about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Udite e nostri lacrimosi canti,
1.2di doglie pieni e de ira,
1.3poiché m'è forza a discoprir mie' pianti.
1.4Piangi con meco, piangi, o mesta lira;
1.5seghi la doglia che copiosa iscende
1.6col furor entro ch'al mio cor s'aggira.
1.7Come con l'aure la fiamma si stende
1.8fra gli stridosi cispugli e virgulti,
1.9così Amore in me sue faci incende.
1.10Occhi, piangete; e voi, che indarno occulti
1.11soffrite pene, o sospiri miei, spandete
1.12questi mie' versi piangiosi ed inculti.
1.13E voi pietosi, che provato avete
1.14che sian le doglie qual' soffran gli amanti,
1.15con meco e vostri danni e' miei piangete.
1.16Piangiamo insieme e lacrimosi canti,
1.17dipoi che 'l ciel ne elegge
1.18a viver sempre in doglie e in pianti.
1.19Convience pur seguir tuo imperio e legge,
1.20spiatato Amore? Ah, quanto è felice
1.21chi in dolce libertà sua vita regge!
1.22Col cielo irato nacque ed infelice
1.23colui in chi Amor suo forza prova,
1.24se viver lieto amando mai non lice.
1.25Che dir? che isdegno né ragion mi mova
1.26a odïarti, ingrata Mirtia, in cui
1.27mie dolor o servir pietà mai trova?
1.28O più, più volte beato colui
1.29che a fuggir o rinvenir errori
1.30divien più saggio dal dolor d'altrui!
1.31Udite, giovinetti, i nostri ardori:
1.32vedrete le miserie degli amanti,
1.33poi prendete arte, vita, opre migliori.
1.34Noï seguiamo e lacrimosi canti,
1.35di doglie e d'ira carchi;
1.36seguiam cantando e cominciati pianti.
1.37Io mi godea aver pensier' mie' scarchi
1.38da e grievi imperii, con che Amor ne fiacca;
1.39e gioco m'era tutti gli altrui incarchi.
1.40Gir come cerva assetata e stracca
1.41già vidi amante, che languendo errava
1.42fra gli aspri lacci ch'ognor più l'atacca.
1.43Io fingëa cagion', i' l'arestava,
1.44i' mi godëa di suo pene: io
1.45quel ch' in me soffro in altrui beffava.
1.46Oimè, ch'or sono a mal mio grado pio;
1.47ed èmmi in noia ogni fronte austera,
1.48e chi meco non piange el dolor mio.
1.49Amor mi t'ha suggetto, o Mirtia altera,
1.50iniusta, crudel, ingrata. O stolto
1.51chi per donna servir merto mai spera!
1.52Che fia, Amor, di me, or che m'hai isvolto?
1.53Amore spiatato, trïompha, godi,
1.54s'or piango e lacci ch'i' beffava isciolto.
1.55Potrò io, che? sgroppar mai questi nodi?
1.56potrò io, che? fuggir mai chi m'isdegna?
1.57ma vinci, Amor, che d'ingiuriar ti lodi!
1.58Vinci, feroce, vinci; mostra, insegna
1.59quanto abbian forza le tue fiamme e strali,
1.60poi che tuo furia in chi ama regna.
1.61O infelici, o miseri mortali,
1.62o inferma ragion, o fragil vita,
1.63onde passar deggiam fra tanti mali?
1.64Se Marte spesso o Neptunno c'invita
1.65a seguire la sua incerta fede,
1.66ov'è ragione e libertà ismarrita,
1.67e pur giova el soffrir, ove altri vede
1.68star certo premio, o fin di tanti affanni;
1.69ma Amor sa solo non aver merzede.
1.70Amor sa solo fabricar inganni,
1.71con mille ingegni allettar gli amanti,
1.72con mille iniurie rinovar lor danni.
1.73Seguiamo adunque e lacrimosi canti,
1.74d'ira pieni e di doglia;
1.75seguiam cantando e cominciati pianti.
1.76Stolto, non sapev'io ch'Amor ispoglia
1.77d'ogni viril difesa e intera pace
1.78chi non raffrena, a·llui seguir, suo voglia?
1.79Aimè, questo sperar ch'ora mi sface,
1.80quel primo annumerar ogni tuo laude
1.81state catene son troppo tenace;
1.82que' vezzosi occhi, onde Chupido applaude,
1.83onde suo strali, face e reti intende;
1.84quel fronte tuo, ove e' superbo gaude;
1.85quella finta modestia, che ostende
1.86essere ingegno in te talor piatoso,
1.87amar mi fe', ch'a pianger or m'incende.
1.88Chi si credesse mai che cuor sdegnoso,
1.89crucci o pensier' sì ostinati e rei
1.90fusse in tal donna, o sì Amor dannoso?
1.91Chi non sperasse merto da costei?
1.92chi non rendesse premio al mio servire?
1.93Bellezze insidïose agli occhi mei!
1.94Non ti move pietate el mio languire?
1.95non ti penti stratiar chi in te si fida?
1.96non ve' tu che t'è biasimo il mio martire?
1.97Tu pur ti ridi di mie' pianti e strida,
1.98e pur t'agrada pur seguir durezze,
1.99per più avampar l'ardor che in me s'annida.
1.100Non agroppar, non argentar tuo trezze;
1.101non purpura, auro, gemme, fronde o fiori
1.102son laude o pregio alle tue bellezze.
1.103Ma aver impero in chi te sola adori,
1.104saper usar la fede e diligenza
1.105di chi te sempre lodi e sempre onori
1.106t'e pregio, Myrtia; e bella donna, senza
1.107aver chi speri in sue bellezze amando,
1.108è indegna di biltade e riverenza.
1.109Mira le lacrime e i sospir' ch'io spando;
1.110pensa alle fiamme, a l'isciolto furore,
1.111ch'ognor fra' mie' pensier' corre ondegiando.
1.112Ah dura, spïatata Mirtia, core
1.113di tigre, di ghiaccio: o inumana,
1.114s'a piatà non ti incende il nostro ardore!
1.115Ah feroce Amor, così fa', sbrana
1.116mie' nervi e forze, ardi, consuma me me,
1.117satia qui in me tuo arte e man profana.
1.118Ïo posso provar fatiche extreme,
1.119ultimi casi, dolori e martiri,
1.120ove soffrendo mi mantenga speme.
1.121E vo' sperar, benché a ragion m'adiri,
1.122ché mai son satii di sperar gli amanti,
1.123né Amor mai satio di pianti e sospiri.
1.124Seguiamo ancora i lacrimosi canti,
1.125di doglie e d'ira incesi;
1.126seguiam cantando i dolorosi pianti.
1.127Saran costumi in te mai sì scortesi,
1.128che sempre isdegni chi, in servir te una,
1.129tiene e sue voglie e tutti i pensier' tesi?
1.130Se 'l ciel in te ogni bellezze assuna,
1.131se donna soprastai d'ogni altra ornata,
1.132se a grandirti facil hai fortuna,
1.133quanto sera' tu, quanto più beata,
1.134se sapra' farti amar più che temere!
1.135Bellezza è men che cortesia lodata.
1.136Non sien ingrate mai, né sian severe;
1.137abbian pietà degli infelici amanti
1.138chi spera laude di bellezze avere.
1.139Ricominciamo e lacrimosi canti,
1.140pien' di lamenti e stridi;
1.141seguiamo e nostri dolorosi pianti.
1.142Ma stolto, qual cagion vòl ch'io mi sfidi
1.143d'Amore, di Myrtia, e di me stesso?
1.144Anzi, il mio servir vòl ch'io mi fidi.
1.145Vidi salir servendo uom già dismesso,
1.146né mai fu bella di pietà mai priva;
1.147e un tardo amor gir lieto vidi, e spesso
1.148fronde appassata rivenir più viva;
1.149e un grieve tronco, che·llo isvelse il fiume,
1.150con l'onda che 'l rapi, rigir a riva;
1.151e in vecchio ausello giovinette piume;
1.152e fiamma ho vista sostener più vènti,
1.153poi ravivarsi, onde si spense el lume.
1.154Speriamo adonque fine a' mie' tormenti;
1.155serviam sperando, infelici amanti:
1.156miserie Amor soffrir c'insegna e stenti.
1.157Finiamo adonque omai e nostri pianti;
1.158posiamo la lira, il plectro, e lamenti;
1.159diànci a più lieti e più soavi canti.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)