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1.1Or che Zefiro in grembo a Flora dorme,
1.2Né fronde tremolar si vede o foglia,
1.3Né m'ascolta altri che ginepri e sassi,
1.4Canterò in voce al mio dolor conforme,
1.5Poi che il dolor a lamentar m'invoglia,
1.6Chi fatto ha gl'occhi miei di luce cassi,
1.7Ch'il dolce suon cangiassi
1.8Alla mia cetra, che tant'alto giva,
1.9Ch'il sentier chiuso apriva
1.10Alla mia chiara stella
1.11Della sua fama illustre, eterna e bella:
2.1Mentre spiegava desiosa l'ale
2.2Lieta mia speme a gloriose imprese
2.3Per farla chiara in parte ove non era,
2.4Sperando forse aver possanza uguale
2.5Al desio che d'Amor la face accese,
2.6Troppo ne giva di se stessa altera;
2.7Miser chi crede e spera
2.8In cosa che mal ferme abbia le piante!
2.9Ecco ch'a le mie tante
2.10Vane speranze un solo
2.11Serpe troncò l'audaci penne e 'l volo.
3.1Poi che caduta mia speranza in terra
3.2Vidi, e già chiuso a' bei pensieri il varco
3.3Che m'avea aperto con sua mano Amore,
3.4Incominciò la dispietata guerra
3.5Che mi fa gir di grave scorno carco,
3.6E di piaga crudel ferito il core,
3.7Che mille volte more
3.8Il giorno, e mille si raviva e sorge,
3.9Così martir mi porge;
3.10E mia pena è infinita,
3.11Sendomi il viver morte, e 'l morir vita.
4.1Mentre piangendo, e di me stesso in forse,
4.2Lasso attendendo il fin di tanto affanno,
4.3Giva come uom che bene amando teme,
4.4Tosto che dentro i miei pensieri scorse
4.5L'angue crudel, cagion d'ogni mio danno:
4.6Perché languida ancor vivea mia speme.
4.7Quest'è che più mi preme,
4.8Nel dolce incerto, il certo amaro messe,
4.9Così la vita oppresse
4.10Al mio sperar fallace,
4.11Ch'in sé pur morto, in me sepolto giace.
5.1Così d'ogni speranza ignudo e casso,
5.2Volgea pur (lasso) gl'affannati lumi
5.3In quella parte ove splendea 'l mio sole,
5.4Che mi fu duce all'amoroso passo:
5.5Ma furo i miei desir sogni, ombre e fumi;
5.6Qui sospir nuovi il cor, nuove parole
5.7La lingua, che si duole
5.8Del mio mal, sciolse, a lamentarsi avezza:
5.9Qui raddoppiò l'asprezza,
5.10Poscia ch'io non potei
5.11Saziar da lunge almen gl'occhi di lei.
6.1Quest'è l'empia cagion de' tristi pianti
6.2Che da quest'occhi acerbamente verso,
6.3E in mille selve, in mille boschi sparsi.
6.4Quest'è l'empia cagion ch'a tanti e tanti
6.5Fiumi udir feci il doloroso verso,
6.6E come amando amaramente io arsi;
6.7Ben potria gloriarsi,
6.8L'empio serpe e crudel, d'aver troncato
6.9Nodo tanto pregiato,
6.10S'avesse avuto forza;
6.11Ma celeste valor mortal non sforza.
7.1Taci, canzon, che l'aura
7.2Soavemente a respirar ritorna,
7.3Che così mal adorna
7.4Non ti portasse il vento;
7.5Ma resti qui tra noi nostro tormento.
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