse;
18.1né ch'io fossi figura di sigillo
18.2a privilegi venduti e mendaci,
18.3ond'io sovente arrosso e disfavillo.
19.1In vesta di pastor lupi rapaci
19.2si veggion di qua sù per tutti i paschi:
19.3o difesa di Dio, perché pur giaci?
20.1Del sangue nostro Caorsini e Guaschi
20.2s'apparecchian di bere: o buon principio,
20.3a che vil fine convien che tu caschi!
21.1Ma l'alta provedenza, che con Scipio
21.2difese a Roma la gloria del mondo,
21.3soccorrà tosto, sì com'io concipio;
22.1e tu, figliuol, che per lo mortal pondo
22.2ancor giù tornerai, apri la bocca,
22.3e non asconder quel ch'io non ascondo".
23.1Sì come di vapor gelati fiocca
23.2in giuso l'aere nostro, quando 'l corno
23.3de la capra del ciel col sol si tocca,
24.1in sù vid'io così l'etera addorno
24.2farsi e fioccar di vapor trïunfanti
24.3che fatto avien con noi quivi soggiorno.
25.1Lo viso mio seguiva i suoi sembianti,
25.2e seguì fin che 'l mezzo, per lo molto,
25.3li tolse il trapassar del più avanti.
26.1Onde la donna, che mi vide assolto
26.2de l'attendere in sù, mi disse: "Adima
26.3il viso e guarda come tu se' vòlto".
27.1Da l'ora ch'ïo avea guardato prima
27.2i' vidi mosso me per tutto l'arco
27.3che fa dal mezzo al fine il primo clima;
28.1sì ch'io vedea di là da Gade il varco
28.2folle d'Ulisse, e di qua presso il lito
28.3nel qual si fece Europa dolce carco.
29.1E più mi fora discoverto il sito
29.2di questa aiuola; ma 'l sol procedea
29.3sotto i mie' piedi un segno e più partito.
30.1La mente innamorata, che donnea
30.2con la mia donna sempre, di ridure
30.3ad essa li occhi più che mai ardea;
31.1e se natura o arte fé pasture
31.2da pigliare occhi, per aver la mente,
31.3in carne umana o ne le sue pitture,
32.1tutte adunate, parrebber nïente
32.2ver' lo piacer divin che mi refulse,
32.3quando mi volsi al suo viso ridente.
33.1E la virtù che lo sguardo m'indulse,
33.2del bel nido di Leda mi divelse
33.3e nel ciel velocissimo m'impulse.
34.1Le parti sue vivissime ed eccelse
34.2sì uniforme son, ch'i' non so dire
34.3qual Bëatrice per loco mi scelse.
35.1Ma ella, che vedëa 'l mio disire,
35.2incominciò, ridendo tanto lieta,
35.3che Dio parea nel suo volto gioire:
36.1"La natura del mondo, che quïeta
36.2il mezzo e tutto l'altro intorno move,
36.3quinci comincia come da sua meta;
37.1e questo cielo non ha altro dove
37.2che la mente divina, in che s'accende
37.3l'amor che 'l volge e la virtù ch'ei piove.
38.1Luce e amor d'un cerchio lui comprende,
38.2sì come questo li altri; e quel precinto
38.3colui che 'l cinge solamente intende.
39.1Non è suo moto per altro distinto,
39.2ma li altri son mensurati da questo,
39.3sì come diece da mezzo e da quinto;
40.1e come il tempo tegna in cotal testo
40.2le sue radici e ne li altri le fronde,
40.3omai a te può esser manifesto.
41.1Oh cupidigia che i mortali affonde
41.2sì sotto te, che nessuno ha podere
41.3di trarre li occhi fuor de le tue onde!
42.1Ben fiorisce ne li uomini il volere;
42.2ma la pioggia continüa converte
42.3in bozzacchioni le sosine vere.
43.1Fede e innocenza son reperte
43.2solo ne' parvoletti; poi ciascuna
43.3pria fugge che le guance sian coperte.
44.1Tale, balbuzïendo ancor, digiuna,
44.2che poi divora, con la lingua sciolta,
44.3qualunque cibo per qualunque luna;
45.1e tal, balbuzïendo, ama e ascolta
45.2la madre sua, che, con loquela intera,
45.3disïa poi di vederla sepolta.
46.1Così si fa la pelle bianca nera
46.2nel primo aspetto de la bella figlia
46.3di quel ch'apporta mane e lascia sera.
47.1Tu, perché non ti facci maraviglia,
47.2pensa che 'n terra non è chi governi;
47.3onde sì svïa l'umana famiglia.
48.1Ma prima che gennaio tutto si sverni
48.2per la centesma ch'è là giù negletta,
48.3raggeran sì questi cerchi superni,
49.1che la fortuna che tanto s'aspetta,
49.2le poppe volgerà u' son le prore,
49.3sì che la classe correrà diretta;
50.1e vero frutto verrà dopo 'l fiore".
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