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1.1Se mai continga che 'l poema sacro
1.2al quale ha posto mano e cielo e terra,
1.3sì che m'ha fatto per molti anni macro,
2.1vinca la crudeltà che fuor mi serra
2.2del bello ovile ov'io dormi' agnello,
2.3nimico ai lupi che li danno guerra;
3.1con altra voce omai, con altro vello
3.2ritornerò poeta, e in sul fonte
3.3del mio battesmo prenderò 'l cappello;
4.1però che ne la fede, che fa conte
4.2l'anime a Dio, quivi intra' io, e poi
4.3Pietro per lei sì mi girò la fronte.
5.1Indi si mosse un lume verso noi
5.2di quella spera ond'uscì la primizia
5.3che lasciò Cristo d'i vicari suoi;
6.1e la mia donna, piena di letizia,
6.2mi disse: "Mira, mira: ecco il barone
6.3per cui là giù si vicita Galizia".
7.1Sì come quando il colombo si pone
7.2presso al compagno, l'uno a l'altro pande,
7.3girando e mormorando, l'affezione;
8.1così vid'ïo l'un da l'altro grande
8.2principe glorïoso essere accolto,
8.3laudando il cibo che là sù li prande.
9.1Ma poi che 'l gratular si fu assolto,
9.2tacito coram me ciascun s'affisse,
9.3ignito sì che vincëa 'l mio volto.
10.1Ridendo allora Bëatrice disse:
10.2"Inclita vita per cui la larghezza
10.3de la nostra basilica si scrisse,
11.1fa risonar la spene in questa altezza:
11.2tu sai, che tante fiate la figuri,
11.3quante Iesù ai tre fé più carezza".
12.1"Leva la testa e fa che t'assicuri:
12.2che ciò che vien qua sù del mortal mondo,
12.3convien ch'ai nostri raggi si maturi".
13.1Questo conforto del foco secondo
13.2mi venne; ond'io leväi li occhi a' monti
13.3che li 'ncurvaron pria col troppo pondo.
14.1"Poi che per grazia vuol che tu t'affronti
14.2lo nostro Imperadore, anzi la morte,
14.3ne l'aula più secreta co' suoi conti,
15.1sì che, veduto il ver di questa corte,
15.2la spene, che là giù bene innamora,
15.3in te e in altrui di ciò conforte,
16.1di' quel ch'ell'è, di' come se ne 'nfiora
16.2la mente tua, e dì onde a te venne".
16.3Così seguì 'l secondo lume ancora.
17.1E quella pïa che guidò le penne
17.2de le mie ali a così alto volo,
17.3a la risposta così mi prevenne:
18.1"La Chiesa militante alcun figliuolo
18.2non ha con più speranza, com'è scritto
18.3nel Sol che raggia tutto nostro stuolo:
19.1però li è conceduto che d'Egitto
19.2vegna in Ierusalemme per vedere,
19.3anzi che 'l militar li sia prescritto.
20.1Li altri due punti, che non per sapere
20.2son dimandati, ma perch'ei rapporti
20.3quanto questa virtù t'è in piacere,
21.1a lui lasc'io, ché non li saran forti
21.2né di iattanza; ed elli a ciò risponda,
21.3e la grazia di Dio ciò li comporti".
22.1Come discente ch'a dottor seconda
22.2pronto e libente in quel ch'elli è esperto,
22.3perché la sua bontà si disasconda,
23.1"Spene", diss'io, "è uno attender certo
23.2de la gloria futura, il qual produce
23.3grazia divina e precedente merto.
24.1Da molte stelle mi vien questa luce;
24.2ma quei la distillò nel mio cor pria
24.3che fu sommo cantor del sommo duce.
25.1"Sperino in te", ne la sua tëodia
25.2dice, "color che sanno il nome tuo":
25.3e chi nol sa, s'elli ha la fede mia?
26.1Tu mi stillasti, con lo stillar suo,
26.2ne la pistola poi; sì ch'io son pieno,
26.3e in altrui vostra pioggia repluo".
27.1Mentr' io diceva, dentro al vivo seno
27.2di quello incendio tremolava un lampo
27.3sùbito e spesso a guisa di baleno.
28.1Indi spirò: "L'amore ond'ïo avvampo
28.2ancor ver' la virtù che mi seguette
28.3infin la palma e a l'uscir del campo,
29.1vuol ch'io respiri a te che ti dilette
29.2di lei; ed emmi a grato che tu diche
29.3quello che la speranza ti 'mpromette".
30.1E io: "Le nove e le scritture antiche
30.2pongon lo segno, ed esso lo mi addita,
30.3de l'anime che Dio s'ha fatte amiche.
31.1Dice Isaia che ciascuna vestita
31.2ne la sua terra fia di doppia vesta:
31.3e la sua terra è questa dolce vita;
32.1e 'l tuo fratello assai vie più digesta,
32.2là dove tratta de le bianche stole,
32.3questa revelazion ci manifesta".
33.1E prima, appresso al fin d'este parole,
33.2"Sperent in te" di sopr'a noi s'udì;
33.3a che rispuoser tutte le carole.
34.1Poscia tra esse un lume si schiarì
34.2sì che, se 'l Cancro avesse un tal cristallo,
34.3l'inverno avrebbe un mese d'un sol dì.
35.1E come surge e va ed entra in ballo
35.2vergine lieta, sol per fare onore
35.3a la novizia, non per alcun fallo,
36.1così vid'io lo schiarato splendore
36.2venire a' due che si volgieno a nota
36.3qual conveniesi al loro ardente amore.
37.1Misesi lì nel canto e ne la rota;
37.2e la mia donna in lor tenea l'aspetto,
37.3pur come sposa tacita e immota.
38.1"Questi è colui che giacque sopra 'l petto
38.2del nostro pellicano, e questi fue
38.3di su la croce al grande officio eletto".
39.1La donna mia così; né però piùe
39.2mosser la vista sua di stare attenta
39.3poscia che prima le parole sue.
40.1Qual è colui ch'adocchia e s'argomenta
40.2di vedere eclissar lo sole un poco,
40.3che, per veder, non vedente diventa;
41.1tal mi fec'ïo a quell'ultimo foco
41.2mentre che detto fu: "Perché t'abbagli
41.3per veder cosa che qui non ha loco?
42.1In terra è terra il mio corpo, e saragli
42.2tanto con li altri, che 'l numero nostro
42.3con l'etterno proposito s'agguagli.
43.1Con le due stole nel beato chiostro
43.2son le due luci sole che saliro;
43.3e questo apporterai nel mondo vostro".
44.1A questa voce l'infiammato giro
44.2si quïetò con esso il dolce mischio
44.3che si facea nel suon del trino spiro,
45.1sì come, per cessar fatica o rischio,
45.2li remi, pria ne l'acqua ripercossi,
45.3tutti si posano al sonar d'un fischio.
46.1Ahi quanto ne la mente mi commossi,
46.2quando mi volsi per veder Beatrice,
46.3per non poter veder, benché io fossi
47.1presso di lei, e nel mondo felice!
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